Under The Mistletoe.

Start from the beginning
                                    

«No, va tutto bene Mikey, davvero! Non devi preoccuparti per me! Torna pure dentro a spassartela!» Michael represse a stento un sorriso compiaciuto e si avvicinò lentamente a lei. Le cinse le spalle e, dopo un inconcludente tentativo della ragazza di sottrarsi, la strinse a sé. Non c'era voluto molto per farla cedere. Ed era la prima volta che la toccava dopo tre settimane. Ora si rendeva conto che gli era mancata da morire.

Le accarezzò il viso, scostandole un ciuffo di capelli che le era sfuggito allo chignon.

«Sei bellissima, Rid.» Lo disse più a se stesso che a lei, ma quando Ridley sussultò, stringendosi contro di lui, si rese conto di aver espresso i suoi pensieri ad alta voce.

«Va via Mike, ti prego... avevi promesso che non mi avresti toccato» mormorò, senza troppa convinzione.

«Intendo dire che sei bellissima sempre, Ridley. Anche quando non credi di esserlo. E in più io non sono un bravo ragazzo, perciò non rispetto le regole, mai! Puniscimi pure se vuoi» incalzò, come se non l'avesse sentita. E Ridley sapeva che non avrebbe mai fatto quello che lei gli chiedeva.

«Sul serio, Mikey. Vattene via.» Si rendeva perfettamente conto che, nonostante le sue proteste, il suo corpo diceva tutt'altro. Aveva bisogno del suo calore, di sentire il battito del suo cuore, di stare tra le sue braccia.

«Vieni con me, devo farti fare una cosa.» Ridley non ebbe il tempo per realizzare le sue parole, perché Mike la tirò bruscamente su dagli spalti.

«Michael... lasciami stare per favore!» Lui, come al solito, non la ascoltò nemmeno e la trascinò dentro l'edificio, dalla porta secondaria. Per fortuna il lungo corridoio sembrava essere deserto, dovevano essere tutti in palestra. Michael aprì la porta di una delle aule e spinse Ridley all'interno.

«M-Mike... che... che vuoi fare?» Michael rise divertito e, senza lasciarle il tempo di reagire, la spinse delicatamente contro la parete della piccola stanza, vicino alla porta. Ridley sussultò e la sua confusione iniziale aumentò a dismisura quando incontrò gli occhi di Michael. Il ragazzo la teneva letteralmente intrappolata tra il suo corpo e il muro. Anche volendo non sarebbe riuscita a scappare in alcun modo. Ma la realtà dei fatti era che non aveva alcuna intenzione di andarsene.

«Certo che hai davvero uno scarso spirito d'osservazione, piccola. C'è un motivo se ti ho portata qui. Guardati intorno. Non vedi nulla?» Ridley scosse la testa e lasciò vagare lo sguardo nell'aula, ma non vide altro che banchi, libri e stupide scritte sui muri.

«Cosa dovrei vedere?» Michael sbuffò e alzò lo sguardo verso il soffitto, indicandoglielo. Ridley seguì gli occhi di Michael con i suoi, fino a raggiungere un ramoscello verde che pendeva sopra di loro.

«Cos'è?» domandò, come se non lo avesse capito.

«È vischio, Rid.» La ragazza voltò il viso, distogliendo gli occhi dai suoi, imbarazzata.

Vischio... era chiaro a cosa servisse e anche che Michael lo avesse messo lì di proposito.

«E allora?» domandò, fingendo tutta l'innocenza che riuscì a mettere nel tono.

Michael rise e le prese il viso, riportandolo su di sé. Le si avvicinò pericolosamente e le sfiorò l'orecchio, come faceva sempre in quelle situazioni che preoccupavano Ridley. Quella volta però la stupì, canticchiandole una canzone.

«I don't wanna miss out on the holiday, but I can't stop staring at your face. I should be playing in the winter snow, but I'mma be under the mistletoe.» Ridley si morse il labbro, ascoltando la sua voce che ormai per lei era diventata una tortura.

«Mikey... dovremmo... t-tornare di là.»

«Avanti, Rid. Sai cosa devi fare. So che lo desideri esattamente quanto me.»

Disobey.Where stories live. Discover now