Capitolo 18 - Ramus Aureus

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Agroste era un uomo grosso, dalle spalle larghe. I capelli erano corti e folti, scuri come le sopracciglia che nascondevano due occhi curiosi. Erano entrambi molto attraenti e la dolcezza di Nefele compensava l'aspetto burbero di Agroste.

«Piacere di conoscervi» disse Loto.

Ricambiarono il saluto, alzando una mano.

«Fatte le presentazioni, possiamo cominciare» disse Peacock attirando l'attenzione di tutti.

«Muoviamoci prima che arrivi la pioggia» disse Noctis, buttando un ramoscello nel fuoco. «Odio essere bagnato fradicio».

«Almeno così non puzzi» scherzò Iridis.

Loto sorrise ma Peacock, con sguardo glaciale, zittì i due prima che potesse nascere un battibecco.

«Cosa succede, Peacock?» chiese Agroste. «Una riunione straordinaria non accadeva da tempo».

«Oggi Loto mi ha rivelato delle informazioni molto importanti e ho pensato di condividerle con voi».

«Non potevi dircelo tu, invece di portare qui una completa sconosciuta?» la interruppe Noctis.

«Non essere sgarbato» lo riprese Nefele.

«E se magari lei è una spia? O sta dalla parte del male?» continuò Noctis.

«Smettila, scemo!» ribadì Iridis e sorrise a Loto che si sentiva sempre più imbarazzata. «Una spia di cosa? Non siamo in uno dei tuoi libri di fantascienza».

«Avete finito voi due?» chiese Peacock. «Lasciamola parlare, poi decideremo se tenerla nel gruppo o far perdere le sue tracce nel bosco».

Loto spalancò gli occhi impaurita. Nefele e Agroste sghignazzarono fra loro e Loto si sentì avvampare.

«Non darle retta! Sta scherzando...» disse Nefele mentre tutti gli altri ridevano per la battuta.

Tutti la guardavano interessati e curiosi, lei si mosse sul tronco a disagio cercando un punto da dove cominciare.

«Avanti, racconta quello che hai detto a me oggi» la incitò.

«Va bene» cominciò, schiarendosi la voce e prendendo coraggio ripeté lo stesso racconto che poche ore prima aveva confidato a Peacock. Quando però nominò John, Agroste impallidì.

«Cosa?» chiese Agroste verso Peacock. «Ha davvero nominato John?»

Tutti gli occhi erano puntati verso la bella ninfa dai capelli neri.

«Sì, perché?» chiese Loto.

«Vai avanti» le fece eco Peacock. «Ogni cosa a suo tempo».

Loto continuò il suo racconto per filo e per segno, la sua guida la interrompeva spesso per integrare dettagli che a Loto erano sembrati solo banali punti di vista, ma poi capì che ogni singolo particolare era importante per capire meglio la situazione.

«Ed è per questo che l'ho portata fin qui» concluse Peacock, quando Loto ebbe finito la sua storia. «Volevo che anche voi sapeste ciò che ho sentito con le mie orecchie».

«È spaventoso» sussurrò Nefele.

«Hai parlato di John. Pensavo fosse morto...» considerò Agroste.

«Sì, anch'io» assentì Nefele.

«Anch'io lo pensavo, ma evidentemente non è così» aggiunse Peacock, seria.

Scese il silenzio. Il vento sibilava fra le fronde degli alberi.

Alla fine fu Agroste a prendere parola, rivolgendosi a Loto con sincera curiosità: «Ma tu, chi sei?»

Anthea #WATTYS2017Where stories live. Discover now