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2014

Scrivo su questi pezzi di carta per far si che la gente sappia. Un giorno magari troveranno questo diario e la gente potrà capire cosa ho passato, cosa sto passando. Sembrerò una pazza, ma il mio diario è l'unico compagno che ho qui sotto, l'unico con cui posso parlare.
Sono chiusa in dei sotterranei da tempo indeterminato oramai, ma secondo me sono già passate più di 3 settimane. Qui non hai niente, sembra di vivere in un universo che non conosce tempo, spazio e limiti. Non so se è giorno, sera, se il giorno cambia, se le ore passano. Perché qui sotto le ore sembrano infinite. Questo posto fa schifo, è un tugurio. Voglio morire, che aspetta ad uccidermi?
Lui. È lui, Stilinski. Stiles Stilinski. O meglio, il Nogitsune che è dentro Stiles, perché lui era una persona meravigliosa, fino a quando non è stato posseduto da questo demone che tra le tante persone ha deciso di usufruire proprio di me. Mi chiamo Jennifer Lane, ho 17 anni e mi sono trasferita a Beacon Hills da qualche mese dopo la morte di mia madre. Il lavoro di mio padre non andava a gonfie vele, allora decidemmo di lasciare tutto e trasferirci per crearci una nuova vita. L'errore più grande che avessimo mai potuto commettere.
Sono abbastanza alta, sono magra, formosa nei punti giusti (porto una quarta di seno piena), ho gli occhi azzurri e i capelli neri, un naso piccolo e le labbra carnose. Sono sempre stata molto corteggiata sin da bambina, ma non me ne sono mai vantata. Non sono un'oca, so di essere bella ma non sono mai stata presuntuosa, anzi.

Appena arrivata alla Beacon Hills High School ho fatto amicizia con i miei compagni di classe, quindi non ci sono state grandi difficoltà ad integrarmi. Questa scuola però è sempre stata caratterizzata da eventi strani, quasi paranormali e in molti sin dall'inizio mi hanno detto che qui accadono sempre cose strane e che mi ci devo abituare, visto che Beacon Hills è la città di creature soprannaturali. Io sono sempre stata molto scettica riguardo al soprannaturale, non ci ho mai creduto più di tanto, ma ora so per certo che dovevo credere a quei ragazzi. Io inizialmente non ero a conoscenza di nulla, però molte volte vedevo un gruppetto di studenti chiacchierare e uno di loro ogni qual volta che mi giravo mi guardava con un sorrisetto malizioso: Stiles. Devo ammettere che è davvero un bel ragazzo, anche se mi domandavo perché avesse quelle enormi occhiaie sotto agli occhi e il viso pallido come quello di un vampiro. Solo ora so il perché.
I suoi amici se ne accorsero delle sue continue attenzioni verso di me, mentre io non ci facevo caso più di tanto, finché un giorno non fui invitata da Stiles nell'atrio della scuola dopo le lezioni. Io ovviamente accettai l'invito e mentre mi stavo recando qualcuno mi afferrò per un braccio e mi trascinò dietro ad un bus scolastico; era stato Scott, il migliore amico di Stiles che dopo sarebbe stato raggiunto da Lydia, Kira, Allison e Isaac.
Mi avvertirono di stare alla larga da Stiles e io non capivo il perché, erano migliori amici e questo cercare di allontanarmi da lui mi faceva rivoltare lo stomaco. Allora ero decisa ad andarmene, ma proprio quando mi voltai Kira spoderò una spada che mi sbarrava il cammino. Io rimasi estasiata e impaurita, ma fu solo un modo per non farmi andare via e potermi spiegare tutto, non volevano farmi del male.
Quando mi spiegarono per filo e per segno la storia e i loro poteri io ero ancora abbastanza ostile al crederci, fin quando Scott non mi mostrò la sua trasformazione in un lupo mannaro e allora lì capii che da quel momento in poi avrei dovuto crederci di più nel soprannaturale.
Proprio in quel preciso momento, udii una voce familiare dietro alle mie spalle, mi voltai, era Stiles. Col solito sorrisetto mi rimproverò di essere in ritardo e sapendo che i suoi amici mi avevano spiegato tutto, mi tirò per un braccio a sé e sparimmo nel nulla in un attimo di secondi. Poi mi ha portata qui, dove mi infligge le sue torture.
Perché ce l'ha con me? Che gli ho fatto? Io non c'entro nulla in questa storia!

[...]

Eccolo che arriva verso di me. Mi raggiunge con la sua solita camminata lenta, calma, con le braccia incrociate dietro alla schiena. Smetto di scrivere e metto via il diario, ho paura. Mi alzo e incomincio a tremare. Più si avvicina e più mi allontano, ma non ho via di scampo, ad un certo punto il percorso finisce essendo sbarrato.
Mi appoggio a quella porta una volta finito il cammino e comincio a sospirare, sono in ansia, non voglio che si avvicini, ma come non detto il mio desiderio non si avvera.
Appoggia il suo naso sulla mia guancia e comincia a strofinarlo mentre io strizzo gli occhi sperando che finisca in fretta.

Schiava del NogitsuneWhere stories live. Discover now