In maniera confusa, John notò che stava tremando – che entrambi lo stavano facendo – e che le lenti dei suoi occhiali erano appannate dal respiro di Paul che gli sbatteva sul viso, occasionalmente ripulite sulla parte superiore laddove Paul sbatteva, schiacciandoli contro gli zigomi di John.

Sollevò una mano, se li levò e li gettò a terra, e Paul gemette in protesta, premette la guancia calda contro quella di John e riportò indietro la sua mano, premendovi sopra la propria per tenerla ferma lì.

"Johnny" disse ancora, brusco, e l'insistenza nel suo tono infuocò e gelò il sangue di John.

"Cosa, amore?" all'improvviso, era teso dappertutto, i piedi che gli si contraevano nelle scarpe nel tentativo di tenerlo fermo invece che spingere di nuovo Paul giù e continuare a strusciarsi contro di lui come un ragazzino.

Non che vi fosse qualcosa di sbagliato in questo; maledizione, John ne sarebbe stato felice se questo significava venire, ma quel tono nella voce di Paul – il modo in cui il suo palmo era premuto sul dorso della mano di John – entrambe le cose suggerivano un qualcosa che John non aveva il coraggio di articolare.

Cristo, John sapeva cosa voleva fare: voleva aprire le cosce di Paul e spingerlo giù e scoparlo; non essere contro di lui, ma dentro, finché Paul non fosse stato del tutto riempito da lui.

Se fosse stato davvero una ragazza, sarebbero già stati a quel punto.

Ma questo era Paul e John era – Dio. Era spaventato.

Con attenzione, spostò la mano, trascinando le sue dita divaricate verso il basso.

Le agganciò, delicatamente, nel sottogamba delle mutande rosse da sgualdrina, con il loro orlo in pizzo.

"Paul?" sussurrò, e Paul trattenne il respiro, i muscoli delle sue cosce che guizzavano sotto la mano di John.

"Mettile dentro" disse, e tutto il fottuto corpo di John si sollevò, incandescente, incredulo. Aveva la gola chiusa.

"Sei sicu—" iniziò, ma Paul lo interruppe, premendo la bocca contro la sua in un bacio maldestro e balbettando prima che John potesse terminare la frase "Sì, va tutto bene; una ragazza me lo ha fatto ad Amburgo. Vai, mettimele dentro"

Tutto qui; John non si sarebbe fatto superare, surclassare, da nessuna maledetta prostituta di Amburgo.

Paul tremava sopra di lui, strofinandosi lievemente contro le dita di John come se quello potesse forzarlo a farsi più vicino, e se Paul era sicuro di volerlo; bene.

Lo avrebbe dannatamente ottenuto.

"Ci servirà qualcosa" disse John, con la gola stretta, e Paul agitò la testa senza motivo. Stava ansimando.

"Sul tavolo" disse, il viso nascosto nell'incavo del collo di John.

John diede un'occhiata, ed eccolo: il tubetto di vasellina che mettevano sulle dita dopo aver passato un'intera serata a suonare. Teoricamente serviva ad aiutare le veschiche a tramutarsi in calli, frenare le corde dal procurare così tanto dolore. Ma Paul probabilmente aveva ragione – sarebbe andato bene anche per questo.

Non gli passò neanche per la testa l'idea di spogliare Paul prima. Probabilmente sarebbe stato più facile senza le maledette mutandine in mezzo ai piedi, ma era più veloce spostarle semplicemente a lato con una mano così che John potesse introdurvi l'altra, tutta lucida e brillante.

Aveva pianificato di iniziare con calma – sapendo che avrebbe potuto far male; fece scorrere con delicatezza un dito sopra la piccola stretta di muscoli, e sembrò così fottutamente impenetrabile.

𝐁𝐎𝐘, 𝐘𝐎𝐔'𝐕𝐄 𝐁𝐄𝐄𝐍 𝐀 𝐍𝐀𝐔𝐆𝐇𝐓𝐘 𝐆𝐈𝐑𝐋 - mclennonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora