6. Addii e riavvicinamenti.

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Adorava svegliarsi accanto ad Anthony. Guardarlo dormire lo rilassava molto di più che leggere un libro, vedere la sua espressione infantile davanti ad un donuts lo faceva sorridere, persino quel continuo costruire e smontare macchinari di diverso genere, che all'inizio lo irritava, era diventato qualcosa di rassicurante.

Si era sempre sentito in qualche modo fuori posto ad Asgard, ma con Anthony questo non capitava, anzi gli sembrava di aver trovato la parte mancante di sé ed anche se mille dubbi lo attanagliavano non riusciva a fare a meno di passare il suo tempo con il ragazzo. Tornava ad Asgard raramente e di solito quando Stark studiava, anche se in quei momenti a volte preferiva rimanere a leggere un libro mentre ogni tanto lo guardava, ma in quei casi lo studiare del moro durava ben poco perché quasi subito Tony iniziava a stuzzicarlo e finivano a letto oppure con giorni di astinenza per il "povero" Stark se il libro veniva anche solamente sgualcito.

Loki passava così tanto tempo alla villa che praticamente vivevano insieme ed entrambi erano felici, ma i problemi erano sempre dietro l'angolo.

Non aveva dimenticato le parole di Natasha e il suo stare lontano dall'acqua, il suo rinunciare ad uscire dalla Norvegia, per la precisione anche solo allontanarsi dal paese, iniziava ad indispettire il compagno. Le piccole cose che li differenziavano, che facevano parte del suo segreto, cominciarono a incrinare quella complicità fra loro due.

«Non vedo quale sia il problema?!»

Un'altra lite iniziata nel nulla che feriva il cuore dell'asgardiano più profondamente di quanto mai avrebbe fatto notare o ammesso.

«Ti vesti come un vecchietto! Siamo giovani, sono gli anni ottanta! Esistono vestiti di altri colori oltre il nero e il verde muschio!»

«Il fatto che siamo "giovani" e che siano gli anni ottanta non significa che devo indossare maglie con scritte prive di gusto e pantaloni che sembrano tende con colori psichedelici!»

«La mia maglia è degli AC/DC! Non è una scritta priva di senso!»

«Oh! Ti prego, quei tizi fanno solo rumore.»

Tony si portò una mano al petto spalancando la bocca scioccato.

«Ritira quello che hai detto!»

La discussione, poi degenerata, era nata solo perché il Tony aveva lasciato un piatto sporco nel lavandino e dall'urlarsi contro ogni minimo dettaglio che poteva infastidire in qualche modo l'altro erano passati a non parlarsi.

Entrambi seduti sul divano, ai due estremi opposti, non si guardavano nemmeno in faccia; nessuno dei due voleva cedere e chiedere scusa al compagno.

Tony decise di prepararsi l'ennesimo caffè. Fu mentre si apprestava a bere che il telefono iniziò a suonare. Diede un'occhiata al compagno che continuava a far finta di nulla seduto sul divano e sfogliava svogliatamente una rivista, quindi con un sospiro andò a rispondere, sperando che non fosse il padre, quel giorno non aveva voglia di altre liti.

A quella chiamata rispose solo a monosillabi cercando di ingoiare il nodo alla gola che si era formato alla notizia che aveva ricevuto. Quando ripose il ricevitore con molta calma si pose di fronte a Loki e lo guardò, ancora intontito. Nel vederlo così l'asgardiano si allarmò e posò di scatto la rivista.

«Anthony, cosa è successo?»

Nel chiederlo si era alzato e gli aveva stretto le mani in un gesto automatico.

«Devo tornare a casa...» Lentamente alzò lo sguardo incontrando gli occhi verdi preoccupati del compagno. «Jarvis... si è sentito male... lo hanno portato all'ospedale, ma lui... lui è... è...»

Saluti dalla Norvegiaحيث تعيش القصص. اكتشف الآن