Parte 1: Accusa

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<<Lei è una strega>> disse il reverendo con voce lenta ed inflessibile, mentre indicava Emma.

<< E' lei la causa di questa epidemia fratelli! Prendetela e portatela al cospetto del tribunale, dove sarà la Luce a decidere il suo destino!>>

La bolgia infuriata si gettò  sulla giovane donna, che invano tentò di sfuggire prima di essere ghermita e soggiogata.

<<Reverendo la prego>> disse la donna in preda alla disperazione <<mio marito è morto per la peste e i miei figli non avranno dove andare se mi ucciderete>> la voce le si spezzò in gola, quando il suo sguardo incontrò quello dei suoi compaesani. Vedeva solo occhi che la fissavano con orrore, disprezzo e paura, in quel momento capì che nulla di ciò che avrebbe detto sarebbe servito a salvarle la vita.

Si rassegnò e non oppose ulteriore resistenza, venne trascinata fuori dalla sua casa dove l'attendeva il resto della folla inferocita.

Un brusio di voci si alzava incontrollato, era un misto di accuse ed insulti, tutti rivolti a lei, ai quali il reverendo rispose: <<Fratelli, non temete, la Luce ci protegge, non lasciate che l'oscurità si impadronisca dei vostri cuori, seguiteci al tribunale, dove forse finalmente debelleremo questa piaga>>.

Il popolo infervorito dalle parole del zelante uomo di fede si mosse all'unisono, come un gregge di pecore spronato dai cani e dal pastore, raggiungendo ben presto la misera struttura che era il tempio del villaggio.

I processi per stregoneria venivano ormai condotti quasi quotidianamente, la fede vacillava in tempi bui come quelli, e il reverendo cercava di mantenere il suo gregge unito, ma col mezzo sbagliato, la paura.

Tutti temevano di essere accusati e di finire sotto processo e morire nei modi più atroci: bruciati vivi al rogo, annegati nell'ordalia dell'acqua, finire rinchiusi in una vergine di ferro, legati ad una sedia chiodata oppure ancora smembrati su un tavolo di tortura.

Così, la morte era diventata una compagna quotidiana per tutti, non solo per le esecuzioni in tribunale, ma anche per via del morbo pestilenziale che si era impadronito del villaggio.

Non vi erano più funerali, nessuno aveva il tempo di piangere per i cari estinti, appena accertato il decesso, i dottori con le maschere da cerusici trasportavano il corpo in strada e lo aggiungevano a grandi pile destinate al trasporto.

Le salme non venivano più sepolte, bensì venivano gettate in una profonda fossa scavata ai limiti più remoti del villaggio, dove venivano bruciati senza sosta per purificarle ed impedire che contagiassero i sani.

Quella macabra pira funebre ormai ardeva incessantemente da settimane riempiendo l'aria con l'odore della malattia e della morte.

Portatori di PiagaWhere stories live. Discover now