22. Lead

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Non aveva potuto indossare niente di vistoso, il suo guardaroba ormai era privo di simili - come li definiva suo marito? – Ah sì, di simili condivisi sfoggi di frivolezza femminile

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Non aveva potuto indossare niente di vistoso, il suo guardaroba ormai era privo di simili - come li definiva suo marito? – Ah sì, di simili condivisi sfoggi di frivolezza femminile. I suoi abiti, proprio come in passato, erano fuori moda, sformati e si stagliavano dinanzi a lei tristemente simili gli uni agli altri nelle loro tenui tinte pastello.

Erano il simbolo della sottomissione che Brummidge la costringeva ad accettare, la rivelazione più accurata di come infine il suo cupo avvenire si fosse, con o senza sua madre, realizzato.

Non aveva sposato il visconte, quello era vero. Ma aveva ugualmente detto di sì ad un uomo inglese, straniero e crudele che non si curava affatto del suo cuore, se non nella misura in cui poteva farlo a pezzi.

Carmela le passò accanto in silenzio, affaccendata ma distratta.

Quando la fissò in tralice stringendo tra le mani la prova più lampante di tutto quello che si era tenuta dentro per tre settimane, niente tradì in lei la paura, se non un lieve lucidarsi dei begli occhi color d'ambra.

<<Vi ucciderà.>> Disse Carmela sottovoce, ripiegando su sé stesso quel panno zuppo del suo sangue mensile, <<stavolta non avrà alcuna pietà di voi.>>

Arianna scosse leggermente la testa. In quel vuoto e freddo silenzio le parve di sentire ancora la stretta di Raphael Deshawn che le infondeva coraggio.

Una, due, tre volte, le stesse in cui si udì un cadenzato bussare alla porta.

<<Non è stata mia la colpa.>> Rispose Arianna fissando Carmela negli occhi, identici ai suoi nel colore, ma più caldi, materni e così rassicuranti.

<<Certo che no, padroncina. Ma a lui non importerà. Vi ricordate cos'ha detto?>>

Si, certo che lo ricordava. Lo ricordava benissimo. L'aveva informata che non avrebbe avuto alcuna pietà.

<<Avanti.>> Disse subito dopo con voce ferma.

Evelyn entrò con aria baldanzosa, fasciata da un morbido vestito viola dalla gonna ampia e le maniche a sbuffo dai cui tagli veniva fuori, in maniera graziosa, la sottoveste di seta bianca che indossava sotto. La scollatura non lasciava niente all'immaginazione e il trucco era impeccabile.

<<Che vuoi?>> l'apostrofò Carmela senza preoccuparsi della posizione che le due donne occupavano.

Evelyn giunse le mani esibendo un'espressione assolutamente innocente.

<<Perché mi tratti sempre male?>> disse poi tramutando lo stupore in un broncio infantile che stonava insieme allo sguardo sicuro.

<<Perché quello che fai è una vergogna! Ti credi superiore a tutte solo perché ti sei venduta al padrone?>>

Arianna poggiò la mano buona sul braccio di Carmela.

<<Lo sai che non mi interessa quello che fa Brummidge!>> disse poi.

IL PRECETTOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora