Chapter One: so many tears

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My blood in your mind

Chapter one : So many tears

Le forti grida di Dana e Louis riempivano la stanza.

La ventesima litigata in una settimana? Per la precisione era la ventiquattresima.

Erano l'uno più teso dell'altro, mentre creavano un atmosfera piuttosto sgradevole intorno a loro. I pugni di Louis erano stretti e le nocche di un bianco come i denti che strisciavano provocando una specie di ringhio. Nessuno l'aveva mai visto così. Era sempre stata una persona tranquilla con qui fare quattro chiacchiere e, perchè no, anche qualche risata data la sua allegria. Ma quel giorno..Quel giorno c'era qualcosa di scuro nei suoi occhi: rabbia. Non era rabbia, la rabbia era solo una maschera per il dolore altruista che provava per Harry. Il ragazzo, infatti, non riusciva a nascondere quello che provava e il suo corpo mandava chiari segni che non aveva dimenticato proprio nulla. Il peggior momento della giornata per Harry era la notte. Arrivavano quei piccoli flashback di lei nel sonno, così credibili e palpabili, ma le sette e trenta non tardavano mai ad arrivare. Forse, il vero peggior momento della giornata era quando si accorgeva che era solo un sogno e Polin non c'era più. In tutto quello che faceva, il riccio, era come se si volesse massacrare, guardando vecchie foto scattate con la ragazza, sfogliando qualche libro d'amore o fissando la maglietta che quella notte, la rossa aveva lasciato lì. E se Harry ricordava quella notte, accidenti. La notte migliore della sua vita. I respiri affannati, i baci rubati, la passione, le carezze, gli sguardi. La sua testa andava in subbuglio a ricordare tutti quei momenti, ma non doveva amarla. Non poteva.

Louis vedeva l'amico deprimersi davanti ai suoi occhi. E se c'è una cosa peggiore della depressione, è vedere un amico depresso. Il moro si stava sfogando contro Dana, che continuava ad accusarlo di quanto fosse egoista, ma la verità era soltanto una: ad entrambi mancava affetto.

Dana non riusciva a capire che nessuno l'avrebbe più sostenuta in quello che faceva, nessuno le avrebbe più asciugato le lacrime che sfuggivano dai suoi piccoli occhietti, nessuno avrebbe più riso con lei, nessuno avrebbe preso le sue mani per incoraggiarla, nessuno l'avrebbe amata come faceva la sua migliore amica. Questo la distruggeva. Aveva già il carattere molto debole e fragile e senza di lei non avrebbe potuto di certo farcela. Rispondeva alle grida con tono sicuro di sé, ma dietro si poteva benissimo sentire la voce che tremava e che gridava voglia di piangere.

“Smettila di fare il coglione, non sono tornata dal Kenya solo per sentire te e le tue stupide ragioni!” sputò velenosa la ragazza incrociando le braccia.

Louis aggrottò le sopracciglia tenendo sul viso un'aria dura, ma infranta. Non poteva sentirsi dire tutte quelle cose per una cosa di cui non aveva minimamente colpa.

“Sono solo preoccupato per il mio migliore amico, me lo permetti?! Cazzo, è a terra!”

Dana girò gli occhi al cielo, come poteva essere così egoista? Pensava solo ed esclusivamente al suo amico e non era nemmeno un poco dispiaciuto per Polin? Insomma, alla fine era proprio lui ad averla uccisa.

“Harry qua, Harry là, Harry giù e Harry su! Basta, okay?” prese fiato appoggiandosi con un gomito al muro furiosa. “Non esiste solo Harry!” riprese poi.

Louis fece una smorfia ormai rosso dalla rabbia. “Non esiste nemmeno solo Polin!”

In quel momento arrivò Clara. Un metro e sessantacinque di pura cattiveria, un concentrato di odio, ma odio pieno in sostanza. Molti la confondevano con facilità con Polin, ma l'espressione era totalmente diversa: Clara negli occhi aveva il disprezzo, la voglia di litigare, il piacere di vedere la sorella in lacrime. Fin da quand'era piccola cercava di far sentire sua sorella sbagliata, fuoriposto, voleva solo vederla a pezzi.

My blood in your mind||Harry Styles.Where stories live. Discover now