My blood in your mind

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My blood in your mind

Prologue: Bye Bye Polin..I love you (lie)

Polin Brooke

17 gennaio 1995 – 22 marzo 2014

Fra tanti piccoli singhiozzi, Dana, stava passando le dita su quelle scritte incise su pietra mentre bagnava il terreno con delle lacrime. Più contornava la fredda e grigia pietra con le dita più i singhiozzi diventavano più profondi, nonostante la vocina era tanto stridula. L'intero college era riunito per dare un ultimo saluto a Polin. Alcuni, erano sincer e versavano lacrime oppure se ne stava con la testa chinata e il respiro pesante. Non era importante come sfogassero i loro sentimenti, l'importante era mandare via tutto quel dolore dal corpo, sciaquarlo via da tutto...Poi c'era Clara: se ne stava con la testa contro il petto del suo ragazzo, Harry. Quest'ultimo fissava il sacerdote e la lapide con freddezza ingoiando la saliva di tanto in tanto per mandar giù una manciata di ricordi. Il senso di angoscia gli ribolliva nello stomaco seccandogli la gola, si sentiva in colpa. La morte non era di certo colpa sua, eppure lui continuava a prender gran sospiri con la speranza di calmarsi, ma il nodo alla gola rimaneva. Si sentiva decisamente responsabile di ciò che accadeva, anche se tutti continuavano a dargli pacche sulla schiena dicendo “Haz, era triste, tu non c'entri nulla.”

Non c'entrava davvero nulla? Era la verità?

Polin guardava la scena da dietro tutti i presenti. Guardava Dana, la sua migliore amica ridotta a pezzi mentre tirava su col naso e si asciugava le lacrime. Avrebbe voluto correre lì ed abbracciarla con forza per farle sentire che c'era e non se n'era davvero andata, ma purtroppo la ragazza non era più materia, era solo anima.

E le sarebbe stata vicina con l'anima, in ogni respiro, in ogni battito, in ogni momento, in ogni vita. Le sarebbe stata davvero vicino, ma come fattore esterno..non più come migliore amica. Sentiva il cuore in frantumi a vedere la testa china della sua amica che abbracciava ogni presente per le condoglianze. Polin vide suo padre; le sue rughe d'espressioni sul viso erano tese, non dolci come al solito, ma tese.

Gli occhi ghiacciati del padre erano torbidi e vuoti, le iridi scure e non più limpide come una volta. Una volta limpide, dei capelli molto corti sui toni del nero nel quale spiccava qualche capello bianco e lo sguardo autoritario, ma capace di sciogliersi con poco.

Anch esuo padre era distrutto, la ragazza era sempre più a pezzi.

Si guardò intorno con fare agitato davanti a tutta quella impotenza, voleva davvero fare qualcosa, ma era tutto impossibile da fare.

Non appena vide gli occhi di Clara così rilassati fra le braccia di Harry, sentii il vuoto sotto i piedi.

Voleva esserci davvero lei fra quelle braccia e sicure. Guardò Harry che aveva gli occhi inniettati di sangue dal pianto, le iridi verdi erano torbidissime e scure, impenetrabili tanto da far paura. La mascella era tesissima insieme ai lineamenti, tesi più delle corde di una chitarra. I ricci decisamente scompigliati come da appena sveglio, solo che l'aria adorabile non c'era. Harry esprimeva dolore da tutti i pori, con quelle occhiaie violacee sui suoi occhi, la carnagione più pallida del solito, tanto da far intravedere le vene dai polsi.

A quella scena Polin ebbe i brividi sulla pelle che non aveva più.

Quel Harry le incuteva terrore, ma non paura che le potesse far del male. Nella sua testa si stava risvegliando la semplice paura di perderlo. Rivoleva quel sorriso che faceva invidia a ogni curva della geometria incorniciato da quei due bellissimi buchetti chiamati comunemente come “fossette”. Rivoleva la sua risata nell'aria tanto perfetta e rumorosa, ma che illuminava intere giornate grigie di pioggia. Rivoleva il caldo che emanava in un abbraccio, rivoleva davvero quel senso di protezione che le faceva sentire quando aggiungeva il “piccola” come soprannome. Rivoleva lui.

My blood in your mind||Harry Styles.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora