31- Dura Realtà

79.6K 2.9K 3.8K
                                    

Pov's Caroline

Vi siete mai sentiti affogare in voi stessi?

Sentirsi risucchiati dal mostro più grande che in realtà si scopre essere sempre stato dentro di noi.

Il dolore più atroce è quello che vive costantemente nel nostro animo, ma lo mascheriamo talmente bene da non vederlo più.

Fino a farlo diventare un puntino nero.

E si va avanti così, scappando da tutto ciò che ci può fare male senza sapere che in realtà dovremmo scappare da noi stessi.

Pensateci.

Abbiamo quel lato, quell'aspetto, quel segreto che cerchiamo di mandare sempre più giù. Fino a non vederlo.

Cerchiamo di rimpicciolirlo sempre più.

Perché dà fastidio, perché fa tremendamente paura, perché ci potrebbe distruggere.

Ma non ne siamo coscienti, è un atto quasi involontario.

È la crepa sul muro, il libro mai letto appoggiato sullo scaffale, la chiave persa, il sigillo chiuso.

Tutto va bene finché non trabocca. Perché quando lo farà allora non saremo più in grado di salvarci e nessuno ci potrà salvare.

Ora mi sento proprio così.

Mi sento cadere nel vuoto, con il cuore a mille senza riuscire a smettere di affondare nel vuoto.
Mi sento affogare senza riuscire a risalire sulla superficie.

Voglio solo essere fermata dal mio stesso vortice senza risucchiare nessuno con me. Senza far del male a qualcuno.

Senza portarmi via nessuno.

Pov's Luke

Vederla in quelle condizioni è stato peggio di qualsiasi altra tortura.

L'ho sognata tante volte questa scena. Sognavo di ritrovarla, salvarla e rassicurarla.

La differenza è che nei miei sogni mi parlava, era spaventata ma mi parlava e mi guardava con quei suoi occhioni marroni.

Nella realtà, invece, non respirava, aveva del sangue che le scendeva dalla fronte e dei lividi sulle braccia, i capelli appiccicati alle guance e un po' alla fronte.

Era incosciente, non si muoveva, non rispondeva al grido spaventato del suo nome e il colore della sua pelle si avvicinava in modo spaventoso al bianco.

Sdraiata a terra come un corpo senza vita.

Volevo ammazzare i colpevoli, volevo gridare fino allo sfinimento, volevo fargliela pagare a tutti loro per averla solo sfiorata.

Ma l'unica cosa che feci in quel momento, fu quella di correre verso il suo corpo senza forze e piangere come un bambino.

Continuai a piangere mentre l'abbracciavo stretta a me.

"M-mi dispiace Caroline, dio mi dispiace"

Incredulo di averla trovata, felice di averla tra le mie mani ma spaventato da morire.

Era fredda, il suo cuore batteva a sento e non rispondeva né mi sentiva.

Sentii il rumore della sirena dell'ambulanza farsi sempre più forte, presi così Caroline tra le braccia per portarla da loro il più velocemente  possibile.

Fu in quell'istante che  la porta di quella casa abbandonata, venne spalancata di colpo.

John con il fiato corto e gli occhi lucidi pieni di paura e di sconforto.
Lo sua paura aumentò quando spostò lo sguardo sul corpo tra le mie braccia.

Healing LoveWhere stories live. Discover now