•capitolo 1•

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Le valige sono piene e non ho ancora finito di metterci dentro tutto. Il ventilatore continua a girare cercando di scacciare via un po di quel caldo torrido di Agosto. Non mi ero mai accorta di avere così tanti vestiti in quell 'armadio. Cerco di metterci dentro più roba possibile quando dal salotto sento suonare il mio cellulare. Cerco di farmi spazio tra le valige e i vari cartoni pieni di tutto quello che c'era in casa per arrivare alla scrivania dove c'era appoggiato il mio telefono e dove dal computer rimbombava un mix di Ligabue. Sblocco il cellulare, è Rosy la mia migliore amica. "Sei a casa?" "Si" le rispondo. "Sto arrivando." Mi dice. Appoggiò il cellulare di nuovo sulla scrivania e alzò un po di più il volume di quella canzone. Mi giro a guardare quella casa ormai vuota, quella casa che  da quando avevo nove anni mi accoglieva ogni volta che tornavo da scuola, quella casa di cui conosco ogni angolo e ogni difetto: il bagno troppo piccolo, le porte troppo rumorose, le scale troppo alte, ma pur sempre la mia casa, il mio nido. Mi alzo e vado ad affacciarmi alla finestra. Sto per lasciare la mia terra, la mia Calabria, la mia vita per andare in un posto nuovo, un posto che non conosco e che non so se mi piacerà. Alle scuole medie frequentavo un corso pomeridiano di clarinetto e a 13 anni ho sostenuto l'esame in conservatorio. Non dimenticherò mai quel giorno. Da tre anni frequentavo il liceo delle scienze umane. Ho dedicato la mia vita fino ad allora a quelle scuole. Chissà se anche a Como potrò fare tutto quello che ho sempre fatto qua. Mi giro a guardare di nuovo quelle stradine in pietra, quelle stradine che solcavo ogni mattina per andare a prendere il bus, per uscire con le amiche. Un rumore mi fa sobbalzare e mi distoglie dai miei pensieri. È il campanello. Apro la porta è Rosy. La faccio entrare ma il suo sguardo si incupisce appena si trova davanti la mia casa in dei cartoni. Rosy è stata la prima persona che ho chiamato dopo che i miei hanno deciso di trasferirci, mi ha sostenuto e aiutato ad accettare quella decisione anche se dentro so che forse lei non l'ha mai accettata. "Non andare via!" Mi dice in tono disperato sedendosi sul divano,l'unica cosa che forse mia madre non è ancora riuscita a impacchettare. "Sai che se fosse per me non lo farei." Le rispondo. Rosy abbassa la testa sbuffando. La rialza poco dopo e mi dice:" che fai stasera esci? In piazza danno una festa. Probabilmente ci sarà un gruppo musicale ma è prevista parecchia gente. Dai sono i tuoi ultimi giorni qua." Ha ragione mi dico tra me e me. Ad Agosto al mio paese si festeggia il Santo Patrono e per quasi due settimane si festeggia in tutto il paese. In quell' istante le dico:" mi ero quasi dimenticata,mi hanno chiamato le mie cugine stamattina, sono appena arrivate dalla Germania e mi hanno chiesto di uscire insieme stasera." È da tanto che non vedo le mie cugine e mi mancano tanto però l'idea di 'abbandonare' le mie amiche anche solo per una sera mi rabbuia. Rosy si alza dal divano spostandosi quei ricci castani e mi dice:"tranquilla ci vediamo comunque in giro. Dai ti aiuto a mettere in valigia l'altra roba." Ci alziamo e raggiungiamo la mia camera. Il pomeriggio passa in fretta. Sono le otto e mezza quando decido di farmi una doccia e cominciare a prepararmi. Tra meno di un ora saranno qua. Mi infilo sotto l'acqua tiepida che sembra togliere l'ansia di quei giorni. Mi lavo velocemente anche i capelli ed esco dalla doccia. Mi piazzo davanti al l'armadio ormai semivuoto e dopo averlo guardato a lungo decido di mettere un paio di jeans,una maglia bianca, una camicetta aperta a righe blu e bianche e dopo essermi vestita infilo le mie Nike anch'esse bianche e blu. Sul mio letto vibra il telefono. È mia cugina, mi avverte che saranno qui a momenti. Mi asciugo i capelli che diventano subito ricci ,Mi trucco velocemente senza abbondare ed esco di casa. Arrivo in piazza e le mie cugine sono la ad aspettarmi. Abbraccio forte Rosanna e le dico nell'orecchio per farmi sentire data la musica alta:"mi eri mancata tanto." Abbraccio Angelica e dopo poco mi propongono una passeggiata. Proprio quando mi giro per incamminarmi vedo, tra tutta quella gente, un ragazzo che ai miei occhi era a dir poco stupendo. Quando anche lui mi nota si avvicina con fare amichevole. " ciao,come stai?" Mi dice sfoggiando uno dei sorrisi più belli che io abbia mai visto. Gli sorrido anche io e mi limito a rispondergli:" bene grazie e tu?" "Bene grazie mi dice, faccio una passeggiata con i miei amici stammi bene" "anche tu" gli dico e si incammina sotto i miei occhi. Rosanna mi si avvicina e mi dice:" Mari lo conosci?" Dico di no con la testa mentre continuo a fissarlo andar via. Giubbotto nero in pelle, pantaloncini corti e uno stile quando cammina tutto suo che lo rende ancora più particolare. Continua Rosanna:" scusa ma lui si è comportato come se ti conoscesse." Le rispondo:" è una faccia conosciuta ma non riesco proprio a ricordare chi sia l'unica cosa che so è che è proprio bello!" Rosanna e Angelica mi sorridono compiaciute e insieme Ci incamminiamo anche noi. In quel periodo la mia vita sentimentale non era delle migliori ma lui in quel poco tempo mi aveva fatto sentire quelle farfalle allo stomaco che non provavo da tempo. Sto passeggiando ancora con le mie cugine quando  sulla porta del bar a destra lo rivedo. Mi sorride e ricambio con sfacciataggine lo stesso sorriso. Poi un colpo. Ecco dove lo avevo visto!

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⏰ Last updated: Oct 27, 2016 ⏰

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