CAPITOLO 13

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-ASHER-
-Ragazzi andiamo al "Discobar"? Ho assolutamente bisogno di bere qualcosa- propongo. -Si bello, ne abbiamo proprio bisogno- dice Jhon sembrando esasperato. Mi ricordo com'era all'inizio, era sbandato quanto me, solo ora che sta con mia sorella è a posto mentre Cam è sempre stato il più responsabile e il più cordiale, infatti appena entriamo, saluta educatamente dicendo -Buonasera-. Il barista sicuramente mentalmente insano è antipatico grida. -Ehi,chi si vede, ciao Cam!- - Uuh guarda un po'- rispondo ironicamente, Cameron se ne accorge e mi da una spallata mentre Jhon ride.
- Cosa volete da bere?- domanda Clark. Che schifo di nome. Ordiniamo tutti e tre della birra e ci andiamo a sedere in un tavolino abbastanza appartato. Mi guardò un po' intorno e poi dico a Jhon e a Cam -Guardate chi c'è!- indico mia sorella ed Abby. Mi chiedo dove sia Alice. Loro si girano e le loro pupille sembrano dilatarsi, sgranano gli occhi e in sincronia tornano a guardarmi.
-Non svenite- dico freddo ingoiando la bevanda e serrando poi la mascella. -Stai zitto!- ringhia Cameron. Alzo le mani in segno di resa e rido fragorosamente. Jhon senza dire nulla si alza, va verso Emily e si baciano. Abby viene al nostro tavolo e si sporge per posare altre brocche, lasciando intravedere il seno e facendo stropicciare gli occhi al mio amico.

Alcuni bicchieri dopo...

Ormai inizio a non essere più lucido, mi alzo per andare in bagno e noto una ragazza girata di spalle parlare con Clark al bancone, ha indosso l'uniforme di questo bar. Sembra Alice, come ho fatto a non vederla prima? Ma no, non può essere è troppo "scoperta" non accetterebbe mai di mettere questo schifo di roba. Rido di me, ho bevuto poco eppure me la immagino ovunque. Distolgo lo sguardo ed entro nel bagno degli uomini, mi lavo la faccia e mi incammino per tornare in sala ma dalla porta aperta del bagno delle donne vedo la stessa ragazza di prima lavarsi le mani. Mi sporgo, non ci credo. -Alice?- dico scioccato. Si gira e dice -Si?-. Appena capisce chi sono si irrigidisce. Amo l'effetto che le faccio. Impulsivamente mi avvicino a lei facendola sbattere sul lavello. Abbasso un attimo lo sguardo e vedo che ha i bottoni della canottiera slacciati, si vede il bordo del reggiseno. Caccio la testa all'indietro, così mi fa morire. Sta ferma immobile ma cerca di tenersi il più lontano possibile da me. Poso le mani sulla sui suoi fianchi e le intimo all'orecchio -Non puoi andare in giro così Alice-. Le vengono i brividi, si sposta bruscamente e se ne va sbattendo la porta. Torno dai ragazzi un po' scosso ma cerco di non pensarci così ordino altro da bere.
Alice mi ha appena portato un bicchiere di birra senza nemmeno rivolgermi uno sguardo. Al tavolo davanti al nostro, cade un tovagliolo e lei si abbassa per raccoglierlo. Il tessuto dei suoi pantaloncini si tende e io me ne accorgo. Dilato le narici e stringo il bicchiere per cercare di calmarmi.
***
Sono passate due ore forse tre, sono rimasto solo e sono ubriaco fradicio. Mi squilla il telefono e leggo il nome di Dyana ma non rispondo. -Vuoi qualcos'altro?- mi chiede Alice. -Voglio te- rispondo impastando un po' le parole. Mi guarda con occhi severi e in un secondo mi porta fuori dal locale con una forza che non pensavo avesse.
-Asher sei ubriaco vattene via, ti accompagno se vuoi ma per favore vai a dormire non ce la faccio a vederti in questo stato- sussurra tremante di freddo. -Senti- dico avvicinandomi e mettendo le mie mani sulla sua schiena, -Non fare tanto la difficile!- cerco di posare le mani sul suo culo ma si irrigidisce e le toglie scocciata. -Ma come ti permetti?-strilla. -Mi sembra che l'altra volta quando ti toccavo ovunque non ti desse fastidio!- urlo anche io accendendomi una sigaretta. Poi continuo -Non capisci che sei solo un divertimento?- passo le mani tra i capelli. -Dici così solo perché sei fuori controllo, non lo pensi sul serio- ha le lacrime agli occhi. - Smettila Asher di voler far credere agli altri, a tutti gli altri, che sei ciò che in realtà odi- urla singhiozzando. -Tu che ne sai di me?-le urlo contro. -Sai perfettamente quanto io so di te, sai perfettamente quanto io tenga a te- subito dopo si porta le mani sulla faccia per nascondere il volto e sono sicuro che sta piangendo. Dopo alcuni minuti spezzo il silenzio. -Mi dispiace Alice, io non so cosa mi è preso- cerco di metterle una ciocca di capelli dietro l'orecchio ma lei si scosta e se ne va. Un po' più lucido mi avvio correndo alla confraternita. Devo capire che cosa fare con lei. Sono un emerito imbecille.

L'amore in 365 fogli di carta  (COMPLETA)Donde viven las historias. Descúbrelo ahora