I personaggi

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Sei un aspirante ingegnere dello storytelling, hai letto l'introduzione de L'ingegneria delle storie

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Sei un aspirante ingegnere dello storytelling, hai letto l'introduzione de L'ingegneria delle storie. Piccolo manuale tecnico, e hai capito come funziona il grande pulsante rosso. Ora vuoi iniziare a progettare la tua storia e ti chiedi: quale è il primo step? Quello che preferisci. Puoi cominciare decidendo il genere, oppure il punto di vista del narratore, o magari il target di pubblico a cui vuoi rivolgerti. Io di solito comincio dai personaggi, ed è di loro che ti parlerò in questo articolo.  

I personaggi sono l'elemento più importante delle storie. Hanno il compito di portare avanti la trama e di creare un legame con il lettore/spettatore. Sono loro che agiscono, sono loro che suscitano simpatia e antipatia, sono loro che rimangono impressi nella memoria. I protagonisti ben caratterizzati hanno la forza di rendere unica anche la storia più semplice, mentre quelli banali possono affossare anche l'intreccio meglio orchestrato.

La domanda fondamentale è: cosa rende credibile un personaggio? Secondo Syd Field, autore de La sceneggiatura. Il film sulla carta (volume di cui ti consiglio la lettura), la risposta va trovata in questi quattro elementi: le esigenze drammatiche, il punto di vista, il cambiamento e l'atteggiamento.

Esigenze drammatiche: quello che il personaggio vuole guadagnare, vincere, avere o conquistate nel corso della vicenda.
Punto di vista: il modo in cui il personaggio vede il mondo. Un buon personaggio esprimerà sempre un punto di vista determinato.
Cambiamento: il vostro personaggio subisce una trasformazione nel corso della vicenda? In questo caso, che tipo di trasformazione?
Atteggiamento: conoscere l'atteggiamento del vostro personaggio vi permette di dargli spessore. Può essere positivo o negativo, subordinato o autoritario, critico o ingenuo.

Punto di vista e atteggiamento sono concetti semplici da capire, mentre gli altri due meritano un approfondimento. Le esigenze drammatiche rappresentano le motivazioni che spingono il personaggio all'azione: devono essere coerenti con il suo carattere, e forti in maniera direttamente proporzionale alla distanza tra la sua routine quotidiana e la storia di cui diviene protagonista (in altre parole, un'impiegata di banca non può decidere di diventare trapezista solo perché vede un manifesto del circo, così come un aspirante scrittore non può trasformarsi in uno killer a pagamento solo perché vuole fare delle ricerche per il suo thriller).

Il cambiamento, invece, descrive come le vicende narrate influenzano la personalità del personaggio. Anche se inizialmente ben caratterizzato, un protagonista che rimane uguale per tutto il corso della storia risulta poco interessante. Il cambiamento del personaggio, tuttavia, non deve essere associato con la morale favolistica: la trasformazione può essere sia positiva che negativa e non deve per forza lasciare un messaggio al lettore/spettatore.

Oltre ai quattro elementi indicati da Field, voglio sottolineare l'esigenza di tratti contrastanti all'interno della caratterizzazione dei personaggi. La natura umana è complessa e riuscire a descriverla significa saper cogliere anche le incongruenze e le idiosincrasie che tutti noi abbiamo. Un protagonista sempre e solo buono o un antagonista sempre e solo cattivo non funzionano, nemmeno in una storia per bambini. In fin dei conti, è per questo che preferisci Paperino a Topolino, dico bene?

L'ingegneria delle storie. Piccolo manuale tecnicoWhere stories live. Discover now