LO SCOIATTOLINO INGLESE di Lorenza Pigò

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SATIRA SUL POPOLO INGLESE E LA SUA STORIA DI COLOMNIZZATORI SPIETATI

LO SCOIATTIOLINO INGLESEAlcuni secoli fa, nelle verdi e tranquille Campagne Britanniche, dimorava un leggiadro animaletto dalle movenze eleganti, veloci e scattanti. Era silenzioso, grazioso nel suo saltellare agile da un cespuglio all'altro.Aveva un musetto simpatico, accattivante, e due occhietti furbi che, dai rami più alti degli alberi, scrutavano le folte boscaglie, i vasti prati coperti di arbusti e le ampie distese di terre pianeggianti che si estendevano fino al mare. Era assai curioso, sempre attento; col suo sguardo astuto sapeva vedere tutto, ma senza farsi mai notare. Con aria signorile e distaccata si dimostrava assolutamente indifferente verso i comuni mortali, e del tutto incurante degli avvenimenti che lo circondavano.Sembrava che vivesse in un luogo lontano soltanto suo, fuori dal mondo, al di sopra dei volgari problemi che assillavano l'umanità; pareva che niente lo interessasse, che nulla lo riguardasse. Sapeva osservare con discrezione, scegliere con criterio, ottenere con avvedutezza.Quando parlava ai suoi simili si esprimeva con un aristocratico 'Sense of Humour' che lo rendeva interessante, raffinato e divertente, ma soprattutto lo faceva sentire superiore a tutti gli altri esseri viventi.In realtà era intelligente, informato senza darlo a vedere, intraprendente, acuto osservatore senza farsi notare, vedeva tutto, ma sempre con un atteggiamento di nobile indifferenza. Era scanzonato quanto ironico, e da tempi remoti si era posto molto al di sopra di tutti i popoli; al di sopra e al di là degli altri suoi affini.Possedeva infatti una innegabile e innata supremazia: la naturale capacità diplomatica, un po' irriverente, di uccidere a tradimento i più deboli, per derubare amici e nemici con raffinata, sottile, inimitabile cortesia.Nel suo Regno, a quei tempi non molto Unito a causa di aspre lotte interne, tutti erano assai cordiali, molto gentili, sorridenti e bene educati. Ogni volta che sottraevano qualcosa a qualcuno, azzannandolo astutamente all'improvviso con determinata violenza, guardavano sprezzanti la loro preda per umiliarla, ma poi con aristocratica fierezza nello sguardo non si dimenticavano mai di dire: 'Sorry' e 'Thank You'. Anche quando sgozzavano i loro simili allo scopo di stabilire una innata, innegabile supremazia, impossessandosi dei loro beni e delle loro terre, cercavano di farlo educatamente, non tralasciando mai di sussurrare ' Please' un attimo prima di arraffare il bottino, e 'Thanks'' dopo averlo fatto sparire in fretta.In quell'isola inquieta, lontana dal resto del mondo, lo Scoiattolino Inglese viveva nascosto in enormi fortezze e sontuosi castelli circondati da cannoni, insieme a tanti altri Scoiattolini aristocratici e altezzosi come lui, i quali, sentendosi padroni di tutto il creato per puro privilegio di nascita, avevano cercato di sottomettere e governare le popolazioni limitrofe, che scelleratamente si rifiutavano di sottomettersi alla loro volontà. Gli Scozzesi, notoriamente testardi e inclini alla disobbedienza, erano in guerra permanente contro di loro. Gli Irlandesi, dotati di grande fantasia ma molto indisciplinati, si ribellavano continuamente con attentati, imboscate, trabocchetti inaspettati, e ammazzamenti improvvisati, mentre i Gallesi, gente spontanea e semplice, non perdevano occasione per insultarli ogni giorno con aperto disprezzo.Gli Scoiattolini Inglesi tuttavia non ci badavano gran che affermando, fino quasi a convincere se stessi, di essere molto generosi, magnanimi e compassionevoli. Avevano spirito di iniziativa, coraggio, e anche fama di grandi navigatori, amanti di viaggi avventurosi, desiderosi di scoprire nuovi mondi, così, un bel giorno, decisero di partire a bordo dei loro agili velieri per navigare lontano, verso paesi infidi e sconosciuti.Salparono verso luoghi primitivi con impetuosa determinazione, solcarono oceani burrascosi, senza paura navigarono impavidi tra le onde per mesi, rischiando la vita ogni giorno allo scopo di raggiungere lontane terre inesplorate, sbarcando infine tra genti selvagge dai linguaggi incomprensibili, con l'unico nobile intento di educare e ingentilire quelle incolte popolazioni, meno fortunate di loro.Lasciarono le amate Coste Reali con grande spirito di sacrificio, per avventurarsi verso nuovi mondi con abnegazione, abbandonando le dolci certezze familiari, fatte di piccoli rancori e grandi tradimenti, ripicche quotidiane e necessarie bugie. Si allontanarono dagli scaltri intrighi di corte intrisi di ipocrisia, pervasi di odio nascosto, omicidi inspiegabili mai risolti, cospirazioni criminose, guerre sanguinarie, feroci assassini in libertà, crimini orrendi e nobili misfatti, per arrivare con determinazione fino in India e in Pakistan, dove finalmente si sentirono al sicuro, tirarono un sospiro di sollievo, e si insediarono copiosi.Là, in quelle calde terre soleggiate, nella serena tranquillità di luoghi ameni, abitati da genti mansuete, non ancora smaliziate dalle scaltre avidità europee, fondarono grandi Comunità Coloniali, con a capo Autorevoli Governatori, venuti appositamente da Londra per riunirsi in Folti Gruppi di Protezione, che divennero ben presto grandi insediamenti, con dimore eleganti, arredi lussuosi, sofisticati privilegi, e servitù gratuita per tutti.Questi magnanimi protezionisti, dall'alto della loro aristocratica civiltà, ricca di una cultura lievemente sanguinaria e opportunista, avevano in animo di insegnare agli autoctoni, con accurata perizia e altruismo, vari metodi per aumentare le coltivazioni di cotone, di tè, di spezie rare, e altre innumerevoli prelibatezze assai originali, addomesticando i poveri Indiani sprovveduti, ingenui, e palesemente inadeguati.Gli intraprendenti Sudditi di Sua Maestà decisero di iniziare subito a trasportare in Inghilterra e altrove i preziosi raccolti di quelle terre, apparentemente per deliziare i raffinati palati di Corte, ma soprattutto per arricchire e compiacere l'ambiziosissima Royal House, che accolse subito con favore la proficua iniziativa.Si trattava, infatti, di raccolti agricoli inspiegabilmente e incomprensibilmente inesistenti sul territorio Britannico, nel quale notoriamente non era mai mancato nulla, quindi le straordinarie mercanzie indiane divennero ben presto molto richieste dagli avidi commercianti del Regno.Questi svilupparono in fretta un copioso traffico di quelle piacevoli sostanze, definite eccitanti, energetiche, corroboranti, divenendo in breve di uso e consumo abituale per i gloriosi nobili e la ricca Upper Class.Molti trafficanti solcarono i mari rischiando perfino di morire, combattendo e distruggendo i velieri nemici, per rifornire gli assetati bevitori di tè e i ricchi divoratori di colorate spezie stupefacenti, che li attendevano ansiosi nella patria isola, pronti a sborsare ingenti somme pur di accaparrarsi le agognate sostanze, che davano dipendenza infondendo un insolito benessere, e una inspiegabile euforia.Diversi Scoiattolini Inglesi assai scaltri negli affari, ingegnosi e intraprendenti, si adoperarono intensamente per diffondere queste droghe esotiche in tutta Europa e, in poco tempo, anche in tutto il resto del Mondo.Diedero vita a fiorenti luoghi di spaccio, a lucrosi commerci, a bizzarri scambi di merci, arricchendosi con perizia, in fretta, senza grandi sforzi, ma sempre con altezzosa cortesia e amabile superiorità.Moltissimi sudditi del Regno parteciparono ai facili guadagni, molti altri si trasferirono in quegli ameni, primitivi, territori inesplorati per cogliere le meravigliose opportunità di fare soldi sfruttando gli autoctoni.. Tutti quei coraggiosi avventurieri in breve tempo divennero sempre più numerosi e ricchi. Molto, molto ricchi.Alcuni di loro divennero ricchissimi. Molti altri, sentendosi molto potenti, divennero lievemente arroganti, pretendendo ulteriori sacrifici dalle popolazioni locali.Imposero orari di lavoro sempre più duri, forzarono le produzioni agricole al massimo, applicarono tasse ai poveretti che lavoravano per loro come schiavi, fino a sottometterli con sprezzante baldanza, talvolta insultandoli apertamente, anche pubblicamente, purtroppo soltanto a causa della loro evidente incapacità. Molto spesso dovettero ricorrere all'uso della frusta, a punizioni con mezzi coercitivi, e ad autorevoli reprimende, non certo per umiliarli, ma allo scopo di instillare in loro la dovuta obbedienza, e far si che riconoscessero e apprezzassero l'evidente superiorità dei loro educatori con la dovuta gratitudine.Fu allora che alcuni Scoiattolini Inglesi ebbero un'idea geniale. Decisero che si dovevano elevare le menti delle popolazioni autoctone impartendo loro alcune lezioni di cultura, per distoglierle da eventuali volgari interessi economici o finanziari che potessero insinuarsi e albergare nelle loro menti. Per fare in modo che non pensassero ai pochi guadagni, agli scarsi salari che ricevevano, alla miseria delle loro famiglie, allo stato di schiavitù nel quale erano ridotti, o ad altre facezie del genere, bisognava assolutamente distrarli. Bisognava istruirli, svagarli, farli divertire e divertirsi. Bisognava elargire, altruisticamente e copiosamente, la secolare sapienza, la profonda saggezza anglosassone e, solo ai più obbedienti, ai più laboriosi e meritevoli, bisognava instillare anche l'educazione, la dignità, e l'innata signorilità dell'Upper Class Inglese.Fu così che i Nobili Scoiattolini Inglesi, annoiati dalle interminabili giornate indiane, fatte soltanto di ozio e pettegolezzi, tediati dal loro esagerato benessere, dai lussi e dai vizi, ma soprattutto annoiati di se stessi, decisero di trasmettere a quei primitivi la loro profonda passione per lo sport. E iniziarono a insegnare con estrema precisione, ai braccianti indiani, il Gioco Del Cricket.All'inizio lo fecero solo per scommessa, per burlarsi di loro, per dimostrare la loro ovvia supremazia fisica e mentale, ma poi si appassionarono e si impegnarono davvero nel loro ruolo di maestri dello sport, obbligando i poveretti ad allenarsi ogni giorno per molte ore sotto il sole. Anche dopo aver lavorato duramente per intere giornate, i braccianti erano obbligati a stare molto attenti a non ripetere gli errori di gioco, a studiare con precisione le strategie, a provare e riprovare infinite volte, fino ad imparare bene quello sport, per poter essere in grado di giocare con loro, ma senza mai riuscire ad essere alla loro altezza. Gli scaltri Scoiattolini Inglesi dovevano infatti godersi lo spettacolo delle interminabili partite, correndo, saltando, e ridendo sarcastici delle loro stesse battute pungenti, per poi deriderli con facile ironia, batterli con sprezzante baldanza, e infine stravincere tra il grande divertimento di tutti i presenti.Nel frattempo, con i grandi barconi stracarichi di spezie, stoffe preziose, costosi oggetti di avorio, e grandi quantità di soldi ricavati commerciando in India e nel resto d'Europa, gli Scoiattolini Inglesi pensarono bene di mettere al sicuro le loro ingenti fortune fondando la solida e affidabile Royal Bank; subito dopo diedero vita alla Royal Navy, per trasportare i loro enormi bottini più in fretta in tutto il mondo, e infine istituirono con patriottico orgoglio la famosa Royal Army, allo scopo di difendersi dai potenziali predatori di denaro e di beni, da loro guadagnati e accumulati così pericolosamente e faticosamente.Fondarono anche La Royal Insurance per mettersi al riparo dalle fregature, e infine, per distrarsi e dilettarsi un po' fondarono il Royal Ballet, la Royal Opera House, la Royal Orchestra, La Royal Academy of Arts, la Royal Library, Il Royal Museum, il Royal Theatre, e altre istituzioni mondane, tutte incondizionatamente reali.La loro imperitura Royal Family era molto contenta e soddisfatta, e cominciò a regalare a tutti, come era tradizione, molte Onorificenze, Titoli, Blasoni di Nobiltà, Stemmi, oltre a numerosi Palazzi sontuosi, Castelli sfarzosi, Magioni principesche, Dimore lussuose, Ampie Distese di Terre e variopinti Distintivi di insolite Aristocrazie, create appositamente per gratificare gli intraprendenti Sudditi di Sua Maestà.Fu così che una buona parte del Nobile Paese divenne in breve tempo abitato prevalentemente da Duchi altolocati che disprezzavano i popolani, Conti altezzosi, sempre in lotta tra loro, Contesse viziose, Marchesi depravati, Principi boriosi, Dame tracotanti, Nobildonne puttane, e Principesse stronze.Purtroppo, tutti questi ricchi aristocratici dopo un po' di tempo iniziarono ad annoiarsi moltissimo, in parte per i troppi danari facilmente accumulati, in parte per gli infiniti privilegi, ma principalmente a causa delle loro stesse elitarie frequentazioni. Si riunivano infatti soltanto tra di loro, nei loro noiosi circoli esclusivi per nobili e blasonati, dove erano soliti trascorrere lunghe giornate monotone senza fare assolutamente nulla, e interminabili serate altrettanto tediose, socializzando soltanto con altri ricconi nullafacenti e vacui come loro, dediti a unicamente a frivole inattività, superficiali quanto inutili.Quindi, dopo una monotona fase di ottusa chiusura in loro stessi, dopo una elaborata meditazione sul loro inquieto malessere, e dopo essere arrivati ad odiarsi profondamente, per reciproche insofferenze, aspre critiche e dichiarate insolenze, iniziarono a percepire di nuovo il loro interiore spirito di avventura, che li spinse a sfuggire le uggiose giornate di pioggia, la costante umidità, e la nebbia diffusa, anche mentale.Iniziarono allora a viaggiare sui mari, navigando impavidi e andando sempre più lontano sia per diporto, sia per curiosità, sia per disinteressato spirito di scoperta. E dopo mesi di rocambolesche navigazioni arrivarono fino a Singapore, dove estesero il loro Royal Empire. Poi sbarcarono a Hong Kong, dove si impadronirono di ricchi territori e allargarono i loro interessi commerciali e finanziari. Si spinsero anche in Indonesia, e in tutto l'Estremo Oriente, dove lasciarono una impronta indelebile della loro astuta e impenetrabile Royal Society.Anche le Nobili Contesse e le leggiadre Principesse presero a viaggiare andando in Francia e in Italia, dovegustarono cibi insoliti, abiti eleganti, profumi sublimi, ma soprattutto scoprirono, inorridite, alcune originali e strambe raffinatezze perfino nei bagni. Il Bidet, ad esempio, di cui non conoscevano né l'uso, né l'esistenza, suscitò in loro un profondo scalpore, e nei salotti si sussurrava, e ci si chiedeva, a che cosa mai potesse servire quello strano recipiente basso dalla forma inquietante.Mangiare cibi raffinati, bere vini eccelsi, divenne per loro un'abitudine alla quale seppero adeguarsi in fretta, e non vollero mai più dimenticare. Impararono poi ad apprezzare altri lussi e originalità, come il bel canto, i vestiti costosi, la musica classica e operistica, l'arte e la cultura, fino ad allora privilegio dei continentali. Le uniche cose di cui non vollero proprio mai sentir parlare furono solo due: lavarsi, e imparare lingue straniere.Decisero infatti che entrambe le attività erano delle noiose quanto seccanti perdite di tempo, futili e inutili. Le lingue straniere erano decisamente troppo difficili, con troppa grammatica, verbi da coniugare e regole di sintassi. Lavarsi era assolutamente troppo faticoso. Quindi rimasero fieri e fedeli, caparbiamente attaccati alle loro antiche tradizioni isolane: quelle cioè di intendersi soltanto tra di loro, ignorando gli altri idiomi. Al di sopra di altri linguaggi, al di fuori del resto del mondo, al di là di pericolose quanto insalubri aspersioni.Tuttavia, dopo alcuni secoli di godereccia opulenza, unita all'espansione delle colonie in mezzo mondo, anche la gloriosa Royal Aristocracy iniziò a vacillare; ebbe infatti un suo doloroso momento di incredula sorpresa quando alcune delle ingrate popolazioni beneficiate chiesero gentilmente, ma inequivocabilmente, ai Nobili Protettori di tornarsene a casa loro. Le popolazioni indigene all'inizio usarono la diplomazia, ma poi si ribellarono con forza, lottarono a lungo duramente con l'impeto di un consapevole orgoglio ritrovato; col coraggio della disperazione affrontarono battaglie sanguinose e molti sacrifici. In tanti persero la vita per la libertà in sanguinose lotte impari, con armi inferiori agli occupanti, ma alla fine riuscirono a cacciarli via.Via. Nel loro vecchio e obsoleto Royal Empire. Via, nella loro isola lontana, fredda, distaccata dal resto del continente, e dal resto del mondo. Gli autoctoni non ne vollero più sapere degli Aristocratici Scoiattolini Inglesi, i quali dopo aver cercato con tutti i mezzi di persuasione di rimanere al comando delle loro conquiste, dovettero fare ritorno alla Antica Royal House, riluttanti e immusoniti; delusi e risentiti, dolenti e ammaccati.In seguito, un po' per il clima freddo del loro paese, al quale non erano più abituati, e un po' per i privilegi perduti che avevano lasciato nelle calde terre del Lontano Oriente, si chiusero completamene in loro stessi, nella grigia monotonia di giorni e notti sempre uguali, senza più avventure entusiasmanti, senza esotiche conquiste. Si immersero in una lieve, struggente nostalgia, fatti di ricordi sereni, di immagini perdute, come le luci calde dei tramonti orientali, i riflessi argentati della luna su spiagge misteriose, nel tepore delle notti silenziose. Si ritirarono a vita privata, abbandonandosi alle loro tradizioni, alle vecchie abitudini, al noioso trascorrere del tempo e delle ore sempre uguali, lontani da tutto e da tutti. Lontani dai clamori inquieti del continente; senza le News sugli avvenimenti di altri popoli, né le informazioni che potessero metterli in contatto con il Resto del Mondo. Senza mai più condividere l'inquietaevoluzione in atto al di là della Manica, senza voler più nulla sapere; nulla che non riguardasse Loro stessi, sempre Loro, e soltanto Loro..Purtroppo però non dimenticarono mai l'offesa delle popolazioni da loro beneficiate, e non riuscirono mai ad accettare la loro palese ingratitudine. Così, per puro spirito di vendetta, un giorno decisero di ritornare in India allo scopo di dimostrare agli indigeni la loro immortale supremazia; la loro inconfutabile, universalmente riconosciuta superiorità..Con rabbia scatenata e patriottica baldanza, in un insopprimibile impeto di furiosa rivalsa, vollero sfidare gli ingrati, per umiliarli ancora, e per poter primeggiare almeno ancora una volta nella vita. Ebbero un' idea geniale infatti. Li sfidarono con determinata sicurezza al Gioco del Cricket.Un gioco facile per gli allenati Scoiattolini Inglesi, un gioco che loro stessi avevano insegnato agli ottusi indigeni incapaci. Un gioco che conoscevano da secoli, che li divertiva, nel quale eccellevano; nel quale erano certi di vincere agilmente, senza sforzo e con imponente distacco, sotto i riflettori delle televisioni mondiali che trasmettevano in diretta. Milioni di telespettatori in tutto il pianeta stavano a guardare divertiti la grande sfida, la giusta rivalsa degli antichi colonialisti scacciati.Ma, purtroppo, molto, molto inaspettatamente, gli Scoiattolini Inglesi furono Battuti alla Grande.E, in mondovisione, persero clamorosamente la Partita.*** *** *** *** *** *** *** *** ***

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⏰ Last updated: Jan 13 ⏰

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