The Alpha King

De AlessiaS2000

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HO RIPUBBLICATO LA STORIA L'11 OTTOBRE 2023. MA LA VERSIONE È DEL 2020✨ PRIMO libro. RIENTRATO NELLE PRIME 60... Mai multe

Prologo: Katherine (✅)
Capitolo 1: L'evento inaspettato (✅)
Capitolo 2: Il Re Degli Alpha (✅)
Capitolo 3: La Villa (✅)
Capitolo 4: La verità (✅)
Capitolo 5: L'attacco (✅)
Capitolo 6: Pericolo (✅)
Capitolo 7: Gli ibridi (✅)
Capitolo 8: Il passato (✅)
Capitolo 9: La guarigione (✅)
Capitolo 10: Il secondo beta (✅)
Capitolo 11: Eloise (✅)
Capitolo 12: La sala del trono (✅)
Capitolo 13: La lettera (✅)
Capitolo 14: Dens (✅)
Capitolo 15: La corsa (✅)
Capitolo 16: La trasformazione (✅)
Capitolo 17: La biblioteca (✅)
Capitolo 18: Tradizioni (✅)
Capitolo 19: L'uscita (✅)
Capitolo 20: L'annuncio (✅)
Capitolo 21: La partenza
Capitolo 22: L'hotel
Capitolo 23: La storia
Capitolo 24: La nave
Capitolo 25: L'Antartide
Capitolo 26: I vampiri
Capitolo 27: Il ritorno
Capitolo 28: Cassandra
Capitolo 29: Halem
Capitolo 31: Il vecchio villaggio
Capitolo 32: Il cambiamento
Capitolo 33: Il tradimento
Epilogo: L'amore

Capitolo 30: Il ciondolo

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De AlessiaS2000

Non capiva perché gli avesse dato quel ciondolo, ma forse Katherine se sapeva qualcosa. Finalmente quell'Alpha ibrido si era fatto vedere, ma il problema principale rimaneva sempre il fatto che potesse diventare invisibile. Non sarebbero mai riusciti a sconfiggerlo, anche perché poteva entrare nella Villa quanto voleva e ascoltare tutti i loro piani. Era frustrante non riuscire a proteggere il proprio branco, ama prima o poi sarebbe riuscito a venirne a capo. Strinse il ciondolo nel palmo della mano e uscì velocemente dalla camera e avviandosi verso il rifugio che stava un piano sotto alle prigioni. Scese velocemente le scale illuminate fiocamente dalla luce di una torcia e respirò profondamente quell'aria gelida e putrida. Non visitava molto spesso quel luogo, se non per controllare che tutto fosse a posto e funzionasse perfettamente. Percorse il lungo e stretto corridoio, che sarebbe stati teatro di morte per i claustrofobici, e si fermo davanti ad Adam e Magnus, che gli fecero un cenno col capo. «Stanno tutti bene?» chiese il Re, guardando entrambi e aspettando con impazienza una risposta. Se suo padre fosse stato lì, sicuramente avrebbe cacciato quegli esseri in lungo e in largo e non sarebbe tornato a casa prima di non averli uccisi tutti. Ma lui non era suo padre e non aveva intenzione di uccidere anche gli ibridi innocenti. «Sì, stanno tutti bene» risposero in coro, mentre si spostavano per farlo entrare nella grande stanza dove era contenuto tutto il branco. «Notizie dal villaggio? Quello di umani?» domandò ancora una volta, avvicinandosi con decisione alla porta che sembrava essere stata realizzata con un materiale più forte dell'acciaio. «Non sono stati attaccati.»

Il lupo annuì e poi aprì la porta in modo che le donne ei bambini uscissero. Come avrebbe fatto a tranquillizzare il suo branco quando non sapeva nemmeno lui come uscire indenne da quella situazione? Non ascoltò nemmeno una parola di quello che le lupe del branco cominciarono a porgli: i suoi occhi erano concentrati su Katherine che si era alzata lentamente dalla sedia e si stava dirigendo fuori dalla stanza insieme alle altre. Sembrava assente, in fondo come poteva aspettarsi che l'Alpha ibrido fosse in camera? Sebastian la raggiunse ignorando tutti gli altri. Non era egoista, ma i suoi occhi e la sua anima erano attirati come calamite a Katherine. Le poggiò una mano sulla guancia e, dopo aver visto l'espressione sul suo volto, decise che le avrebbe mostrato più tardi il ciondolo. La prese in braccio a mo' di sposa, portandola al paino superiore e poi nell'ufficio. Quello era l'unico modo per far sì che fosse il meno possibile in pericolo. La adagiò sul divano e la coprì, stando a fissarla per un bel po'. Non pareva stare molto bene, ma sicuramente aveva solo bisogno di dormire e non pensare a tutto quello che stava accadendo. Le carezzò una guancia e si portò una mano davanti agli occhi. Dopo tutto il lavoro che aveva fatto per diventare Re era una presa in giro buttare tutto nel cestino per quegli ibridi. Ai vampiri non poteva chiedere aiuto visto che non sapevano nemmeno loro come uccidere quelle creature, quindi a chi poteva chiedere? «Sebastian» sussurrò una voce che riconobbe subito.

Si girò verso Adam e sospirò. «Non so cosa fare... uno di loro ora potrebbe essere qui senza che noi possiamo rendercene conto. Non c'è più un posto sicuro.» Era affranto, il suo beta non l'aveva mai visto così tanto senza speranza. «Ci sarebbe una soluzione. L'abbiamo sempre avuta sotto il naso, in biblioteca» affermò il beta, mentre da dietro la schiena passava un grande libro al Re, che non capì a cosa servisse un libro in quel momento. Guardò il ragazzo con un sopracciglio inarcato, sbuffando pesantemente. «Vai a pagina 380» ordinò più serio che mai, mentre l'Alpha apriva il libro e andava alla pagina. Dopodiché lo intimò a leggere la pagina. «Molti lupi ancora oggi non sanno quanto sia stato determinante l'aiuto delle streghe durante la guerra tra lupi e umani. Alcuni di loro credono ancora che le streghe siano solo leggende insite nelle tradizioni folcloristiche di molto popoli della spagna orientale, ma, se non lo fossero? Se vivessero in luoghi appartati e facessero credere al mondo che siano solo delle leggende?» Sebastian lo guardò male e chiuse il libro di scatto. «Mi prendi in giro?» Si alzò e gli lanciò il libro contro, poi gli indicò la porta con un dito. «Non ho bisogno di perdere tempo, ora vattene» sibilò, mentre il ragazzo lo guardava altrettanto arrabbiato. Non si mosse e lo sfidò con lo sguardo. «Ti conosco da molto, e posso dire che hai fatto molte scelte sbagliate nella tua vita, e credere che le streghe siano solo leggende è una di queste.»

Sebastian lo prese per il collo, stringendolo molto forte sin da subito. «Non osare parlarmi in questo modo. Sono il tuo Alpha, portami il dovuto rispetto.» Il beta tentò di annaspare l'aria, ma non ci riusciva, la stretta dell'uomo era ferrea. Aveva esagerato e lo sapeva molto bene, ma in una situazione disperata come quella dovevano provare di tutto. Dopo vari secondi lasciò la presa e si allontanò, sedendosi dietro alla scrivania. Il beta si accarezzò il collo e tossì. Strinse il libro e guardò l'Alpha con odio, per la prima volta. «Se vuoi che il branco ti segua, devi prendere in considerazione tutte le possibilità. E anche se questo libro può mentire, noi non lo sapremo mai fino a che non cercheremo di trovare delle tracce di queste streghe. Se vuoi continuare a vivere nel terrore è una tua scelta, ma non trascinarci con te.» Uscì sbattendo la porta, tanto che anche Katherine si svegliò e si guardò intorno. «Che è successo?» domandò abbastanza stordita, puntando gli occhi in quelli di Sebastian che fissava la porta come se fosse la bestia più schifosa che avesse mai visto. «Ho avuto una discussione con Adam, ma tranquilla, è tutto risolto.» Risolto non era niente, ma per ora voleva tenersi quei problemi per sé. Certe volte si sentiva come se nessuno potesse capirlo, come se fosse solo su quella Terra desolata e lacerata da conflitti che, anche se non si vedevano, continuavano a uccidere innocenti. Katherine decise che non era il momento per porgli delle domande visto che sentiva quanto era arrabbiato e nervoso. Si alzò mettendosi al suo fianco e accarezzandogli una guancia, proprio come lui faceva quando era lei quella a stare male. L'uomo la osservò e non poté non sorridere. «Quando vorrai parlare, io ci sarò.»

Gli sorrise a sua volta e poi ritornò a sedersi sulla poltrona, ammirando il fuoco e socchiudendo gli occhi. L'Alpha non voleva ancora parlare di quello che era successo, ma forse un argomento lo aveva già trovato. Si era ripromesso che avrebbe aspettato, ma voleva sapere a tutti costi che cosa volesse dire il ciondolo che aveva ancora in tasca. Lo estrasse e si alò, avvicinandosi lentamente alla compagna che stava ancora osservando le lingue di fuoco. Si sedette tranquillamente sull'altra poltrona e richiamò la sua attenzione. Glielo mostrò e la ragazza rimase immobile per alcuni secondi. Pareva essersi pietrificata visto che non sbatteva neppure le palpebre. Deglutì e osservò quella collana che sembrava riconoscesse, e forse era proprio così. Ma in fondo aveva senso, se quell'ibrido aveva detto a Sebastian di consegnarlo a Katherine, ovviamente lo conosceva. «Dove l'hai t-trovato?» balbettò incredula, allungando una mano tremante e racchiudendo nel suo palmo il ciondolo. Glielo prese dalle mani con assoluta delicatezza, stringendolo leggermente e chiudendo gli occhi per qualche secondo. Quella reazione fece capire al Re che non era solamente una collana da quattro soldi; aveva un valore sentimentale. «Me l'ha data Halem e ha detto di dartela e che la prossima volta avrebbe finito il lavoro che iniziò tanto fa.» In quel momento però, dopo che le parole dell'altro Alpha gli rimbombarono nella mente come bombe, capì a cosa si stava riferendo. Si alzò di scatto, portandosi entrambe le mani tra i capelli e aspettando che la bionda dicesse la teoria che lui aveva appena elaborato. Però, le parole della giovane non giunsero alle sue orecchie, ma solo singhiozzi.

In quel momento non serviva nemmeno una sillaba per capire come stavano le cose. Entrambi avevano capito tutto ed entrambi avevano compreso quanto la vita potesse essere troppo breve per non essere vissuta. «E-era un regalo c-che mi fecero i-i miei genitori.» Dire che il mondo le era crollato addosso era poco. Non poteva credere che poco tempo prima aveva davanti agli occhi l'uomo che aveva sterminato il suo branco ma che aveva lasciato in vita una bambina, nascosta nel grande armadio della camera dei genitori. Sebastian chiuse gli occhi e le mise un braccio intorno alle spalle. Non sapevano ancora come ucciderlo, ma un modo l'avrebbero trovato, anche se ci sarebbe voluto molto tempo, forse decenni. Se gli ibridi poi avessero continuato a modificarsi, allora sarebbe stata un'impresa. «Mi dispiace piccola, so che niente e nessuno potrà riportare indietro i tuoi genitori, ma ti prometto che farò di tutto per uccidere quell'ibrido.» La lupa non sembrava affatto consolata, anzi, pareva arrabbiata. «Lo ucciderò io, non tu. Sono io che devo vendicarmi e non lo farò fare a qualcun altro» disse convinta e con una nuova luce negli occhi. Da quando l'aveva conosciuta non l'aveva mai vista così tanto determinata, ma non poteva biasimarla, lui avrebbe fatto lo stesso. «E lo so che sono incinta, ma starò attenta, in più non lo affronterò da sola, anche perché non credo che me lo permetterai.»

Si asciugò le lacrime dal viso e si rigirò l'oggetto, accarezzandolo più volte. Sulla superficie liscia c'era un disegno di un lupo che mostrava le zanne e gli artigli. «Questo è mio padre. Quando me l'ha consegnato mi disse che vedendo quanto poteva essere minaccioso in forma di lupo nessuno mi si sarebbe avvicinato.» Un sorriso sincero prese possesso delle sue labbra, mentre sentiva che altre lacrime minacciavano di inondarle le guance. Suo padre era molto protettivo nei suoi confronti, ed essendo l'unica figlia, la trattava come se fosse un bicchiere di cristallo, anche se non le negava mai tutto quello che voleva fare. Accarezzò il lupo inciso. «Aveva il pelo marrone scuro, mentre mia madre rosso. Erano due colori che stavano benissimo insieme, proprio come i nostri» sussurrò, mentre prendeva la mano dell'uomo e ne baciava il dorso. «Ho paura che la storia possa ripetersi, non voglio che il nostro bambino rimanga senza un branco, senza di noi...»

Lo guardò negli occhi e appoggiò la testa nell'incavo del suo collo. Anche se era nel branco più forte al mondo, aveva lo stesso quella paura che le attanagliava il cuore sin dal primo momento che incontrò il compagno. «Non accadrà, non pensarci. Faremo in modo che questo branco sia sicuro... bambino... come mai ne sei così sicura?» chiese il Re inarcando un sopracciglio e prendendole il mento fra le dita. La ragazza ridacchiò, e quel sorriso riscaldò il cuore all'uomo che odiava vederla piangere. «Perché è maschio, l'ho scoperto oggi.» Non voleva dirglielo così, ma certe volte si contraddiceva da sola con le parole. Sebastian sgranò gli occhi e iniziò a ridere sempre più forte, come se fosse ubriaco e avesse bisogno di un passaggio per tornare a casa. Katherine non sapeva che faccia fare visto che era la prima volte che reagiva così. «Non potevi non darmi una notizia più bella. Sarei stato felice anche se fosse stata femmina, ma il mio sogno era quello di avere un maschio.» I suoi occhi brillavano di luce propria, mentre lei lo osservava divertita. Anche se la bionda avrebbe preferito una bambina, non poteva di certo lamentarsi. Era felice di averlo messo di nuovo di buonumore, e anche lei aveva perso un po' della sua tristezza e rabbia, anche se sarebbe stato difficile riuscire a tornare a sorridere. Avrebbe potuto uccidere Halem, e poi? Avrebbe rivisto i suoi genitori? No.

Non avrebbe rivisto nessuno del suo branco, quindi si chiese che senso avesse cercare una soluzione per uccidere quell'ibrido. Certo, era una soddisfazione personale, ma sarebbe riuscita poi a convivere con il fatto di aver ucciso un uomo? Questo non lo sapeva e non voleva saperlo. Si ridestò dai suoi pensieri quando Sebastian iniziò ad accarezzarle il ventre e parlare con il bambino. «So che non ti ho dato le attenzioni che meritavi, ma ti prometto che da oggi in poi tutto sarà diverso piccolo Alpha. Non vedo l'ora di vederti.» Era elettrizzato e Katherine non poté fare a meno di non guardarlo. Le gravidanze dei lupi duravano massimo tre mesi, quindi si era già perso quasi un mese, ed era per questo che molti della loro specie facevano molti figli. Non gliene faceva una colpa, anche perché lei stessa non si era affatto curata di se stessa in quelle settimane, soprattutto perché le aveva passate in viaggio, quindi era difficile. Anche se il parto si avvicinava sempre di più, lei non aveva affatto paura di combattere contro Halem, anche se non sapeva ancora se l'avrebbe ucciso. Carezzò i capelli del compagno che aveva appoggiato la tesata sulla pancia e chiuse gli occhi, godendosi quel momento di pace. Quel giorno era stato pieno di emozioni contrastanti e non sapeva nemmeno come fosse riuscita a non crollare visto che doveva ancora recuperare le ore di sonno. «Ti stiamo aspettando Jonathan Joseph Carter» sussurrò l'uomo, accarezzandole ancora la pancia.

Quella serata la passarono così, coccolandosi a vicenda e sperando che il giorno seguente fosse stato migliore, anche se non fu così. Oltre al fatto che Katherine cominciò a provare dolori molto forti all'addome, Sebastian continuava a urlare contro i suoi due beta visto che secondo lui avevano idee assurde. Così la bionda, oltre a non poté muoversi visto che sia Magnus che il compagno gliel'avevano vietato, dovette sorbirsi tutte le litigate che giungevano dal piano inferiore. Si mise un cuscino sulla faccia, ma non la aiutò per niente, se non a respirare con più fatica. Sbuffò pesantemente e, dopo pochi secondi, sentì bussare alla porta e non ci mise nemmeno un secondo a dire 'avanti'. Eloise entrò felicissima nella stanza con un bel piatto di pane tostato, uova, brioches e un succo all'arancia. L'amica la ringraziò subito mettendosi seduta e prendendo il piatto con entrambe le mani. «Grazie, stavo morendo di fame» borbottò, portandosi subito la brioches alle labbra e gustandosene un pezzo. «Non c'è di che, a dire il vero è stato Sebastian a mandarmi, e in più, volevo vedere come stavi. Come mai hai avuto così tanto dolore, Jonathan sta bene?» chiese preoccupata, mentre la bionda annuiva subito. «Sì, sta bene, è solo che durante il viaggio ho mangiato poche cose salutari e quindi sono stata male per questo.» Sbuffò e le fece un sorriso.

Era l'unica, oltre a Magnus e Adam che sapeva del nome del bambino. Al branco lo avrebbe detto quando sarebbe nato, e poi non mancava così tanto. «Va a finire che quei tre si faranno male sul serio, mi sono stancata di sentire le loro urla» affermò Eloise quanto udì per l'ennesima volta le urla del suo Alpha. «Non dirlo a me, se potessi andare giù e li picchierei tutti e tre, col tuo permesso ovviamente»

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COMPLETA 7 𝗆𝗂𝗅𝗂𝖺𝗋𝖽𝗂 𝖽𝗂 𝗉𝖾𝗋𝗌𝗈𝗇𝖾, 𝗆𝗂𝗅𝗂𝗈𝗇𝗂 𝖽𝗂 𝗅𝗎𝗉𝗂, 𝖼𝖾𝗇𝗍𝗂𝗇𝖺𝗂𝖺 𝖽𝗂 𝖻𝗋𝖺𝗇𝖼𝗁𝗂, 𝗎𝗇𝖺 𝖺𝗇𝗂𝗆𝖺 𝗀𝖾𝗆𝖾𝗅𝗅...