...Stavo per cambiarmi quando la porta venne improvvisamente sfondata...
"Kali ascoltam-" Disse entrando per poi fermarsi improvvisamente appena vide la figura di Chishiya.
Lo guardai stupefatta. Aveva sfondato la porta ed era entrato nel momento meno adatto.
Lui continuava a fare scorrere gli occhi prima su di me e poi su Chishiya tenendo la bocca aperta.
"Che cazzo sta succedendo tra voi due?!" Mi urlò dopo qualche secondo.
"Niragi hai appena sfondato la porta!" Dissi alzandomi arrabbiata.
"Lo so cosa ho fatto! Tu non cambiare argomento!"
"Che stai dicendo?!"
"Ho cercato di fare finta che tra voi due non ci sia tensione sessuale, ma così è troppo!" Continuò lui tirando un pugno al muro dietro di lui e buttando a terra tutte le cose che si posavano sulla scrivania.
"Non puoi cercare di evitare l'evidente. Sappiamo tutti e tre chi sceglierá senza accelerare i tempi" Intervenne Chishiya.
In questa situazione era meglio se avesse tenuto la bocca cucita, per una cazzo di volta poteva farlo.
"STAI ZITTO!" Gli urlò contro Niragi.
"Si vede che ti sei rammollito" Continuó ad istigarlo il biondo.
Niragi non esitò a puntagli il suo mitra contro.
"NIRAGI!" Gli urlai.
"NO! Tu stai zitta" Mi disse.
Chishiya era immobile con il suo solito ghigno divertito stampato sul viso, finché qualcuno non entrò in stanza.
"Giuro di ricordare che qui ci fosse una porta..." Disse il cappellaio "Oh eccola, è lì a terra" Concluse venendo verso di noi accompagnato dai suoi scagnozzi e da Aguni e alcuni dei suoi lottatori.
Li guardammo tutti e tre con gli occhi spalancati.
"Fatela riparare" Continuò riferendosi a un ragazzo vicino a lui che annuì e se ne andò.
"Che cosa è successo qui? Tu abbassa l'arma" Disse poi guardando Niragi.
Quest'ultimo la abbassò subito guardando storto il numero uno della spiaggia.
"Niente di importante, Niragi se ne stava per andare. Non è così?" Dissi guardandolo a mia volta.
"Si, si me ne stavo andando" Disse lui uscendo di fretta e furia. Ma fu fermato da Aguni che gli sussurrò qualcosa per poi lasciarlo andare.
"Kali puoi dormire nella stanza qui di fronte per ora" Mi suggerì il cappellaio.
"Posso stare qui, stanza chiusa o aperta la gente entra comunque a quanto pare" Dissi iniziando a sistemare la scrivania, riposizionando tutte le cose caduta al di sopra.
Il cappellaio annuì e se ne andò con i suoi scagnozzi.
Aguni invece fece cenno ai lottatori e a Chishiya di andarsene, e così fecero.
"Che è successo?" Mi chiese avvicinandosi.
"L'ho lasciato ed è andato fuori di testa" Spiegai in breve.
Lui annuì facendomi intendere di aver capito.
"È già fuori di testa di suo, il fatto che tu lo hai lasciato lo ha portato vicino al limite" Disse.
"Il problema è se poi arriva al limite. Potrebbe scatenare l'inferno" Dissi abbassando lo sguardo.
"Lo scateneresti anche tu e anche io, ma lui qui non ha potere" Continuò.
"L'ho lasciato per non pensare più a lui, quindi se dobbiamo parlare, parliamo di altro" Dissi secca.
"Del tipo?" Chiese con la sua solita espressione seria.
"Per esempio del fatto che, io non ti cerco mai, ma anche tu fai lo stesso" Dissi.
"Ok ma questo il cappellaio non lo deve sapere, pensa che ci vediamo ogni giorno. Non ti cerco per lasciarti libertà, ricordo ancora il primo abbraccio tra te e Last Boss, e ricordo ancora quando tu volevi riavere la tua mazza da baseball a tutti i costi" Continuò lui.
Io girai la testa per guardare la mazza, essa era ancora insanguinata dall'ultima volta e si posava al muro bianco.
"Ultimamente non è poi così importante, non è qualcosa che ci deve essere obbligatoriamente..." Dissi.
"L'ho notato; ora è meglio che io vada..." Concluse andandosene.
Dopo essermi finalmente sistemata, disinfettando anche il gomito coperto da sangue ormai secco, mi misi nel letto e spensi la luce cercando di dormire con scarsi risultati, la luce accesa in corridoio e la musica a palla fuori non aiutavano.
Magari fossero solo quelle le cose per cui non prendevo sonno...
Mi rigiravo ripetutamente nel letto ma non riuscivo a non pensare a ciò che era successo quella sera.
Ciò che aveva fatto Niragi ad Arisu e Chota, Chishiya in stanza, ancora Niragi che sfonda la porta e cerca di uccidere il biondo.
Insomma, solo confusione.
Mi alzai e andai velocemente in bagno per mettermi il costume. Quello che mi aveva dato il cappellaio il primo giorno, l'unico che avevo. Feci una coda alta, come quella che mi aveva fatto kuina in passato, lasciando due ciocche davanti, misi dei tacchi e uscii.
Andai in piscina per distrarmi.
La gente era felice: ballava, beveva, urlava di gioia, faceva il bagno, e altro ancora.
Mentre mi facevo spazio tra la folla un ragazzo mi prese la mano e mi fece fare un piroetta, per poi tornare a ballare con i suoi amici.
Andai al bancone del piccolo bar e il ragazzo mi offrì un cocktail.
"Che cos'è?" Chiesi sorridendo.
"Martinez" Rispose facendomi un occhiolino amichevole e sorridendo a sua volta.
"Grazie!" Dissi sedendomi sullo sgabello e iniziando a bere.
"Non eri andata a dormire? Non mi aspettavo di vederti qui" Disse Chishiya dietro di me.
"Non riuscivo a dormire, piuttosto tu cosa ci fai qui?" Chiesi.
"Osservo" Mi rispose sedendosi sullo sgabello accanto al mio.
"Ma tu arrivi sempre dietro le spalle?"
"Si...mi muovo come un ninja, nessuno mi vede e nessuno mi sente" Disse ironico "Tu invece...sei sotto copertura?" Concluse squadrandomi da capo a piedi.
"Avevo bisogno di mmh...normalità credo" Risposi.
"Quasi non ti riconoscevo vedendoti, pensavo fosse una nuova già pronta a fare festa insieme a questi imbecilli"
Mi scappò una risatina.
"Questi imbecilli non sono poi così male però..." Dissi guardando il barman che poco prima mi aveva offerto il cocktail.
"Non illuderti troppo, lo fa con tutte" Mi rivelò.
"Come dici?" Chiesi girandomi verso di lui.
"I cocktail, li offre a tutte"
"Allora lo chiamerò: Niragi dai buoni modi" Dissi ridendo.
Lui fece un piccolo sorriso, a mala pena visibile.
"E...lui?" Chiesi poi indicando il ragazzo che poco prima mi aveva fatta volteggiare.
"È sempre ubriaco" Continuò.
"Bene allora vado a divertirmi, ci vediamo" Dissi infine stampandogli un veloce bacio sulle labbra.
Solo mentre camminavo verso i bordi della piscina mi resi conto di ciò che avevo appena fatto...