Mi portai una mano sul cuore e, chiudendo gli occhi, presi delle profonde boccate d'aria, cercando di tranquillizzarmi. Ora non potevo permettermi di essere debole, non potevo cedere. Ma stavo iniziando a sentire il peso della solitudine.

Mi morsi il labbro, cercando di trattenere una lacrima.

Rubyo, mi manchi.

Rimasi nel silenzio di quel corridoio finché gli occhi non smisero di bruciare, dopo di che, a passo deciso, mi diressi nuovamente verso le prigioni.

«Cosa vuoi?»

Decisamente, non ero ben voluta da quel Kelpie, che non mi accolse felicemente.

Io non risposi, mi limitai a forzare il lucchetto che teneva chiusa quella cella da chissà quanti anni, producendo violenti suoni metallici.

«Che stai facendo?» Il Kelpie saltò in piedi, avvicinandosi alle sbarre.

Era visibilmente incredula.

«Non lo vedi? Ti sto liberando.» Furono le mie prime parole, che pronunciai senza mai distogliere lo sguardo dalla serratura.

«Non credo tu possa farlo.» Disse.

Mi fermai e con me anche i rumori metallici. Per la prima volta da quando ero arrivata nelle segrete la guardai negli occhi.

«Non credo tu sia nella posizione di opporti.» Ripresi a forzare la serratura. «E poi perché no? Dopotutto io sono l'Erede.»

La porta si aprì con un cigolio stridente.

Il Kelpie non si mosse. Sembrava pietrificato.

«Puoi uscire. Sei davvero libera.» Le dissi porgendole la mano, come per aiutarla a compiere quel passo per lei tanto sconvolgente.

Rifiutò il mio gesto, seppur fissandomi con degli occhi vacui.
Prima un piede, poi un altro, ed il resto del corpo seguì.

Sorrisi.

«Permetti?» Allungai lentamente la mano verso la catena, ma lei, esitante, indietreggiò.

«Non ti imporrò mai nulla, credimi, ma questo è l'unico modo per liberarti davvero.»

La donna infine annuì. Bastò semplicemente impugnare il lucchetto per far si che questo si aprisse.

Dopo uno scatto sentii il peso della catena in ferro gravare sul lucchetto che stringevo in mano. Anche in questo caso, così come con Gideon, era stata incisa la lettera S.

«Non credere che ti abbia perdonata.» Disse il Kelpie.

Scossi la testa. «Non era la mia intenzione. Ho solo fatto in modo di tener fede alla promessa. È stato Gideon a fare tutto.»

Dopo aver pronunciato quel nome, cadde il silenzio, in cui entrambe tenemmo gli occhi bassi.

«Comunque, mi chiamo Lyra.» Dissi infine.

La donna mi guardò. Le sue pupille erano ancora sprezzanti, ma qualcosa sembrava essersi addolcito in lei.

«Aerin.» Disse solo. E fu più che sufficiente.

Le sorrisi e feci per andarmene, ma, inaspettatamente, lei mi fermò.

«Erede!» Rimasi stupita da quel soprannome, ma considerando il 'Favilla' di Gideon dedussi che le scelte di nomignoli peculiari fosse una caratteristica tipica della loro famiglia.

Trattenni un sorriso.

«Credevo che tenertelo nascosto sarebbe stata la scelta migliore... la punizione migliore...» Disse la donna.

E mentre parlava, il suo volto divenne improvvisamente buio, il che mi fece cambiare rapidamente espressione.

«Tu non mi piaci ma, se non te lo dicessi ora, sentirei di doverti qualcosa. E non mi piace essere in debito con le persone.»

La guardai, confusa, aspettando che andasse avanti con il discorso.

«Non so cosa sia accaduto a mio figlio, ma per quanto riguarda l'altro ragazzo...»

Il respiro mi si bloccò in gola.

«Rubyo!» Il cuore aveva preso a pomparmi sangue così in fretta che stava iniziando a girarmi la testa.

«...È ancora vivo. Ho sentito le guardie dire che lo avrebbero rinchiuso nell'Arcipelago delle Stagioni, ma non so in quale isola di preciso.»

Con un tonfo caddi a terra, coprendomi il viso con i palmi. Stavo piangendo e ridendo contemporaneamente. Ero così felice e spaventata allo stesso tempo, che non avevo la più pallida idea di cosa fare. Mi sentivo spaesata.

«Grazie. Grazie davvero.» Dissi singhiozzante, guardando dal basso verso l'alto la donna e stringendole le mani.

Lei mi guardava con uno sguardo malinconico, e a tratti riuscii a distinguere perfino dell'empatia.
Scattai improvvisamente in piedi, asciugandomi le lacrime.

«Se Rubyo è vivo, allora c'è la possibilità che anche Gideon lo sia. Con il tuo aiuto riusciremo a trovarli. Dobbiamo trovarli.»

Vidi il Kelpie esitare, ma in fine accettò.
«Va bene. Ma lo faccio solo per mio figlio.»

Annuii.
«Tra qualche giorno sarò a Krat. Trovami lì.»

Un'improvvisa speranza illuminò gli occhi del Kelpie, aumentandone il riflesso cristallino.

Solo in quel momento mi accorsi che, da quando avevo messo piede in quel palazzo, finalmente stavo ricominciando a respirare.

Royal Thief IIWhere stories live. Discover now