La prima notte d'Estate

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Era una bella giornata.
Tutte le giornate erano state belle. Ma le nubi ammassate ad est del quartiere erano un chiaro presagio del primo temporale estivo, che sarebbe stato uno di quelli potenti.

Un giovane ragazzo si stava coprendo la testa con le mani per ripararsi dalle prime goccie.
i suoi capelli erano di colore rosso. non un semplice rosso: uno di quei rossi che non si vede facilmente sui capelli di qualcuno. Aveva sempre giurato di non aver mai visto della tintura rossa nella sua vita e che i suoi capelli erano sani e naturali. Molti ci credevano a stento, molti pensavano fosse un'enorme bugia. Evidentemente non era visto di buon occhio...

in quella cittá molti avevano i capelli colorati, soprattutto i giovani.

indossava un cappello nero. Lo stesso che indossavano i detective privati, quando ancora esistevano.

-scusa. disse educato il ragazzo accanto a lui. - cosa stavi dicendo?

-Dicevo, questo é stato proprio un bel fiasco. disse il rosso grattandosi la tempia.

-Oh. Si. riprese il giovanotto che si chiamava Giorgio. sembrava quasi un Angelo. Era educato e gli si vedeva la bontá riempirgli gli occhi scuri.

-Ad essere sinceri, secondo me é stata una reazione un pò esagerata. rispose a sua volta il ragazzo a fianco. -Cioé, non avevo fatto nulla di male. E comunque non capisco cosa ci sia di sbagliato nel conoscere la differenza tra il "bene" e il "male". ipotizzó il ragazzo dai capelli rossi che veniva chiamato da tutti "Cico" il motivo era sconosciuto cosí come anche il suo vero nome. tutti ormai se n'erano dimenticati, persino lui.

-Dev' essere per forza sbagliato. ribatté Giorgio, con il tono un pò turbato di chi é altrettanto incapace di capire, e se ne preoccupa. -Non possiamo decidere noi la legge!

-peró devi ammettere che ha tutta l'aria di una farsa. rispose affermando il tutto con una smorfia indecifrabile. - volgio dire, indicare un parcheggio privato e scriverci sopra una frase microscopica "parcheggio riservato ai residenti": non é molto scaltro no? Insomma perché non sostituire le righe bianche a terra con delle strisce gialle? o magari mettere un cartello piú grosso? viene da chiedersi se al Comune di questa stupida cittá non servano dei soldi in piú.

si stava pian piano capendo tutto:
i due si stavano lamentando, seppur da due diverse prospettive, dell'esagerata multa data al guidatore della macchina, che in questo caso era priorio Cico.

-Guarda, é meglio non fare troppe ipotesi. Quello che ripeto sempre é che non si possono giudicare le autoritá con il senno di poi. C'é ció che é giusto e ció che é sbagliato: parcheggiare la macchina nel parcheggio riservato ai residenti, per esempio, é sbagliato. Se fai qualcosa di sbagliato quando ti viene chiesto di fare ció che é giusto meriti una punizione,in questo caso, la multa...

per un istante ci fu un silenzio imbarazzato, mentre i due guardavano le gocce cadere sui primi fiori del viale

All'improvviso Cico chiese: -Ma tu non avevi una macchina sportiva?
-Ehm... Disse Giorgio.

Un'espressione colpevole gli sfioró appena il volto, voleva scappare da tutto, ma poi pensó bene di restare e piantare le tende.

-Ce l'avevi vero? Disse Cico -Era bella, tutta bianca...
-Ehm bé...
-Faceva proprio un figurone, sai?
-Si, ma, bé...
-Cos'è l'hai persa?
-Oh, no! No, non proprio persa, in pratica...
-Bé?
-Se vuoi Saperlo... Disse Giorgio con aria vagamente stizzita e desolata, - L'ho regalata.

Cico lo fissó dal basso.

-Bé, mi sentivo in dovere Disse il ragazzo fregandosi distrattamente le mani. - lungo l'autostrada ho incontrato dei ragazzi a piedi, erano giovani, sembravano infreddoliti e si capiva che non avevano un lavoro...
Si rivolse a Cico con una smorfia preoccupata.

-Cosí hai regalato una grande macchina bianca, una macchina che ti é costata tutti i tuoi risparmi, a dei barboni in autostrada? Domandó stupito Cico

-É stata la scelta migliore, vero?
-Non sono sicuro che tu sia capace di compiere del male. Replicó Cico
-Oh, grazie, grazie... Davvero é da tutto il pomeriggio che ci penso...

Per un pò fissarono la pioggia scendere dal cielo e bagnare piano piano la strada.

se i loro caratteri potessero avere forme surreali, allora Giorgio sarebbe stato l'angelo e Cico anch'esso un angelo. Un angelo caduto. Un angelo se né andato giú a zonzo piú che cadere...
Un diavolo meno diabolico degli altri, ma questo non siglifica che avrebbe mai regalato la propria auto costosa a degli sconosciuti, solo per vedere dei sorrisi stampati sulle facce di dei ragazzi...

Su quartiere si affacciava una coltre nera come la pece. I tuoni borbolgivano tra le colline.Gli scogliattoli e gli uccelli cercavano riparo dalla tempesta.

Dietro di loro una porta si aprí, rivelando la figura di una splendida ragazza castana appoggiata allo stipite dell'ingresso Un paio di grandi occhioni viola stavano fissando i due ragazzi davanti a casa che si stavano riparando dal temporale.

-Siete v-voi che avete perso una multa sotto casa mia? chiese balbettante la giovane.

Subito Giorgio puntó l'indice destro contro la spalla di Cico, il quale fece una delle sue solite facce inpenetrabili.

-Ci scusi non abbiamo visto il cartello! Si affrettó a dire Giorgio scusandosi piú che poté
-ovviamente... susurró scocciato Cico.
-Oh, cavolo mi dispiace... Se posso fare qualcosa per voi sarei lieta di potervi aiutare!

La giovane ragazza sembrava gentile. Aveva subito capito con chi aveva a che fare, anche solo guardandoli negli occhi.

-Posso ospitarvi dentro casa finché la tempesta non finirá! esclamó facendo un grosso sorriso che le riempí il viso di gioia.

sarebbe stata una notte buia e tempestosa...

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