FASE UNO: PAUSE

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Sì svegliò gridando forte il suo nome, con gli occhi inondati di lacrime.

Provava un dolore quasi fisico, come fosse appena uscito dal funerale di una persona cara.

La cercò nel buio e la strinse fino a quasi stritolarla.

"Ehi..."

Tremava come una foglia, non aveva la forza di parlare.

Lei allargò le braccia per liberarsi.

"Ehi, cucciolo, mi fai male!"

"Ho sognato che morivi." Disse singhiozzando.

"Che stronzo!" rispose lei, leggera come sempre.

Ma lui la stringeva, tremava e piangeva.

"Ehi... ma fai sul serio? È solo un incubo.

Mi sembri un bambino che frigna, dai..." disse, girandosi verso di lui per abbracciarlo.

E lui la strinse, per non perderla, per non farla scappare, per non soffrire, mentre lei gli baciava tenera la fronte.

Era lì.

E un attimo prima era morta.

"Ti amo.", le disse, di getto, senza pensare.

Ed entrambi sentirono il boato.

Quel rumore enorme che esplodeva come una supernova dentro le loro teste.

Se ne pentì immediatamente, ma era già tardi.

Dire ti amo era come dire addio per sempre.

Lo sapeva.

Era sempre stato così.

Con ognuna prima di lei.

Se ne sarebbe andata di li a poco. Perché lui era colpevole.

Colpevole di non essere riuscito a non innamorarsi.

Lei non rispose e lo strinse.

Con gli occhi sbarrati e il cuore che pareva impazzito e che anche lui sentiva martellarle nel petto veloce quanto il suo.

"Mi scappa la pipì.", disse, divincolandosi dalle sue braccia e sgattaiolando in bagno.

Troppo rapida, troppo lontana.

Lui finse che andasse tutto bene, ma lo sapeva.

Era il bacio del mattino non dato.

Flupalù in questo era piuttosto brava, avrebbe dovuto imparare.

Arianna si guardò allo specchio, con le mani appoggiate al lavabo.

I capelli arruffati, gli occhi gonfi senza mascara, un succhiotto accennato sul collo.

Si sentiva brutta e inadatta.

"Cazzo!", imprecò battendo il pugno sul lavello.

Avrebbe voluto sparire.

Non era pronta, non era il momento.

Ci stava bene e tutto.

Ma non lo amava.

O forse sì, ma non lo sapeva.

Non poteva saperlo, visto che non sapeva nemmeno cosa fosse l'amore.

"Cazzo..." disse, di nuovo.

Non tornò in camera, andò diretta in cucina.

"Preparo il caffè.".

FLUPALÙ 5Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz