Cap 2: La scuola della notte

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Capitolo 2: La scuola della notte

Sebastian arrivò a casa sua, dopo aver salutato i suoi amici. Era una casa modesta, ma accogliente, situata in un quartiere periferico della città. Sebastian viveva con i suoi genitori adottivi, che lo avevano accolto dopo il suo incidente. Erano persone gentili e premurose, che lo amavano come un figlio. Ma non sapevano nulla del suo segreto, né del suo passato. Sebastian aveva sempre evitato di parlargliene, per non metterli in pericolo. Sapeva che se qualcuno avesse scoperto la sua diversità, lo avrebbero portato via, o peggio.

Sebastian entrò in casa, e trovò i suoi genitori adottivi che lo aspettavano in salotto. Si chiamavano Anna e Marco, e lavoravano come insegnanti nella scuola della notte, un tipo di scuola che sostituiva quella giornaliera durante la notte. La scuola della notte era l'unica istituzione educativa rimasta, dopo che la pandemia aveva distrutto il sistema scolastico tradizionale. Era una scuola che funzionava solo di notte, e che aveva come obiettivo quello di preparare i giovani a vivere nella night society. La scuola della notte insegnava materie come la storia, la matematica, la scienza, la letteratura, ma anche la sopravvivenza, la difesa, la tecnologia, e la cultura notturna. Era una scuola severa e competitiva, che selezionava solo i migliori studenti, e che li sottoponeva a prove e sfide continue. Sebastian frequentava la scuola della notte, e si distingueva per le sue ottime capacità e il suo spirito di squadra. Ma non era felice, perché sentiva di non appartenere a quel mondo.

"Sebastian, sei tornato!" esclamò Anna, abbracciandolo. "Come è andata la partita?"

"Bene, abbiamo vinto. Ho segnato il gol decisivo" rispose Sebastian, sorridendo.

"Bravo, sono orgogliosa di te!" disse Anna, baciandolo sulla guancia.

"Anch'io, figliolo. Sei un campione" aggiunse Marco, stringendogli la mano.

"Grazie, siete troppo gentili" disse Sebastian, imbarazzato.

"Ma ora devi riposarti, domani hai scuola" disse Anna, guardando l'orologio. "Sono le quattro del mattino, devi andare a letto".

"Va bene, mamma. Buonanotte" disse Sebastian, salutandoli.

"Buonanotte, Sebastian. Ti vogliamo bene" dissero Anna e Marco, accompagnandolo alla sua stanza.

Sebastian entrò nella sua stanza, e chiuse la porta. Si tolse la giacca e la maglietta, e si sdraiò sul letto. Guardò il soffitto, e pensò alla sua vita. Si sentiva fortunato ad avere dei genitori adottivi così affettuosi, e degli amici così leali. Ma si sentiva anche solo, e diverso. Si chiese se ci fossero altre persone come lui, che potevano sopportare la luce. Si chiese se avrebbe mai scoperto la verità sul suo passato, e sul suo destino. Si chiese cosa volesse dire quella creatura, quando gli aveva parlato di un grande esperimento. Si chiese cosa significasse quella collana con la pietra blu, che portava sempre al collo. Si chiese se avrebbe mai trovato le risposte alle sue domande.

Mentre si perdeva nei suoi pensieri, sentì il suo cellulare vibrare. Lo prese, e vide che era un messaggio di Lizzie. Lo aprì, e lesse:

"Ciao, Seb. Come stai? Ti ho visto alla partita, sei stato fantastico. Ti volevo dire che ho trovato qualcosa che potrebbe interessarti. Ti aspetto domani, prima della scuola, al solito posto. Ti voglio bene. Lizzie".

Sebastian sorrise, e rispose:

"Ciao, Liz. Sto bene, grazie. Tu come stai? Grazie per il complimento, sei sempre gentile. Che cosa hai trovato? Mi hai incuriosito. Va bene, ci vediamo domani, al solito posto. Ti voglio bene anch'io. Seb".

Sebastian mise il cellulare sul comodino, e si girò sul fianco. Chiuse gli occhi, e cercò di dormire. Ma non ci riuscì. Era troppo eccitato per il messaggio di Lizzie. Si domandò cosa avesse scoperto, e se avesse a che fare con il suo mistero. Sperò che fosse qualcosa di importante, che lo avvicinasse alla verità. Sperò che fosse la luce che cercava, in mezzo all'oscurità.

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