«Tu non ti arrendi mai, non è vero?» il ragazzo sembrava sorpreso che un piccoletto come lui resistesse a ben tre dei suoi forti pugni e osasse ancora alzarsi in piedi.

«Ho tutto il giorno libero»

Dondolava, facendo passare il suo peso da gamba a gamba, rispose tra un sospiro e l'altro, in cerca di fiato e tentò di colpire il suo nemico ma il suo pugno venne fermato dall'avambraccio dell'altro, che non perse tempo per colpirlo nuovamente, questa volta Steve finì a terra con un colpo sordo, facendo risuonare l'acciaio dei bidoni e strozzando un mugolio di dolore.

«Hey! prenditela con uno della tua taglia» Bucky comparve dietro di loro, prese il ragazzo e lo spinse via, quest'ultimo fece un ultimo vano tentativo di difendersi con un pugno che il giovane Sergente schivò, senza troppa difficoltà, ricambiò il gesto e lo allontanò con un calcio.

«A volte penso che ti piaccia essere preso a pugni»

«L'avevo messo alle corde» Steve, con gli occhi strizzati cercava di ricomporsi.

«A quante volte siamo arrivati?» James aveva notato l'ennesima richiesta di arruolamento gettata a terra, si piegò in avanti, afferrandola e osservò attentamente la scrittura disordinata impressa ad inchiostro nero sul foglio giallognolo «Ah ora vieni da Paramus, lo sai che è illegale mentire sulla richiesta di arruolamento? E poi dai, New Jersey» un rimprovero che poteva sembrare paterno.

«Sei stato assegnato?» Steve sollevò lo sguardo dopo essersi sistemato i capelli e il viso. La faccia contratta dal dolore ancora persistente si rilassò, ma solamente per lasciare spazio a un'espressione ricolma di rammarico e tristezza. Era immensamente felice per l'avanzamento di Bucky ma non poteva di certo dire di non essere invidioso, anzi, in quel momento avrebbe solamente voluto essere lui.

Era bello, aveva ragazze che gli ronzavano sempre intorno, un carattere aperto e vivace, alto e ben formato. Cosa aveva lui di tutto questo? Nulla, era a dir poco impacciato, in qualsiasi cosa, la sua salute era pessima, soffriva di asma, scoliosi, aritmia cardiaca, sordità parziale, ulcere allo stomaco e anemia perniciosa, tutto questo, naturalmente, si riversava sul suo dannato corpo.

«107°, Sergente James Barnes, salpo per l'Inghilterra domani all'alba» Con un sorriso incantevole Bucky si annunciò, in modo quasi teatrale, tutto fiero della sua posizione. Aveva finalmente coronato uno dei suoi tanti sogni.

«Anch'io dovrei esserci» il piccoletto non si dava pace, lui avrebbe dato il mondo, anche la sua stessa vita, per combattere al fronte, per offrire al suo paese una fine vittoriosa, per aiutare i migliaia di uomini che stavano combattendo anche per lui. In fondo, non aveva nulla da perdere, a parte Bucky, ma con lui non avrebbe perso.
A vedere l'amico così triste, al novellino Sergente per un attimo scomparve il sorriso, non voleva che lui stesse male per niente, aveva una vita davanti, poteva fare altro, così, ripristinò il sorriso:

«Forza, vieni, è la mia ultima serata, devo darti una ripulita» Aveva intenzione di divertirsi, lo aspettavano mesi dove per spassarsela, non ci sarebbe stato il tempo.

«Perché dove stiamo andando?»
Bucky gettò la richiesta di Steve e gli porse un giornale, dove appariva una grande scritta 'Stark Expo'

«Nel futuro!» La sua voce era piena di entusiasmo, una serata in compagnia del suo migliore amico, di Connie - e della sua amica - conosciuta la settimana precedente.

Questo però non lo disse a Steve.

Usciva dall'officina a fine turno, a passo svelto, con la giacca e l'ombrello poggiati sul braccio e le mani in tasca, l' aria fredda gli scompigliò i capelli. Quella mattina aveva annunciato una giornata piovosa, dalle strade si era alzato un leggero velo bianco, che era rimasto sospeso a mezz'aria per poi dissolversi con l'avanzare delle ore, e ora, all'orizzonte grandi nuvoloni bluastri minacciavano un temporale e sopra New York, il cielo era coperto da nuvole che lasciavano la città in ombra.
Attraversò la strada e osservò ancora una volta verso l'alto.
Quando riportò gli occhi sulla strada, vide a pochi metri da lui, una sagoma minuta sul ciglio della strada, avvolta da un vestitino leggero, i capelli scuri sfioravano le spalle, sembrava tremendamente disperata. Così decise di avvicinarsi:

𝐋𝐨𝐬𝐭 𝐒𝐢𝐠𝐡𝐬 || 𝐁𝐮𝐜𝐤𝐲 𝐁𝐚𝐫𝐧𝐞𝐬 Место, где живут истории. Откройте их для себя