Ricordo i weekand d'infanzia con nostalgia e un filo sottile di terrore, perché papà era talmente ossessionato dal calcio da portarci sempre con lui; perché secondo la sua teoria, crescendo sapevamo già come e per quale squadra tifare.

Ricordo da piccoli era solito portarci, insieme alla mamma, allo stadio; perché secondo la sua teoria, crescendo già sapevamo per chi tifare.

Ma non me ne vogliate, non sono un' amante del calcio.

Forse proprio dello sport, ma son dettagli.

Mio fratello Nathan è più grande di me di qualche anno, ma differenza d'età non è mai stata un peso per noi; anzi, se a scuola qualcuno mi dava fastidio, Nathan il giorno dopo veniva con me e diventava una perfetta quardia del corpo.

E questo mi ha fatto crescere consapevole di essere stata fortunata ad avere quasi sempre le spalle coperte.
Siamo complementari nonostante i litigi e le lotte col cibo, nonostante le sconfitte che subisco da lui a calcio o a basket dato che io sono una schiappa e lui è uno sportivo nato.

Mi chiedo sempre come faccia ad essere così in forma e super allenato, poi mi ricordo che fa il personal trainer e mi do della scema da sola.

Il nostro è un amore e odio, sempre pronti a spalleggiarci, ad assecondare uno le mosse dell'altro, ma con qualche riserva: troppo buono lui, troppo acida io.

Ma in fondo, credo che tutti noi siamo destinati a questo: avere fin da subito un angelo custode al nostro fianco: lui è il mio.

Siamo noi quattro la nostra forza; noi che di difficoltà ne abbiamo passate tante, abbiamo sempre avuto la forza di rialzarci e andare avanti nonostante tutto: le occasioni perse, le porte in faccia ricevute e gli ostacoli improvvisi lungo il cammino.

A volte sentiamo il bisogno di evadere, di dover scappare dalla nostra stessa vita, nonostante l'amore.
E a me è capitato, di voler evadere da tutto e tutti per tornare a respirare.

E l'ho fatto, diamine se l'ho fatto.

Succede quando dedichi del tempo, troppo amore, tanti sogni, a persone sbagliate. Che non fanno per tr neanche sotto tortura.

Ma mi ci è voluto del tempo, un cuore infranto, e tanti sogni appesi a un filo, per capire che la mia vita non stava decollando nella giusta direzione.

E per arrendermi all'evidenza che non tutte le persone che incontriamo lungo la strada sono giuste per noi, per la nostra anima.
Anche se fatichiamo a capirlo, ad accettarlo.

Col tempo ho imparato a ridimensionare tutto: i sentimenti, le persone.
Perché ci ho messo sempre troppo cuore, e quando lo fai, prima o poi, rimani fregato.

Ed il tempo mi è stato di grande aiuto,
un grande amico; l'unico che alla fine, mi ha donato la verità. Quella che gli altri tanto decantavano, che tanto professavano a gran voce; gridando i addosso cosa fosse giusto o sbagliato fare.

Ho smesso di credere a chi mi raccontava delle storie, a chi guardandomi negli occhi, mi diceva di volermi bene.
A chi mi metteva sempre lontano dal primo posto, quello a cui noi tutti, nella vita di una persona importante, ambiamo.

E quando mi sono sentita messa da parte, mi sono guardata dentro, e ho deciso, ho scelto di andare via.

Senza fare alcun rumore, ho camminato verso le mie scelte sbagliate, fino a superarle.
Funziona così quando ti calpestano e ti lasciano a terra da sola.
Finisce che ti rialzi ma non sei più la stessa.

E ne sei consapevole.

Che va così quando gli opposti non si attraggono, si respingono fino a farsi male, fino ad orbitale su due pianeti completamente diversi.

Come Venere e Marte: la prima rappresenta la sfera femminile, la seconda quella maschile. E nel mito romano Venere è la versione romantica della dea greca Afrodite, divinità della bellezza, dell'amore; Marte invece è la versione latina del dio greco Ares, che rappresenta lo spirito guerriero.

Il loro incontro nell'universo avviene ogni due anni e una volta incontrati, sono destinati a proseguire per due strade diverse.

Ma quando questo accade, nell'universo, si sprigiona un'energia nuova, rara e pura.

E quando incontri il tuo Venere vieni sopraffatta e sei sprovvista di armatura. Incapace di lottare e di difenderti, perché prima di incontrare lui, sapevi soltanto la parola amore.

Per il mio Venere ho messo in dubbio tante cose; me stessa, il mio carattere spigoloso, le mie paure e perfino certi legami di sangue, quelli che fino ad un attimo prima ritenevo essenziali, l'attimo dopo erano svaniti in un pugno di polvere.

Non so bene come, ne quando, so solo che è successo.

E quelle persone, quelle nuove esperienze, in qualche modo mi hanno fatto crescere.

A farmi capire che posso farne a meno senza sentire dolore ovunque; che posso volare alto, perché ho lasciato a terra le zavorre; che posso costruirmi da sola, pezzo dopo pezzo, gli incastri perfetti del mio puzzle, che tutti chiamano vita.

Da qualche parte ho letto che siamo noi gli artefici del nostro destino, ed io ci credo fermamente.
Credo nel dolore che si trasforma, come un bruco rinasce farfalla; credo nelle delusioni che si bagnano di nuovi inizi, come l'Araba Fenice risorge dalle proprie ceneri.

È a me stessa che devo ogni singolo passo verso il domani.

Cercami tra le stelle. . || Harry StylesWhere stories live. Discover now