Si, proprio così, caro lettore che non ha studiato matematica alle superiori. Se l'amore fosse rappresentabile con una funzione matematica sarebbe un'esponenziale, in particolare quella con base 2. Ho pensato che in ogni storia d'amore si trovano tre momenti: il prima, il durante e il dopo. Nel primo (ovvero quando i protagonisti si incontrano) l'amore ha 'valori' così bassi da essere considerato inesistente mentre invece non è così. Nel secondo momento i protagonisti (oppure solo uno) si accorgono di essere innamorati, quindi quando quel fuoco di passione non riesce più ad ardere inosservato dentro al cuore. Questo corrisponde graficamente all'intersezione di questa funzione con la retta x=0. Infine il dopo (il resto della funzione) avviene generalmente se è ricambiato e, in questo caso, l'amore assume 'valori' così elevati da essere considerati infiniti. Così questa è la storia di Matteo (un piccolo genio che critica il mondo in cui vive) e Stefania (una ragazza singolare e sciocca), strani quanto meravigliosi nei loro piccoli universi.