Capitolo 1

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[Rome,21/12/2015, 23:30]
Sono a letto da 40 minuti ma non riesco a prendere sonno, mio fratello è al telefono da 10 minuti, lo sento urlare in camera sua contro qualcuno, penso uno della sua banda. Mi ha sempre detto di starne alla larga, erano persone terribili, senza pietà. Eppure mi chiedevo, perché continuava a stare con loro.
Finalmente sento mio fratello chiudere la telefonata, mettersi a letto e tutte le luci di casa si spengono.
Altri 30 minuti e si fa mezzanotte e io ancora non prendo sonno. Sento caldo, eppure siamo a dicembre, sento odore di fumo eppure qui fuma solo Massimo ma non si permetterebbe mai in casa. Ora in casa fa troppo caldo, il fumo è insopportabile.
Esco dalla mia stanca, vedo del rosso. Scendo al piano di sotto, e fa dannatamente caldo. Sento urla, mia madre, poi di botto silenzio, anzi no, si sente del fuoco ardere. La casa è incendiata. La strada non era accessibile, non c'era più niente da fare, non potevo scendere, magari i miei erano già scappati.
Salii in camera, correndo. L'unica via di scampo? La finestra che dà alla piscina. Presi il mio gatto, l'unica cosa che ora potevo salvare, però qualcosa sentivo non andava, avevo un brutto presentimento.
Mi gettai in piscina e da lontano sentivo già le sirene, i vigili del fuoco li avrebbero salvati, non potevano morire.
Uscii dall'acqua, sentivo freddo, il mio gatto era arrabbiatissimo e tentava di graffiarmi.
Lo poggiai a terra e subito si accuccia, tremante mentre io iniziavo a gelare, avevo freddo. Cosa succederà?

[Rome 20/12/2016 09:00]
Sono ormai sveglia da 30 minuti, vestita e pronta per lavorare. Lavoro già da un anno in quel bar poco distante da casa, dovevo guadagnarmi quel poco da vivere per mandare avanti la mia vita.
Domani è un anno che la mia famiglia è venuta a mancare, un anno che la mia vita ha preso altre pieghe, altri obbiettivi. Presi la borsa e uscii di casa correndo, ero in ritardo.
Due minuti ed ero al bar, con la gonna di jeans lunga poco prima delle ginocchia abbastanza larga, con le bretelle e una camicetta bianca infilata dentro.
Iniziai a prendere le ordinazioni dal primo tavolo, salutando animatamente i clienti, che mi chiamavano chiedendomi come andava. Dopo aver servito già un paio i tavoli si avvicinò un ragazzo, sui 21 anni. Era vestito di nero, skinny strappati e una felpa sempre nera con uno scorpione.
Scorpione.
Rabbrividì solo al pensiero, magari era solo una coincidenza. Doveva esserla.
"Vuole ordinare?" Dissi io, fingendomi calma il più possibile.
"Un caffè corretto sambuca." Disse lui.
Annuì e subito iniziai a prepararlo e mentre la macchina faceva il suo lavoro io pulivo il davanzale.
Diedi il caffè corretto al ragazzo per poi pagarmi.
Sparii subito dopo, senza nemmeno salutare, persone strane.
La mattinata continuò tranquilla, fin quando era ora di chiudere.
Una volta cambiata composi il numero della mia migliore amica, Valeria.
"Troiaaa!" Urlò la mia migliore amica, ridendo, era il suo modo dolcioso di salutarmi.
"Brutta esserina inutile" risposi io "siete già tutti li?" Continuai, oggi era un giorno importante, io dovevo prendere il posto di mio fratello, dopo aver passato un anno con quella cornacchia dell'ex di Massimo. Non ha concluso nulla, ci ha fatto solo subire, sono morti due compagni e non gliene è mai fregato, mai.
"Stiamo qua, stiamo aspettando te e Lucrezia, non vedo l'ora che se ne vada." Ridacchiò. Né io né lei la potevamo vedere, pensava davvero di essere speciale.

Presi il mio motorino e dopo pochi minuti ero già nella casetta sotto terra.
"Voglio te, non voglio un doppione, perché voglio l'oro non voglio l'ottone." Dissi io, senza nemmeno dare la possibilità di chiedere chi io fossi.

Entrai nella casetta. Era umida, fredda, erano semplicemente quattro mura, nient'altro.
Lucrezia era appena arrivata, mi fissava piena d'odio, sapeva cosa le aspettava.
"Eccoci qui, dopo quasi un anno dalla morte del nostro più grande leader, Massimo Polito, uomo che ha dato tutto per questa banda. Dopo tutto questo tempo è pronta sua sorella, dopo aver imparato a vivere tra noi, a prendere decisioni, Gaia Polito, avvicinati." Disse Leonardo, il migliore amico di mio fratello.
Mi avvicinai, tra gli occhi di tutti sul mio corpo.
"Eccomi." Risposi ad alta voce.
"Gaia, diverrai il nuovo leader dei Lion, prendendo il posto di Lucrezia. Ora che sei pronta, vuoi davvero portare sulle tue spalle questo peso, pur di vincere questa guerra, come ha fatto tuo fratello?" Concluse. Vidi una lacrima sul suo viso, Leonardo era sempre stato un ragazzo sensibile, anche se non ha mai sbagliato.
"Sono pronta, prenderò il posto di mio fratello, quello che mi spetta." Abbassai il viso, in ricordo della mia famiglia, quella che mi ha cresciuta, rendendomi tale.
Ci fu un'applauso da parte di tutti, o quasi. Valeria mi si avvicinò per poi abbracciarmi forte, adoravo quella ragazza.
"No. No. No. Non è giusto, sono io che devo stare al suo posto, non lei, io devo comandare, Io. Io e basta. Non lo merita." Pochi secondi e la voce stridula di Lucrezia aveva iniziato a infastidirmi.
Si alzò di botta, continuando ad urlare e ad insultarmi, finché non disse le parole famose.
"Dirò tutto agli Scorpion, tutti i piani, tutti i punti deboli. così vedrete cosa significa star contro di me." Urlo infine, facendo così tombare il silenzio.
"Prendetela." Dissi io, senza aggiungere altro.
Fu presa, mentre lei tentava di ribellarsi, chiedendo scusa per quello che aveva detto.
Presi la pistola dalla tasca.
Quella frase era per me simbolo di morte, nessuno doveva permettersi di dire una cosa del genere, sopratutto dopo le perdine avute nell'ultimo anno, non dopo tutto quello che aveva fatto mio fratello.
Puntai la pistola alla tempia di Lucrezia e sparai, a sangue freddo. Le grida della ragazza cessarono e piccole vocine come "uguale al fratello." O "Le regole sono regole." si alzarono nella stanza.
Lascia a terra la pistola.
Non ero cattiva, non avevo intenzione di uccidere nessuno, se non strettamente necessario, ma una cosa la sapevo, se qualcuno minacciava di raccontare quel che succedeva qui agli Scorpion, sarebbe morto, in un modo o nell'altro.
Decidemmo di seppellire Lucrezia dopo il fiumiciattolo che scorreva qualche metro distante dal rifugio.
Nessuno mi aveva squadrato o definito già una cattiva ragazza, era stato giusto così.
Terminata la riunione io tornai a lavoro, finché non staccai alle 9 della sera stessa.
Tornai a casa, gettandomi sul letto distrutta, mentre Valeria mi chiamava ininterrottamente.
"Prantoo" dissi io, per scherzare.
"Ehilà, stronzetta, buonasera. Terminato di lavorare?" Rispose lei
"Pochi minuti fa mia cara e sono distrutta." Dissi sbadigliando.
"Senti Gà, sono venuta a conoscenza di una cosa, riguarda gli Scorpion." Affermò, seria.
"Esponi, per favore"
"È stato eletto un nuovo capo, il figlio del precedente, deceduto 3 anni fa, ho sentito che ha 21 anni e che è soprannominato Ilmostro. In aggiunta ti posso dire che ci darà del filo da torcere, ha intenzione di distruggerci per sempre." Terminò, con un velo di tristezza nelle parole.
"Valeria, ma secondo te? Nessuno ci toccherà finché io non morirò e stai tranquilla, non accadrà molto presto." Le sorrisi e lei lo percepì.
"Mi fido idiota, ora vado a letto, notte."
Chiusi la chiamata e riflettei sulle informazioni. 21 anni, Ilmostro. Bah. Idiozie.
Pochi minuti ed erano già tra le braccia di Orfeo che però quella sera mi offrì un incubo terribile...
[...]

Inizio questa ff, spero vivamente vi piaccia, a presto!

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⏰ Last updated: Aug 26, 2016 ⏰

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