Capitolo 6

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Katherine

Mi giro e rigiro nel letto più volte senza mai trovare la posizione giusta, niente non riesco a chiudere occhio!

Dannato Kyle!

Fortuna è sabato e domani non c'è scuola altrimenti sarei sicuramente sembrata una zombie. Dopo la festa di ieri sera io e Kyle non ci siamo quasi visti e sottolineo il quasi, perché l'occhio alla finestra mi è scappato più volte durante la giornata, non posso non notare quanto sia attraente, ma questo lo terrò sempre per me.

Dopo l'ennesima volta in cui mi rigiro sul letto sbuffo scocciata e scosto le coperte, scendo dal letto dirigendomi in cucina non prima di aver dato un'occhiata alla finestra di fronte..ha la luce spenta e dubito che di sabato sera sia a casa a dormire, non dovrebbe importarmene, alla fine può far quel che vuole, solo perché alla festa di ieri ci siamo appartati e lui mi si è praticamente appiccicato addosso e io mi sono quasi lasciata scopare sulla parete di un corridoio a luci psichedeliche in cui poteva passare chiunque, non vuol dire ci sia qualche legame o qualche impegno. Può far quel che vuole, continuo a ripetermelo in testa mentre scendo silenziosamente le scale diretta alla cucina.

Mi dirigo al frigo e prendo un pò d'acqua, dopodiché vado a sedermi su una delle sedie davanti il bancone della cucina. Mi guardo attorno circondata dal silenzio. È in questi momenti che il passato rimbomba nella mia testa. Rivedo mia madre felice ai fornelli, mio padre stringerla forte e sorridergli di rimando, vedo la luce attorno a loro e un'armonia che se n'è andata insieme a loro. Lei era sempre la prima ad alzarsi e l'ultima ad andare a letto, veniva sempre a darmi la buonanotte, notava sempre quando ero triste, spaventata, allegra o troppo arrabbiata per parlare. Trovava sempre il modo di farmi stare bene. Mi manca la pioggia e come mio padre l'aveva resa unica venendomi sempre a prendere quando giravo intorno al nostro giardino, mi manca ballare sotto la pioggia con lui e rientrare a casa con mamma che non riusciva a restare arrabbiata per più di cinque secondi. Mi manca tornare a casa da scuola posare lo zaino e correre da lei per raccontarle la mia giornata. Mi manca il profumo dei suoi pancake, non li ho più mangiati dopo; mi manca tutto. Sono passati anni, ma il loro ricordo resta vivo come fosse passato solo un giorno, alla fine impari a conviverci con quel dolore, non lo dimenticherai, ma imparerai ad andare avanti e magari ad essere felice. Almeno questo è quello che mi è sempre stato detto, e nonostante ciò che sento, spero davvero di poter essere felice.
Col bicchiere d'acqua in mano mi dirigo verso la mia stanza, mi fermo con lo sguardo verso la finestra di fronte, la luce è accesa adesso, mi sporgo più avanti e poi lo vedo.. cammina per la stanza a torso nudo, i tatuaggi in bella mostra, indossa solo un pantalone della tuta..mmm...vabbè si può pure apprezzare madre natura!

Quasi come si sentisse osservato, gira lo sguardo e i suoi occhi incontrano i miei, io non mi schiodo da lì e lui sembra divertito da questo, si avviccina anche lui alla sua finestra e poggia i palmi all'esterno

"Si sono invertiti i ruoli?"

Rido della sua domanda allussiva e lo ammetto me la merito

"Beh, tu hai visto me nuda è giusto ricambiare"

"Non ho visto neanche la metà di te nuda"

Bugiardo

"Si come no" rido tra me

"Allora la tua serata è già giunta al termine?"

Maledetta linguaccia che non sta mai zitta
Lui scrolla le spalle fingendo indifferenza

"Diciamo che non era una serata così perfetta"

Never without youWo Geschichten leben. Entdecke jetzt