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Con il capitolo 39 si conclude la trilogia sul processo a Lorenzo Rizzato, ma non la faccenda della relazione, delle prove sperimentali e del coinvolgimento del professor Ghetti; ancora 5 capitoli circa e si conclude anche la seconda parte del romanzo
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Con il capitolo 39 si conclude la trilogia sul processo a Lorenzo Rizzato, ma non la faccenda della relazione, delle prove sperimentali e del coinvolgimento del professor Ghetti; ancora 5 capitoli circa e si conclude anche la seconda parte del romanzo
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«In questa nostra falsa primavera, però, non si commemora soltanto l'omicidio politico di Matteotti; si commemorano anche le stragi nazifasciste perpetrate dalle SS tedesche, con la complicità e la collaborazione dei fascisti italiani, nel 1944. Fosse Ardeatine, Sant'Anna di Stazzema, Marzabotto. Sono soltanto alcuni dei luoghi nei quali i demoniaci alleati di Mussolini massacrarono a sangue freddo migliaia di inermi civili italiani. Tra di essi centinaia di bambini e perfino di infanti. Molti furono addirittura arsi vivi, alcuni decapitati". "Queste due concomitanti ricorrenze luttuose - primavera del '24, primavera del '44 - proclamano che il fascismo è stato lungo tutta la sua esistenza storica - non soltanto alla fine o occasionalmente - un irredimibile fenomeno di sistematica violenza politica omicida e stragista.»
          
          - Antonio Scurati
          
          Buon 25 aprile e viva l’Italia antifascista

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Nuovo capitolo, nuova parte e nuova copertina! In realtà, il capitolo 23 ammontava a circa 2500 parole, se non di più, quindi ho preferito dividerlo. Tra i due capitoli ne inserirò un altro per non addensare troppo i capitoli dello stesso pov. Si tratta, ad ogni modo, di uno dei momenti cardine dell’interno romanzo e dell’intera vicenda, un evento che verrà tirato nuovamente in ballo più avanti nella storia
          Buona lettura!
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E con il capitolo 22, come preannunciato, chiudiamo la prima parte del romanzo: “22:39:15”, che coincideva con il 10 ottobre 1963, il giorno dopo il disastro.
          Adesso la storia accelererà, coprendo addirittura mesi e anni tra un capitolo e l’altro, fino ad arrivare al processo di primo grado, ma per quello c’è ancora tempo.
          In questo capitolo ho cercato anche di chiudere un cerchio narrativo, proponendo un capitolo più intimo e legato al primo, dove abbiamo conosciuto Mario Passi.
          PS: Anche se diviso in parti, il romanzo alla fine sarà un’opera unitaria, con gli stessi personaggi - benomale - dall’inizio alla fine.
          Inoltre, in questo periodo sono sotto con gli esami all’università, quindi può essere che pubblicherò molto di meno e molto più di rado, ma una volta finita la sessione cercherò di riprendere.
          Buona lettura!
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Volevo terminare la prima parte entro la fine dell’anno, e invece manca ancora il capitolo 22… che arriverà a breve, ma nel 2024.
          Comunque sia almeno sono contento di aver scritto questo capitolo molto meglio di come lo avevo immaginato. Per questo romanzo mi sono chiesto molto come e se trasporre articoli della stampa dell’epoca tra le pagine, e penso - spero - che questo formato sia una buona via di mezzo tra la cronaca e il romanzo.
          Con questo messaggio volevo anche ringraziare chi finora mi ha supportato in questa sconsiderata avventura di portare su Wattpad un romanzo così “pesante” e cupo, sia narrativamente che storicamente parlando. Vedremo come andrà, ci sono altre quattro parti da scrivere e tanta storia da raccontare (e perché no, denunciare). Ci vediamo il prossimo anno e buona lettura!
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Ancora due soli capitoli e arriveremo alla conclusione della prima parte del romanzo; ormai la notte è calata di nuovo e la giornata del 10 ottobre si avvia a concludersi; i giornalisti rientrano al campo base - l’Albergo Cappello di Belluno - e devono dettare i loro pezzi, anche se i dubbi e le angosce raccolte durante l’arco del giorno ritornano violentemente
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Nuovo capitolo online! Penultimo capitolo di Tina Merlin nella prima parte del romanzo. In origine il capitolo doveva essere ben diverso e molto più attivo, ma scrivendolo mi sono reso conto di non poter scrivere altro se non quello che potete leggere. Questo è come doveva essere il capitolo 10, invece, da piano, ma che non ero riuscito a scrivere. Adesso invece si sanno molte più cose su quanto successo, e Tina è l’unico fra i “personaggi” a conoscere la storia del prima, ma non volevo rivelarla tutta e troppo presto. Finalmente ho trovato la giusta via di mezzo.
          Spero vi godiate la lettura
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È il 1963: il boom economico ha raggiunto il suo apice, e a Longarone si vive un periodo più disteso, anche verso i timori generati dalla grande diga del Vajont.
          Il destino di Longarone è, però, già scritto. Nonostante l’aumentare dell’intensità e del numero delle scosse sismiche prodotte dallo scivolare di un’enorme frana nell’invaso, non fu predisposto alcun piano di sgombero per le popolazioni interessate da eventuali ondate provocate dallo smottamento, né si cercò di provvedervi sbrigativamente con l’aggravarsi della situazione. Molti alle 22:39 del 9 ottobre 1963, un mercoledì, già dormivano nei propri letti, oppure assistevano alla finale di Coppa dei Campioni nei caffè, nei bar e nei saloni degli alberghi del capoluogo e delle sue frazioni. Una cinquantina di addetti assisteva, in cima alla diga e negli edifici del villaggio, a un “evento sensazionale”, unico al mondo.
          
          La frana, secondo le previsioni, si sarebbe appoggiata lentamente contro la sponda opposta, trattenuta dall’inerzia della propria massa e dall’attrito del suo piano di scivolamento. Un’ipotesi priva di fondamento.
          
          Invece, lo schianto avvenne in meno di venti secondi, e due minuti più tardi, 25 milioni di tonnellate d‘acqua, si abbatterono con la forza di due bombe atomiche tipo Hiroshima sulla valle del Piave, travolgendo i centri abitati sottostanti. Longarone, Rivalta, Pirago, Vajont, Villanova e Faè Basso furono cancellati.
          Erto e Casso, sulle sponde del lago, lesionati. Travolte, invece, le frazioni più basse ed esposte.
          
          1910 vittime.
          487 bambini sotto i 15 anni.
          
          Una strage annunciata, prevedibile e prevista.
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OrnellaStocco3

@ lorenzodalcortivo  hai trasferito in modo professionale e partecipe ogni emozione e commozione per quella tragedia di cui, forse, non ne abbiamo preso ancora pienamente coscienza. Vado a leggermi l'aggiornamento ^^
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lorenzodalcortivo

Dopo settimane (troppe, e mi scuso) un nuovo capitolo online! Questa volta l’annuncio è doppio - o triplo - perché ho deciso di rinominare il romanzo in “Il caso Vajont”. Il solo titolo Vajont è efficace, però è anche il titolo del film del 2001 e inoltre renderebbe il romanzo meno unico, meno visibile. Cambia anche la copertina, questa volta con un’illustrazione creata da me, in cui sullo sfondo si intravedono (su Wattpad la qualità delle copertine è scarsissima) metà dei nomi delle 1910 vittime. Metà perché sono veramente tanti, e non sembravano così tanti nella mia testa fino a quando non li ho trascritti uno a uno…
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