L'acqua scrosciava forte e ansimavamo ancora. Ci accarezzavamo piano, la pelle e la bocca bagnata, sudore e acqua. La doccia sapeva di sesso e d'estate, di sospiri e carne sulla carne. Lui era appoggiato al muro, la mia schiena, stretta fra le sue gambe, era abbandonata al suo petto che mi portava su e giù. Mi aveva scostato appena i capelli per scoprire del tutto il collo e ora mi baciava, lentamente, conscio anche lui che il tempo aveva rallentato e stava per fermarsi del tutto per respirare con noi. Udivo il suo respiro e le sue labbra, sentivo le dita sul mio seno stringersi appena e l'altra mano giù accanto all' inguine, ferma e sospesa, ancora un po' sporca di bianco. Io tenevo gli occhi chiusi, concentrata sul rumore del suo fiato, sui movimenti della mano e della bocca, concentrata sulla penombra che avvertivo espandersi attorno a me. Tenevo le labbra socchiuse e sapevo che di lì a poco avrei sentito le sue labbra e allora avrei di nuovo aperto le mie.