The Hero's Secret

By Kitta_Angel

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Dedicato a chiunque non abbia un buon rapporto col padre. Se non avete mai visto i film della Marvel, ATTENTI... More

Iron Dad - Proverbio
Prologo
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Epilogo
You Know Who We Are
Spider Son - Proverbio
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Epilogo
Magissa - Proverbio
Prologo
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By Kitta_Angel

Peter camminò a passo svelto col cappuccio sulla testa tra le strade di New York, nei quartieri dove sapeva che non c'erano telecamere. Al polso aveva il braccialetto con dentro la nuova tuta di gomma, all' orecchio l'auricolare per sentire la squadra e un mini Ant-Man che si nascondeva in una tasca dei suoi pantaloni.
-Vorrei solo ribadire il concetto che per me questa è una terribile idea.- parlò Scott da dentro il suo casco, -Non so neanche cosa devo cercare.-
-Ti guiderò io, Pollicino. Hailey è ancora in viaggio, ma ti dirò tutto quello che mi comunicherà. Devi solo seguire le mie istruzioni.-
-Sarà meglio che funzioni, Stark.-
-Peter, a te ci penso io, ok, figliolo?- la voce di Steve giunse ferma al ragazzo, decisa. -Saremo con te per tutto il tempo. Hai tu il compito più rischioso, distraili senza strafare, il tempo che la torre venga riattivata e noi entreremo per aiutarvi. Natasha ha già chiesto un jet dello S.H.I.E.L.D. per migliorare la nostra posizione. Tieni duro il più a lungo possibile.-
Peter annuì involontariamente. -D'accordo.-
Tony, seduto alla scrivania per tenere d'occhio suo figlio sui monitor, si voltò con la sedia girevole verso Anya. -Sappi che non esiteremo ad intervenire se tenteranno di ucciderlo, neanche se si trattasse di tua sorella.-
-Lo scudo che gli ho messo coi miei poteri lo protegge.-
-E resisterà alla barriera?-
-Non ne sono sicura, lo terrò su con la mia magia ma sarà un grande sforzo per me.- la Magissa Bianca osservò dubbiosa le registrazioni dove si vedevano Amaranta e i suoi scagnozzi, i quali smanettavano con la culla di Helen Cho e il reattore Arc rubato a Tony. -Però c'è qualcosa che non mi convince. Mia sorella ha bisogno che Peter sia vivo per portare avanti il suo piano con Venom. Perché ha messo una taglia sulla sua testa?-
-Cerchiamo di scoprirlo.- Clint, seduto in disparte, si mise la sua cintura colma di piccoli coltelli e si allacciò gli stivali. -Hills ha chiamato, dice che il jet sarà qui tra pochi minuti. Voleremo a pochi centimetri vicino alla barriera, dopo di che useremo dei rampini, salteremo contro le vetrate e le spaccheremo per entrare. Scusa in anticipo per il danno, Stark.-
-Non mi importa dei danni che faremo alla torre, voglio che Peter stia bene.- i suoi occhi scuri puntarono alla figura del giovane, il quale si stava avvicinando sempre di più all' Avengers Tower, elettrificata. -Non appena la corrente si staccherà, Electro dovrà per forza presentarsi nella sua forma "solida", diciamo.-
-E di lui me ne occuperò io.- Thor guardò il fratello e la strega, -Pensate di farcela contro Amaranta? La prima volta non è finita bene, da quel che ricordo io.-
Loki sorrise amaro e scosse il capo. -Non è questione di "riuscirci", dobbiamo solo distrarla. I Sinistri Sei sono il nostro obiettivo, nessuno di noi è ancora pronto per affrontare lei.-
-Lo farò io.-
Gli Avengers girarono la testa verso Quinn, aveva il fuoco negli occhi e sembrava senza timore. -È a causa sua se Venom ora è dentro di me. Me lo deve un faccia a faccia.-
Tony sentì un brivido percuotergli le viscere e si dovette tenere ai braccioli della sedia per non alzarsi di scatto. -Non sei nelle condizioni adatte per conbattere contro una stronza immortale disposta a tutto per vincere.-
-Sono guarita dallo scontro con Lukas.-
-Non parlava di quello.- Natasha le lanciò un' occhiata ovvia e ammonitrice. Tony ed Happy furono gli unici a capire che cosa intendesse la rossa.
L' adolescente si morse il labbro. Avevano ragione, suo figlio era importante, però lo era anche il ragazzo che amava. Cosa doveva fare?
-Ragazzi, guardate.- Bruce indicò le riprese in diretta. Toxin era sceso in strada e aveva preso Peter, trascinandolo malamente verso quella che era in effetti la sua destinazione. -Lo starà portando da Amaranta, nel salone principale.-
Iron Man si rimise subito le cuffie e il microfono per comunicare con Scott, poi digitò alla svelta sul cellulare. -Soldatino di Toy Story, mi ricevi?-
-Sì e piantala con questi soprannomi!-
-Vi stanno portando nel salone principale della torre, quello dove stiamo sempre tutti insieme appassionatamente. A detta di Hailey, ci deve essere un condotto dell' aria minuscolo nascosto nell' angolo a sud-ovest. Entraci e ti dirò come procedere da lì.-
-Agli ordini, testa di latta.-

-Peter, non c'è bisogno che mi rispondi. Di' loro semplicemente che ti sei arreso per salvare gli indifesi, tienili impegnati più che puoi.-
Peter poteva sentire il cuore battergli forte nelle orecchie mentre stringeva i pugni a scatti. Era completamente indifeso, Spider-Man non poteva aiutarlo stavolta. Proprio quando l' ascensore in cui era con Lukas si aprì, sentì il microfono spegnersi; adesso era veramente da solo, non sarebbe riuscito a parlare neppure con Scott.
Il suo ex migliore amico lo prese per la collottola, costringendolo a tenere la testa china verso il basso, e lo costrinse a camminare velocemente fino al centro del salone. Lì lo mollò e Adrian Toomes gli fu subito alle spalle, costringendolo in ginocchio e tenendogli strette le braccia dietro la schiena. Riuscì a sbirciare intorno a sé, di certo i ragazzi stavano vedendo tutto grazie a Jarvis e sperò che lo sentissero anche.
Il suono di tacchi che si avvicinavano lo fece raggelare. Sapeva bene di essere alla presenza di una sola donna, l' unica in grado di fargli accapponare la pelle, spalleggiata da Lukas, Toomes, Octavius, Kraven e Mysterio.
-Bene, bene, bene. Come mai questa visita di cortesia dal mio ospite preferito?- Amaranta lo esaminò da cima a fondo, cercando una qualsiasi possibile arma.
La strega era più pallida, doveva sentire anche lei delle turbolenze nei suoi poteri come la sorella, e il fatto che stesse tenendo su una barriera magica le richiedeva molta forza e concentrazione.
-Sono venuto a fare uno scambio. Lascia stare i cittadini, libera New York dai Sinistri Sei e prendi me, come hai sempre voluto.- mormorò con fare sottomesso, tenendo gli occhi bassi per vedere Ant-Man scivolare via dalla sua tasca e destreggiarsi tra i piedi di tutti per raggiungere il suo obbiettivo.
Kraven tirò fuori dal fodero dietro la sua schiena una spada affilata e camminò con un ghigno soddisfatto verso il ragazzo. Sfoderò il suo forte accento russo nel ridacchiare. -Finalmente, questa sì che è una giornata produttiva. Prenderò i soldi della ricompensa e appenderò la tua testa assieme a quelle degli altri miei trofei.-
Peter deglutì e si strattonò dalla presa che lo teneva fermo. Era il momento di chiedere a Tony di usufruire del chip? Con i battiti che andavano come tamburi e senza un ritmo preciso, serrò le palpebre in attesa di un dolore mortale.
Ma poi...
La Magissa usò la magia per buttare a terra la spada di Kraven e allontanò quest' ultimo con una manata. -No.-
Sia Parker che il cacciatore rimasero scioccati da quella svolta. -Che vuol dire "no"? Hai promesso denaro a chiunque lo ammazzasse, giusto? Be', eccomi qui, sono pronto!-
-Taci, russo.- Lukas lo fronteggiò, il suo corpo per metà coperto da una melma nera e rossa che continuava a muoversi. -L' ho portato io qui, perciò giù le mani, avrò io l' onore di farlo fuori.-
-Nessuno farà fuori nessuno.- Quentin Beck, poggiato ad un muro in disparte, si guardava annoiato le unghie. -Un Peter morto non ci serve a niente.-
Il Dottor Octopus rise follemente. -Già, non era questo il vero piano della nostra signora.-
Anche se per lui era una bella notizia, Peter non si sentì lo stesso tranquillo. Cercò di capire il modo di pensare di Amaranta, quale fosse la sua strategia, ma pareva impossibile.
-Cosa?!- Lukas esplose di rabbia nei confronti della ragazza. -E la mia vendetta, allora?-
-E la mia? E i miei soldi?-
Lei, in tutta risposta, gettò la nuca all' indietro in una grossa risata velenosa. -Sapete quanto mi importa di quello che volete voi? Cari, se ho a che fare con esseri patetici come voi è solo perché voglio qualcosa. I Sinistri Sei mi servono per raggiungere uno scopo ed è ciò che farete. Fossi in voi, non mi contraddirei.-
Peter vide Scott entrare in un condotto dell' aria; era fatta, ora doveva solo aspettare.
Kraven alzò un sopracciglio in direzione di Beck. -Tu sapevi tutto, non è così? Sei in combutta con lei?-
-Amaranta non mi ha tenuto nascosto niente, a differenza vostra. Quello che accadrà sarà più grande di tutti noi e dei nostri desideri messi assieme. Io sto dalla sua parte. Come Adrian e Otto.-
-Traditore! Dovevamo schiacciare questo insetto, lo abbiamo sempre voluto!-
-Risparmia il fiato, Kraven.- Amaranta fece un sorrisetto, poi divenne di colpo buia in viso. -Fa' come ti dico. E non toccare il ragazzo.- ordinò e gli diede di spalle per dirigersi verso la grande vetrata.
La confusione di Peter aveva raggiunto il picco dei suoi livelli. La responsabile della morte di suo padre e di Elijah Jones... gli aveva appena salvato la vita?
Cavolo. Insomma, cioè... cavolo.
La sua vista venne attirata dalla testa di Kraven, la quale si era girata verso dove se ne stava la spada. In un lampo, capì cosa stava per accadere e pensò di lasciare che accadesse.
Però no.
Io non sono lei.
Diede una testata contro la faccia di Toomes, abbastanza forte da liberarsi, e corse incontro a Kraven prima che potesse uccidere Amaranta, buttandolo giù con un placcaggio. Certo, non era alto e forte quanto il suo avversario, ma grazie a Natasha aveva capito che bastava beccare i punti giusti per mettere a terra chiunque.
Si levò dal corpo possente del cacciatore, che aveva sbattuto la testa e si teneva la fronte. Amaranta, arrabbiata come solo Peter l' aveva vista poche volte, a quanto pare aveva sufficiente magia in corpo da far levitare Kraven e buttarlo giù dalla torre.
Peter dovette ricacciare giù un senso di nausea a quella scena.
La potente strega si voltò lentamente in direzione di quel ragazzo che, giorno dopo giorno, la stava distruggendo con quella previsione incomprensibile.
"Il ragazzo è la salvezza".
-Perché l' hai fatto?-
Pure lui se lo chiese. E se lo richiese ancora, ancora e ancora. Successivamente, la risposta fu ovvia. E ricordò un uomo che l' aveva fatto diventare migliore.

Tony avvita un bullone nella sua nuova invenzione e si rivolge al suo "assistente". -Mi passi un cacciavite?-
L' attrezzo gli arriva volando pericolosamente sul tavolo di lavoro. Lo prende in mano. -Grazie. Certo, un po' di delicatezza non ti ucciderebbe mica...-
-Stia zitto. Non sono qui di mia spontanea volontà, se devo pure aiutarla lo farò a modo mio.-
Stark sospira ed evita una replica pungente. Suo figlio lo sta assistendo in laboratorio da due settimane, come punizione per quello che ha fatto alla sua torre, e non si sono avvicinati in alcun modo l' uno all' altro.
Una cosa che lui detesta davvero.
-Se un giorno ti capiterà di avere un capo nel lavoro che vorrai fare, ti consiglio di non usare questo tono con lui. Le parole e le azioni hanno delle conseguenze, ragazzino. Bisogna imparare a pagarle.- parla liberamente, tenendo le mani costantemente occupate. E anche se il suo ingegno è lì, il suo cuore è da tutt' altra parte. Farebbe qualunque cosa pur di vedere un sorriso su quel visetto da ragazzino bisognoso di amore.
-Sì, ha ragione.-
Il suono di un qualcosa di metallo che scatta lo mette sugli attenti e chiude gli occhi, mortificato. La pistola che tiene nascosta per le emergenze, cazzo. Evitando di fare movimenti bruschi, alza le mani e si mostra innocentemente al più piccolo.
Il dodicenne ha gli occhi rossi e la mano con la Colt M1911 sta tremando. -Le azioni hanno delle conseguenze, esatto?-
Tony prende dei respiri profondi, non aspettandosi di certo che il suo ragazzo si sarebbe spinto fino a tal punto. Doveva riuscire a calmarlo e a levargli la pistola dalle mani. -Peter... non farlo, ok? Non vuoi farlo.-
-Lei non sa niente di me.-
Evita di mostrare quanto quella frase lo ha ferito e fa dei piccoli passi incerti. -Hai ragione. Non so nulla di te. Ma so che non sopravvivresti in un carcere minorile. So che non vuoi andarci, che non vuoi procurare un tale dolore a tua zia, che non si merita di sicuro di perdere anche te. Le azioni hanno delle conseguenze, piccolo. Ne avrà anche questa.-
-No...- singhiozzando e non sapendo più che fare, lascia andare le lacrime. Vuole ucciderlo. Non vuole vederlo mai più. -Lei mi ha portato via Ben. Lui e May erano la mia famiglia. Erano tutto quello che avevo.-
-Pensi che non sappia cosa vuol dire perdere tutto? Che non capisca il tuo dolore? I miei genitori sono morti più di un decennio fa e la ferita brucia ancora, ragazzo. Brucerà sempre. Le morti come queste non sono colpa di nessuno. Ma se tu ora premi quel grilletto... tutto ricadrà su di te.- lo fissa determinato e, con un coraggio che non sapeva di avere, prende la canna della pistola e punta la bocca al suo reattore. -Non smetterò mai di chiederti scusa, se è questo quello che vuoi, ma non commettere questo errore. Te lo porterai dietro, sarai macchiato a vita. Sei migliore di così, lo sai tu e lo so anch' io. È il momento di crescere e l' unico modo per farlo è fare delle scelte. Scegli che tipo di uomo vuoi essere.-
Con le emozioni in subbuglio, Peter fa la sua scelta e lascia l' arma in mano a Stark. Lui la poggia su un piano e stringe a sé il ragazzino, il quale piange a dirotto. -Mi manca così tanto...-
-Lo so, piccolo, ma devi essere forte. Farà meno male più avanti. Te lo prometto.-

-Perché io sono Spider-Man. E Spider-Man non uccide. Nessuno merita la morte. Nemmeno tu.-
Pochi secondi di totale silenzio dopo, la torre si spense completamente e gli Avengers fecero irruzione.

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Commentate, grazie! :)

-Kitta♡

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