キスして: Bacio.
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❝Siempre fui hechicer del amor.❞
Nel momento in cui la consapevolezza di quel contatto proibito lo investì, le sue gote presero a tingersi di un colore acceso.
Il menta portò il corpo del minore sulle sue cosce, spostando le mai al suo viso quasi desiderando annullare qualsiasi distanza ci fosse fra loro.
Lo stomaco del pel di carota venne invaso da farfalle.
❝Y senti mariposas por tu amor.❞
Poté percepire nel bacio, nonostante la confusione, qualcosa che lo lasciò sorpreso.
Il demone era titubante. Non sapeva fin dove gli fosse permesso spingersi. Sembrava costringersi a controllare con tutte le sue forze l'aggressività del suo spirito. La bramosia che nutriva nei confronti di Jimin, era pericolosa.
Era un cristallo. Yoongi una tempesta.
L'avrebbe ridotto in frantumi.
«Yoongi-» Tentò di articolare una frase ma l'altro lo bloccò mordendogli il labbro inferiore.
Eppure, il demone era combattuto.
Vendetta o arresa?
Perché ammettere qualsiasi sentimento, sarebbe stato arrendersi.
❝Desde que me hechizaste el corazon.❞
Si staccò ansimante poggiando la fronte contro quella del minore.
Solo allora Yoongi poté notare quanto scottassero le guance di Jimin. Quella visione lo mandò ancor più di matto. Era impossibile saziarsi del pel di carota.
Portò riluttante le mani al suo petto allontanandolo, nonostante lo sguardo contrario dell'angelo.
«Perché mi allontani?»
«Deve essere così.»
«Non sono abbastanza?» Chiese l'altro seriamente. «La mia natura angelica ti porta noia, non è così?»
Yoongi chiuse gli occhi. Non sopportava i malintesi.
Tuttavia, non era nemmeno nella posizione per chiarire qualcosa che non era chiaro nemmeno a sé.
Lasciò così che le azioni parlassero per sé.
Portò una mano al capo di Jimin facendolo poggiare sulle sue cosce.
«Rilassati.» Mormorò percependo la sua rigidità contro il suo corpo. Portò una mano ad accarezzare i suoi capelli massaggiandogli delicatamente il capo.
Yoongi l'aveva stregato. Non vi era alcuna uscita.
«Ho la costante paura che possa finire dal dipenderne. Ho paura che possa finire col pendere dalle tue labbra. Ho paura che fra tutte le creature, tu possa completarmi.» Le parole scivolarono inconsapevolmente dalle labbra del minore.
Il menta si sentì mancare un battito.
Non era il momento adatto.
Aveva forse dimenticato la sua vendetta?
Continuò ad accarezzargli i capelli, portando ogni tanto la mano alla sua guancia paffuta lasciandosi abbandonare alla sua immaginazione. Come sarebbe stato in un'altra vita?
Pel di carota era accoccolato tra le braccia del menta mentre quest'ultimo gli accarezzava la chioma.
A volte si ritrovava ad ammirare la bellezza del suo ragazzo e perdersi in essa.
Era l'unico in grado di mettere a tacere i demoni all'interno della sua mente.
«Yoongi, credi nella reincarnazione?»
«Se mai ci reincarnassimo, ti troverei, proteggerei ed amerei.»
La mano di Yoongi si bloccò all'istante. Ancora una volta con quelle allucinazioni. Tuttavia, la percepì differentemente. In questa, era stato nominato il suo nome. Quella figura sconosciuta stava prendendo ad assumere tratti concreti e non più solo l'eco di una remota voce.
Forse, quell'angelo era la risposta al suo passato. Forse l'avrebbe aiutato a ricordare ciò che tanto desiderava.
«Fermati, finché sei in tempo. La tua bramosia porterà nient'altro che catastrofi.»
Le parole di quell'angelo peccatore riecheggiarono all'interno della sua mente, ma poco importava.
Tutto stava andando secondo i piani.
Park Jimin si stava innamorando di lui e nel momento in cui lui l'avrebbe ammesso, gli sarebbe stata revocata la carica, realizzando così la vendetta del demone.
E come se l'universo fosse dalla sua parte, quell'angelo era perfino la chiave del suo passato.
Cosa sarebbe mai andato male?
Così, si limitò ad assaporare quel momento.
Accarezzò la chioma dell'altro seguendo il movimento rilassante delle onde.
❝Quiero gritar
Quiero volar.❞
[• • •]
Jimin si risvegliò sbadigliando leggermente.
Portò immediatamente entrambi i palmi alla testa stringendola. Stava scoppiando.
«Non dovevo bere.»
I suoi ricordi erano così offuscati. Più tentava di portar a galla qualche evento, o di focalizzare un'immagine, più dolore gli recavano.
«Yoongi?»
Yoongi.
Da quando aveva preso a chiamarlo per nome?
Si alzò bruscamente dal confortevole letto. «Come sono arrivato qua? Non ricordo nemmeno d'aver annullato le mie sembianze umane. Eppure-» Agitò le ali. Si sollevò volando per la stanza cercando d'alleviare l'ansietà.
Un'immagine investì violentemente la sua memoria quasi volendosi fare beffa di lui. Un bacio.
Peccato che il soggetto di quell'immagine fosse lui.
Dannazione, Park. Doveva essere necessariamente il demone?
❝Yo sin ti pierdo magia en el amor,
y tu sin mi asi te diviertes sin control.❞
In quell'istante, apparve un biglietto. O meglio comparì dalle fiamme.
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𝒮𝓊𝓅𝓅𝑜𝓃𝑔𝑜 𝒸𝒽𝑒 𝓉𝓊 𝓉𝒾 𝓈𝒾𝒶 𝑜𝓇𝓂𝒶𝒾 𝓈𝓋𝑒𝑔𝓁𝒾𝒶𝓉𝑜.
𝒞𝑜𝓂𝑒 𝓅𝓇𝑜𝓂𝑒𝓈𝓈𝑜, 𝓁𝒶 𝓅𝓇𝒾𝓂𝒶 𝓂𝑜𝓈𝓈𝒶 𝓋𝒶 𝒶𝓁 𝓋𝒾𝓃𝒸𝒾𝓉𝑜𝓇𝑒 𝒹𝑒𝓁𝓁𝒶 𝓈𝒻𝒾𝒹𝒶. 𝒫𝑒𝓇𝒸𝒾ò, 𝒶𝓉𝓉𝑒𝓃𝒹𝑒𝓇ò.
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Non ebbe il bisogno di una firma, perché potesse risalire al mittente.
Non sembrava accennare ad alcun evento della notte precedente. D'altra parte, lui stesso continuava a non ricordarne nitidamente gli avvenimenti.
Ciononostante, sentiva ancora le stesse farfalle dilettarsi nel suo stomaco.
Prese un profondo respiro prima di apparire nuovamente in terra. Preferì tuttavia evitare di trasformarsi, giungendo invisibile alla residenza di Jung Hoseok.
Jung Hoseok non era una persona egoista. Semplicemente, non sapeva distinguere il male dal bene.
Tutti noi ci siamo passati. Conviti che qualcosa procurante del piacere, sia anch'esso di nostro beneficio.
Una relazione tossica, ad esempio. In fondo, noi comprendiamo che un determinato soggetto scateni solamente emozioni negative al nostro interno. Eppure, ci imponiamo il contrario nella speranza di proteggere quel qualcosa che avevamo costruito con tanta dedizione.
La relazione tossica di Hoseok, era quella intrapresa col gioco d'azzardo. Era consapevole, in fondo, del male che procurava. Ciononostante, pareva l'unica soluzione disponibile per i problemi finanziari della sua famiglia.
La sua famiglia non era poi così numerosa. Quattro membri. Tuttavia, quando si veniva a che fare con i conti, quei quattro membri sembravano un'intera popolazione.
Era diventato così faticoso sfamare i figli per i genitori. Jung Hoseok, tentò così di far la sua parte.
Ma aveva trovato una via abbastanza insidiosa.
Inizialmente, era riuscito a racimolare qualche somma dignitosa, riuscendo così a prestare aiuto ai suoi.
Ma non tutto quel che luccica, è oro. Non è così?
Dopo un paio di mesi, iniziò a precipitare, perdendo ogni scommessa, finendo così succube dei suoi stessi debiti.
Venne di conseguenza minacciato di morte.
In preda al panico, come qualsiasi adolescente, si rifugiò alla ricerca della più immediata soluzione.
I risparmi.
L'angelo attraversò le mura del salotto del suo appartamento trovandolo in preda a scassinare la cassaforte dei suoi genitori.
Non ebbe nemmeno il tempo d'agire. Hoseok aveva preso la sua decisione.
«Angioletto, hai perso?» Fu accompagnato da una risata sarcastica in lontananza.
Si voltò alla ricerca del demone.
Peccato che l'aveva immaginato.
❝Si esto no es un hechizo,
una ilusión entonces creo que sé
solo es mi imaginacion.❞