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By soft_jiminie

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"Dio, sei così irritante, anche se incredibilmente bello..." "Cosa..?" "Niente, perché non te ne torni in Ame... More

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By soft_jiminie

I giorni passavano lenti, Jimin ormai non rivolgeva più neanche uno sguardo a Yoongi, né tanto meno Yoongi aveva provato a chiedergli scusa, o a rivolgergli la parola nel tentativo di farlo.

Niente di niente, era come se fossero tornati ad essere perfetti sconosciuti, e a Jimin andava bene così.

Dalla sera in cui gli aveva sputato addosso tutta la sua rabbia non faceva altro che maledirsi per essersi lasciato sfuggire di provare dei sentimenti per Yoongi che andavano oltre al non sopportare il suo comportamento.

Ma era davvero troppo arrabbiato per trattenere le parole, troppo frustrato e ferito.

Non era stato affatto giusto nei suoi confronti, aveva continuato a trattarlo male, a prenderlo in giro e a tentare di portarselo a letto.

Certo, ora Jimin poteva definirsi un ragazzo col cuore spezzato, ma forse non ce n'era neanche il motivo, d'altronde non erano stati niente, se non "scopamici" per una sola volta.

Non si seppe come, ma nonostante tutti questi pensieri, dopo un'ora passata a rigirarsi nel letto, Jimin era riuscito finalmente ad addormentarsi.

Ma purtroppo per lui, quel riposo non durò molto.

Il ragazzo venne bruscamente svegliato da una mano che colpiva ripetutamente il suo fiancho da sopra le coperte.

"What the..." mormorò in americano, infastidito.

Si girò a pancia all'aria, ed aprì gli occhi, con un'espressione corrucciata in volto, cercando di abituarsi al buio.

"Che...Yoongi?" biascicò cercando disperatamente di vedere meglio. "Cosa ci fai qui?"

"Ti guardo, posso farlo?" disse lentamente Yoongi, sedendosi di peso sulla parte vuota del letto.

Jimin sbuffò sonoramente, non avevano parlato per una settimana, ora doveva dargli fastidio proprio nel cuore della notte, quando era finalmente riuscito a prendere sonno?!

"Che vuoi? Stavo dormendo, per l'amor di Dio, se proprio vuoi rompermi le palle fallo quando sono sveglio" sospirò, arrabbiato ed irritato, tirandosi su con il busto ed accendendo la lampadina accanto al letto. 

Solo allora vide com'era davvero ridotto Yoongi; i suoi occhi erano lucidi, le pupille dilatate, i vestiti stracciati e rovinati.

"Ma cosa...sei ubriaco? Fatto? Oh Dio, ma come ti sei ridotto?" disse osservando il suo viso.

"No, sono..non sono ubriaco" chiuse gli occhi e fece per cadere all'indietro, ma Jimin fu veloce ad afferrargli il braccio.

"Sì, certo, se tu sei sobrio io sono etero" alzò gli occhi al cielo e si passò una mano sul viso.

"Hey ma...ma tu sei gay..no?" rispose il maggiore, in uno stato confusionale.

"Appunto Yoongi, santo cielo" sospirò. "Ora, puoi dirmi cosa c'è? Oppure ti accompagno in camera tua e me ne torno a dormire"

"Mi manchi, Jimin" mormorò allora Yoongi.

Il minore sgranò gli occhi con stupore, per poi inarcare un sopracciglio ed incrociare le braccia al petto. "Se devi prendermi in giro ancora giuro che ti faccio uscire dalla stanza con la forza"

L'altro scosse la testa e portò una mano al suo braccio. "Dico...dico sul serio, Jimin, mi manca sentire la tua voce" disse ancora, abbassando lo sguardo

Jimin sospirò leggermente e lo guardò. "Yoongi, senti, sono le quattro del mattino, ne-"

"Non penso davvero che tu sia una puttana" lo interruppe l'altro con un filo di voce.

A quelle parole Jimin si sentì completamente impotente. "Sì che lo pensavi, o non l'avresti detto" disse cercando di fermare la sua voce da un leggero tremolio.

Yoongi scosse la testa e si avvicinò ancora di più a lui. "Non lo penso invece, ero solo arrabbiato, capisci? Ero...geloso, cazzo, ero fottutamente geloso, perché la sola idea che...qualcun altro ti abbia toccato mi manda fuori di testa" sbottò poi, lasciando Jimin senza parole.

"Cosa...?"

"Mi fa incazzare il pensiero di te che vai a letto con qualcuno che non sia io, va bene? Mi fa incazzare l'immagine di te che gemi grazie ad un altro e non grazie a me, mi manda fuori di testa l'idea che qualcuno ti faccia sorridere e ti faccia stare bene, e che quel qualcuno non sia io, Jimin, mi dispiace, sono un casino, sono un coglione, e sentirmi dire quelle cose mi ha...fatto male, ma quantomeno mi ha riportato con i piedi sulla terra e scusa se sono così, non posso farci niente, sono fatto in questo modo, non riesco ad esprimere i miei sentimenti e quindi divento stronzo nei confronti della persona interessata, che sei tu, e non meriti di essere trattato da me in questo modo e io sono un fottuto idiota ma ti assicuro che un cuore ce l'ho anche io, pure se forse non so usarlo proprio bene e-" iniziò a parlare a raffica, senza neanche riprendere fiato, e Jimin fu costretto a bloccarlo portando una mano alla sua bocca.

"Calmati ora, sei ubriaco, non sai bene quello che dici, probabilmente cose a caso, ma cerca di calmarti, vorrei evitare di portarti al pronto soccorso per asfissia" disse per riprendersi da quelle parole che gli erano sembrate tanto sincere.

"Mi dispiace Jiminie..." mormorò ancora Yoongi, scostando la sua mano e prendendola con la propria. "Tu sei...così bello, e io così stupido..."

L'ennesimo sospiro uscì dalle labbra di Jimin. "Va bene Yoongi, smettila di scusarti, ora ti accompagno in camera tua così non c'è rischio che tu cada a terra, ti metti a letto e dormi, okay?"

"Mh..."

"Okay" si rispose da solo e si alzò, afferrando il braccio di Yoongi per aiutarlo a tirarsi in piedi.

Portò il suo braccio a circondargli le spalle e con non poche difficoltà riuscì a portarlo nella sua stanza, e subito Yoongi fece per buttarsi sul letto, ma Jimin lo fermò, afferrando il suo pigiama e porgendoglielo. 

"Metti questo, avanti, non voglio fare la mamma di turno" sbuffò.

Yoongi lagnò qualcosa di incomprensibile, ma comunque fece come richiesto; si tolse la maglietta e la lanciò a Jimin, che a stento riuscì ad afferrarla, per la sorpresa di quel gesto.

"Non voglio neanche fare l'omino morto, grazie" disse poi, osservando il maggiore che si levava i pantaloni con lentezza.

Ma lui non ascoltò e gli lanciò anche quelli. "Hey! Ti ho detto che.."

"Sssh, sono il tuo hyung, devi fare..." uno sbadiglio lo interruppe da ciò che stava dicendo. "...quello che ti dico"

Il grigio alzò gli occhi al cielo e, rassegnato, andò verso il bagno, per riporre i vestiti nella cesta dei panni sporchi.

Quando tornò nella stanza di Yoongi, notò che l'altro fosse già sotto le coperte e con il pigiama, allora spense la luce e fece per tornare nella sua stanza, ma l'altro lo chiamò flebilmente.

"Jimin...?"

"Che c'è?" chiese lui, avvicinandosi nuovamente al letto.

"Puoi farmi compagnia prima di dormire? Per favore..." mormorò aprendo gli occhi e guardandolo.

"Cosa?!" esclamò lui, credendo di non aver capito.

"Ti prego Jimin..." prese la sua mano.

"Yoongi, sei ubriaco, stai dicendo e facendo cose di cui ti pentirai domattina, quindi ti prego, lasciami andare di là" sospirò Jimin, guardandolo negli occhi.

"Non mi importa di domattina, ti voglio qui con me ora, per favore" supplicò, gli occhi ancora lucidi e rossi.

A quella vista Jimin cedette, ancora una volta, si sciolse dalla presa del maggiore ed alzò le coperte, per poi sdraiarsi accanto a lui.

Subito il maggiore fece un sorrisino soddisfatto e si avvicinò a Jimin, allacciando un braccio alla sua vita e appoggiando la testa sulla sua spalla.

"Mi farò perdonare Jimin, io..." chiuse gli occhi e se li strofinò con il dorso della mano, sembrando un bambino. "Ci proverò, almeno, te lo...te lo prometto" finì poi.

L'ennesimo sospiro, stavolta di sconforto, uscì dalla bocca di Jimin, che istintivamente portò la mano ai suoi capelli scuri, cominciando ad accarezzarli con delicatezza.

"Va bene hyung, ora riposati però" disse a bassa voce, posando fugacemente le labbra sulla sua fronte e stupendosi di quel gesto così spontaneo.

Yoongi annuì, e dopo pochi istanti il suo respiro si fece più pesante, facendo capire a Jimin che si fosse addormentato.

Rimase per vari minuti immobile, la mano tra i capelli del maggiore, a pensare.

Aveva bevuto al punto di non reggersi in piedi, ma perché?

E perché era entrato in camera sua per chiedergli scusa?

Le sue scuse erano sincere?

A Jimin pareva di sì, o non avrebbe insistito così tanto, e soprattutto non gli avrebbe chiesto di rimanere nel letto con lui, semplicemente per addormentarsi abbracciato a lui.

Lo guardò per un po', Yoongi era davvero bello, bello e stronzo.

O forse non era davvero stronzo, e forse Jimin lo avrebbe scoperto presto.

Almeno sperava.

Quei pensieri gli fecero chiudere gli occhi stanchi, per poi farlo addormentare, con Yoongi stretto a lui.

Forse sì, forse Yoongi aveva solo bisogno di qualcuno che gli mostrasse di tenere a lui.

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