Ai confini del vuoto 1 - Prog...

By smallcactusstories

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La guerra tra Alleanza di Mu e Federazione di Lemuria si protende ormai da quasi dodici anni, dato che nessun... More

Premessa
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30 (Aesta)
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35 (Nayla)
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Note
Extra 2: Personaggi
Extra 3: Playlist
Extra 4: Cose varie ed eventuali
Extra 5: disegno
Ringraziamenti

22 (Erix)

162 22 28
By smallcactusstories

L'atterraggio è tranquillo e Vivi nemmeno si è mossa quando la LWSS ha toccato terra, terra che terra non è: si tratta di una gigantesca palla di metallo, ma contiene al suo interno l'unica cosa che possa veramente servirle adesso.

Se non fosse stato per mia madre, non sarei qui con lei. È stata lei a ricordarmi di questo posto, a convincermi a prendere una decisione. Per quanto possa essere difficile e doloroso abbandonare tutte le ideologie con cui mio padre mi ha cresciuto, forse ha ragione lei questa volta, forse aiutare Vivi è la scelta migliore.

Le luci dell'astronave si spengono a poco a poco, ritorna il silenzio e la calma delle stelle là fuori. Mi alzo, avvicinandomi a lei: continua a dormire, rannicchiata sul sedile. Le accarezzo i capelli, arrotolando una ciocca tra le dita: l'ho fatto così tante volte quel gesto, senza pensarci, senza rendermi conto di quanto fosse davvero vicina, senza rendermi conto dei particolari che l'hanno resa speciale ai miei occhi senza che io lo capissi. Le ho detto la verità a dirle che non c'era niente tra noi, che a me, oltre al suo corpo, non interessava nient'altro: era ciò che pensavo – ciò che volevo pensassero gli altri nel caso l'avessero saputo.

Lascio andare la ciocca, sedendomi a terra; stringo la mano che lascia ciondolare dal bracciolo, accarezzandone il dorso con il pollice.

«Mi dispiace, Vivi». Lei non si muove, ma non mi interessa se non può sentirmi. «Non avrei dovuto legarmi a te in alcun modo. Sarebbe stato più facile se ci fosse sempre stata una distanza fra noi, non avremmo dovuto stare insieme su Lemuria in primo luogo... ti sei scottata troppo presto, vero?» Lascio andare la sua mano, passandomi una mano tra i capelli. «Mi dispiace averti ferito, sarà una macchia che niente potrà togliermi di dosso».

Mi alzo, prendo il suo cappotto e glielo sistemo addosso; non ho coperte con me, non conosco le LWSS della Federazione, non so se ci possono essere qui in giro – forse no, visto che questa è anche sprovvista di cabine.

Non credevo nemmeno accettasse di uscire con me, figuriamoci oltrepassare la fascia di asteroidi. Avrei detto che mi avrebbe scacciato in malo modo – me l'aspettavo... e me lo sarei meritato.

Indugio con la mano sopra la sua spalla, ha ragione a darmi del cretino, stavolta lo sono stato veramente. Non si merita affatto uno come me, Axel aveva ragione.

Mi passo una mano sul volto, non posso nemmeno giustificarmi per quel che ho fatto: mi aveva dato fiducia per una volta e io l'ho ripagata con un voltafaccia. Cretino. Me lo merito proprio quell'appellativo. Non so nemmeno cosa mi sia passato per la mente a infiggerle così tanto dolore con le mie stesse mani, per poi pentirmene la stessa notte, sfogandomi contro il cuscino e il muro e continuare ancora il giorno dopo.

Scendo velocemente a terra, ho bisogno di aria, ho bisogno di solitudine.

L'aria fredda mi colpisce in faccia, ma lo schiaffo di Darinell ha fatto più male. Brucia ancora l'espressione di disgusto che mi ha rivolto prima di colpirmi, sono certo che l'avrebbe fatto lei se non fosse stata così debole – è stata lei a dirgli di farlo. Era ciò che mi meritavo.

Ha scatenato la sua furia in battaglia, voleva farmi crollare il terreno intorno e avrebbe anche vinto la guerra, se non fosse che i territori dell'Alleanza fossero così ampi che è impossibile sapere con certezza quale sia il loro reale confine.

Credevo che l'avrei vista decisa, non pensavo che lei, Vivi, potesse crollare così .

Nayla mi tirava in un verso, Vivi mi trascinava verso il baratro e io non ho saputo scegliere. Forse non avrei dovuto risparmiarle la vita sull'At5 quel giorno in cui l'ho incontrata per la prima volta, l'unica in cui mi supplicò di risparmiarle la vita.

Speravo lo facesse anche su Minerva, speravo di sentirla cedere, speravo di sentirla pregarmi un'altra volta. Ha distrutto tutte le mie certezze, l'ha fatto ogni volta. Ha implorato la morte, ma se avessi perso lei, cosa mi sarebbe rimasto se non le stelle?

Stringo i pugni, colpendo con forza la lamiera. Vorrei urlare, vorrei chiederle scusa, ma è assurdo che io non trovi le parole per farlo. Si meriterebbe qualcuno migliore di me, che le è passato per la testa a innamorarsi di me?

Non mentivo ad Axel quando gli ho detto che fosse l'unica per cui provassi qualcosa, che non fosse un misero divertimento. Riusciva davvero a farmi dimenticare la guerra per qualche ora, a farmi conoscere attimi di calma in quell'insieme di esplosioni.

Colpisco nuovamente l'astronave con entrambi i pugni, qualche ciuffo di capelli mi ricade sugli occhi. Ho il respiro corto, non so nemmeno cosa pensare di me: sono stato capace di ingannare l'intera Federazione, avrei potuto toglierli di torno una volta per tutte, ma mi sono fatto fregare da lei, ho fallito per colpa della stessa donna che ho incontrato per wakin di nascosto, con cui mi sono illuso di giocare.

È stata tutta un'illusione. L'unica cosa vera che le abbia mai detto quando siamo stati da soli, è stata su Lemuria.

Errore per errore, io ho sbagliato nel pensare che tutto non potesse diventare più grande.

Perché lo è diventato, ma avrei dovuto capirlo prima di ricevere quello schiaffo, avrei dovuto capirlo da tutti quei momenti in cui mi ritrovavo a fronteggiare la realtà del nuovo ol, ad avere sulle mani il suo sangue che sembrava non voler andare via. Tutti quegli inganni che abbiamo tessuto a scapito della fine della guerra, tutte quelle notti in cui non eravamo altro che amanti egoisti continuavano a tornarmi in mente su Minerva; cercando di scacciarli, infierivo sulla stessa persona che era causa dei ricordi.

Cretino.

Quelle torture su Lemuria, quelle botte ricevute, alla fine, me le sono meritate: ho ingannato tutti, ho puntato solo al mio interesse personale; ho perso di vista ciò che davvero doveva essere importante. Volevo solo rendere mio padre orgoglioso senza pensare che lui non può far niente ormai: è morto, sull'Artemis, esplodendo insieme all'astronave – ucciso da Minerva, dalla cosa che bramava di più.

Cretino.

Avrei dovuto pensarci prima, avrei dovuto ammazzare Nayla e non minacciare lei.

Non so che mi sia preso, non so che avessi per la testa. La sete di potere, arrivare a quel trono che mi è sempre stato presentato da lontano, mi aveva fatto diventare cieco. Tutte quelle volte che l'ho guardata dormire al mio fianco, tutte quelle volte che ho cercato di imprimermi nella memoria ogni suo minimo gesto non contavano nulla? La paura che avevo di sentir comunicare da un giorno all'altro la sua morte non mi ha fermato dall'infliggerle tutte quelle ferite?

Cretino.

Credevo mi abbandonasse oggi, ero pronto a sentirle dirmi addio, l'avrei accettato.

Ha nuovamente distrutto tutto quel che credevo. È stata lei a baciarmi, lei. Riesce a salvarsi da ogni cosa, tranne che da me. Forse dovrei essere io a salvarla, ma come posso farlo qui e adesso? Non so nemmeno se si fida di me: forse sì, visto che è venuta con me senza troppi problemi, pur consapevole che avrei potuto ucciderla lontano dall'Atlantis; forse no, vedendo la sua reazione mentre oltrepassavo la fascia di asteroidi.

Avrei voluto baciarla di nuovo fino a perdere il fiato, sentire le sue mani continuare a muoversi sul mio corpo, sentirla bramare un contatto. Vorrei chiederle scusa con la testa affondata sulla sua spalla, stringerla fra le mie braccia un'altra volta, sentirla aggrapparsi a me per non scivolare ancora. Avrei dovuto capirlo prima che volevo davvero rappresentare una certezza nella sua vita e non una variabile pronta a voltarle le spalle.

Sbatto di nuovo le mani sulla lamiera, il rumore rimbomba nelle mie orecchie. Scivolo a terra, la schiena appoggiata alla nave.

Cretino.

È la sua voce a insultarmi, non riuscirò a dormire tranquillo mai più, il suo sguardo carico d'odio mi ha ferito nell'animo con un taglio ben peggiore di quelli che io le ho inflitto.

Cretino.

Nascondo il viso fra le mani, non faccio niente per fermare le lacrime, ho solo bisogno di sfogarmi, di avere come unici testimoni della mia debolezza le stelle.

Sono un cretino.

Quante volte me l'avrà detto nei wakin? Mi si è fissato addosso quel nome, una seconda pelle da cui non potevo staccarmi.

Perché mi ha fatto tutto questo? Perché non poteva rimanere tutto un gioco, un tira e molla egoistico a cui solo la distruzione della Perseus o della Starfall poteva mettere fine?

Ma la Perseus non esiste più, è stata distrutta per mano loro, da quell'equipaggio che seguirebbe Vivi ovunque. Ho tradito tutti loro, ma se conoscevano bene la Rayegan, non potevano dire lo stesso di me. Li ho sentiti i loro sguardi su di me, il loro disprezzo per aver ferito nell'animo più che nel corpo il loro comandante. Non ho scuse per quel che ho fatto, non posso essere perdonato.

Con che coraggio posso chiedere scusa a Vivi senza sembrare ipocrita ed egoista? Agli occhi degli altri apparirebbe come l'ennesima mossa politica: chiedere scusa a Vivi, tornare al suo fianco ora che la guerra pende a vantaggio della Federazione. La Starfall è sull'Atlantis – vittoriosa, non in avaria! – e il re è chissà dove. L'unico a guadagnarci potrei essere io. Salvare la vita e l'onore, certo, sarebbe bello, ma la morale... l'ho persa nel momento stesso in cui ho puntato la pistola contro Vivi, quel momento in cui l'amore per il trono ha superato quello per lei.

Non potrei essere in una situazione più pericolosa.

Qualsiasi gesto potrebbe ritorcermi contro, ho le mani legate, ma magari fossero le manette di metallo che gli uomini di Vivi mi hanno messo ai polsi.

Alzo lo guardo al cielo, non conosco le stelle che si vedono da qui, a dire la verità, non ne conosco molte di costellazioni. Io sono abituato a guardare davanti, non in alto, ma Vivi ha sempre fatto il contrario, lei si è riempita gli occhi delle stelle dell'At5, ci si è persa lassù pur di evadere. Io il mio posto l'ho sempre considerato al comando, un gradino sopra gli altri. Ci voleva una come lei a distruggere le mie certezze, una dopo l'altra, inesorabilmente.

Appoggio la testa alla lamiera fredda, mi passo una mano sui capelli, un dito rimane impigliato nei riccioli – al solito. Vorrei fosse la mano di Vivi quella a stringermi i capelli, vorrei sentirla nuovamente mia, stretta a me mentre lascia scivolarle addosso ogni briciola d'orgoglio. Quante nuove cicatrici ci saranno su quella pelle che un tempo era così liscia? La ricordo ancora quando era solo una ragazzina, quando ancora la guerra era lontana dal suo corpo, seppur presente da sempre nella sua vita. Se solo mio padre non avesse accusato la sua famiglia, sarebbe stato tutto diverso. Chissà, forse anche il nostro rapporto sarebbe stato stravolto. Qualche volta ho immaginato come sarebbe avere Vivi al mio fianco, se la Starfall fosse al comando dell'Alleanza avremmo vinto da wakin.

Ma ora che fare?

Non ho mai avuto tanta paura, è la prima volta che mi ritrovo da solo contro tutta la Galassia.

La Federazione mi vuole morto, Nayla vorrebbe solo togliermi di mezzo, l'Alleanza forse non si fida più di me e Vivi pare non odiarmi così tanto, che senso avrebbe avuto avermi baciato prima? Non so cosa pensare di lei, come comportarmi.

Spero solo che quel che ho intenzione di darle possa far cambiare idea a lei e alla Federazione.

Cos'altro potrebbe servirle di più di una flotta adesso?




L'angolino buio e misterioso

Aw, che carino Erix. So che qualcuno lo vuole picchiare nonostante tutto, ma forse se lo merita(?).

È solo un cretino, dai. *disse quella che lo massacra con l'angst per tre storie e mezzo*

Per carità, ci poteva anche stare un triangolo con Axel, ma la sottotrama romantica sarebbe diventata prevalente rispetto alle fasi finali della guerra che si stanno delineando e soprattutto non c'avrebbe avuto senso con il resto della trilogia. 

Fun fact: nella prima bozza la coppia principale erano Axel e Vivi. 

Yup.

Strano vero?

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