Fallin' All In You || Shawn F...

By LadyFrost02

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«Ci siamo conosciuti in una situazione stramba e le cose sono andate diventando sempre più strambe, anche se... More

Presentazione
I - Raimon Junior High
II - Visita alla Royal Academy
III- Alius Academy
IV - Il Lupo dei Ghiacci
V - La Terra dei Ghiacci
VI - Non È Ancora Finita
VII - Partita da Tre Minuti
VIII - Absolute Royal Academy
IX - Primo Segreto Svelato
XI - Allenamento Speciale
XII - Il Cielo Stellato
XIII - I Capelli Favolosi di Xene... O Xavier?!
XIV - Cambi Repentini d'Umore
XV - Il Bomber di Fuoco
XVI - Vagando Per Okinawa
XVII - Ritorno In Campo
XVIII - Un Compleanno Quasi Rovinato
XIX - La Genesis
XX - La Fine... O Forse No
XXI - Un Nuovo Inizio
XXII - Il Ritorno
XXIII - Selezioni
XXIV - Non Dovevamo Allenarci Dice?
XXV - Interrogatorio Stile Collins
XXVI - Sono Brava A Dar Fastidio
XXVII - Questo Non È Mai Successo
XXVIII - Erik torna da noi!
XXIX - Suzette La Racconta-Storie
XXX - Fiammella Is Back
XXXI - Insegna Luminosa
XXXII - Ignoratemi Pure
XXXIII - Stonewall Non È Poi Così Male
XXXIV - Vittoria E Sconfitta
XXXV - Mi Devi Un Milkshake
XXXVI - È Tornato!
XXXVII - Zuccherino...
XXXVIII - Spada Angelica
XXXIX - Albino o Corvino?
XL - Geloso?!
XLI - Spin Off
XLII - Una Sequestrata... Particolare
XLIII - Ho Solo Giocato A Monopoly!
XLIV - Appuntamento Romantico
XLV - Festival
XLVI - Desiderio
XLVI - Desiderio (pt. 2)
Epilogo
Annuncio Sequel
Sequel
I - Il Tempo Vola
II - Conversazione Tra Gli Spalti
III - In Prima Pagina
IV - Intervista Pre-Partita

X - Confusione In Casa Collins

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By LadyFrost02

Entro nello studio sbattendo la porta dietro di me.
«Se lo prendo lo ammazzo.» sbraito.
«Cos'ha fatto ora tuo fratello?» domanda la mamma sopra ad una scala.

«Ha fatto sparire tutti i palloni che erano qui a casa... tu che fai là sopra?» mi butto sopra una sedia a guardare mia madre che sta sulle punte dei piedi su quella scala.
«Cerco un libro.» osservo la stanza e noto che dalla libreria sono scomparsi la metà dei libri.

«Sembra sia passato un uragano.» dico raccogliendo da terra uno dei saggi di mia madre e poggiandolo sulla scrivania piena di libri.
«Non riesco a trovarlo.» si lamenta e mi fa cenno di avvicinarmi a lei.
«Poggiali dove trovi posto.» e mi porge quelli che saranno tre enciclopedie grosse e pesanti come mattoni.

«Cosa cerchi esattamente?» le chiedo mettendoli a terra.
Lei scende di un gradino e controlla lo scaffale sotto.
«Un libro del dottor Albert Bandura.» dice porgendomi altri libri che metto per terra.

Osservo lo scaffale davanti a me.
«Intendi questo?» le chiedo togliendo un libro e leggendone il titolo.
Mia madre scende di fretta dalla scala, ma inciampa in una pila dei suoi libri e per poco non cade.

«Ma dove l'hai trovato? Eppure ero certa di aver cercato lì.» dice prendendolo in mano sorridendo.
«Sei così sbadata mamma.» dico sorridendo.
«Ecco da chi hai preso allora.»

Osservo quella libreria e mi avvicino a dove ho trovato quella volta il libro di quel autore che tanto ammirava.
Forse non dovrei essere qui, o forse sì.

Vado nella mia camera e cerco un quaderno a righe nuovo e tutte le penne colorate che riesco a trovare.

Comincio a togliere più libri che posso dallo scaffale più basso della libreria e li poggio sulla scrivania, per quelle che saranno ore scrivo e metto in disordine la stanza, anzi che dico, l'intera casa.
La cucina è disseminata di libri, come il salotto, dato che non sono capace a stare ferma per troppo tempo me ne sono andata in giro per la casa con i libri in mano a leggere e scrivere, e poi ho abbandonato i libri ovunque mi trovassi.

Mi lego i capelli, o almeno ci provo, con un paio di penne facendo però cadere qualche ciocca sul viso.

Sono seduta per il corridoio, scalza, con una piccola pila di libri vicino a me quando sento suonare alla porta.
Mollo lì il libro e corro per le scale scalza evitando un'enciclopedia lasciata lì... e quella come ci è finita sulle scale?! Sono un disastro.

Apro la porta aspettandomi di trovare mio fratello, ma invece ci sono Mark e Shawn.
«Jude ha detto che eri a casa.» dice Mark squadrandomi.
«Sembri essere stanca.» mi dice.
«Non lo sembro, lo sono.» rispondo massaggiandomi gli occhi.

«Prego entrate.» mi sposto dalla porta per farli entrare.
«Wow.» dice Shawn osservando il disordine.
«Sì, non è al massimo del suo splendore. Volete qualcosa?» chiedo portandoli nel salotto.

«Si grazie.» rispondono in coro.
«Okay. Torno subito.» entro in cucina e cerco del succo di frutta dal frigo, prendo tre bicchieri e li appoggio su un vassoio e li porto.
«Potevate avvisare, almeno avrei riordinato.» dico prendendo un dizionario enorme vicino alla poltrona sulla quale è seduto Shawn e mettendolo sopra un altro dizionario come scala per raggiungere la mensola più alta per tirarne fuori dei biscotti.

«Che ci fate qui?» dico mentre li verso in un piatto e li poggio sopra il tavolino in salotto.
«Eri sparita per tutta la giornata e volevamo sapere come stessi.» dice Shawn. Tutta colpa tua, avrei voluto dire.

«Nulla di ché, tranquilli.» dico mentre guardo il capitano ingozzarsi di biscotti.
«Ma quella...» ingoia il boccone. «Non è la maglia della Royal Academy?» chiede Mark.
«Si, era quella di mio padre.» rispondo osservando quella maglietta che è stata incorniciata anni prima.
«Tuo padre è fantastico, era un calciatore eccezionale, capitano della nazionale giapponese... non è a casa?» quasi non mi va di traverso il succo.
Scuoto la testa.

«Ah bhe possiamo aspettarlo, e ti diamo una mano a riordinare.» propone Shawn.
«Sarebbe meglio di no. Mio padre non tornerà.» dico triste.
«È in viaggio?» chiede Mark.
«Un viaggio molto lungo, uno senza fine.» dico alzandomi e raccogliendo qua e là i libri mentre loro mi osservano in silenzio.

«Venite vi faccio vedere una cosa.» dico incitandoli ad alzarsi.
«Attenzione a quel libro Mark.» dico vedendolo inciampare e cadere a terra.
«Che casino.» dice rialzandosi.
«Si poi riordino.» dico saltando per evitarne un altro.

«Ma da dove spuntano fuori tutti questi libri? E perché sono dissemminati ovunque?» domanda Shawn mentre osserva dalla cima delle scale il disordine che ho lasciato.

«Bhe, vengono dal mio cappello magico senza fondo.» prendo il mio quaderno con tutte le penne che avevo lasciato in corridoio.
Entro in camera mia per appoggiarli e loro mi seguono dentro la stanza.

«Questa sembra essere l'unica stanza in ordine.» dice Mark avvicinandosi a uno dei tanti palloni presenti in casa.

«Questi siete tu, Jude, David e Joe?!» dice Shawn osservando la foto appesa alla parete. Indossiamo tutti l'uniforme della squadra della Royal Academy e mi trovo tra Jude e David mentre sorridiamo tutti, è stato Ben a scattarci quella foto più di un anno fa.
«Mentre qui ci siete solo tu e Joe.»

«Questa la ricordo perfettamente, la foto originale è stata scattata mentre eravamo fermi come soldatini con le uniformi della scuola, poi pensando che non ci stavano più scattando altre foto ho cominciato a prenderlo in giro e lui mi ha sollevato a mo' di sposa, quando mi ha rimessa a terra, mentre mi teneva la vita per evitare che cadessi ci hanno scattato quella foto a tradimento.» dico guardando la foto con un sorriso gigantesco.

«Cos'hai?» chiedo a Shawn dato che osserva quella foto con troppa attenzione e tenendo i pugni ben serrati, non mi risponde.
Mi avvicino a lui e sposta lo sguardo su di me e il verde dei miei occhi si perde all'interno dei suoi grigi.

I pugni che erano serrati poco prima ora stanno sfiorando le mie dita, sento le mie guance che cominciano a colorarsi di rosso, ma non mi muovo di un solo millimetro.

«Non ci credo, questo pallone è stato autografato da tutta la squadra della nazionale giapponese di vent'anni fa.» dice Mark prendendo in mano un pallone, io e Shawn sembriamo risvegliarci da un trans e guardiamo il capitano che ha un gigantesco sorriso sul volto.

«Cosa è successo?» domanda Mark guardandoci interrogativo.
«Niente.» quasi urliamo entrambi ed è vero.
«Se lo dite voi.» alza le spalle e lancia il pallone in aria per poi prendendolo al volo.

«Non vedo l'ora di conoscere il signor Collins, ma come ha fatto a non venirmi in mente prima.» esuberante come al solito.
«Mio padre non tornerà a casa e c'è un motivo.» vado verso l'armadio e ne tiro fuori una piccola cartellina buttandola sopra il letto, in attesa che quei due ragazzi la aprano.

«Cos'è?» domandano in coro. Shawn va a sedersi vicino a Mark, mi sembra che il tempo si sia fermato mentre loro aprono quella maledetta cartella e leggono i fogli al suo interno.

Osservo il pallone autografato vicino ai miei piedi in attesa che finiscano, ma sembra passare un'eternità prima che alzino lo sguardo e mi guardino in faccia.
Boccheggiano indecisi su cosa dire.

«Lo so.» dico prendendo in mano il pallone e guardandolo.
«Gli sarò sempre grata di avermi insegnato a trattare il pallone come se fosse una persona reale.» lo rimetto a posto e riprendo la cartellina e la butto dentro l'armadio non volendo più vederla.

«Il gatto vi ha mangiato la lingua? Già che siete qui, in piedi e aiutatemi a riordinare.» dico andando verso la porta.
«Muovetevi.» si risvegliano e si alzano di scatto seguendomi ancora troppo silenziosi.

«Allora cominciamo dal salotto...» dico cominciando a raccogliere vari libri e levandone gli oggetti che ho usato come segnalibro.

«Dove li metto?» chiede Shawn con qualche libro in mano.
«Al piano di sopra c'è una stanza altrettanto piena di libri, poggiali adesso arrivo a dirti dove metterli.» dico mentre mi butto per due minuti esausta sul divano.

«Mi spieghi come sono finiti in ogni punto della casa?» domanda Mark buttandosi al mio fianco, abbiamo raccolto tutti i libri e sistemati in una pila gigantesca, e adesso dobbiamo andare a rimetterli al loro posto.
«Non riesco a stare ferma e quindi passeggiavo con i libri in mano.» rispondo mettendo i piedi sul tavolino di vetro.
«Cretina.» sussurra.

«Ma a che ti servivano tutti quelli?» quanto è curioso questo ragazzo.
«Serviva a mio fratello e per trovarla... ecco cosa ho combinato.» mento.
«E l'hai trovata?»
«Può darsi.»

Mi alzo in piedi.
«Tu vai io vi raggiungo tra cinque minuti.» dice chiudendo gli occhi, spero non voglia dormire.
«Okay.» salgo di corsa le scale per raggiungere Shawn e vedo una porta aperta, solo che non è lo studio di mia madre.

«Ce ci fai qui?» domando bruscamente appoggiandomi allo stipide della porta con un sopracciglio alzato.
Per poco non gli cade la foto che ha in mano.
«Non so, mi avevi detto la stanza al piano di sopra e quindi ho aperto la prima e... wow.» dice guardandosi attorno.
«Già wow...» sussurro.

Alzo lo sguardo e il mio cuore perde qualche battito, per poco non cado.
«Ehy, ti senti bene?» si avvicina a me e mi tiene per le spalle.
«Si, tutto bene.» mento guardando i miei piedi scalzi a pochi centimetri da quelli di Shawn.
Mi alza il mento e fa incrociare i nostri occhi.

«Non devi sempre fingere che vada tutto bene, è okay se va male tutti soffriamo ma abbiamo bisogno di dirlo a qualcuno, e tu sembra che non l'abbia mai fatto.» dice avvicinandosi ulteriormente, il mio respiro comincia a diventare irregolare.
«Poi passa, non ti preoccupare, ripeto che è tutto okay.» l'atmosfera si è fatta improvvisamente tesa e vorrei scappare da lì, ma allo stesso tempo non voglio andarmene.

«Ti senti sola?!» dice prendendomi alla sprovvista.
«Sola?» ripeto.
«Non letteralmente, ma nessuno ti ha mai chiesto come stessi realmente, mi sbaglio?»
«Cosa te lo fa pensare?» sussurro.
«Si vede.»
«Ma sembra che tu sia l'unico che la pensa in questo modo.» dico cominciando a sentire gli occhi bruciare.
«Perché ti osservo.» cosa intende dire?

«Quindi come stai?» richiede questa volta con un dolce sorriso su quel suo viso angelico.
«Male.» rispondo per la prima volta dopo anni.
Shawn mi abbraccia stringendomi dolcemente al suo petto.
Sarebbe il momento perfetto per abbandonarsi a un pianto liberatorio, ma non lo faccio lo stringo ulteriormente e mi godo il suo dolce odore.

Shawn non dice nulla, mi stringe a sé e sta zitto, mi toglie le due penne che avevo usato per tenere legati i capelli.
Resto lì, non volendo abbandonare quelle braccia che mi stringono delicatamente ma anche decise a non lasciarmi andare.
«Grazie Shawn.» sussurro ancora abbracciata a lui.
Mi dà un bacio tra i capelli e sussurra qualcosa che non capisco.

Quando trovo la forza di staccarmi decido di guardarmi attorno.
«Vedi questa era la mia stanza preferita, ci passavo molto tempo in compagnia di mio padre a vedere questi...» mi avvicino al ripiano contenente varie cassette. «a studiare e cercare di imparare meglio tutti i trucchi che ci sono da sapere sul calcio, ma da dopo quel giorno non ho più messo piede in questa stanza.» prendo la fascia di capitano di mio padre e la osservo con tanta nostalgia.

«Secondo me un semplice "mi dispiace" non può bastare, e lo so bene.» dice mentre fa qualche passo nella mia direzione.
«Che intendi dire?» resto lì impalata.

Prima che possa aprire bocca spunta fuori Mark.
«Sono in paradiso?» domanda con gli occhi a cuoricino.
«No e ora fuori. Tutti e due.» li spingo entrambi fuori dalla stanza e chiudo dietro di me la porta.

Passano due ore e noi finiamo di riordinare tutto lo studio di mia madre.
«C'è qualcuno?!» sento urlare dal piano di sotto mio fratello.
«Fratellone.» dico correndo fuori, scendo le scale e gli salto addosso.
«Piano così mi ammazzi.» dice mentre ricambia l'abbraccio.
«Quella era l'intenzione.» dico e lui mi solleva da terra.

«Izzy abbiamo finito.» dicono in coro i due ragazzi.
Christian mi fa scendere e mi guarda interrogativo.
«Oh giusto, Christian lui è Shawn, il centravanti della Raimon, Mark invece lo conosci già.» dico presentandoli.

«Questo lo so, il punto è che ci fanno qui a quest'ora?» domanda guardando Shawn con uno sguardo di chi vuole mostrarsi superiore.
«Sono venuti a trovarmi e mi hanno aiutato a riordinare la casa.» dico osservando Shawn che sembra sentirsi a disagio per le occhiatacce di mio fratello, mentre Mark si sente tranquillo anche se la prima volta che ha incontrato mio fratello ha avuto lo stesso trattamento.

«Solo questo?» domanda.
«Si e se non la smetti finisci male.» gli schiaccio il piede facendolo saltellare dal dolore.
Vado verso la porta e metto le scarpe.
«E ora dove vai?» chiede.
«A scuola, si è fatto tardi. Ci raggiungi domani?» gli chiedo mentre anche Mark e Shawn mi raggiungono.
«Okay. Fate attenzione per strada.» dice buttandosi sul divano.

«Ignora mio fratello.» dico appena usciamo fuori.
«Mah se lo dici tu.» dice Shawn.
«Abbiamo saltato cena.» fa notare Mark tenendosi la pancia.
«È vero.» dico facendo lo stesso.

«Ho fame.» diciamo allo stesso tempo con le lacrime agli occhi.
«Shawn abbiamo fame.» continuiamo allo stesso tempo.
«E io che dovrei fare?!» domanda ridendo.
«Non so, trovaci qualcosa da mangiare.» dico tirandolo per una manica della tuta.

Alla fine siamo andati in un chioschetto e ha offerto Shawn e poi siamo tornati a scuola.
«Grazie mille per avermi dato una mano.» dico ad entrambi.
«Di nulla, buonanotte.» dice Mark ed entra dentro l'Inazuma Autobus.

«E grazie soprattutto a te.» dico con un tono di voce lieve.
«Non ho fatto nulla.» dice guardandomi sorridendo.
«Hai fatto molto... per me.» dico osservando i suoi occhi.
«Allora sono felice di averlo fatto.» si avvicina a me, anche molto, e mi da un piccolo bacio su una guancia, sento che sono diventata paonazza.
«Buonanotte.» dice per poi entrare anche lui sul pullman.
«Buonanotte.» sussurro di rimando.

Entro nella tenda delle ragazze e mi sdraio sul mio sacco a pelo giallo e mi tocco il punto in cui le labbra di Shawn sono entrate in contatto con la mia guancia.
Cosa mi sta succedendo?

__________

«Te lo ripeto per l'ultima volta, sopra la mia scrivania c'è un quaderno rosso a righe, portamelo.» urlo per la centesima volta al telefono.
Ieri per la fretta mi sono dimenticata di portarmi dietro il quaderno che avevo usato ieri per evitare le possibili domande sconvenienti di mio fratello e quindi ora sono qui, al cellulare a provare a dirgli dove si trova.

«E io te lo ripeto per la centesima volta, qui ci sono ben tre quaderni rossi, tre, capito?» dice.
«Allora portali tutti e tre.» dico per poi riattaccare.
«Stupido troglodita.» borbotto tra me e me.

«Wow devo ammettere che le stampelle ti donano.» scherzo con Kevin.
«Mai quanto donerebbero a te.» dice lui.
«In effetti a me dona tutto.» mi vanto.
«Ma smettila.» quasi quasi mi tira addosso la stampella.

«Che ne dici di fare una gara di corsa? Scommetto che vinco io.» continuo.
«Vi prego che qualcuno la faccia stare zitta.» dice Kevin ad alta voce ma nessuno gli risponde.
«Nessuno?» domanda.
«Impossibile, parlo per esperienza personale.» dice Jude.

Mi giro nuovamente verso Kevin.
«Quindi ora serve un attaccante... posso farlo io. Tranquillo so fare meglio di te il Drago Alato e il Dragon Crash.» dico imitandolo.
«Ma la smetti di fare la stupida?!»
«Soltanto quando ti metterai a saltare sulla caviglia dolorante.» dico saltellando su un piede.

«Shawn.» dice avvicinandosi a lui e io lo seguo.
«Falla smettere mi sta per far diventare matto.» si lamenta.
«E perché dovrei riuscirci?» domanda ridendo.
«Perché sembri l'unico ad avere un'influenza positiva su questo mostro.» dice.
«Mostro io? Mi hai ferita nel profondo Kevin.» fingo di starmi asciugando una lacrima.

«Isabelle...» mi ammonisce Shawn.
«Scusa...» dico abbassando la testa.
«Visto?! Finalmente un po' di pace.» dice Kevin.
«Ma tu dici che riesco a stare in equilibrio su quella?!» domando cercando di levargli la stampella.
«Isabelle smettila.» mi tappa la bocca Shawn poggiando su di essa una mano.
«Grazie amico.» dice Kevin.
Borbotto qualcosa di incomprensibile persino a me stessa.

«Vedrai, molto presto tornerai a giocare.» dice Shawn a Kevin.
«Ma certo, puoi contarci Shawn.» risponde l'infortunato.
Gli tende la mano e con quella libera gliela stringe.
«Puoi mollarmi ora?» chiedo non sapendo se abbiano capito qualcosa.
Shawn toglie la mano e pure io saluto Kevin.

«Isabelle!» sento urlare. Vedo mio fratello e vado da lui osservando i tre quaderni e prendendo quello giusto.
«Fai la brava, e divertiti, e non dormire con i ragazzi e...» lo interrompo.
«Si ho capito.» lo abbraccio e salgo dentro il pullman dove tutti mi stanno aspettando.

Mi siedo vicino a Shawn che ora è solo.
Arrivati nel luogo preciso, dove la Schiller ci ha detto che si trova la base operativa degli alieni, scopriamo che si tratta di un luna park.

«Il posto dovrebbe essere questo, ma siamo sicuri che si nascondono qui?» domanda Mark.
«Io dico di sì, non vedi che brutto posto?! Io proporrei di iniziare a cercare dalle montagne russe, sembrano avere un'aria per nulla rassicurante sarà meglio controllare.» dico avviandomi in avanti, ma vengo tirata dal cappuccio della felpa da Nelly.
«Aspetta.» dice e io borbotto un "uffa".

«Questo mi sembra uno strano posto per nascondersi.» dice Silvia e sembra che io e Scott siamo gli unici ad avere gli occhi a forma di cuore a vedere tutte quelle attrazioni.
«Non mi sbagliavo ragazzi, me l'hanno confermato in questo preciso momento, a quanto pare il loro nascondiglio si trova in questo luna park.» conferma la Schiller dopo aver terminato la chiamata con il signor Raimon.

«A me sembra impossibile.» dice Bobby.
«A vederlo così sembra un normalissimo parco a tema.» continua Tod.
«Magari anche a loro piace divertirsi tra una pausa e l'altra, io proporrei di andare a cercarli.» esclamo ma poi vengo fermata di nuovo da Nelly.

«Comunque rimanendo qui impalati non risolviamo nulla, quindi propongo di separarci per dare un'occhiata.» dice Nelly.
«E io cosa avevo detto?!» bofonchio cominciando a correre senza aspettare gli altri.

«Da dove comincio?» do voce ai miei pensieri.
«Casa stregata.» dico cercandola.

Dopo aver pagato il biglietto entro, ma si rivela una totale delusione.
All'improvviso cominciano a cadere pipistrelli e ragni di gomma dal soffitto, tengo le mani dietro la testa.
«Già visto.» dico.
Escono fuori vampiri da tombe e sbucano fuori dal nulla delle teste decapitate.
«Prevedibile.» sbadiglio annoiata.

Quando giro l'angolo mi prende un colpo, sia chiaro non per la mano che si trova sopra la mia testa fatta di plastica, ma per le due ragazzine che si stringono a Shawn spaventate.
Patetiche, ma il punto è... possibile che ovunque andiamo deve esserci qualche ragazza a ronzargli attorno?!

Lo supero decisa senza degnarlo di uno sguardo e spostando la ragnatela che scende dal soffitto e poi calcio quel ratto finto che cammina facendo avanti e indietro per il corridoio.
«Isabelle.» mi raggiunge Shawn.
«Che vuoi?» dico girandomi di scatto.

«Cos'hai?» mi domanda di rimando.
Quando sto per aprire bocca lo raggiungono quelle due che si appendono alle sue braccia.
«Attenzione, tre due uno.» dico e poi si prendono un'infarto le tipe quando vedono la faccia del clow appesa alla parete mettersi a ridere.
Mi rigiro e mi avvio verso l'uscita.

Shawn mi costringe a voltarmi verso di lui.
«Isabelle mi spieghi che ti prende?» domanda di nuovo.
«Assolutamente niente, torna dalle tue conquiste.» dico arrabbiata lasciandolo di sasso mentre mi avvicino sempre di più verso l'uscita da quel penoso inferno.

«Devo sfogarmi.» dico esasperata avvicinandomi a uno stand di tiro con l'arco.
«Buongiorno.» dice il ragazzo dietro il bancone.
Gli porgo i soldi e lui mi porge arco e freccie.
«Giornata no?» domanda.
«Diciamo che gli ultimi dieci minuti sono stati no.» rispondo mettendo un guanto nella mano destra.

«Una ragazza carina come te con una faccia imbronciata come quella...» dice e io miro al bersaglio.
«L'hai mai usato quello?» domanda mentre preparo la freccia.
«Sì.» dico e poi lascio la freccia che va quasi a colpire il centro.
«Wow.» dice, lo osservo meglio, è un ragazzo probabilmente qualche anno più grande di me, occhi viola e capelli di un bellissimo blu, è proprio bello.

«Non ti ho mai vista qui.» dice, vuole proprio fare conversazione.
«Sì e credo che dopo oggi non mi vedrai neanche più.» dico lentamente lanciando un'altra freccia.
«Non sei di Osaka?!» domanda curioso.
«No di Tokyo.» rispondo mentre afferro la terza freccia.

«Piacere Jacob.» mi tende la mano.
Abbasso l'arco e gliela stringo.
«Isabelle.» dico.

«Tra dieci minuti chiudo lo stand. Dai approfittane che oggi mi sento buono.» detto ciò mi porge altre frecce.
«Quanto ti devo per tutte queste?» chiedo guardando il bersaglio e tirando nuovamente.
«Offro io, sembra che tu ne abbia bisogno.» dice sorridendo.
In effetti si ne avevo proprio bisogno.

Dopo i dieci minuti devo ridare a Jacob l'arco e lui chiude lo stand.
«Ti va di andare a mangiare qualcosa?» mi domanda tenendo le mani dentro le tasche dei pantaloni.
«Ci stai provando?!» gli chiedo e quando vedo la sua faccia mi metto a ridere. «Stavo scherzando, accetto volentieri.» dico e poi ci incamminiamo non so dove, ma secondo lui lì fanno del cibo da leccarsi i baffi.

«Perché sei qui tutta sola?» chiede.
«Oh in realtà saremmo un gruppo bello numeroso ma ci siamo divisi.» spiego e quando superiamo un negozio lo fermo e torno indietro riconoscendo i ragazzi della Raimon al loro interno.
«Mi aspetteresti due secondi?» domando.
«Anche tre.»

Entro all'interno di quel ristorante.
«Non ricordi?! Hai appena mangiato l'aragosta dell'amore, e secondo la nostra tradizione adesso ci dobbiamo sposare.» dice una ragazza a Erik.
«Cosa? Sposare?» dicono tutti.
«Che mi sono persa?» domando confusa.

«Non lo sappiamo neanche noi.» dice Bobby.
«Ma non mi avevi detto niente di questo.» prova a togliersi dal guaio in cui si è cacciato Erik.
«Ovviamente no, altrimenti non avresti accettato di mangiarla, bene ragazzi è stato bello conoscervi ma adesso salutate il vostro amichetto e andate a cercare quelli della Alius Academy o come si chiama, io e il mio tesorino dobbiamo iniziare a cercare la casetta dei nostri sogni.» dice la "futura moglie" di Erik, poverino.
«Tesorino?!» chiede Silvia scioccata.

«Ah bhe che dire?! Congratulazioni Erik.» dico per poi beccarmi uno sguardo di rimprovero da tutti.
«Stavo scherzando rilassatevi.» dico mentre tutti vengono cacciati fuori dal locale.
Da fuori si sentono le lamentele di Erik.

«Che cosa succede lì dentro?» domanda Jacob quando torno da lui.
«Non lo so, ho solo capito che dato che questo mio amico ha mangiato "l'aragosta dell'amore" ora deve sposare una ragazza...» sono ancora confusa.

«Non ci credo ragazze la nostra Suzette ha trovato marito.» dice una ragazza appena entra nel locale.
«Ah ho capito!» dice Jacob riconoscendo le ragazze con l'uniforme da calcio addosso.

Io sto in disparte a guardare insieme a Jacob e sembra che nessuno abbia notato la sua presenza.
«La squadra che vincerà la partita avrà il diritto di tenersi Erik.» spiega Willy probabilmente sottovalutando le ragazze e pensando che sicuramente vinceremo.

«Mi piace quest'idea, allora siamo d'accordo, cosa aspettiamo a cominciare?! Andiamo tesorino.» dice Suzette trascinando il povero Erik via.
Poi gli altri sembrano notare la presenza di Jacob e si girano a guardalo.

«Io vi raggiungo tra poco, adesso ho fame.» trascino Jacob e torniamo a camminare e lui poggia un braccio sulle mie spalle per sussurrarmi qualcosa.
«Sai quel tipo con la sciarpa, non la smetteva di fissare prima te e poi me, c'è qualcosa tra di voi?» domanda ridendo.
«Cosa?! Tra me e Shawn?! No!» dico agitata.
«Non credo che lo stesso valga per lui.» dice, dopo qualche minuto raggiungiamo una pizzeria e ordiniamo due pizze che mangeremo al campo da calcio.

«Mi sbaglio o quella era la Raimon?» chiede e io annuisco.
«Lo sai che fai molte domande?» scherzo con lui.
«E lo sai che non rispondi mai come vorrei?!» dice di rimando.

Quando arriviamo al campo ci sediamo sull'erba vicino al campo.
«Andrà a destra.» dico prevedendo una giocatrice della Tripla C, ma purtroppo Willy non riesce a fare lo stesso.
Comincio a mangiare la mia pizza.
Siamo arrivati alla fine del primo tempo e la Tripla C ha appena segnato.

Adesso le squadre vanno a riposarsi.
«Chi se lo sarebbe mai aspettato.» dice Jacob.
«Io.» affermo dando un altro morso alla mia fetta mentre osservo Shawn che ci guarda dalla panchina.
«Davvero?»
«No.» e ci mettiamo a ridere.

«Tu smettila di ridere e dammi una mano.» si lamenta urlando Erik.
«Cosa dovrei fare?!» dico continuando a mangiare.
«Dare consigli stupida.» dice nuovamente. «Qui ne va del mio futuro.»
«L'unica cosa che posso dirvi è di non aver paura di farle male solo perché sono ragazze.» urlo di rimando.
Erik borbotta qualcosa e torna a concentrarsi su quello che stanno dicendo gli altri.

«Povero.» afferma Jacob.
«Eh già, si trovava al posto sbagliato al momento sbagliato.» dico e sono arrivata a metà pizza.

«Giochi pure tu con loro?» mi domanda.
«No, ma normalmente aiuto con le strategie di gioco e li insulto per incoraggiarli.» dico con la bocca piena.
«Devi essere brava allora.» continua.
«A insultare?! Ci puoi scommettere.» ride leggermente.

«Io intendevo con quella roba delle strategie.» gli rispondo che me la cavicchio e torniamo a seguire la partita.

Shawn prende il possesso palla e tira con la Tormenta Glaciale segnando un punto, portando così la Raimon in parità con la Tripla C.
«Adesso cominciano a fare sul serio.» dico osservandoli da lontano.
«È una squadra eccezionale.» conferma Jacob.

Siamo agli sgoccioli e Mark passa la palla ad Erik che si porta fino alla metà campo avversaria.
Erik riesce a segnare con il Colpo a Spirale portando in vantaggio la Raimon.
«Bravo Erik.» urlo felice.
La partita si conclude 4-1 per la Raimon.

«Sono stati strabilianti.» li elogia il ragazzo seduto vicino a me.
Nonostante tutto Suzette non sembra essere intenzionata a lasciar andare Erik.
«Io ora devo andare, magari prima di andartene passa a fare un saluto.» si avvicina e mi scompiglia i capelli mentre Shawn assiste a tutta la scena e il resto della squadra.

Mi alzo anche io e vado da loro.
Suzette ci porta a quella orribile casa stregata e per tutto il tempo sento lo sguardo di Shawn sulla schiena.
«E quello chi era?» prova ad indagare Celia.
«Un tipo.» rispondo vaga mentre tutte continuano a farmi domande su domande.

Una volta dentro Suzette fa partire un meccanismo che ci porta in una strana stanza sotto terra.
«Dove siamo?» chiede Mark.
«Vi do il benvenuto nel nostro centro d'allenamento.» dice Suzette.

**********

Words: 4490

Buon 2019 a tutti ❤🌹

-A ❤

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