TWENTY

By SarahAdamo

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🏅I'm on THE WATTYS 2018 LONGLIST - MIA è una ragazza dinamica, solare, spesso e volentieri capricciosa. Ama... More

#SPAZIOAUTRICE❤️
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Finalmente BOOK TRAILER!
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Ringraziamenti
Twenty 2.. cosa ne pensate?

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By SarahAdamo







Mia's point of view

Rientrai a casa per pranzo e il profumo squisito di lasagne invase le mie narici, avvolsi il manico della mia borsa all'appendiabiti e corsi in cucina.

«Mmh che buon profumino.. devo ammettere che stai diventando un ottimo Chef» dissi, immergendo il dito nella salsa rossa e portandomelo alla bocca con gusto.

«Sta ferma peste, non è educato infilare il dito nella salsa»

«Quanto sei noioso fratellino» canzonai, apparecchiando la tavola.

«Non mettere il posto per Lil, ci siamo solo noi oggi» pronunciò, con tono forse un po troppo triste del solito.

«Come mai?»

«Oggi pranza con delle amiche» rispose, recuperando entrambi i manici della teglia con dei guanti per non scottarsi.

«Cos'è quel tono?»

«Quale tono?»

«Quello che hai usato prima» precisai.

«Niente di importante solo..» non gli lasciai finire la frase che aggiunsi:

«Solo che vi siete sposati qualche giorno fa e lei è gia fuori casa per pranzare con le amiche» tacque per un minuto.

«Noo, non è cosi..» cercò di nascondere.

«Si che lo è ti conosco fin troppo bene» controbattei sistemandomi a tavola e piegando le gambe al petto.

«Si è vero, siamo sposati da appena qualche giorno ed è già fuori con le amiche, avrei voluto restasse a pranzo con noi» tagliò due belle fette, impiattandole, una me la porse e l'altra la iniziò a mangiare in piedi.

«Jamie, io voglio bene a Lily, da quando mamma e papà sono morti lei è come una sorella ma ciò non giustifica che se qualcosa a non ti sta bene tu debba startene in silenzio» addentai un pezzo di quel pranzo delizioso.

«Già..»

«Ma ora, cambiando argomento, perchè non mi avevi detto che quel tuo amico era Michael Reed?»

«Non so, perchè non mi è sembrato importante, ma tu davvero non ti ricordi di lui?»

«Jamie, avevo due anni non penso di poter ricordare chi o cosa facevo a quell'età» scoppiammo a ridere.

«Fu lui a tenerti in braccio.. per il funerale di mamma e papà.» un dolore abbissale, per un momento.

Il loro ricordo anche se lontano mi tormentava ogni giorno, i loro volti li ricordavo soltanto attraverso stupide fotografie incrociante nel soggiorno.

«Capisco..»

«Be', oggi sono andata a fare lezione nella tua azienda ed è stato abbastanza imbarazzante» alzandomi, porsi il piatto sporco nel lavandino.

«È fantastico, cosa c'è di strano?»

«Nulla, soltanto che alcune persone del mio corso hanno iniziato a farmi un sacco di domande come se fossi la principale sospettata di un caso importante.» rise mio fratello.

«Avete fatto la scuola insieme?» chiesi poi.

«Si, soltanto che lui era un anno più avanti di me eravamo amici per la pelle, ma sai col suo successo, la morte dei nostri genitori ci siamo allontanti, ci sentivamo ma non ci vedavamo da un bel po.»

«Un bel po si fa per dire, non lo mai visto qui e se non mi vede da quando avevo due anni..» presi un po' d'acqua dalla fontana e la bevvi a gradi sorsi.

«Ma sei proprio una ficcanaso, comunque si è vero sono un bel po di anni, ma passando alle faccende serie, tocca a te lavare i piatti oggi» disse, togliendosi il grembuile e porgendomelo sulla testa.

«Oh no dai J, li ho lavati già ieri..» tolsi via il grembiule dalla testa e sbuffando me lo annodai alla vita.

«Era questo l'accordo no? Io cucino e tu pensi al resto» dandomi un leggero buffetto sul naso, si avviò in camera sua lasciandomi sola col lavandino, la spugnetta e piatti imbrattati di sporco.

Michael'spoint of view

Dopo l' inaspettato incontro con Mia mi diressi in ufficio per controllare alcune faccende da sbrigare, dopodiché pranzai completamente solo e dopo una lunga e intensa giornata a parlare d'affari decisi di tagliar corto e rientrare a casa.

«Ciao, come è andata la giornata?» mi chiese Annie, seduta al divano.

«Ottima, la tua alla profumeria?» tolsi via il cappotto e lo appesi con cura.

«Solita routine» mi sbottonai i lembi della camicia e tolsi le derby lucide.

«Vado a fare una doccia se squilla il mio cellullare dì che sono impegnato» lei accordò con un cenno, ed io mi diressi sotto il getto veloce del box doccia.

L'acqua calda permise ai miei muscoli e alla mia mente di abbandonarsi al completo relax, ripensai a Mia, non potevo ancora crederci che dopo tanto tempo lei fosse così crescita, l'ultima volta che l'avevo vista aveva il naso che le colava e delle mani piccolissime.

«Michael vuoi dirmi chi è questa Sally che ti chiama a quest'ora?» udì la voce di Annie aldilà della porta, cosi chiusi il getto d'acqua infilando il mio accapatoio blu.

«E' la mia segretaria, sta calma» sospirai, oltrepassandola.

«Questo è tutto?» sbottò.

«Si Annie, questo è tutto, non puoi essere gelosa di qualsiasi donna entri nella mia azienda..»

«Oh si che posso, sono tua moglie»

«Be' forse dovresti far altro come moglie, anzichè comportarti cosi» dissi a mia volta, gesticolando e usando un tono stranamente pacato. Per ora.

«Cosa vorresti dire?» stavolta aveva usato un tono più basso.

«Vuol dire che ci comportiamo come due sconosciuti, e tu pretendi di essere gelosa quando non ci guardiamo o sfioriamo nemmeno pi? Maledizione Annie.» persi la pazienza, andai in camera da letto indossai un paio di jeans una felpa.

«Dove vai adesso??»

«A fare un giro, tornerò quando ti sarai data una calmata» uscì senza cappotto, ma poco importava in quel momento, volevo soltanto uscire da li e respirare aria pulita, non viziata, sentirmi leggero senza dover sopportare il peso dei tanti sassi all'altezza del cuore.

Non mi comportavo mai così solitamente ero un tipo pacato e solare, ma quando accadevano quasti disguidi la calma terminava, a volte del tutto. Camminai senza sosta, ed entrai in un bar illuminanto da un insegna viola e celeste.

«Una birra per favore»

«Subito signore!» cosi dicendo il ragazzo del bancone mi porse una birra e con l'apribottoglie l'apri, secondi dopo gli passai delle banconote.

Scolai la birra in una velocità quasi impossibile, quando intravidi entrare quella che ricordai fosse l'amica di Mia, sperai di tutto cuore che lei non ci fosse, non avrei voluto che mi vedesse in quello stato. L'amica mi passò di fianco e a quanto pare non si accorse della mia presenza.

Il mattino dopo non mi accorsi di Annie addormentata sul divano, le presi una coperta e gliela appoggiai sul corpo. Dopotutto, provavo un forte affetto per lei, ma l'amore era un'altra cosa giusto? Affetto e Amore non vanno insieme nella stessa frase. Senza svegliarla mi vestí velocemente, sistemai i capelli, presi la mia ventiquattr'ore e mi diressi in quell'enorme e solitario ufficio del signor Michael Reed, un uomo ricco e felice.


Mia'spoit of view

Una delle tante mattinate in eterno ritardo, ora mai la mia situazione organizzativa pendeva da un filo all'altro, con sempre meno voglia di svegliarmi al mattino e dirigermi dove la mia persona non trovava affinitia praticamente con nulla. 
Mi lavai velocemente il viso, spazzolai i capelli e li lasciai sciolti sulle spalle. Optai per un paio di jeans comodi ed una felpa di cotone col cappuccio senza maniche rosa. Per finire, delle converse basse, un filo dimascara e corsi frettolsamente giù per le scale.

«Buongiorno piccola peste, come va ?» chiese Jamie con fra le mani il suo amato giornale e una tazza di caffè fumante.

«Bene, ma starei meglio se saltassi le lezioni per oggi..» bofonchiai appoggiandomi alla sua schiena e circondandogli il collo.

«Non se ne parla, non ti pago l'università per poter saltare le lezioni» sbottò sorseggiando il suo caffè.

«C'è anche da dire che però Mia te ne è molto grata e segue sempre tutte le lezioni» intervvenne poi la dolce voce di Lil, che sbucò dall'ingresso con indosso una vestaglia rosa.

«Buongiorno anche a te tesoro» si diedero un leggero bacio sulle labbra, dopodiché Jamie si alzò e preparò un'altra tazza di caffè alla sua neo sposa.

«Non puoi essere gentile e premuroso come lei?» canzonai dandogli una leggera pacca sulla spalla.

«Premurosa e gentile? Sconsiderata semmai, premuroso sono io che mi preoccupo di te, ti pago le lezioni di chitarra e ti cucino tutti i giorni» disse, non troppo severo puntandomi il dito contro.

«Non proprio tutti..» azzardò Lil.

«Come non detto, adesso vado altrimenti non sarai più un fratello premuroso se farò tardi a lezione» risi sonoramente, non ebbe tempo di rispondere che in un minuto dopo ero già fuori e pronta a salire sul mio scooter.

Dopo una ventina di minuti arrivai alla grande distesa verde dell'Università, nel suo giardino per l'appunto dove intravidi Karen.

«Buongiorno amica, come vanno le cose?» esordì circondandomi il collo con il suo esile braccio, o almeno molto più magro del mio.

«Vanno bene e a te?»

«Si diciamo di si, ah e ho una bella notizia»

«Spara!» nel frettempo eravamo già in uno di quei lunghi corridoi a riporre il resto delle nostre cose negli armadietti.

«Christian Owell, vuole uscire con te» applaudi con le mani e salterellando come una bambina al parco giochi fece un giro su se stessa.

«Cristo, ma davvero?» risposi ironica.

Chris mi era sempre piaciuto, ma a quanto pare non mi aveva mai notata prima di quel momento. Poi però capì che forse non era il mio tipo.

«Si davvero e il suo amico Jackson ha chiesto a Chris se all'appuntamento tu potevi portare un'amica carina!! Non è fantastico?»

«Si lo è... aspetta cosa? Un appuntamento? Karen non me l'hai nemmeno chiesto ed hai accettato?» ringhiai, recandomi in aula per la lezione di economia seguita dal passo spedito della mia migliore amica.

«Non potevo dirgli di no, mi dispiace hai ragione dovevo chiedertelo ma cavolo è Christian Owell, cosa c'è da chiedere?» per un nanosecondo mi vennero in mente gli occhi azzurri di Michael, ma un secondo dopo scomparvero dalla mia vista.

«Va bene allora digli sabato alle 7 ok?»

«Grandioso!» mi abbracciò con forza e si allontatò non smettendo di battere le mani e cantando una strana canzone che non conoscevo affatto, risi come una matta.

La giornata passò infretta, ripensai accuratamente all'appuntamento con Christian: non ero del tutto euforica, era un bel ragazzo questo sicuramente, ma forse cercavo dell'altro d'altronde provarci non fa male a nessuno, pensai. Ma una sola domanda mi affiligeva in modo persistente:

Perchè ero così incuriosita da Michael?

A dire il vero non c'era nulla di male, ci pensavo come se fosse stato un ragazzo qualunque, ma il problema probabilmente è che lui non era un ragazzo ma un uomo con ben 20 anni più di me, sposato oltretutto. Con i pensieri in subbuglio la sera sul tardi, mi addormentai pensando occhi celesti e sorrisi smaglianti.




#SPAZIOAUTRICE

Eccovi il 2 capitolo, spero apprezziate questo continuo e soprattutto posterò a breve, fatemi sapere cosa ve ne pare accetto consigli critiche di tutto, perciò sbigatevi a commentareee!!! ❤️❤️😍



See you baby. ❤️

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NO SPOILER!!! [COMPLETATA]
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Almeno una volta nella vita, quando arrivava Natale o qualsiasi altra festività, ognuno dei nostri genitori riceveva una chiamata dai proprio amici...