𝐀𝐥𝐥 𝐭𝐡𝐚𝐭'𝐬 𝐥𝐞𝐟𝐭 |...

By _XxMariix

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Tutti sappiamo cosa successe il 31 Ottobre 1981, Lord Voldemort uccise brutalmente Lily e James Potter, ma no... More

𝖭𝗈𝗍𝖾 𝗂𝗇𝗍𝗋𝗈𝖽𝗎𝗍𝗍𝗂𝗏𝖾 || "𝖨𝗇𝗍𝗋𝗈𝖽𝗎𝗓𝗂𝗈𝗇𝖾"
𝖯𝗋𝗈𝗅𝗈𝗀𝗈 || "31 𝖮𝗍𝗍𝗈𝖻𝗋𝖾 1981"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 1 || "𝖰𝗎𝖺𝗍𝗍𝗋𝗈 𝖺𝗇𝗇𝗂 𝖽𝗈𝗉𝗈"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 2 || "𝖯𝗈𝗏𝖾𝗋𝗂 𝗀𝖾𝗇𝗂 𝖤𝗏𝖺𝗇𝗌"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 3 || "𝖯𝖺𝗀𝗂𝗇𝖺 846"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 4 || "𝖠𝖿𝖿𝖾𝗍𝗍𝗎𝗈𝗌𝖾 𝗉𝖺𝗋𝖾𝗇𝗍𝖾𝗅𝖾"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 5 || "𝖦𝗋𝖺𝗓𝗂𝖾 𝗍𝖺𝗇𝗍𝖾, 𝖮𝗅𝗂𝗏𝖺𝗇𝖽𝖾𝗋"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 6 || "𝖯𝖾𝗀𝗀𝗂𝗈𝗋 𝖼𝗅𝖺𝗌𝗌𝗂𝖿𝗂𝖼𝖺 𝗉𝖾𝗋𝗌𝗈𝗇𝖺𝗅𝖾"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 7 || "𝖴𝗇 𝗆𝖾𝗋𝖺𝗏𝗂𝗀𝗅𝗂𝗈𝗌𝗈 𝖺𝖼𝖼𝖾𝗇𝗍𝗈"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 8 || "𝖯𝖾𝗋𝗀𝖺𝗆𝖾𝗇𝖾 𝖺𝗅 𝗅𝖺𝗆𝗉𝗈𝗇𝖾"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 9 || "𝖤𝖼𝖼𝗈 𝖽𝗈𝗏𝖾 𝗅'𝖺𝗏𝖾𝗏𝗈 𝗏𝗂𝗌𝗍𝗈"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 10 || "𝖢𝗈𝗌𝗍𝖾𝗅𝗅𝖺𝗓𝗂𝗈𝗇𝖾"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 11 || "𝖬𝖺𝗅 𝖽𝗂 𝗆𝖺𝗋𝖾"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 12 || "𝖲𝗂𝗀𝗇𝗈𝗋...?"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 13 || "𝖣𝗎𝖾 𝗏𝗈𝗅𝗍𝖾 𝗆𝖺𝗅𝖾𝖽𝖾𝗍𝗍𝗈"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 14 || "𝖢𝗈𝗆𝗂𝗇𝖼𝗂𝖺𝗆𝗈... 𝖻𝖾𝗇𝖾!"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 15 || "𝖭𝗈, 𝗇𝗈𝗇 𝗁𝗈 𝗎𝗇 𝗇𝗈𝗆𝖾..."
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 16 || "𝖬𝗂 𝗎𝖼𝖼𝗂𝖽𝖾𝗋𝖺̀!"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 17 || "𝖢𝖺𝗋𝗍𝖺 𝗂𝗇 𝖺𝖼𝗊𝗎𝖺"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 18 || "𝖰𝗎𝖺𝗅𝖼𝗁𝖾 𝗉𝗋𝗈𝖻𝗅𝖾𝗆𝖺 𝖽𝗂 𝗆𝖺𝗍𝗎𝗋𝗂𝗍𝖺̀"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 19 || "𝖭𝗈, 𝖬𝗂𝗇𝖾𝗋𝗏𝖺, 𝗂𝗈 𝗉𝖺𝗌𝗌𝗈"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 20 || "𝖲𝗍𝖺𝗂 𝗆𝖾𝗇𝗍𝖾𝗇𝖽𝗈!"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 21 || "𝖣𝗂𝖼𝗁𝗂𝖺𝗋𝖺𝗓𝗂𝗈𝗇𝗂 𝖽'𝖺𝗆𝗈𝗋𝖾"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 22 || "𝖦𝗂𝗈𝖼𝖺𝗋𝖾 𝗂𝗇 𝗆𝖺𝗀𝗀𝗂𝗈𝗋𝖺𝗇𝗓𝖺"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 23 || "𝖳𝗋𝗈𝗉𝗉𝗈, 𝖽𝖺𝗏𝗏𝖾𝗋𝗈 𝗍𝗋𝗈𝗉𝗉𝗈"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 24 || "𝖢𝗈𝗆𝗉𝗅𝗂𝗆𝖾𝗇𝗍𝗂"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 25 || "𝖯𝗈𝗍𝗋𝖾𝗂 𝖼𝖺𝗆𝖻𝗂𝖺𝗋𝖾 𝗂𝖽𝖾𝖺"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 26 || "𝖨𝗇𝗍𝖾𝗋𝖾𝗌𝗌𝖾 𝗆𝖺𝗅𝗌𝖺𝗇𝗈...?"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 27 || "𝖯𝗂𝗍𝗈𝗇 𝖺 𝖿𝗎𝗈𝖼𝗈? 𝖡𝖾𝗁..."
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 28 || "𝖠𝗓𝖺𝗅𝖾𝖺 𝖦𝗅𝗈𝖾̈𝗌"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 29 || "𝖡𝗎𝗀𝗂𝖾 𝗆𝗂𝗀𝗅𝗂𝗈𝗋𝗂"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 31 || "𝖨𝗆𝖻𝗋𝗈𝗀𝗅𝗂𝗈"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 32 || "𝖨𝗇𝖿𝖺𝗆𝖾 𝗌𝗂𝗇𝗈 𝖺𝗅𝗅'𝗎𝗅𝗍𝗂𝗆𝗈"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 33 || "𝖲𝖼𝖺𝗇𝖽𝖺𝗅𝗂𝗓𝗓𝖺𝗍𝖺"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 34 || "𝖯𝖺𝗍𝖾𝗋𝗇𝗂𝗍𝖺̀ 𝗂𝗇𝖼𝖾𝗋𝗍𝖺"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 35 || "𝖣𝗂𝗌𝖺𝗏𝗏𝖾𝗇𝗍𝗎𝗋𝖺"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 36 || "𝖦𝗈𝗆𝗆𝗈𝗌𝗎𝗌"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 37 || "𝖠𝗋𝖺𝗇𝖼𝖾, 𝖺𝗋𝖺𝖼𝗁𝗂𝖽𝗂"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 38 || "𝖬𝗂 𝗂𝗇𝗌𝖾𝗀𝗇𝗂 𝗂𝗅 𝖿𝗋𝖺𝗇𝖼𝖾𝗌𝖾?"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 39 || "𝖴𝗇𝖺 𝗉𝗋𝖾𝖼𝗂𝗌𝖺 𝖼𝗈𝗇𝗌𝖺𝗉𝖾𝗏𝗈𝗅𝖾𝗓𝗓𝖺"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 40 || "𝖠𝗏𝖾𝗏𝖺 𝖺𝗏𝗎𝗍𝗈 𝗍𝗎𝗍𝗍𝗈 𝖾 𝗇𝗂𝖾𝗇𝗍𝖾"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 41 || "𝖧𝗈 𝗈𝖽𝗂𝖺𝗍𝗈, 𝗁𝗈 𝗎𝖼𝖼𝗂𝗌𝗈..."
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 42 || "... 𝗆𝖺 𝗁𝗈 𝖺𝗆𝖺𝗍𝗈"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 43 || "𝖵𝗂 𝗈𝖽𝗂𝗈, 𝗏𝗂 𝗈𝖽𝗂𝗈 𝗍𝗎𝗍𝗍𝗂"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 44 || "𝖴𝗇𝖺 𝗌𝗈𝗋𝗉𝗋𝖾𝗌𝖺"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 45 || "𝖭𝗂𝖼𝗁𝗈𝗅𝖺𝗌 𝖥𝗅𝖺𝗆𝖾𝗅 𝖾 𝖺𝗌𝖿𝗈𝖽𝖾𝗅𝗈"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 46 || "𝖣𝗈𝗆𝖺𝗇𝖽𝖾, 𝖼𝗈𝗇𝖿𝗈𝗋𝗍𝗈 𝖾 𝗋𝗂𝗌𝗉𝗈𝗌𝗍𝖾"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 47 || "𝖲𝗂𝗇𝖼𝖾𝗋𝗂𝗍𝖺̀"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 48 || "𝖱𝖾𝗀𝗎𝗅𝗎𝗌 𝖡𝗅𝖺𝖼𝗄"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 49 || "𝖢𝗈𝖽𝖺𝗋𝖽𝗂𝖺"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 50 || "𝖠𝗅𝗅𝖺 𝗌𝖺𝗅𝗎𝗍𝖾"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 51 || "𝖥𝗋𝖺𝗆𝗆𝖾𝗇𝗍𝗂"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 79 || "𝖯𝗎𝗀𝗇𝖺𝗅𝖺𝗍𝖾 𝖺𝗅𝗅𝖾 𝗌𝗉𝖺𝗅𝗅𝖾"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 80 || "𝖫𝖾𝗂, 𝗅𝗈𝗋𝗈"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 81 || "𝖨𝗋𝗋𝖾𝗌𝗉𝗈𝗇𝗌𝖺𝖻𝗂𝗅𝖾"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 82 || "𝖦𝗅𝖺𝖼𝗂𝗎𝗌"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 83 || "𝖴𝗇𝖺 𝗉𝗂𝗎𝗆𝖺 𝖺𝗓𝗓𝗎𝗋𝗋𝖺"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 84 || "𝖧𝖺𝖽𝗋𝗂𝖺𝗇 𝖯𝗈𝗍𝗍𝖾𝗋?... 𝗌𝗂𝗌𝗌𝗂𝗀𝗇𝗈𝗋𝖾"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 85 || " 𝖲𝖼𝗈𝗆𝗉𝖺𝗋𝗌𝖾 𝖾... 𝖼𝗈𝗆𝗉𝖺𝗋𝗌𝖾?"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 86 || "𝖮𝖼𝖼𝗁𝗂 𝗀𝗂𝖺𝗅𝗅𝗂 𝖾 𝗈𝖼𝖼𝗁𝗂 𝗋𝗈𝗌𝗌𝗂"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 87 || "𝖡𝗋𝗂𝗏𝗂𝖽𝗈"

𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 30 || "𝖲𝖺𝗋𝖾𝖻𝖻𝖾 𝗉𝗈𝗍𝗎𝗍𝖺 𝖺𝗇𝖽𝖺𝗋 𝗉𝖾𝗀𝗀𝗂𝗈"

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By _XxMariix

Capitolo 30 || "Sarebbe potuta andar peggio"

Con enorme sconcerto di Ron e i gemelli, Harry passò almeno un quarto delle vacanze in biblioteca. Non aveva nessuna intenzione di sprecare le opportunità che la scuola deserta offriva, sapendo che aveva più possibilità in quei giorni che in tutto l'anno.
Hermione approvava completamente, come scriveva nelle sue lettere, ed aveva il potere di rimproverare Ronald persino senza vederlo.
Difatti, il suo migliore amico aveva evitato la biblioteca come la peste, andando contro le richieste del corvino. Aveva preferito provare a pattinare con Fred e George, ed Harry non aveva il cuore di biasimarlo.

Nonostante ciò, tutti e tre gli Weasley si ritrovarono con i compiti arretrati due giorni prima del ritorno degli altri studenti.
Percy ed Harry, che avevano completato ogni singola richiesta dei professori il terzo giorno di vacanze, si divertirono a punzecchiarli, a volte spalleggiati dalla McGranitt. Harry Potter era arrivato alla conclusione che, se in tutto il reparto accessibile agli studenti non v'era traccia di Flamel, qualcosa doveva esser presente nel Reparto Proibito. Ma una disavventura con un libro urlante il quarto giorno di ricerche lo fece desistere. Era riuscito a non farsi beccare, sì, silenziando quel mostro in tempo, ma risfidare la sua non clemente sorte gli sembrava troppo.

Sirius gli consigliava i piani più assurdi che avesse mai sentito, alcuni fattibili, altri del calibro di travestirsi da Silente per farsi rivelare delle informazioni. Il suo padrino non riusciva a trovare nulla di nulla nella biblioteca di Grimmauld Place 12, e nemmeno Kreacher comprese qualcosa.
Aveva cercato di tirarlo su di morale mostrandogli i suoi disegni dipinti col set regalo, che consistevano in varie ambientazioni, tra cui la Stamberga Strillante, il Lago Nero, il castello di Hogwarts, Potter Manor ed - Harry non riuscì a comprendere il filo logico - il Colosseo di Roma, Stonehenge e la Torre Eiffel. Gli altri erano per lo più rappresentazioni di animali, cervi, cani simili ad orsi e lupi, ma il soggetto principale era un piccolo Harry nella sua infanzia.

Trovò la soluzione nel modo più banale esistente, chiedere ad un mangiatore di libri umano, banalmente conosciuto come Percy Weasley. Avevano sviluppato una sorta di sintonia su vari punti, tra cui la passione per gli incantesimi complessi, oltretutto il Prefetto era rimasto piacevolmente sorpreso dall'intelligenza e prontezza di mente dell'undicenne. Nonostante Harry si considerò un idiota per non averglielo chiesto prima, si rese conto che aveva scelto il momento migliore.
Mentre Percy gli insegnava a pattinare sul ghiaccio, nessuno si sarebbe insospettito per degli argomenti saltati fuori.

Visto ch'era l'unico ragazzino ad Hogwarts a non aver nemmeno camminato sul ghiaccio il Prefetto lo prese sotto la sua ala, diventando il suo insegnante di pattinaggio.
E da lì le opzioni erano due: o Percy aveva un futuro da allenatore, o Harry era nato con i pattini legati ai piedi.

Gli porse la fatidica domanda il primo giorno di Gennaio, la mattina presto, dopo aver iniziato il meticoloso discorso sulle letture facoltative che si era preparato. Se non voleva che il ragazzo sospettasse di lui, non gli era permessa l'ombra di un errore.
Nicholas Flamel venne nominato per caso dal bambino per due volte, chiedendo un piccolo, eloquente approfondimento alla seconda nomina. Percy, ingenuamente deliziato dall'interesse dal suo fratellino onorario, gli spiegò più che approfonditamente vita, "morte'' e miracoli dell'alchimista.

La Pietra Filosofale e l'Elisir di lunga Vita non erano sicuramente due cose da prender sottogamba e non c'era nessun bisogno che il Prefetto ne ammonisse la pericolosità in mani sbagliate.
Mani più sbagliate di Voldemort, o di chiunque lo stesse aiutando in quel momento a scuola, sicuramente non esistevano.

Harry decise di non rivelare nulla a Ron dopo un colloquio con Sirius, concordando che avrebbe vuotato il sacco con anche Hermione presente. Ella sarebbe saltata letteralmente dalla gioia, era certo, ma poi si sarebbe gettata a capofitto nelle supposizioni.

Promessosi di non approfondire le ricerche per non allarmare né Percy né alcun insegnate - Piton e Raptor in particolare, senza contare Silente - si dedicò ai suoi regali arrivati da poco. I suoi amici avevano ricambiato un po' in ritardo, ma la sorpresa di ritrovarsi una decina di gufi postini a colazione il 3 Gennaio era stata assurda.
Non appena i pennuti gli posarono i pacchi davanti agli occhi, la McGranitt, Piton e la Sprite si precipitarono da lui.

«Dannazione, non potevano essere più discreti, i tuoi amichetti, Potter?» sputò fuori il professore, prendendo in mano il pacchetto più piccolo «o forse hai orchestrato tutto per far bella figura? Sarebbe una cosa da t-».
«Professore!» esclamò Harry giovialmente, come se l'avesse visto solo in quel momento «Suppongo che i miei amichetti sarebbero stati più discreti, se i loro pacchi fossero stati consegnati in tempo e non controllati per almeno cinque giorni».

Improvvisamente, sembrava che i tre adulti avessero perso l'utilizzo della lingua. Si fissarono con lo stesso pensiero in testa "Se n'è accorto".
«Qualcuno sospetta di me, per caso?» pose la domanda con l'innocenza di una tigre affamata, chiaramente divertito dallo stato dei professori.
«Assolutamente no, Harry» parlò la professoressa Sprite, sorridendogli con calore «piuttosto, perché non scarti il regalo di... ah! Da Neville!».

Il regalo del Grifondoro consisteva in una bella statuetta di legno intagliato, a forma di boccino d'oro sospeso in aria da un'incantesimo irreversibile. Era il tipo di soprammobile che si teneva sui comodini, o da collezione, ma era assolutamente gradito.
Dean gli mandò un pallone da calcio nuovo di zecca, con tanto di una promessa di insegnargli a giocarci non appena avessero avuto tempo.

Seamus un calamaio di bronzo di riserva, visto che Pix, tre giorni prima dell'inizio delle vacanze, aveva ben pensato di gettare quello che utilizzava nel Lago Nero. La McGranitt, naturalmente, riuscì a recuperarlo con un incantesimo d'appello, ma da quel momento, Harry non tenne più a portata di nessuno il suo calamaio.

Hannah, Justin, Ernie e Susan dovevano essersi alleati per forza, visto che gli avevano mandato il regalo di stazza più grande, strapieno di dolci allo zenzero, ai canditi ed anche al cioccolato alla menta.
Padma e Calì, ispirate dai nuovissimi mantelli, pensarono di ricambiare spedendogli una lunga mantella di flanella verde smeraldo, adatta sia per fine inverno che intero autunno, primavera ed estate. Lavanda optò per degli occhiali protettivi da Quidditch, con le lenti della giusta gradazione. Quello era sicuramente uno dei regali più utili.
Hermione provvide a mandargli un paio di libri babbani popolari, visto che lei sapeva dell'interesse di lui, nonostante ne avesse letti solamente di indirizzati ad un pubblico più maturo.

Erano per lo più letture per ragazzi, quelli appena più consapevoli del mondo, tra cui "Matilde", "Le avventure di Pinocchio", "Le avventure di Tom Sawyer", - gli scrittori babbani dovevano avere davvero tanta voglia di esplorare - "Anna dai capelli rossi" e i più macabri, di Agatha Christie, "L'assassinio sull'Orient Express" e "Se morisse mio marito". Decise che avrebbe letto per ultimo quello sull'omicidio, visto che nella sua fantasia da "Orient Express" ad "Hogwarts Express" passava un attimo.

Anche i Corvonero decisero un regalo di gruppo, ovvero quattro cuscini imbottiti, uno dalla federa rosso sangue, uno color ocra, uno azzurro cielo e l'ultimo verde pastello. Nonostante gli ultimi due colori avrebbero stonato nel suo dormitorio, non gli importava, visto che li avrebbe tenuti nel suo letto.

Daphne, Tracey e Shirley gli ordinarono degli sciroppi dal gusto fruttato da aggiungere al tè, cosa che apprezzò parecchio. Blaise e Theo ricambiarono con un libro da parte d'ognuno, il primo sugli effetti delle nuove pozioni del secolo ed il secondo sulla Difesa contro le Arti Oscure, a proposito di autodifesa per dilettanti con e senza bacchetta.

Sia Piton che la Pince lo beccarono a leggere il libro di Blaise nei posti più impensabili. Arrampicato sugli alberi, seduto sulle finestre, con la schiena posata nel prato e le gambe sul tronco, o muro. Nonostante l'avessero guardato come se fosse pazzo, non lo avevano rimproverato, visto che non potevano, teoricamente.

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Quando Hermione tornò, Harry sganciò la bomba a lei e Ron, scatenando le esatte reazioni che aveva previsto.
La ragazzina, che aveva accorciato i capelli di almeno tre centimetri - erano meno crespi e più boccolosi che ricci, o era solamente una sua impressione? - quasi non riuscì a trettenere un urlo di gioia, ma non si astenne dal gettare le braccia al collo di Harry per ben tre volte.
Ron, invece, rise, commentando che quella fosse probabilmente la cosa più utile mai fatta da Percy.

Ma l'entusiasmo sfumò il giorno seguente, visto che non avevano nessuna certezza su, beh, nulla.
Piton e Raptor, i principali sospettati, potevano cercare di prenderla anche per allungare la vita di un pesce rosso quanto quella di Lord Voldemort, per tanto ne sapevano.

Ma visto che le lezioni private col professore di Difesa contro le Arti Oscure sarebbero iniziate fra poco, sia Harry che Hermione avevano riacquistato speranza in tempo dieci minuti. Ron, al contrario, disse che avrebbe tenuto gli occhi aperti anche di notte, se necessario, ma che non avrebbe partecipato a lezioni supplementari nemmeno per un pugno di galeoni. Ella avrebbe partecipato visti i suoi risultati in Difesa - non spettacolari come quelli dell'amico, ma comunque più alti del resto dei primini - un po' per indagare, un po' per imparare, un po' per la sua preoccupazione.

Il balbuziente Quirinus Raptor era completamente degno del loro sospetto, vista l'ossessione che aveva col corvino nelle sue lezioni. Se inizialmente tutti i bambini avevano pensato ad un interesse d'orgoglio, vista la bravura dell'alunno, da Novembre cambiarono idea. Adesso, la prospettiva di lezioni aggiuntive con lui, nonostante la presenza della McGranitt ed altri ragazzini, non sembrava più tanto buona nemmeno agli occhi di Silente.

Harry, però, che non voleva assolutamente rinunciare a qualcosa del genere, nonostante le proteste, convinse il Preside a coinvolgere non solo anche Madama Chips, ma anche Vitious. Con quella scorta, nemmeno Piton avrebbe osato dirgli mezza parola scortese. Ma c'era l'incognita Hermione e Tonks, che di lasciarlo in balia di un potenziale maniaco non erano troppo entusiaste. Non che Harry fosse molto allegro di una possibilità del genere, ma in confronto al potenziale ritorno di Voldemort, Raptor sembrava uno scarafaggio. Inoltre, come aveva rinfrancato, si sentiva perfettamente al sicuro con Minerva McGranitt, con la poi aggiunta degli altri due meglio ancora.

La professoressa, anche se lusingata, gli fece promettere di fare comunque attenzione, al punto che Harry si sarebbe aspettato che gli urlasse «Vigilanza costante!» con la voce di Alastor Moody.
Lui, in tutta risposta dopo la promessa, le chiese se ci fosse per caso qualcosa di cui preoccuparsi. Lei lo aveva rassicurato, molto probabilmente pensando di aumentare i controlli della sua posta.

Nonostante la preoccupazione della strega, che Harry comprendeva e condivideva pienamente, ella non sembrava intenzionata a smetter di esser competitiva.
Lo tratteneva dopo le lezioni per chiedere dell'andamento della squadra, così come agli altri ragazzi ( «E ragazze!» cortesemente detto da Angelina Johnson ). Aveva inoltre insistito sull'impegno del ragazzino, non volendo altri incidenti come quello di Novembre.
Harry, che quel giorno aveva proprio l'ultimo allenamento prima della partita Grifondoro contro Tassorosso, era leggermente in ansia, visto che avrebbe giocato contro la squadra di sua cugina.

Oliver Baston non era mai stato così severo con gli allenamenti. Esigeva da tutti la massima concertazione, visto il precedente risultato, ma naturalmente anche lui doveva puntare il Cercatore. Si credeva, difatti, che egli non sarebbe riuscito a giocare contro un suo famigliare. La voce, senza nessuna particolare sorpresa, era stata messa in giro da Draco Malfoy la settimana scorsa. Sfortunatamente per lui, crescere con Sirius Black non ti insegna ad non dire la tua e prendere il colpo; lampante era esempio delle continue ingiustizie subite da Severus Piton, che veniva puntualmente condito con olio e sale senza cadere nella scortesia.

«Sarò imparentato con mezza scuola, caro signor Malfoy, e lo sai bene. Sicuramente ho qualche parente in comune con Flint, e ciò non mi ha impedito di giocarci contro» le parole pronunciate con aspra, candida dolcezza fecero diventare le guance del Serpeverde rosee «avrò qualche parentela anche con te, ma al contrario tuo, Dora è una persona che vado fiero di chiamare una consanguinea, lontana o vicina che sia».

I gemelli, nonostante trovassero l'idea del loro Cercatore - troppo - gentiluomo estremamente plausibile puntarono il loro raggio d'azione sul Capitano, con estremo sollievo di Percy. Nymphadora, di tutto quello, aveva riso sostenendo che non le sarebbe servita la misericordia del suo piccolo cuginetto - che le arrivava totalmente alla spalla, ormai - per stracciare Grifondoro. Lui, fintamente indignato, sostenne che lei, la sua misericordia, non l'avrebbe mai ottenuta.

Poi, quella sera, la penultima prima della partita, come se Harry non avesse nessun problema al mondo, Oliver riferì un' orribile nuova.
«Piton è l'arbitro, perquindi voglio un gioco senza errori, visto che il bastardo cercherà qualsiasi pretesto per toglierci dei punti...».
Tutti avevano provato a fargli smettere di dire quella bestemmia, ma dopo che Katie si era fatta cinque giri di campo in più per averglielo urlato in faccia per tre giorni interi, la voglia era sfumata.

La notizia dell'improvviso interesse di Piton girò nella Sala Comune di Grifondoro ad una velocità sorprendente. Tutti i grifoni reagirono malamente, persino quelli non troppo simpatizzanti del Quidditch, ma piuttosto che far vincere Serpeverde avrebbero volentieri tifato per la loro Casa.
Ron fece finta di svenire sulla poltrona, non appena Harry ed i gemelli gli raccontarono del professore. «Incoraggiante...» mormorò Fred a denti stretti, per poi girare la testa al passaggio, ora spalancato.

Quando Daphne Greengrass, Blaise Zabini, Theodore Nott, Tracey Davies e Shirley Avery varcarono la soglia della Sala calò il silenzio. Vari ragazzi balzarono in piedi, probabilmente con una mezza idea di urlare loro di sloggiare, ma non aprirono bocca quando Harry li salutò allegramente.
Più allegramente che poté in quello stato, giustamente.
Dietro i suoi amici c'era Neville Paciock, tremante per le possibili reazioni dei compagni.

«Vi rubiamo Harry per un attimo, se non vi dispiace» annunciò cortesemente Daphne, giocando con un boccolo scuro.
«Ci dispiace, invece, Greengrass» parlò una ragazza del sesto anno dal cipiglio serio e spietato. La sua spilla da Prefetto luccicava nella sua uniforme, mentre i suoi occhi chiari squadravano i bambini.
«Disdicevole» commentò Tracey, leggermente annoiata.

Hermione, che si era posizionata protettivamente al fianco del suo migliore amico, ridacchiò leggermente, per poi irrigidirsi quando Blaise e Shirley si avvicinavano a loro.
«A meno che non ci costringa a rapirlo, pensiamo che Harry scambierebbe delle parole con noi» l'apostrofò il ragazzino, facendo l'occhiolino.
«Accetto, milady, sir» disse teatralmente l'ostaggio, imitando quel "Sir Cadogan" che avevano incontrato un giorno mentre giravano per la scuola.

Hermione non comprese l'allusione, ma i cinque Serpeverde scoppiarono a ridere.
Mentre il Grifondoro seguiva gli amici, si rese conto che la sua migliore amica era ancora al suo fianco, talmente vicina da stargli spalla a spalla.
Inizialmente, i sei bambini si guardarono, per poi fare velocemente le presentazioni. A Gennaio.

La ragazzina rimase piacevolmente sorpresa dai caratteri dei compagni in verde-argento, anche se Theo le incuteva un po' di soggezione. Nonostante fossero mesi che il Grifondoro era amico dei Serpeverde, non tutti l'avevano ancora digerito bene, tra cui naturalmente Severus Piton. Per ora, gli unici che era riuscito a convincere a comunicarvi ed intraprendere un paio di conversazioni erano Calì, Lavanda, Padma, Ernie ed ora anche Hermione, sempre un pochino riluttante. Neville, Dean, Justin, Hannah, Susan e i loro coetanei Corvonero riuscirono a conversare con loro cinque per massimo cinque minuti. Ma era un gran traguardo: non parlare era peggio di parlare poco.

Quelli che invece non avevano nessuna, apparente, intenzione di approcciarli erano Ron, Seamus, Zacharias Smith e Wayne Hopkins¹. Nonostante Finnegan stesse piano piano cambiando idea, visto che quasi tutti i suoi coetanei stavano facendo ciò, non si poteva dir lo stesso degli altri tre.

Ronald deluse Harry profondamente quando gli fece una scenata per aver invitato al tavolo di Grifondoro le sue tre amiche, le uniche ragazzine del primo anno sveglie ad un orario simile al suo. Inizialmente, Harry c'era rimasto talmente male da rimanere silenzioso tutto il giorno, senza nemmeno intervenire alle domande dei professori. Non ebbe nemmeno la forza di controbattere al professor Piton, quando approfittò del suo stato d'animo.

Vedendolo solamente in coppia con Hermione e non anche con Ron, decise che il suo momento di colpire era arrivato. Punzecchiò il bambino per due ore intere, standogli col fiato sul collo nella speranza di distrarlo. Ovviamente ciò non accadde, ma notò che quando si avvicinava troppo alla sua schiena si agitava leggermente, saltando sul posto come se fosse stato colpito da una scossa. Le mani gli tremavano per almeno venti secondi, il suo respiro si affaticava, ma poi proseguiva meglio di prima come se nulla fosse accaduto.

Il comportamento del professore irritò praticamente tutta la classe, salvo Malfoy, Tiger e Goyle e Pansy Parkinson, ma ogni tentativo di protesta veniva bloccato sul nascere da un'occhiata di Harry.
I suoi occhi erano spenti, ma il suo sorriso era quello di sempre. Come a dire che andava tutto bene, che non c'era bisogno.
Harry aveva voluto solamente pace e silenzio, quel giorno, ma verso la fine della lezione i suoi buoni propositi andarono a giro per Hogwarts.

Neville chiamò Piton da lui ogni volta che il professore tentava di avvicinarsi a lui, beccandosi sgridate su sgridate, ma il suo metodo ispirò gli altri ragazzini.
I Grifondoro, con l'aggiunta dei cinque benedetti e l'eccezione di Hermione - che essendo troppo vicina ad Harry avrebbe attirato l'attenzione anche su di lui - fecero girare il professore di Pozioni come una trottola per una mezz'ora scarsa. L'umore del Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto salì in un attimo, per poi ricrollare in un secondo.

Quando la lezione "finalmente!" terminò, Harry si diresse per primo alla cattedra, poggiando la fiala della sua pozione per le allergie con cura, per poi andare a passo di marcia verso l'uscita.
Ma non varcò la soglia, non che ne avesse avuto intenzione, senza i suoi amici, visto che Piton decise di accoltellarlo in quel momento.
«Potter... tanto educato, viziato e galantuomo, ma non saluti un insegnante?» biascicò lui, alzandosi con leggiadria dal banco.

Harry montò il cavallo della vittoria, quel giorno. "Viziato sarà lo scarafaggio domestico che tieni nella tua stanza, pipistrello infame".
«Non stavo uscendo, signore. Non me lo sognerei mai, senza salutarla a dovere» imitò una perfetta riverenza principesca, con tanto di mantello come sottana «Le porgo i miei migliori ossequi ed il mio più profondo congedo, signore».
I risolini dei suoi compagni fecero disegnare sul viso di Piton la rabbia in persona.

Harry decise di levare le tende prima che fosse troppo tardi, anche se aveva decisamente zittito l'adulto.
Ma prima di andarsene, volle specificare una cosa.
«Signore! Vorrei pregarla di non avvicinarsi troppo a me, non amo il contatto fisico non... consenziente».
L'ambigua scelta di parole non era stata un caso, per nulla, ma per far cessare le cose doveva estirpare la radice. Dopo Raptor, Harry sapeva che altre voci avrebbero solamente portato ad un licenziamento e Piton comprese la sua strategia, ma non poté contrastarla.

Harry non era assolutamente un ragazzino ingenuo. Innocente, forse, ma pronto a bucare le ali ad un nemico, se ciò avesse potuto salvare la sua vita o quella di qualcun altro. Sottovalutare la sua determinazione sarebbe stato l'errore fatale di moltissime persone, una delle quali sarebbe potuta essere Severus Piton.

La velata minaccia di Harry Potter colpì nel segno, ma il professore come arbitro gli rendeva comunque un problema in più da risolvere. Possibile candidato a ladro a parte, avrebbe potuto sbattere Grifondoro nel fondo della classifica in un attimo, e ciò era quello che nessun grifone desiderava.

Harry guardò Ron, che cercava di spiegare ad una confusissima Hermione il suo piano per liberarsi di Piton. Spingerlo giù dalle scale tutti insieme sembrava estremamente drastico, così come il suo consiglio di saltare la partita rompendosi una gamba. Severus Piton poteva anche essere innocente, dopotutto, ed Harry Potter non era una persona troppo impulsiva² - Sirius non era stato entusiasta di quel tratto ereditato dalla Rossa Evans, inizialmente, ma si era innamorato di esso negli anni seguenti - perciò cercare di ammazzarlo senza alcun motivo gli sembrava eccessivo.

Hermione era ancora molto esitante nei confronti del più giovane della famiglia Weasley.
Ron si era scusato, oltretutto quelle occhiaie gli sembrarono una risposta abbastanza concreta. Con l'aggiunta di un Percy pentito per... boh, Harry lo perdonò, ma non riuscì a darsi pace per un po', chiedendosi se ciò sarebbe accaduto ancora. Era il suo migliore amico, per Merlino, certo che l'avrebbe perdonato.

Non gli importava della litigata in generale, visto che quella era più che normale, ma grazie al Cielo dopo due giorni la frase «Mi dispiace davvero! Non accadrà mai più!» fece la sua comparsa quando Ron, che sapeva essere molto acuto se la cosa gli interessava, si rese conto dello sconforto di Harry. Le cose stavano migliorando, in un certo senso.

Tuttavia, se persino i gemelli Weasley riuscivano a chiacchierare coi cinque bambini Serpeverde, qualcosa di strano doveva esserci.
Dopo l'attentato di Shirley a Piton, Fred e George avevano stretto le mani di tutte le serpi a turno con foga e delle finte lacrime agli occhi.
Ella, la mattina dopo la doppia lezione del giorno prima, gli aveva scagliato un incantesimo che colorò le sue unghie di viola. «Erano per Tracey, professore, davvero! Mi è scivolata la bacchetta di mano, che sbadata!».

Shirley si beccò la serata impegnata in una punizione con la Vicepreside McGranitt, ma il suo gesto era stato più che ben accolto da molti.
Quella era stata la goccia che convinse i gemelli a diventare gentili con i primini in verde-argento dopo mesi di indifferenza.

Verso le otto e mezza di sera, una mezz'ora prima del suo coprifuoco, l'idea perfetta gli colpì la testa dopo le analisi più disparate.
Aveva almeno venti minuti per fare quello che doveva fare, e ciò voleva dire in fretta.

Scattò fuori dalla Sala Comune come una cavalletta, salutandolo velocemente i suoi amici, confusi come non mai.
Harry corse nei corridoi fiocamente illuminati, dirigendosi verso l'aula della McGranitt.
Bussò con un buon accenno di fiatone dopo dieci minuti di corsa ininterrotta, per poi trovarsi la confusa professoressa davanti agli occhi.

«Signor Potter! Tu, a quest'orario, mi meraviglio del comp- oh, non è ancora scattato il coprifuoco, ma perchè sei qui, ragazzo mio?» il suo tono aveva assunto una sfocatura preoccupata «È successo qualcosa? Siediti, respira bene. Qualcuno di ha fatto, o detto, qualcosa che ti ha turbato?».
Vedere in quello stato un alunno modello come Harry Potter avrebbe sconvolto persino Pix, perciò la professoressa non sapeva cosa pensare.

Il ragazzino sorrise, scuotendo la testa.
«No... professoressa, devo assolutamente parlare con il professor Silente, è importante...».
Minerva McGranitt sbattè le palpebre per un momento, allibita. Il bambino si trovava in una sottospecie di confidenza col Preside?
«Sono già qui, Harry. Ho notato questa figura dai capelli inconfondibili scattare per i corridoi e mi sono incuriosito, ti prego di perdonarmi» Albus Silente ebbe la buona grazia di sembrare veramente dispiaciuto, dopo esser comparso dal nulla.

«Professore!».
«Albus?».
Il mago fece una risatina, avvicinandosi ai due.

«Di cosa volevi parlarmi, Harry? Sono sicuro che la professoressa McGranitt non dirà niente ad un'anima. Non è forse vero, Minerva?».
Ella annuì, attonita dal tono premuroso del Preside. «Avanti, ragazzo mio, quando ti senti pronto».

Egli deglutì, non aveva pensato alla presenza della professoressa. Anzi, non aveva pensato alla sua totale presenza, visto che avrebbe dovuto parlare solamente con Silente.
«Io... beh, potrebbe suonare un po' ridicolo, ma...» Harry sospirò, consapevole della recita convincente che doveva metter in piedi «tutti i ragazzi continuano a dirmi di quanto assomigli a mio padre, di quanto fosse bravo a Quidditch o nelle materie scolastiche, ma... loro non l'hanno conosciuto, ne hanno solamente sentito parlare, l'hanno visto in foto o avranno letto di lui».

Aveva la totale attenzione dei professori, ed era un buon segno. Non doveva lasciar andare il filo per nulla al mondo, in quel momento.
«Quindi preferirei dei pareri più... concreti, di testimoni. Madama Bump mi ha raccontato un paio di cose, ma è sempre molto occupata. Perciò... mi chiedevo se voi avreste potuto dirmi qualcosa...».
Lo sguardo della McGranitt si addolcì di botto, facendo stridere lo stomaco di Harry per il senso di colpa.
«Ma il professor Silente non mi ha ancora visto giocare, e quindi volevo... volevo chiederle se sarebbe stato presente alla partita. Giusto per fare un paio di considerazioni. Che cosa abbiamo in comune e cosa no, magari...».

«Ma certo che Albus sarà presente, Harry!» esordì la professoressa McGranitt, guidata da un istinto materno che non credeva d'avere «Non è forse così, Preside?».
La domanda retorica venne pronunciata con voce dura, come a sfidarlo a dire il contrario.
Ma il professore sembrava non avere alcuna intenzione di rifiutare, anzi. «Ma certamente! Harry, mi hai appena dato la scusa che stavo cercando per essere presente alla partita; oltre al fatto che tifo Grifondoro, ma non dirlo a nessuno».

Harry sorrise, ma dentro friggeva di rimorso. "Sono una persona orribile, orribile. È stato un colpo basso, ma ho dovuto pensare ad una scusa plausibile in fretta, visto che la prima è diventata impossibile".
«Penso che potresti riaccompagnare Harry alla sua Sala Comune, Minerva, adesso» Silente guardò l'orario nel suo orologio da taschino «sì, mancano quattro minuti al suo coprifuoco, e se qualcuno lo trovasse in giro da solo...».

«Assolutamente, Albus».
Prese il bambino per una spalla, guidandolo gentilmente verso la soglia.
Albus Silente osservò i due uscire dall'aula, intenerito e sorridente, con il senso di vittoria nella sua mente.
"Harry ha cominciato a fidarsi di me prima del previsto, molto bene" pensò, ma quel senso di... errore era sempre lì. Non voleva lasciarlo andare via, anche se lo conosceva da poco. "Se mi fossi affezionato io prima del previsto e non lui?". Forse era così, ma Albus sapeva che, prima o poi, sarebbe finito per fare cose di cui si sarebbe pentito, non aveva fortuna con i bambini, soprattutto con quelli dotati e capaci come Harry o anche Ariana. Tuttavia non si era mai definito un uomo con istinti genitoriali verso i suoi studenti che andassero oltre il protocollo di sicurezza, solo professionale ed alquanto simpatico, ma Harry Potter sembrava essere arrivato con l'obiettivo di cambiargli le idee, forse la vita. Albus non era sicuro che quella possibilità gli dispiscesse, anzi, era quasi troppo bella per essere vera.

----

Quando il Preside di Hogwarts si presentò alla partita di Tassorosso contro Grifondoro, mezza scuola rimase di stucco.
Severus Piton, vestito con la divisa da arbitro e la scopa da corsa sottobraccio, guardò storto la squadra dei Grifoni, il componente più piccolo in particolare.

Egli si sarebbe messo a ridere dal sollievo, ma si astenne dal far ciò, decidendo invece di improvvisare un cerchio di gruppo esultante con i compagni.
Oliver, il peggior datore di incoraggiamenti al mondo, si raccomandò con tutti loro, mettendoli in guardia sia da Piton che dal Capitano Tonks.

Ella si rivelò addirittura una Cacciatrice migliore di Angelina, in partita, riuscendo a segnare 30 punti in quattro minuti.
Sfortunatamente per i Tassorosso, Harry non era davvero il tipo da concedere vittorie facili.
Natasha Yaxley, Cercatrice della sua Casa da quattro anni il 30 Gennaio 1992 trovò pane per i suoi denti. Nemmeno il tempo di festeggiare il 40 a 10 per Tassorosso, che il Grifondoro del primo anno acchiappò il boccino d'oro proprio sotto gli occhi di Piton.

Egli quasi cadde dalla scopa, mentre la saetta in rosso-oro gli sfrecciò davanti. Avrebbe sicuramente urlato addosso al bambino se i compagni di lui non gli si fossero avventati addosso, costringendolo a scendere sul campo.
Fred e George decisero di prendere Harry sulle spalle, ma quando erano stati sul punto di farlo, si scambiarono un'occhiata alla vista del Preside in arrivo.
Se lo issarono in due ugualmente, facendolo arrossire come una mela matura.

Arrivarono persino a farlo saltare in aria, finché il tempestivo intervento combinato di Nymphadora Tonks, Hermione Granger e Minerva McGranitt li bloccò, senza però bloccare i loro sbuffi contrariati.
Dopo le congratulazioni, Harry si era quasi completamente convinto di essersi ustionato la faccia, e decise quindi di fermarsi nello spogliatoio più degli altri per una doccia molto, molto fredda.
Quando uscì da lì, con la divisa nella borsa da Quidditch ed il cambio pulito addosso, incontrò la sua migliore amica che lo aspettava.

«Ci hai messo meno del previsto, e dire che mi ero preparata un libro da leggere mentre ti aspettavo qui!» effettivamente, ella teneva i racconti di favole del Mondo Magico che Harry le aveva prestato.
«Oh, quanta poca fiducia in me» scherzò, mettendo teatralmente una mano sul cuore «eppure mi era sembrato di capire che l'avessi già finito, quel libro».
Hermione sembrò illuminarsi alla sua affermazione.
«Sì, ma... mi stavo chiedendo se mi avresti potuta aiutare a tradurre qualche passo in francese. Hai iniziato da poco ad insegnarmelo, ma scrivendo qualcosa del genere potrò solo migliorare, no?».

Harry sorrise, la scopa da corsa sottobraccio e la borsa sulla sua spalla. La sua amica gli aveva rivelato che aveva da sempre voluto imparare il francese, visto che ogni anno i suoi genitori visitavano dei parenti in Francia³. E lei, nonostante volesse davvero imparare la lingua, non vi era mai riuscita, visto che le sue cugine le stavano antipatiche e si rifiutavano di insegnarle.
( «Posciamo comuonicore con l'inglese, no? Armaíne⁴?» ).

Perciò, non appena aveva scoperto che il suo migliore amico era in grado persino di tradurre un testo dal francese all'inglese o viceversa, oltre che leggerlo e parlarlo, si era completamente lasciata andare dalla gioia, ed Harry aveva felicemente accettato.
Sirius gli aveva insegnato la lingua più per sfizio che per passione, visto che lui aveva odiato ogni singola lezione impostagli da sua madre e suo padre. Aggiungendo che il bambino era determinato ad imparare, con o senza di lui, lo aveva convinto - alla sola idea di Kreacher come insegnante del suo figlioccio, rabbrividiva -.

«Certainement, madamoiselle, quand commençons-nous⁵?» recitò nella sua migliore parvenza d'accento. Sirius era riuscito a farlo crescere senza il tipico tocco londinese nella voce, rendendola chiara e senza alcuna, eventuale, variazione derivante da dialetti parlati da persone vicine.
Nemmeno Hermione sembrava avere troppo accento, sicuramente dovuto alla sua educazione nel collegio privato⁶. Non le era mai piaciuto, gli disse, quell'istituto. Tanto gli alunni quanto gli insegnanti, eccessivamente severi e bigotti.

Ma lei reagì diversamente da come Harry si sarebbe aspettato, visto che il suo sorriso svanì. Lui voltò lo sguardo verso la direzione degli occhi dell'amica, per poi tirarla contro la parete dello spogliatoio.
Videro entrambi una figura incappucciata scendere rapidamente i gradini all'entrata del castello, dirigendosi il più in fretta possibile, diretta al limite della Foresta Proibita.

Dallo sguardo che i due bambini si scambiarono, sicuramente avevano visto la stessa cosa: dei capelli neri fuoriuscire dal cappuccio grigio. «Lasciarlo andare è fuori discussione...» mormorò Harry ed Hermione, che annuì con vigore.
«Ma non dobbiamo farci vedere... se è Piton, ci scoprirebbe immediatamente. Quell'uomo sembra avere l'udito di un supereroe...».
Il ragazzino battè la sua Nimbus 2000, con delicatezza, sul pavimento, facendo formare sul viso di lei uno sguardo sorpreso.

«Harry, faccio assolutamente pena a volare, e non ti lascio andare da solo... se stesse andando da Raptor? Tu, da solo con quei due, mai nella vita».
«Se proprio vuoi venire con me, ti terrò io, promesso. Non ti lascerò cadere, puoi anche metterti davanti a me, se ti senti più sicura...».
«No no!» esclamò immediatamente lei, mani avanti «io lì davanti non ci sto, semmai mi aggrappo a te, ma... come mi siedo?».

Si indicò le gambe, coperte da jeans chiari, all'apparenza molto rigidi.
«All'amazzone, così...».
Si sedette sulla scopa, mostrandole la posizione corretta. «Puoi aggrapparti a me, ma se ti viene meglio tenerti al manico fai pure».
Seguì il suo esempio velocemente, anche se un po' restia, posizionando il libro assieme alla borsa di lui, all'interno dello spogliatoio.
«Va bene... ma voglio sperare che nessuno ci becchi... la Foresta Proibita... santo Cielo, perchè sto infrangendo questa regola? Dovrebbe essere la più importante!».

«Beh, teoricamente stiamo volando sulla Foresta Proibita, non entrando».
«Non stiamo voland-SÌ CHE STIAMO VOLANDO, ODDIO» il suo improvviso cambio di tono lo intenerì, invece di farlo ridere come lei si sarebbe aspettata.
«Herms, siamo a nemmeno tre metri da terra, e rischiamo di perdere Piton - ammesso che sia lui - ed informazioni, puoi farcela».
Ella respirò a fondo, per poi ancorare le braccia attorno al bacino di Harry.

Dopo che si accertarono che i due fossero veramente Raptor e Piton ( «Ah! Harry, avevo ragione!» ) ed ascoltarono le minacce di quest'ultimo al primo, decisero di tornare al castello, più precisamente agli spogliatoi, più confusi ed impauriti che mai.
«Povero Raptor, anche se è probabilmente in combutta con Piton, un ricatto è sempre brutto» commentò il ragazzino, recuperando la borsa di Quidditch.
Hermione non rispose, pensierosa quanto lui, mugolando il suo assenso con la bocca serrata. Dopo aver messo a posto scopa da corsa e divisa, i due bambini salirono le scale, passando per il passaggio segreto che fungeva da scorciatoia.

Camminarono in un confortante silenzio sino alla Torre di Grifondoro, piena di persone ma lontana dai professori.
«Tra poco informiamo Ron sugli incantesimi che proteggono la Pietra Filosofale, dopo che i ragazzi iniziano a sparpagliarsi nei propri dormitori» sussurrò Harry a Hermione, non appena riuscirono a trovare uno spazio nelle poltrone.

«Non ho più tanta voglia di scrivere a mio zio come prima...» il ragazzino cambiò i suoi piani, decidendo di chiamarlo con il suo specchio gemello invece che mandargli Edvige.
«Non può andare peggio di così... anzi, sarebbe potuto andare peggio se ci avessero scoperti» Hermione si sciolse lo chignon, passandosi le mani sulla nuca per sparpagliare bene i capelli.
«Beh... saremmo potuti cadere a terra da un'altezza elevatissima, finendo impalati su un albero».

La ragazzina rimase allibita per un attimo, per poi annuire in assenso, dandogli totalmente ragione. «Sei leggermente drammatico, ma la ragione ha anche i suoi lati crudi».

~●•°●~

Տℰℰ ℽ❆Ⴎ Տ❆❆ℕ

Revisionato [✔]

¹ Wayne Hopkins è un Tassorosso compagno di Ernie, Justin e Smith, che non è mai stato nominato nei libri. È canonico, ma non si sa nulla del suo carattere, perciò ho deciso di renderlo un minion del Signor sorpassiamo-i-bambini-del-primo-anno-nel-mezzo-di-una-guerra Smith.

² Harry non è un topolino che cade nella trappola senza ragionare, molto più sveglio e sicuro di sè che nei libri, per ovvie ragioni. Diciamo che vedere ogni singolo errore commesso dai genitori, padrino e zio gli hanno insegnato fin da piccolo cosa fare e cosa non fare.
Della serie non considerare un libro dalla copertina, come Minus, ed ora il Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto è combattuto fra Ron e Severus. Non sa se fidarsi del primo e se cambiare idea sul secondo, visto che nessuno dei due ha dato segni evidenti di molto.

³ Non è mai stato confermato che Hermione avesse parenti in Francia, ma visto che delle volte l'ha visitata mi è sembrato carino introdurlo.

⁴ "Armaíne" dovrebbe essere l'orribile pronuncia delle cugine di Hermione del suo nome. Visto che si dovrebbe pronunciare "Hermaine", con una "o" appena accennata ma saltabile, in francese, anche per prenderla in giro, dicono "Armein", pronuncia che la irrita parecchio.

⁵ "Certainement, madmoiselle, quand commençons-nous?" è la traduzione di "Certamente/Sicuramente, mia signora (detto in modo ironico, come per rispondere ad un ordine), quando cominciamo?".

⁶ Non è mai stato confermato che Hermione avesse frequentato un istituto privato con dei professori della simpatia del calibro di Piton con Neville.

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