Teenage Dreams \\ Liam Payne

By lightvmischief

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"Ti serve qualcosa?" mi chiese insospettito. "Sai, per caso, cosa è successo ieri sera a Emily, al pub?" chie... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39

Capitolo 12

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By lightvmischief

Mi girai e Jake insieme a me.

"Che vuoi Paul? Lei hai già fatto male abbastanza, ti conviene andartene via." Disse Jake in mia difesa.

Gli avevo raccontato della sera al bar, perché voleva sapere che era successo, e mi aveva detto che se avrebbe visto in giro Paul l'avrebbe preso a pugni.

"Aspetta." Dissi, bloccando Jake.

"Che?!" disse sconvolto.

"Vuoi davvero ascoltarlo?!"

Io annuii.

"Tu comincia ad andare, io arrivo." Dissi, lasciandogli il braccio.

"No, io resto qua, non mi fido."

"Che vuoi?" chiesi in modo poco educato a Paul.

"Volevo solo dirti che le cose che ti aveva detto quella sera Bryanna, al bar, non sono vere. Non le ho mai pensate." Disse avvicinandosi a me.

Feci una risata ironica.

"Avanti, dove sono le telecamere? Anzi, dov'è Bryanna? Non sono così idiota." Dissi fredda.

"Io ho lasciato Bryanna."

"Non sai quanto mi dispiace." Dissi, mettendomi una mano sul cuore, in modo ironico.

"Io ti amo ancora, Emily." Disse avvicinandosi di più.

Ora ci distanziava solo qualche centimetro, ma indietreggiai.

Jake, che era dietro di me, arrivò al mio fianco, accarezzandomi un braccio.

Abbassai la testa.

"Questa è la più grande stronzata che potevi dire." Dissi rialzando la testa e guardandolo.

"Ti prego, credimi. Io... non volevo. Non volevo ferirti."

"Non volevi, ma l'hai fatto." la mia voce si incrinò sull'ultima parola.

No, questo non era il momento di essere deboli.

Sentii gli occhi pizzicarmi, ma ricacciai indietro le lacrime.

Lui si avvicinò di nuovo, fino ad accarezzarmi una guancia.

Non mi ritrassi, però.

Per quanto potesse fare male, mi era mancato, ma non lo avrei mai perdonato.

"Possiamo riprovarci?" chiese avvicinandosi sempre di più.

Il suo sguardo era a intermittenza dai miei occhi alle mie labbra.

Vedevo Jake che mi guardava preoccupato.

Paul appoggiò la sua fronte alla mia, incatenando il suo sguardo al mio.

Mi erano mancati quegli occhi, mi erano mancati come l'aria.

Ma non dovevo cedere.

Aprii di poco le labbra per dargli una risposta a ciò che mi aveva chiesto.

Ma, senza nemmeno realizzarlo, mi baciò.

Ecco che tutta la barriera che avevo creato intorno a me, crollò in qualche istante.

Il mio cuore lo sentii scoppiare da un minuto all'altro.

Cercai di staccarmi velocemente, ma lui mi tenne stretta a se.

Gli diedi una spinta sul petto e finalmente si staccò.

Tutto quello che mi ero promessa di fare prima andò in frantumi e le lacrime cominciarono a scendere velocemente.

"Pensi di risolvere tutto con un bacio?" dissi urlandogli in faccia.

"Pensi che io non ci sia stato male? Pensi che io ti abbia solo usato? Beh, non è così. Lo so che mi ami ancora anche tu, quindi perché non possiamo riprovarci?" disse calmo.

Sperai con tutto il cuore che Jake facesse qualcosa, mi stava distruggendo.

I singhiozzi che stavo cercando di placare con una mano sulla bocca, ora si fecero ben udibili.

Jake gli tirò un pugno in faccia.

Lui barcollò un po'.

"Vattene via." Gli urlò contro Jake.

Lui non lo ascoltò e si rivolse a me.

"Piccola, dammi solo una risposta, se è un no, ti prometto che sparirò dalla tua vita."

Chiamandomi in quel modo non fece che distruggermi ulteriormente.

"Dovevi pensarci prima. Dovevi pensarci prima di lasciarmi, dovevi pensarci prima di andare da Bryanna. Sparisci da qui, sparisci dalla mia vita, vattene via." Dissi tra i singhiozzi.

"Mi dispiace." Disse mentre provava ad avvicinarsi di nuovo.

Fu bloccato da Jake che mi si parò davanti.

"Sei uno stronzo." Lo prese a parole Jake.

Jake si girò e mi abbracciò.

Io rimasi con le braccia stese sui fianchi, mentre affondavo il viso nel suo petto.

"Va tutto bene. È solo uno stronzo, non ti merita. Ssh." Disse cercando di calmarmi mentre mi accarezzava i capelli con un mano e ogni tanto mi lasciava dei baci sulla testa.

"Andiamo in camera mia."

Mi ero calmata un po', così Jake decise di chiamare gli altri, contro le mie proteste, per avvisarli che noi non saremmo andati con loro.

Ero stesa sul divano con la testa sulle sue gambe.

"Dì agli altri che io e Emily non veniamo." Disse, quando qualcuno gli rispose al cellulare.

"... te lo spiego dopo, ciao." Disse attaccando.

Sentivo il suo sguardo insistente su di me.

"Come stai?" mi chiese, riprendendo ad accarezzarmi i capelli.

Io scossi la testa, mentre delle lacrime silenziose ripresero a scendere.

"Lui non merita le tue lacrime, è soltanto uno stronzo." Disse, notando che stavo piangendo, di nuovo.

Mi misi a sedere asciugandomi con le mani.

"Sono distrutta, Jake. Quando mi ha baciata ho sentito tutti i muri di difesa che mi ero costruita dentro, crollare." Dissi, non guardandolo negli occhi, non ce l'avrei fatta a sostenere il suo sguardo.

"Lui ha ragione? Tu... tu lo ami ancora?" chiese, incerto sulla domanda che mi aveva appena fatto.

Annuii soltanto.

Lui sospirò mettendomi un braccio sulle spalle e tirandomi a se.

"Posso andare a sciacquarmi la faccia?" chiesi, guardando fisso davanti a me.

"Certo." Disse, lasciando che mi alzassi.

Raggiunsi il bagno e appoggiai le mani al lavandino guardandomi allo specchio.

Avevo la stessa faccia di quando mi aveva lasciata e di quando scoprii che mi aveva sostituito con quella troia.

Aprii il rubinetto e mi sciacquai il viso.

Uscii dal bagno.

"Film?" chiese Jake quando ritornai in sala, mostrandomi la custodia di un dvd.

Annuii, non avevo nient'altro da fare e inoltre mi sarei concentrata su altro.

***

Bussarono alla porta.

"Stai, vado io." Disse Jake alzandosi dal divano, così ritornai a concentrarmi sul film.

"Oh, ciao Justin, entra."

Portai lo sguardo alla porta, dove c'era mio fratello.

"Stavo cercando mia sorella, non è che l'hai vista?" chiese mio fratello.

"Sì, certo. Non sta al massimo però." Lo informò mio fratello.

Jake e mio fratello sapevano tutto di quello che era successo con... Paul.

"Che è successo?" gli chiese ansioso lui.

"Paul." Disse semplicemente Jake.

"Dov'è lei?"

Jake fece un cenno con la testa in mia direzione.

Riportai lo sguardo velocemente alla tv.

"Ciao." Disse mio fratello, venendo in sala.

Si sedette accanto a me e mi mise una mano sulla mia coscia scoperta, accarezzandola piano.

Appoggiai la mia testa sulla sua spalla.

Sospirò.

"Ce la fai a raccontarmi cosa è successo?" chiese, abbassando la testa per vedermi e sorridendo leggermente.

Presi un respiro.

"Stavamo andando al bar e... è-è arrivato Paul." Dissi con lo sguardo sulla televisione, anche se non la stavo seguendo per niente.

Boccheggiai per un po', pensando a come poter andare avanti, cercando di non cedere.

Aprii di nuovo la bocca, ma non ne uscì nessun suono.

Intanto Justin mi stava accarezzando un braccio, senza dire niente.

Aspettava che continuassi.

I fatti di qualche ora prima ritornarono di nuovo a tormentarmi, e, inevitabilmente ripresi a piangere.

Lacrime silenziose.

Silenziose ma piene di dolore.

Provai di nuovo a dire qualcosa, ma tutto ciò che uscì dalla mia bocca fu un singhiozzo.

"Okay, va bene così, non fa niente." Disse lui stringendomi a se.

Justin's pov.

Si era addormentata tra le mie gambe.

Era sfinita.

Era sfinita di tutte quelle lacrime, era stanca di piangere.

Era stanca di star male per amore.

Mi feci raccontare tutto da Jake, tutto.

Lo ringraziai per tutto ciò che aveva fatto per mia sorella.

E lo stimai per il pugno che dette a quello scarto umano.

Aveva soltanto usato mia sorella.

Lo odiavo per quello.

Non avevo la minima idea di cosa stava provando lei in questo momento.

È così piccola, non si merita tutto questo dolore.

Dissi a Jake di andare pure a fare un giro con gli altri, mi sarei occupato io di lei.

Emily si rigirò tra le mie gambe e appoggiò la sua testa sul mio petto, mentre prima era sulla mia spalla.

Aprì gli occhi e si passò una mano su quelli.

Mi mise una mano sul petto.

"Jus?" chiese.

"Sì, sono io. Che c'è?" le chiesi dolcemente.

"Andiamo fuori? Sono stanca di stare qua."

"Certo, tu hai bisogno di una cioccolata da Starbucks." Dissi alzandole il viso.

Lei accennò una risatina.

"Sì! sono riuscito a farti ridere, sono un genio." Dissi facendola ridere di nuovo.

"Grazie, Jus." Disse alzandosi e sistemandosi la gonna.

"Hai messo la gonna!" dissi saltando in piedi e indicandola.

Sorrise debolmente.

Le misi un braccio attorno alle spalle.

"Adesso andiamo sorellina, devo recuperare un po' del tempo perso." Dissi mentre uscivamo dalla stanza.

"Era da un casino che non ne bevevo una da Starbucks." Disse, mentre beveva la sua cioccolata, con la cannuccia.

"Solo tu puoi bere la cioccolata con la cannuccia." Dissi facendoglielo notare.

"Oh ma cosa pretendi, stiamo camminando per Londra, se la bevo senza cannuccia mi si rovescia tutta addosso!" disse, lamentandosi lei.

Risi per quel suo modo di fare.

Lo faceva da quando aveva provato la cioccolata nel bicchiere.

"Certo che però è strano bere la cioccolata già a ottobre." Osservò.

"Sì, ma è buona!" dissi in sua risposta.

"Però intanto l'hai presa solo per me... che strano, non trovi?" disse ironicamente.

Ridemmo insieme.

Tirai fuori il cellulare dalla tasca e lessi l'orario sul display: le 18;28.

Era tardi.

"Ems, è ora." Dissi guardandola.

Lei mi guardò tristemente.

"Di già?"

Annuii.

"Oh."

"Prometto che torno a trovarti a novembre." Dissi mentre camminavamo ancora.

Lei non rispose, ma continuò a bere la cioccolata.

Eravamo arrivati davanti al mio hotel.

"Devo andare."

Mi abbracciò stringendomi forte.

"Mi mancherai tanto." Disse tristemente.

"Anche tu, Ems, anche tu. Ci sentiamo su Skype... ciao." Dissi staccandomi, malvolentieri, da lei e cominciando ad avvicinarmi alla porta della hall dell'albergo.

Mi salutò con la mano e dopo si girò andando nella direzione opposta alla mia.

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