Stairway to Heaven [l.s.]

By LenaFairmark

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"Non credeva che fosse rimasto ancora qualcosa da insegnargli, ad Harry, né che qualcuno sarebbe davvero rius... More

Una strana nota di umiltà
Il vecchio Lucas
Neil, Nì, Nihal, Neal e Peter Pan
Il guerriero con l'armatura più colorata del mondo
Vita di Livio, pagina 56
Era sicuro che fosse giallo
Balli felini
Un altro tassello del puzzle
Scimmie all'orizzonte
Torte alla mela e altalene di legno
AVVISO
Voglia di gelato
L'onestade ad ogn'atto dismaga
AVVISO2
Ti farò chiamare best man
Un wanton fritto
Anche i pinguini diventano gay
Ripiccante
AVVISO3
Un canguro bellissimo
Certo, fratellino
Yorktown
Faccia a faccia con il divano
Le pantofole non sono un indicatore d'intelligenza
Ventisei minuti e quarantasette secondi
BLOCCO
'Base segreta di Louis di cui nessuno sa niente perché è segreta'
Eterocefalo glabro

L'intelligenza dovrebbe essere un bene comune

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By LenaFairmark

Harry era intento a temperare tranquillamente una matita, quando una strana specie di boa/koala lo stritolò tra le braccia, tra l'altro con le mani piene di cioccolato, urlando – HAAAZ! Non sai che mi è successo non sai che mi è successo non sai che mi è successo! – Harry scosse la testa e si scostò gentilmente da quella presa. 

– Non lo so comunque cosa ti è successo Nì, non cambia se continui a ripetermelo.

– Lo so che non lo sai, Haz! È quello che ho detto io! - rise.

Harry alzò gli occhi al cielo; quando era davvero entusiasta, Niall diceva certe cose che non avevano senso proprio per niente. Niall si staccò da lui, senza che un enorme sorriso abbandonasse il suo viso.

– Ho conosciuto Louis, Haz!

Harry lo guardò rassegnato.

– Davvero? Strano. Non mi aspettavo che Niall Horan, l'irlandese del quarto E che quando va in giro lo assaltano neanche fosse Justin Bieber, avesse conosciuto qualcuno. Non è per niente nel suo quotidiano, lui è sempre così riservato, pover'uomo.

– Ehi, anche Louis ha detto che sono Irlandese. – Niall inarcò le sopracciglia. – È così evidente?– disse strattonando il bordo della maglietta rossa.

– Abbastanza.

– Comunque.– Niall scosse la testa.– Non deviarmi i pensieri, Harry, lo sai che sono già abbastanza deviato di mio.– ridacchiò.– Dicevo?  

– Hai conosciuto un tipo.– rispose Harry annoiato. 

– Oh giusto - Harry, ho conosciuto Louis!   
Harry alzò lentamente la testa, prese un profondo respiro e piantò i suoi occhi in quelli di Niall. –Eh.   

–Ma lo sai chi è Louis, Haz?

– Ora lo uccido. – mormorò Harry.

– Ah giusto come faresti a saperlo, insomma Louis è il ragazzo nuovo, quello con gli occhi azzurri hai presente no? Beh è semplicemente adorabile, divertentissimo e poi è così esaltato! È tutto umile e gentile, ad un certo punto si è messo a parlare come un matto e non la finiva più, ed è arrivato Zayn che gli ha detto che parlava troppo e lui ha pensato che mi desse fastidio e si è scusato così tanto e poi quando gli ho detto che mi era simpatico mi è tipo saltato addosso e mi ha abbracciato - come un koala! - hai presente come faccio io, solo che lui è così leggero che lo potevo alza- a sì che poi è piccolo piccolo sarà la metà di te sicuramente, e poi se n'è andato strillando "ciao Nello" e mi ha inventato tipo cinque soprannomi troppo in tempo record!

Era partito.

– Io penso ancora che quel ragazzo ti stia facendo cambiare sponda, – ridacchiò Harry, guardando la punta della matita nera, perfettamente temperata, e incamminandosi verso il banco. Niall sbuffò e lo scosse per le spalle, – Harryyyyyyyyyyyy!

– Niaaaaall – lo imitò l'amico.

– Haaaaaaaaaaz davvero dovresti conooooooscerlo.

– Niaaall non cominciare a parlare come Dooory.

– Haaaaaaaz mi piace il baleneeeeeeeese.

– Niaall sei fuori di teeesta.

– Haaaaaaaaz siamo due bellissime baleneeeeee.

Harry rise e scosse la testa, lasciandosi cadere sulla sedia. Niall si distese sul banco, con il viso a pochi centimetri dal naso di Harry e si stiracchiò, emettendo un suono molto simile a "gnimignimignimignimi" - Harry non l'aveva mai sentito prima, ma non era neanche troppo brutto. Alzò lo sguardo su di lui, e mentre il biondo gli sbadigliava in faccia, chiese: – Zayn è il ragazzo che stava con l'altro in autobus?

– "L'altro" si chiama Louis. Comunque sì, è lui.

Harry annuì e volse lo sguardo alla finestra.

– Perché, ti interessa? – Niall si tirò a sedere dritto. Harry colse uno strano entusiasmo nella sua voce, e alzando lo sguardo si accorse che sembrava veramente entusiasta che il suo migliore amico si interessasse ai suoi nuovi amici. Così, per non deluderlo, preferì annuire.

– Oh che bello che bello che bello sìììììììììì, – batté le mani. – li vuoi conoscere Harry? Te li faccio conoscere! 

Harry sorrise pacato. – Calmati Nì. Che ne dici prima di conoscerli meglio tu? A stento sai come si chiamano.

– Ma non è vero! So tutto di loro!

Harry alzò gli occhi al cielo, – cognome?

Niall aprì la bocca, poi la richiuse. Assunse la sua solita espressione di concentrazione estrema, per quasi quattro secondi - un record, - poi si arrese, diede un'alzata di spalle e sbuffò. Harry gli lanciò uno sguardo soddisfatto.

– Ci sono cose su una persona molto più importanti del cognome, ecco.

Harry ridacchiò. – Per esempio?

– Beh... tipo... tipo a Lou piacciono gli occhi chiari chiari o scuri scuri. E ha un cugino di quarto grado che vive... vive da qualche parte, insomma. Penso al nord. E Zayn sta sempre zitto.

– Queste sì che sono cose importanti, – sorrise Harry. – ora per favore spiegami come fai a non sapere niente di lui tranne che ha un cugino di quarto grado che vive al nord.

– Beh gli ho detto che mi chiamo Horan e lui ha detto che ha questo cugino di quarto grado che si chiama Horan. – Niall alzò le spalle.

– Davvero stupendo. 

– Lo è infatti. È un dettaglio particolare e interessante.

– Comunque sempre meglio di Zayn che "sta sempre zitto".

Niall sbuffò. – Ma cioè Zayn non l'ho proprio conosciuto, mi ha parlato un paio di volte.

Harry inclinò la testa. – Hai appena detto che sta sempre zitto.

– L'ha detto Lou.

– Perché ti ha parlato, allora?

– Harrryyyyyy ma che ne posso sapere, – piagnucolò il biondo.

– Ah boh. Avevo sentito dire che sapessi tutto di loro. – ridacchiò Harry.

– Sì cioè dai li ho conosciuti due minuti fa! Non posso sapere i fatti loro!

– Quindi non li sai, i fatti loro! – esultò Harry, e Niall inarcò le sopracciglia, rendendosi conto di quello che aveva detto.

– Ma, ma... tu, brutto manipolatore! È tutta colpa tua!

Harry sghignazzò, e diede una strizzatina alla guancia di Niall, che immediatamente schiaffò via la sua mano e si voltò di schiena, le braccia incrociate e la testa alta.

– Dai Nì. – Harry continuava a ridacchiare.

– Mh.

– Nììì.

– Mh.

Harry gli pizzicò una guancia.

– Forza Nello, ti darò tante caramelle.

Niall gli fece una pernacchia.

– Daai, tesoruccio. Giuro che non lo faccio più.

– Lo dici tutte le volte! – protestò.

– Certo, perché ho sempre ragione. 

Niall gli lanciò un'occhiata assassina.

– Dai Nì, lo sai che non riesco a trattenermi, secondo le leggi dell'altruismo l'intelligenza dovrebbe essere un bene comune e ti voglio troppo bene per privarti della mia!

Niall trattenne una risata, ma Harry colse il tremito delle sue spalle e sorrise.

– Sii altruista con me, ora. Sarò il tuo migliore amico!

– Lo sei già. – Harry lo sentiva ridacchiare.

– E dimmi, è così che si tratta l'attraente - incantevole, ragionevole, migliore amico che tenta disperatamente di farsi perdonare?

Niall emise uno sbuffo, e si voltò verso di lui. 

– Se io li conosco un po' meglio poi te li fai presentare?

– Ti giuro che me li faccio presentare. Tu conoscili meglio.

– Li conoscerò meglio. – sentenziò Niall.

– Che bravo ragazzo. – disse Harry, e gli strizzò la guancia pallida. Niall gli fece una linguaccia, poi si alzò dal banco e sprofondò nella sedia, cercando di immaginare come avrebbe potuto rivedere Lou. Non conosceva né l'anno né la classe, di quel ragazzo, e in quella stupida scuola erano almeno centomila. Forse un giorno l'avrebbe incrociato nei corridoi, ma non voleva aspettare troppo, voleva che Harry lo conoscesse, e la pazienza non era il suo forte, era quello di Harry. Proprio come la logica che gli avrebbe assicurato di trovare immediatamente Louis, se solo avesse voluto. 

Niall provò a pensare come avrebbe fatto Harry, si concentrò al massimo, ma ovviamente lui non era Harry e a pensare troppo il cervello gli andava in pappa. Sbuffò. I suoi occhi si posarono involontariamente sulla cattedra, e il suo cervello emise un gemito silenzioso (la sua disperazione stava raggiungendo livelli epici, ma c'era sempre il metodo della defenestrazione, e da quell'altezza magari non sarebbe neanche morto e sarebbe stato libero e felice per sempre. Altrimenti poteva scavare una buca con il cucchiaio della Nutella e andare a vivere in Cecoslovacchia con il cugino di Louis, fingendosi un venditore di termosifoni super tecnologici, lì doveva fare freddo e li avrebbero comprati tutti e sarebbe diventato ricco e il popolo l'avrebbe amato fino alla morte e avrebbe costruito un bellissimo mausoleo in suo onore, un mausoleo di termosifoni sbrilluccicanti). 

In ogni modo, la cattedra gli aveva sfortunatamente ricordato che avrebbero avuto filosofia, pochi minuti dopo, e tentò di prepararsi psicologicamente ad un'ora d'inferno, o a buttarsi dalla finestra senza morire troppo. Odiava filosofia, e l'insegnante - che sembrava essersene accorto - l'aveva puntato di brutto dalla prima volta in cui aveva messo piede in classe.

Era capitato spesso che Niall si chiedesse perché fosse andato al liceo classico. Quando, molto tempo prima, Harry glielo aveva domandato, aveva risposto che non lo sapeva neanche lui. Si diceva ci uscissero solo persone intelligenti, da lì, e quindi aveva pensato - a parte il fatto che magari sarebbe diventato un po' più intelligente - aveva pensato di trovarci persone interessanti. E alla fine, se non ci fosse andato, non avrebbe conosciuto Harry, quindi quella scelta non gli pesava troppo. Harry ovviamente la amava, quella scuola. Certo, con lui non si poteva mai dire, se amava qualcosa o semplicemente non gli faceva schifo, ma con certe cose ci metteva sempre un'attenzione particolare: con la filosofia, con la storia, la letteratura inglese, italiana, greca, latina, avrebbe potuto passare ora chiuso in camera a studiare, analizzare, approfondire. In realtà Harry era un razzo, a studiare. Con cinque esercizi di matematica, ad esempio, non ci passava più di dieci minuti, ma la matematica non gli interessava, quindi finito quello che aveva da fare chiudeva il libro e preparava altro.

Niall prese una penna e iniziò a rigirarla tra le dita. Si prospettava una giornata noiosa e piena di sforzi estremi, per il suo povero e indifeso cervello.

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