Don't Forget Me Now || A Raur...

By xuxisrose

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《Keep talking, because I love to hear your voice.》 ~ "Sei uno dei soliti puttanieri a cui piace una ragazza... More

Chapter 01.
Chapter 02.
Chapter 03.
Chapter 04.
Chapter 05.
Chapter 06.
Chapter 07.
Chapter 08.
Chapter 09.
Chapter 10.
Chapter 11.
Chapter 12.
Chapter 13.
Chapter 14.
Chapter 15.
Chapter 16.
Chapter 17.
Chapter 18.
Chapter 19.
Chapter 20.
Chapter 21.
Chapter 23.
Chapter 24.
Chapter 25.
Chapter 26.
Chapter 27.
Chapter 28.
Chapter 29.
Chapter 30.
Chapter 31.
Chapter 32.
Chapter 33.
Chapter 34.
Chapter 35.
Chapter 36.
Epilogo.
Nuova Storia.

Chapter 22.

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By xuxisrose

Erano appena le 21:00 e Chase si era già bevuto quasi una decina di bevande alcooliche.
Stavamo aspettando che aprissero tutte le giostre, per poterle fare. Volevamo anche attendere la mezzanotte, per fare gli auguri a Rocky, siccome sarebbe stato il suo compleanno. Nel frattempo era in fila per ordinare un'altra mela caramellata. Io non ne avevo assaggiata neanche una, siccome non avevo voglia di vomitare anche il pancreas, sopra una di quelle giostre.

Avevo incontrato anche alcuni dei miei compagni di squadra, con i quali mi ero fermato a chiacchierare.
Il parco sembrava riempirsi sempre più di gente, ogni minuto che passava.
Capitava che ogni tanto mi guardassi intorno, per controllare che gli altri ci fossero ancora tutti.
Sentii delle grida di gioia, provenire da qualche metro più avanti. Notai molti ragazzi dirigersi verso alcune giostre.
Trascinati dalla folla che si spostava, iniziammo a camminare anche noi, purtroppo in direzioni diverse.
Provai ad allungare il collo, quanto possibile, per provare a vedere i miei fratelli o i miei amici, ma non riuscii a trovarli.
Qualcuno afferrò la mia mano destra, tirandola di poco in avanti. Abbassai velocemente lo sguardo, per vedere chi fosse la persona davanti a me.
Notai una piccola mano, coperta da un guanto di pizzo. Feci risalire lo sguardo, lungo il braccio.
Notai il lato sinistro del collo scoperto della persona. Lungo la schiena aveva dei lunghi capelli castani, un po' mossi. Fra di essi vi erano dei piccoli giori bianchi.
Riportai la mia attenzione sul collo scoperto della ragazza, sul quale si notava una piccola vena, grazie alla luce dei lampioni.
Avevo chiaramente riconosciuto la ragazza e desideravo poter appoggiare le mie labbra contro la sua vena. Volevo sentire il suo battito cardiaco, contro le mie labbra.
Avrei voluto abbracciarla, stringendola forte a me. Avrei voluto continuare a baciarle il collo, per poi scendere fino alla sporgenza della sua clavicola.

Okay, quelle non erano cose a cui pensare in un luogo così affollato.
La situazione sarebbe potuta diventare imbarazzante.

Laura teneva ancora stretta la mia mano ed io aumentai la presa, per evitare di essere divisi dal fiume di persone, che si dirigeva verso il tunnel degli orrori, la casa stregata ed una sottospecie di 'carrelli della morte'.
Laura riuscì a guidarci fuori da tutta la confusione, diretta verso la sala degli specchi.
"Grazie, ancora un po' e mi sarei sentito una sardina." Ironizzai, affiancandola, sempre tenendole la mano. Lei guardò intorno a noi, ansiosa. Si rilassò dopo qualche secondo, per poi trascinarmi dentro l'attrazione.
"Figurati. Gli altri saranno già spersi chi sa dove."
"E Chase in coma etilico da qualche parte, conoscendolo."
Laura scoppiò a ridere, faticando a salire gli scalini.
"Dai muoviti!" Esclamò lei, correndo dentro la sala. Io aumentai il passo per starle dietro. Quando entrai non riuscii a vedere nulla. Camminai lungo un corridoio completamente dritto.
Poi sbucai in una sala, fatta completamente di specchi.
Era sconvolgente. Nei riflessi c'erano altri tre me, che si guardavano intorno, osservando il posto.
"Forte..." Mormorai, alzando lo sguardo. Anche sul soffitto vi era uno grosso specchio, che non faceva altro che accentuare la mia confusione.
"Ci sei, Lynch?" Domandò Laura, comparendo davanti a me.
Solamente che non c'era solo lei. C'erano almeno dieci Laura, che mi fissavano da diverse direzioni.
Sbattei le palpebre, cercando di capire dove andare.
"Sei capace di atterrare dei ragazzi da novanta kili, ma non di capire quale sia la direzione giusta?" Mi canzonò lei, ridendomi in faccia.
"Oh, davvero divertente Marano. Sappi che me la pagherai."
Nonostante lei mi stesse provocando, non riuscii a negare che dieci Laura erano un sogno che diventava realtà.

Iniziai a camminare, diretto verso Laura.
Non riuscii a fare più di sei passi, che andai a sbattere contro uno degli specchi. Ritrassi la testa, massaggiandomi il naso con i polpastrelli dell'indice e del medio. In questi mesi avevo preso fin troppi colpi nel naso. Troppi!
Una risata si propagò lungo la stanza e vidi Laura sbellicarsi dalle risate. Aveva la schiena inarcata e rideva di gusto, quasi con le lacrime agli occhi.
"Non è divertente." Sibilai a denti stretti, scoccando delle occhiate astiose a tutte le Laura.
Lei rise ancora di più.

La situazione non migliorò, per almeno una ventina di minuti, siccome continuai a sbattere contro gli specchi.
Quando finalmente trovai l'uscita, che era sbarrata dalla vera Laura, lanciai un sospiro di sollievo.
Sul suo viso vidi una smorfia divertita; stava palesemente trattenendo le risate.
"Puoi anche ridere, come hai fatto le altre quattordici volte." Dissi, ricambiando la smorfia, uscendo da quel posto infernale.
"Le hai contate?" Domandò. Una piccola risatina si liberò dalle sue labbra; ma lei la interruppe subito.
"Il mio setto nasale le ha contate." Risposi, iniziando a camminare.
L'uscita della sala degli specchi si trovava dalla parte opposta dell'entrata e sbucava sul prato, sul retro delle altre attrazioni.
"Povero piccolino." Mi prese in giro Laura, camminando allegramente al mio fianco.
"Non capisco che abbiano tutti contro il mio naso!"
"Di solito un pugno e degli specchi."
"Wow, che bel gioco di parole, aspetta che rido." Risposi, facendo roteare gli occhi. La ragazza alla mia destra si stava sbellicando dalle risate, divertita dalla sua stessa battuta.
Quando si fu calmata disse: "Okay, scusa."
"Il mio naso è vittima di bullismo..."
"A me piace il tuo naso." Disse, sorridendo, per poi guardarmi negli occhi.
Inarcai un sopracciglio, come mio solito.
"Cos'è, un tuo feticismo? Ci sono quelli a cui piacciono i piedi ed a te piacciono i nasi? O meglio, il mio naso." Questa volta fu il mio turno di ridere, irritandola.
"No, idiota. Lo trovo solo carino."
"Mi preoccupi, Marano." Ammisi, osservandola con la coda dell'occhio.

Camminammo sull'erba, senza una meta precisa, punzecchiandoci a vicenda.

Magicamente riuscimmo a rincontrarci con i nostri amici, che si erano fermati a mangiare. Dove avrei mai potuto trovarli, se non al banchetto del cibo?
"Potevate aspettare però." Brontolò Rocky, riferito a Laura e me.
"A fare che?"
"Ad appartarvi." Rispose, facendo ridere gli altri.
Io lo ignorai, grattandoni il lato del naso.
"Non eravamo appartati." Si affrettò a rispondere Laura, decisa ad avere l'ultima parola. Poi, conoscendola, non avrebbe mai permesso a Rocky di metterla in imbarazzo. "Ed anche se fosse, quello che faccio con tuo fratello non è affar tuo." Aggiunse, con impertinenza.
Rocky spalancò la bocca, facendo cadere la crosta della pizza.
Dagli altri si levò un coro di 'Ohhh', sorpresi.
Io rimasi sconvolto e mi voltai verso di lei, spalancando gli occhi.
Lei si limitò a farmi spallucce e si avvicinò allo stand, per ordinare qualcosa da bere. Nel frattempo il mio cervello stava ancora cercando di elaborare. Ero certo che, una volta a casa, i miei fratelli mi avrebbero fatto un interrogatorio.

"Hey Marcus!" Disse Chase, con il poco di lucidità rimasta.
Marcus si avvicinò a noi, sorridente. Era vestito da Batman, con il classico costume grigio e nero. Fra le mani reggeva la maschera, che si era tolto, per farsi riconoscere in viso.
"Ciao ragazzi!" Ci salutò, con un sorriso cordiale.
Chase e David introdussero il moro ai miei fratelli ed il resto dei nostri amici.
"Come te la passi?" Domandò Maia, sorridendo al ragazzo.
"Tutto bene, grazie. Sono qui con alcuni amici, ma diciamo che..."
"Vi siete persi?"
"Esattamente." Marcus rise, imbarazzato.
Laura tornò indietro e si fermò alla mia sinistra, sorseggiando da un bicchiere. Probabilmente era coca cola, siccome non brillava e non odorava di alcool.
Marcus rivolse uno sguardo a me, poi a Laura e ci sorrise, come per dire: 'non-sembra-ma-ho-capito'.
Restò qualche minuto a chiacchierare con noi, per poi congedarsi, per cercare i suoi amici.

L'aria notturna si fece sempre più fredda, facendomi venire la pelle d'oca, mentre ero seduto su di un muretto, insieme a Savannah e Ryland, che si stavano allegramente sbaciucchiando.
Gli altri erano nello spazio al centro degli stand, che era diventato una pista da ballo.
Luci stronoscopiche illuminavano il tutto, cambiando colore ritmicamente. La musica era alta e si sentiva risate ed urla di gioia. Vicino al mio orecchio destro sentivo chiaramente gli scambi di saliva, fra Ryland e Sav.
Assunsi un'espressione annoiata e disgustata. "Potreste smetterla? Non siete soli."
Ryland mi diede un pugno sul braccio, guardandomi di traverso. "Vai altrove!"
"Ma siete voi due che state limonando su un muretto!" Esclamai, allungando le braccia in avanti.
"E tu sei quello solo che non può farlo!"
"Ti ammazzo." Dissi, alzando appena la testa e puntando gli occhi su mio fratello.
"Oh beh, tu sei più più grande e morirai prima."
"Cosa c'entra?!" Domandai, cercando di dare un senso alla sua pazzia.
Ryland girò il busto nella mia direzione, per guardarmi.
"Significa che io vivrò più a lungo di te."
"Io sono più grande ed ho la patente. Quindi potrei fingermi un pirata della strada ed investirti!"
Mio fratello mi guardò, offeso.
Scoppiai a ridere e mi alzai, diretto verso la pista.
"Ti odio!" Urlò lui, per farsi sentire.
"Reciproco!"

Mi fermai davanti alla pista, sperando di trovare gli altri; ma sapevo che sarebbe stato impossibile.
La mezzanotte si stava avvicinando e con essa anche il compleanno di Rocky.
Stranamente la fortuna era dalla mia parte e dalla folla vidi sbucare Alexa e Laura, che ridevano, mentre camminavano a braccetto.
"Hey Ross!" Urlò la bionda, alzando una mano.
"Ciao ragazze." Mi avvicinai a loro, osservando Alexa. Era affannata e ridacchiava a bassa voce.
"Ma ha bevuto?" Chiesi, rivolto a Laura, che sembrava a posto.
"Non chiedermi se ha bevuto. Chiedimi quanto ha bevuto." Rispose lei, cercando di tenere in piedi Alexa.
"Ha bevuto davvero così tanto?" Feci passare il braccio destro della ragazza intorno alle mie spalle, per sollevarla appena. Decisi di aiutare Laura a portarla da Ryland e Savannah, in modo che potessero tenerle compagnia ed impedirle di bere ancora.
"In realtà no. Però da quello che ho capito non beve spesso e non regge bene l'alcool." Spiegò Laura, accompagnando Alexa insieme a me.
"Allora perché si è ubriac-Chase... vero?"
"Non dovrei dirtelo; ma sì. Chase ha offerto a tutti dei drink ed è andato avanti per venti minuti. Dovrai andare a raccogliere gli altri dal terreno."
"No grazie, li lascio lì."
Raggiungemmo il muretto, facendo sedere Alexa sopra di esso.
"Che ha?" Chiese Savannah, indicando l'amica con l'indice destro.
"Si è leggermente ubriacata."
"Leggermente?" Ryland si sporse, per guardare Alexa, che stava ancora ridendo da sola.
"Perché ci sono due Ross?" Domandò lei, aggiungendo una risata.
Mi guardai alle spalle, confuso. "Perché da ubriachi tutti vedono più Ross?"
"Immagino che incubo. Due te. Woah." Disse Laura, incrociando le braccia sul petto.
Io fissai un punto dritto davanti a me, girai il collo lentamente, sbattendo le palpebre e la guardai, in cerca di spiegazioni. O di scuse.
Lei allargò le labbra, mostrando i denti serrati.
"Sarei un incubo?" Le chiesi, con aria di sfida.
"No, no. Sei peggio di un incubo. Almeno gli incubi, quando ti svegli, finiscono." Rispose, con sarcasmo.
Un'altra cosa che adoravo di Laura era la sua personalità gentile, ma allo stesso tempo sarcastica. Era intelligente e riusciva a stenderti, con una semplice frase.
"Se fossi il tuo incubo non staresti buona parte del tempo con me." Sorrisi, soddisfatto di averle tenuto testa.
Laura aprì la bocca per ribattere; ma la voce di Ryland la interruppe.
"Dio, baciatevi e basta!" Esclamò, gettando le braccia in aria, con un'espressione nervosa in viso. Savannah ed Alexa annuirono, dando ragione a Ryland.
"Cos-perché?"
"Siete gli unici a non sentire la tensione che c'è. E la tensione è fra voi due." Rispose, sempre più annoiato.
"Ma... non stavamo per baciarci." Laura si voltò del tutto verso il ragazzo, con aria confusa.
"Tanto so che dentro la vostra testa eravate già entrambi avvinghiati l'un l'altra."
"Ryland."
"E vi saremmo tutti grati se la smetteste di scoparvi con gli occhi."
"Ryland!" Ribadii io, pronto a far tacere quell'emerito deficiente di mio fratello.
Alexa, ancora ubriaca, scoppiò in una risata isterica, attirando gli sguardi curiosi di alcuni ragazzi, che ci stavano fissando già da un po', per colpa di Ryland.
"Andiamo via, ti prego." Diedi le spalle ai tre seduti sul muretto e mi avviai verso le altalene, che si trovavano ad un centinaio di metri da lì, dietro ad alcuni alberi.
Riuscii a sentire i passi di Laura che mi seguivano, a poca distanza.

"Sei imbarazzato." Disse lei, ridacchiando. Correva saltellando, girandomi intorno.
"No, cosa te lo fa pensare?" Le chiesi, cercando di far incontrare i nostri occhi. Cosa inutile, siccome lei non stava ferma un attimo.
"Ti si vede in faccia. Vorresti sparire."
"Hai le pulci addosso? Perché salti in quel modo?"
"Perché sono divertita dalla tua faccia." Rispose, continuando a ronzarmi intorno.
"Sei così..." Iniziai, per poi fermarmi a guardarla.
Laura ricambiò il mio sguardo, avvicinandosi a me.
"...così? Irritante, fastidiosa, rompi palle?"
"Bella." Risposi semplicemente, facendo un passo in avanti, per poi appoggiare una mano poco sopra alla sua vita. Lei mi sorrise, per poi passare le dita sopra ad una delle catenine che portavo al collo.
In una c'erano due plettri di chitarra, mentre in quella più lunga vi era una chiave di metallo.
Laura passò le dita lungo le piccole anelle, fino a raggiungere la chiave. Sentii la leggera pressione fatta dalle sue dita fin sotto il tessuto della mia maglia, contro il mio petto. Respirai pesantemente, trattenendo poi il fiato.
Era vero. Laura era davvero bella. Anche quando mi stuzzicava in quel modo, ridendo del mio imbarazzo.
Era la mia occasione, potevo farcela.
Abbassai la testa, sempre tenendo lo sguardo fisso nei suoi occhi, che mi osservavano attentamente.
Laura fermò la sua mano al centro del mio petto, arricciando le dita e stringendo il tessuto nel palmo.
Stavo per far combaciare le nostre labbra, quando una risata ci fece allontanare. Laura afferrò il mio avambraccio, prima di girarsi. Io feci lo stesso, guardando davanti a me.
Un ragazzo mascherato si stava avvicinando a noi, ridendo e battendo le mani.
Ero parecchio confuso.
Non riuscii a capire da cosa si fosse vestito. Il suo volto era coperto da una maschera parecchio inquietante. Sembrava che indosso avesse degli stracci. Era di poco più basso di me ed i suoi occhi sembravano color pece, attraverso i fori della maschera.
"Che bella scenetta." Rise acidamente, continuando ad avvicinarsi a noi.
Si fermò a circa un metro, incrociando le braccia sul petto, ridendo di più.
"Che peccato che abbia rovinato il momento." Aggiunse, scuotendo la testa.
Laura strinse di più la mia pelle. Le sue unghie mi graffiarono appena, mentre cercava di rimanere calma.
"Chi sei?" Chiesi, guardando il ragazzo con aria di sfida.
"Non è affar tuo, tranquillo. Sai Lynch, era un po' che non ti si vedeva con una ragazza. Soprattutto una così." Lui fece qualche passo avanti, poi allungò la mano, per toccare il viso di Laura.
"Lasciala stare." Intimai il tipo davanti a me, con rabbia. Strinsi i denti e le mie narici si dilatarono, cercando di mantenere la calma.
"Altrimenti?"
"Te ne farò pentire."
"Sono curioso, Lynch. Mostrami come." Il ragazzo allargò le braccia, rispondendo alla mia minaccia.
"Così." Rispose Laura, lasciando il mio braccio. Fu così veloce che quasi non la vidi. Il suo pugno volò in direzione del viso del ragazzo, colpendolo sul naso.
Lui imprecò, piegandosi in avanti e coprendoso il naso, da sopra la maschera.
Io guardai Laura, sconvolto.
"Andiamocene!" Lei mi afferrò la mano, camminando velocemente. Ci allontanammo quasi correndo dal ragazzo, ritornando verso la festa.
Guardai ripetutamente alle nostre spalle, per controllare che il ragazzo non ci stesse seguendo.
Grazie a Dio, non lo fece.

~Angolo autrice:

Ciao lamacorniii :3 new chapter, yay!

Che mi raccontate?

C'ho il sonno, quindi niente. Lol.

Non riesco mai a scrivere :c non ho quasi mai tempo e quando ce l'ho lo spreco. BRAVISSIMA.

Anywayyyy, fra meno di un mese vado a Milano ASDFGHJKL urlo.

Domanda: avete le unghie lunghe o corte? →
Io una via di mezzo(?) Idk

Votate e commentate ;)~

Ellingtons-wife





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