The night drowns in dawn

Od Myrskyla

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Fantasy romance a cavallo tra due mondi. Iris è irrequieta e imprevedibile, proprio come quell'oceano che fin... Více

PROLOGO - IRIS
CAPITOLO 1 - L'ADDIO
CAPITOLO 2 - OSPITI
CAPITOLO 3 - LA CENA
CAPITOLO 4 - RIVELAZIONI
CAPITOLO 5 - IRIS O NAYA
CAPITOLO 6 - IL BRANCO
CAPITOLO 7 - IL TEMPORALE
CAPITOLO 8 - LA FUGA
CAPITOLO 9 - LA PREDA
CAPITOLO 10 - FACCIAMO UN GIOCO
CAPITOLO 11 - IL PRIGIONIERO
CAPITOLO 12 - ALLA FONTANA
CAPITOLO 13 - IL NEMICO
CAPITOLO 14 - A PALAZZO
CAPITOLO 15 - I GIURAMENTI
CAPITOLO 16 - EIOWA
CAPITOLO 17 - QUELLA NOTTE
CAPITOLO 18 - NUOVA VITA
CAPITOLO 19 - LA FESTA
CAPITOLO 20 - L'AGGRESSIONE
CAPITOLO 21 - IL VOLO
CAPITOLO 22 - LA TEMPESTA
CAPITOLO 23 - UN SOGNO O QUALCOSA DI PIU'
CAPITOLO 24 - ABITUDINI E NOSTALGIA
CAPITOLO 25 - LE VERITA'
CAPITOLO 26 - CASA
CAPITOLO 28 - RESA E TRADIMENTO
CAPITOLO 29 - SCINTILLE
CAPITOLO 30 - ADDESTRAMENTO
CAPITOLO 31 - LA MALEDIZIONE
CAPITOLO 32 - VERSO IL PORTALE
CAPITOLO 33 - AL DI LA'
CAPITOLO 34 - ALBA DI SANGUE
CAPITOLO 35 - CAMPO BASE
CAPITOLO 36 - FARABUTTO
CAPITOLO 37 - E' SCRITTO NELLE STELLE
CAPITOLO 38 - TREGUA, PACE E GUERRA
CAPITOLO 39 - SOFFIO DI VENTO
CAPITOLO 40 - IL CUORE
CAPITOLO 41 - MAI
CAPITOLO 42 - KADIK
CAPITOLO 43 - QUELLA PIETRA
CAPITOLO 44 - CHIARO DI LUNA
CAPITOLO 45 - LUNGA NOTTE
CAPITOLO 46 - PUNTO DI NON RITORNO
CAPITOLO 47 - ALONYTHA, NOI
CAPITOLO 48 - NUOVA ALBA
CAPITOLO 49 - IL VUOTO
CAPITOLO 50 - SOTTO LE STELLE
CAPITOLO 51 - NUOVO GIORNO
CAPITOLO 52 - SPERANZA E DELUSIONE

CAPITOLO 27 - UN MESSAGGERO E UN PASSAGGIO

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Od Myrskyla

«Non è mia intenzione spaventarti. La vita è un susseguirsi di scelte. Cosa ti ha spinto a tornare a casa? Il cuore o la testa?» chiese la donna.

«Sentivo fosse la scelta giusta, il cuore credo» disse portandosi una mano al petto.

«Il cuore non sbaglia mai».

«Ma tu hai seguito il cuore quando hai seguito Ulktor» disse la ragazza turbata.

«No» disse mesta, scuotendo il capo. Fissava il vuoto davanti a sé, sembrava assente. «Ero ammaliata dal suo carisma, ma ciò che mi spinse a seguirlo fu il desiderio di sentirmi importante agli occhi di qualcuno, fu una scelta dettata dall'egoismo. Tu sei diversa da me, sei più forte Iris. Ecco ciò che ci distingue, tu hai fatto la scelta giusta e io quella sbagliata. E ora ti dirò una cosa che ti sembrerà assolutamente insensata, ma non me ne pento, perché altrimenti non avrei avuto la fortuna di crescere Hektrien, Nemiah e te per una parte della mia vita. Sono rimasta una egoista» aggiunse mesta, con l'accenno di un sorriso. «Ricordati una cosa, una cosa che mi disse tua madre. Non ti garantirà la felicità, ma la pace con te stessa. La vita è fatta di scelte. Qualunque cosa accada, ogni volta che ti troverai di fronte a un bivio e dovrai prendere una decisione, guarda sempre con il cuore e non con gli occhi».

Fece una lunga pausa, poi le strinse forte le mani tra le sue e le sorrise affettuosamente. C'era amore in quello sguardo, velato dall'emozione. Quanti anni Iris aveva aspettato un gesto simile da parte della zia.

«Credo tu la faccia già e sia per questa ragione che sei in grado di comunicare con Hektrien». La ragazza la guardò senza capire. «Suppongo che sia un insieme di fattori a permetterti di entrare in comunione con lui e leggere i suoi pensieri. La tua bontà, la tua propensione verso il prossimo, la tua curiosità e la tua inclinazione naturale ad agire d'istinto, che spesso sono stata costretta a limitare nel corso degli anni» disse sorridendole. «Ho scelto il tuo nuovo nome perché la tua vivacità mi ricordava l'arcobaleno, ma Iris, secondo alcune tradizioni, era la messaggera degli dei, il legame tra cielo e terra. Mi piace pensare che quella mia scelta oggi abbia un senso. Hektrien è nato il giorno del solstizio d'inverno, il giorno in cui il confine tra i mondi si assottiglia e il portale si apre. Un messaggero e un passaggio potrebbero far parte di una trama cosmica ancora incomprensibile».

Un messaggero, un passaggio.

«Tua madre era una ninfa delle acque, vengono da lì i tuoi doni. C'è della magia in te».

Tutti i tasselli andavano a posto, tutto prendeva un senso. La sua inspiegabile attrazione per l'oceano, il suo potere di guaritrice e la sua capacità di leggere nella mente del Generale. Iris era commossa, aveva scoperto l'origine del suo nome e dei suoi poteri, aveva percepito un affetto tenuto nascosto troppo tempo.

«I tuoi doni sono qualcosa di innato, non hanno nulla a che fare con la volontà e la concentrazione. Lo scambio tra spiriti affini allo stesso modo va al di là di delle parole. Bambina, tu e Hektrien potreste essere il punto di congiunzione tra questo mondo e quell'altro. Sono convinta che ci sia un legame speciale tra te e mio figlio, coincidenza o destino? Spetta a te scoprirlo».

Iris si sentiva felice e leggera, ma allo stesso tempo quelle parole suonavano oscure e le facevano sentire un peso sulle spalle. Forse il suo ruolo era più importante di quando potesse credere, forse non era solo una pedina nelle mani della resistenza, ma avrebbe potuto giocare un ruolo attivo per la sorte di quei mondi a lei ancora sconosciuti.

«Come?» chiese lei.

Fidian bussò energicamente alla porta, interrompendo quella chiacchierata.

«Sono spiacente per le tisane, ma c'è stato un increscioso disguido. Nemiah le ha scaraventate accidentalmente contro il muro» disse imbarazzato, facendo capolino. «Ha inoltre deciso di rifare la decorazione del corridoio, spostando cose e...».

«Spostando cose» ripeté la ragazza.

«E aprendo larghi buchi nel muro» aggiunse il ragazzo, chiaramente in difficoltà, ma con un largo sorriso dipinto sulle labbra. «Potrebbero rivelarsi utili per comunicare più velocemente tra una stanza e l'altra. Se non fosse di vostro gusto potremmo anche coprirli piazzando dei dipinti qua e là, nulla di tragico ve lo assicuro».

Zia Emma inspirò profondamente e si alzò. Si aggiustò il vestito, leggermente spiegazzato.

«Vuole vederti immediatamente Euniria» aggiunse il licantropo in tono serio.

Iris si alzò in piedi a sua volta e incrociò lo sguardo di Fidian, che scrollò il capo.

La giovane si stupì di quella richiesta, ma era possibile che le cose fossero cambiate durante la sua assenza e madre e figlio avessero riallacciato i rapporti. Era altrettanto strano non essere stata convocata dall'alfa per avere informazioni su Hektrien o semplicemente per dare sfogo alla sua antipatia nei suoi confronti, dandole una severa strigliata per il suo comportamento. Ancora una volta il capo branco aveva incomprensibilmente deciso di evitarla.

«Va meglio tra di voi?» chiese la ragazza, la zia la guardò senza dire nulla. «Io non stavo origliando, ma una sera ho sentito una conversazione in giardino tra di voi e so molte cose».

«E' un ragazzo immaturo, pieno di rabbia» disse quella, con aria inflessibile. Ci fu una pausa, sembrava voler aggiungere qualcosa. «Nemiah non sa di Hektrien, vorrei che tu mantenessi il segreto».

«Dovresti dirglielo per evitargli ulteriori sofferenze».

Iris non ricevette risposta. Dal suo sguardo severo capì che non era ancora arrivato il momento. Zia Emma raggiunse la porta.

«Non pensare che non lo ami» disse voltandosi un'ultima volta verso la giovane. «Non avrei mai voluto lasciarlo, ma dovevo proteggerti .. e poi dovevo... proteggere lui».

Il suo sguardo si fece fisso. Un pensiero preciso doveva averle attraversato la mente. Non l'avrebbe sicuramente condiviso con la nipote, nonostante la ragazza avesse colto un attimo di esitazione.

Ancora segreti.

«Ci sono diversi modi per dimostrare il proprio amore verso qualcuno. C'è chi ama tanto da rinunciare a te e chi ti ama tanto da non poterlo fare» sancì la donna, portandosi una mano sul cuore.

La ragazza la osservò. Ora che aveva scoperto molti aspetti del suo passato, la vedeva sotto una luce diversa. Si rese conto di quanto fosse fragile e forte allo stesso tempo. Tutto ciò che aveva fatto nella vita, lo aveva forse fatto nel tentativo di riparare all'errore di aver amato l'uomo sbagliato.

«Sei sempre stata molto di più di una zia per me» disse la ragazza.

L'altra le sorrise, sinceramente toccata da quelle parole.

«Temevo fosse ingiusto darti troppo amore, quando avevo abbandonato il sangue del mio sangue. L'ennesima scelta sbagliata, perché tu sei la figlia del mio cuore».

Quella parole scombussolarono Iris, ma la donna uscì senza darle il tempo di rispondere. Aveva ancora tanto da chiedere. Prima che la porta si chiudesse alle sue spalle, Fidian entrò.

«Facciamo un gioco?» esordì il licantropo canzonandola. Si avvicinò a lei, con una strana espressione dipinta sul volto. «Ardevo dal desiderio di scambiare qualche parola con te» disse lui ambiguo, lei trattenne il fiato. «Vieni qui» disse abbracciandola stretta stretta e abbandonando i suoi modi svenevoli.

Fu un abbraccio breve, ma sincero.

«Sai perché trovo la tua compagnia tanto piacevole?» chiese sibillino. «Perché sei una furfante, proprio come me».

«Sono tutt'altro che una furfante» rispose lei.

«Come definire qualcuno che si cala dalla finestra in piena notte, attraversa la boscaglia, senza avere timore del lupo?» domandò. «Sono qui per reclamare la chiave dei tuoi alloggi e per informarti che d'ora in avanti ci saranno i tre fratelli appostati sotto la tua finestra, se mai ti venisse voglia di una scalata al chiaro di luna» annunciò in tono solenne, Iris storse il naso. «Ordini di Nemiah» aggiunse allargando le braccia, come se quello giustificasse tutto.

«E' molto arrabbiato?» chiese Iris.

L'uomo lupo arricciò le labbra e si grattò il pizzetto, sembrava cercasse la risposta giusta.

«Mi rincresce, ma ti disprezza più di prima. Improbabile vero?» chiese ridacchiando.

Era la prima volta che qualcuno parlava così chiaramente del sentimento che Nemiah provava nei suoi confronti. Fidian l'aveva definito disprezzo.

«Perché?».

«E' l'alfa. Hai messo in discussione il suo ruolo» disse il ragazzo sedendosi sul suo letto.

Testò il materasso, saltellando due o tre volte. Forse il pavimento di legno non era poi così comodo come voleva fare credere a zia Emma.

«Mi odiava anche prima» disse Iris. «E perché non mi ha convocata?».

«Ti assicuro che non è dell'umore» rispose divertito. «Guarda il lato positivo. Per uno che ti odia, c'è uno che ti è molto affezionato e che nonostante tutto è ancora disposto a farti da guardia del corpo. Sai che quando sei scappata mi ha incollato muro? Dovrai ben trovare il modo per farti perdonare prima o poi».

«Fidian mi sei mancato, ma ora fuori» disse lei indicandogli la porta.

Amava quel suo modo di cercare di alleggerire sempre la situazione, ma non era in vena di scherzi.

«Principessa» protestò lui.

«Non capisco perché non ti piaccio...» disse fingendosi stranito, grattandosi la testa.

«Aria» disse lei.

«Potremmo essere amici?» chiese lui alzandosi. Iris esitò. «Amici speciali».

Quella scrollò il capo e lo fece indietreggiare fino a chiudergli la porta sul naso. Fidian bussò due volte.

«Cosa vuoi?».

«La chiave» rispose lui.

Lei aprì la porta e gliela consegnò controvoglia.

«Eccomi ufficialmente prigioniera, spero che questa volta monterai meglio la guardia».

«Non siamo i cattivi, vogliamo solo proteggerti» disse serio.

«Sono solo una strumento nelle vostre mani, volete usarmi e piazzarmi su quel Trono, per chiedere chissà cosa in cambio».

«Cerca di essere ragionevole. Se solo sapessi di cosa è capace il Tiranno saresti fiera di poter cambiare le cose».

«Tu vieni dal Regno di Tenebra?» chiese lei.

«Ho servito nella Tetra Armata» disse lui annuendo. «Non giudicarmi. E' la sorte di ogni bambino cresciuto sotto quella volta senza stelle. Non abbiamo scelta».

«Hai conosciuto Hektrien» disse lei.

Il ragazzo si irrigidì, le sue pupille si fecero ancora più nere. Impossibile capire cosa gli passasse per la testa. Paura, dolore o odio. Forse istinto di protezione.

«Buona notte Iris» disse, tagliando corto.

Chiuse la porta a chiave, senza staccarle gli occhi di dosso.

Il ragazzo non voleva parlare, era chiaro che lo conoscesse. Anche Fidian aveva un segreto, ma non era certo un osso duro come zia Emma. Era solo questione di tempo, la giovane avrebbe trovato il modo scoprire cosa nascondeva in fondo al suo cuore.

Iris sbirciò dal buco della serratura, Fidian si era appena sfilato una collana e aveva appeso la chiave della sua stanza accanto a un ciondolo di un singolare bianco luminoso, quasi argentato, per poi risistemarsela con cura al collo.



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