Stay With Me Forever And Ever

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ЁЯМЯNELLA STORIA TROVERETE MOLTI RIFERIMENTI A TAYLOR SWIFT ЁЯМЯ Laila Davis impersonifica perfettamente lo stere... рдЕрдзрд┐рдХ

Capitolo 1. Laila
Capitolo 2. Matt
Capitolo 3 Laila
Capitolo 4 Matt
Capitolo 5 Laila
Capitolo 6 Matt
Capitolo 7 Laila
Capitolo 8 Matt
Capitolo 9 Laila
Capitolo 11. Laila
FAN ART

Capitolo 10 Matt

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"Ho saputo dell'accendino. Sei un grande". Si congratula con me  Josh sorridente.
Ricambio il sorriso. Poi di gira e inizia a parlare con Henry.

"Devo andare in bagno", dico  io.

"Ok, non  ti aspettiamo. Rischiamo di sederci per terra. Intanto ti prendiamo il pranzo", risponde il mio migliore amico.

Con un passo veloce mi dirigo verso il bagno. I bagni delle femmine e dei maschi sono uniti, e questo crea molto spesso situazioni imbarazzanti.

Sento dei singhiozzi in lontananza, che sembrano di una ragazza.

Mi avvicino con un passo felpato verso il bagno. 

"C'è qualcuno?", chiedo io entrando. Nel silenzio assoluto sento dei singhiozzi deboli.
Nessuna risposta.
"C'è qualcuno?", ripeto.

Pian piano che mi avvicino si sentono sempre più chiaramente. Sì, sono decisamente di una ragazza.

Cerco di capire da quale porta provengono i singhiozzi. Si fanno sempre più strozzati, come se la ragazza stesse cercando di trattenerli.
Appoggio l'orecchio su ciascuna delle porte per cercare di capire da dove vengono quegli strani rumori.

Ad un certo punto cala il silenzio. Si sentono solo dei lievi respiri.

Ho capito. È la quinta porta a sinistra.
Il bagno migliore, dove la chiave gira perfettamente nelle serratura, quindi ci si può rinchiudere perfettamente senza che nessuno entri. La porta è di colore giallo, e ha delle scritte fatte con il cancellino. Busso alla porta.
"C'è qualcuno?" ripeto.

Ad un certo punto la ragazza riprende a singhiozzare rumorosamente.

Una delle poche cose che mi distrugge è di vedere un donna che piange. Che sia una bambina, una ragazza o un'adulta scatena in me  cattivi ricordi. Come quando papà picchia la mamma e io sento i suoi singhiozzi soffocati.

                                                                         ✦✦✦✦                                  

"Stai zitta, brutta troia!" urla mio padre. Mia madre cerca di trattenere le urla. Più urla, più la picchia.
"Ferma!" la aggredisce, dandole una frustata con la spessa cintura che fino a pochi minuti fa portava nei pantaloni. La mamma è piena di lividi dappertutto. È praticamente nuda. Indossa solo un paio di slip e un reggiseno.  
"Ho detto ferma!" ripete lui, sempre più arrabbiato.  Un' altra frustata.
Sono nascosto dietro il fornello della cucina, quindi non riesco a vedere nulla, per fortuna. Ma riesco ad immaginarmi la scena perfetta.
"Basta, ti prego" lo implora  mamma in preda al dolore.
"F-A-N-C-U-L-O" scandisce mio padre. Un'altra frustata. E siamo a tre. Mi sporgo leggermente dal fornello, e vedo la scena con i miei occhi. Mamma sanguina ed è piena di ferite, e gli occhi lucidi e le guance arrossate mi fanno rendere conto del fatto che papà sia ubriaco fradicio.                          La scena mi traumatizzerà a vita. E pensare che non si sono neanche accorti di me.

La prima volta che ho visto mio padre violentare mia madre. Avevo solo cinque anni, ero solo un bambino. Un bambino innocente, che per troppo tempo vissuto  situazioni terribili.

"Di' qualcosa, per favore!", chiedo io al vuoto, sperando che chiunque sia la persona dentro i bagni esca e mi spieghi cosa la fa sentire così. Anche se i miei amici mi stanno aspettando, preferisco aiutare una persona in difficoltà.

"Esci subito!", ribatte una voce. Una voce che è però molto familiare.                                                             "Faresti meglio a farti i cazzi tuoi", continua. Ora che ci penso, in tutta la scuola c'è solo una ragazza che ha il  di rispondermi così.

"Laila Davis", esclamo io. Cosa avrà mai da preoccuparsi? Quella ragazza ha una vita perfetta. È ricca, popolare, va bene a scuola e ha una marea di amici. Che cosa vuole di più? Forse paparino non le ha comprato l'auto nuova? Ora però sono curioso di sapere  cos'ha che non va.

"Ho detto fuori di qui, chiunque tu sia", dice in preda ai singhiozzi. Non ha riconosciuto la mia voce, cazzo.

"No. Ora mi dici che c'è che non va, F-" mi blocco. Stavo per chiamarla  figlia di papà, ma mi sono appena reso conto che forse questo non è proprio il momento giusto per battibeccare.

"Esci, Laila, subito. So dove abiti" la minaccio. Ma per favore. "So dove abiti". Ma che razza di minaccia  è questa? Non devo mica derubarla.

"No. Dimmi che cazzo vuoi dalla mia vita, Garcia. Veramente. Immagino che ora stai registrando un video da postare online solo per rovinarmi la reputazione, brutto stronzo!" urla lei, incazzata nera. Finalmente ha riconosciuto la mia voce.

"Cosa?! Ma ti sembro capace di fare una cosa del genere, Laila? Sei qui che piangi come una disperata, e invece che consolarti io dovrei....  fare un video da postare? E dimmi, cosa ci guadagnerei io?" dico io. 

"Sì" risponde lei.                                                                                                                                                                        "Sì, perchè in fondo, tu mi odi" continua. E ha ragione. È vero. La odio. Ma questo non significa che io voglia rovinarle la reputazione.

"Sì, ti odio, ma fidati, non così tanto da poter fare una cosa del genere. Anche perchè tu potresti tranquillamente denunciarmi. E non mi farebbe molto comodo" rispondo io.

"Dai, Davis, esci subito.  Se con le buone non ti convinco, non costringermi a farti uscire con le maniere cattive".

"E quali sarebbero le maniere cattive?", mi sfida lei. Basta. Mi sta distrendo troppo. I miei amici si staranno chiedendo dove sono, e io non ho tempo da perdere. Però voglio andare in fondo a questa storia, a tutti i costi.

"Apri quella porta Laila, è un ordine!", urlo io.

"Oppure?" 

"Oppure sarò costretto a parlarne con Hanna." Non sapevo cosa dirle. Io non credo che lei abbia piacere che Hanna venga a sapere di questa storia.

"L'hai voluto tu, brutto stronzo!". Apre la porta e mi colpisce con un destro da paura. Cazzo. La ragazza è forte.

"Calma, calma".                                                                                         
  "Dimmi che hai. Ora non hai più scuse. Posso denunciarti per il pugno".

"Ma ti rendi conto, Garcia di quello che mi stai facendo? Perchè? Perchè tutto questo? Prima Hanna, poi te. È possibile che succedano tutte a me?", ribatte lei disperata. Ha detto Hanna? Che cos'è successo?

"Aspetta.... Hai detto Hanna?", chiedo.

"Si, e se fosse?", ribatte Laila.

"Ma Henry ne sa qualcosa?".

"La smetti Garcia, per favore? Vattene e soprattutto fatti i cazzi tuoi. Se mi odi così tanto, perchè lo vuoi sapere? Ovvio, per diffondere il pettegolezzo in tutta la scuola. Per rovinarmi la reputazione. Già mi immagino. 'Laila Davis che piange nei bagni'. Fanculo."

"Va bene. Ma sappi che tu non hai neache la minima idea di quanto sia difficile della tua. Pensaci Laila. Sei ricca, popolare, e volendo anche viziata. Almeno i tuoi ti vogliono bene", ecco la mia strategia: raccontarle qualcosa che riguardi la mia vita e farla sentire bene, in modo che finalmente lei possa raccontarmi cos'ha che non va.

"Spero starai scherzando", risponde lei. "I miei non mi considerano neanche a pagarli. Mia madre preferisce il bingo a me e per non parlare di mio padre. Non esce dalla sua stanza neanche per i pasti. È sempre in casa, ma io lo vedo solo la mattina. E ora, l'unica persona che c'è sempre stata, se n'è andata. L'unica che appena mi svegliavo mi dava il buongiorno, anche se per messaggio. L'unica che quando vedeva che ero giù mi chiedeva cos'era successo. Lei mi ha vista nei momenti migliori, peggiori. Ci siamo viste innamorate, deluse, con il cuore spezzato. Truccate e struccate. Felici e tristi. La nostra era più che amicizia. L'unica persona a cui volevo bene per davvero, più di chiunque altro, non c'è più. Ed è solo colpa mia. Non le avevo detto che tu mi avevi portata a casa alla festa. Avrei dovuto dirglielo. E anche se dovesse mai perdonarmi, avrei in ogni caso quel brutto rimorso. Perchè, solo ora me ne sto rendendo conto, ma a volte non mi sono comportata da vera amica. Più volte le ho mentito, l'ho presa in giro, l'ho resa insicura solo perchè sono più ricca. E questi sono solo alcuni esempi. Perchè 'migliore amica' sono solo parole, insignificanti. Ma lei non è la mia migliore amica. Non lo è mai stata. Una sorella, più che altro. E ora, se non dovesse perdonarmi, la capirei. E così non avrei davvero più nessuno. Quindi ritieniti fortunato, Garcia, ad avere un migliore amico. E trattalo con cura. Perchè sennò te ne pentirai".   Wow. Sono senza parole. Ora mi sento in colpa. Non avrei mai immaginato di sentirla dire cose del genere. Sto per mettermi a piangere. No, per favore. Non davanti ad una ragazza carina. Un attimo... che cosa? Ho detto ragazza carina? Volevo dire... okay, ragazza carina. Però il fatto che Laila sia bella è oggettivo, no? Con quei capelli biondi lunghi, che risplendono alla luce del sole. Poi quel viso perfetto, con gli occhi proporzionati al suo viso. E quella lieve spruzzata di lentiggini intorno al naso che ho notato in macchina mentre la riportavo a casa. Laila è più che bella. E ora... che cosa le dico?


                                      NOTA DELL'AUTRICE

Ciao! Prima di tutto mi scuso umilmente per l'assenza nelle ultime settimane, ma a causa di mancanza di tempo non riuscivo a scrivere. Poi un giorno mi è tornata l'ispirazione e... Boom! Più di 1400 parole in un pomeriggio. Questo capitolo vi ha fatto emozionare? Per me è stato davvero semplice scriverlo, soprattutto gli sfoghi di Laila. Sarà forse che purtoppo è quello che sto passando io. Non mento se vi dico che mentre scrivevo le ultime righe con le lacrime agli occhi. Io vi saluto. La storia di Laila e Matt da ora in poi si farà sempre più imprevedibile e travolgente, credetemi! (o almeno, ci proverò).


рдкрдврд╝рдирд╛ рдЬрд╛рд░реА рд░рдЦреЗрдВ

рдЖрдкрдХреЛ рдпреЗ рднреА рдкрд╕рдВрджреЗ рдЖрдПрдБрдЧреА

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