IRLANDA e il segreto dell'ame...

By EvyDreams

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« Non sono una principessa». « E io non sono un principe azzurro». 💜 ---------------------------> Irlanda è... More

💜✨
COPYRIGHT&INFO
Protagonisti
Dedica
° Prologo °
2. Profumo Di Camelie
3. Stelle E Destino
4. Segreti E Bucaneve
5. Pista Di Pattinaggio
6. Giornalino Scolastico
7. Scappare Dai Tuoi Occhi
8. Pacchetto Viola
9. C'era Una Volta
10. Famiglia Di Reali
11. Il Panino Enorme
12. La Telefonata
13. Il Bagno Delle Ragazze
14. L'ametista
15. Ombre E Spine
16. Il Portale Di Nightmare
17. I Custodi Del Bosco
18. Sua Altezza, Il Re
19. Di Pensieri In Ricordi
20. Cantastorie E Leggende
21. Piccola Guerriera
22. Rosa Rosso Sangue
23. Fata E Vampiro Dei Miei Stivali
🕸️1000 Letture🕸️
24. Cielo Stellato
25. Prometti, Non Giurare
26. Beyond The Darkness
27. A Presto Moonberry
28. Verso L'ignoto
29. Lettera E Fatina Impedita
30. La Nostra Polaris
31. Il Rintocco
32. Favola Rattoppata
33. Piccolo Spiritello
34. Fiamma Indomabile
35. Lasciati Ascoltare
36. La Trappola Della Strega
37. Garrow E I Cavalieri
38. Pioggia E Fuoco
🕸️Account Instagram🕸️
39. Il Fiore D'Avorio
Epilogo I
Epilogo II
Epilogo III
Epilogo IV
Epilogo V
Epilogo VI
Epilogo VII
Ringraziamenti🕸️💜
🧸Nuova Copertina🧸
💐Novità💐

1. Gattina Randagia

306 22 97
By EvyDreams

Dona a chi ami ali per volare,
radici per tornare e
motivi per rimanere.
-D. Lama

🕸️🥀🕸️

Sainte-Amelie, 34.

Mi ripeto mentalmente queste tre parole, costringendomi a ricordale per le prossime due ore.

Non devo assolutamente dimenticarle.

« Abbiamo un nuovo compagno di classe, che oggi ha potuto aggiungerci solo per le ultime ore di lezioni. Pretendo il massimo rispetto, ovviamente» annuncia la professoressa Thompson.

Un vociare di « Certo» ironici si solleva nella classe, mentre continuo ad appuntarmi nuove frasi sul mio diario, seguite da qualche disegno di circostanza.

« Prego, signor Wilde» la professoressa fa cenno a qualcuno fuori dalla porta di entrare, sotto lo sguardo colmo di aspettative di tutti gli studenti.

Non che ce ne siano troppe, in realtà.

In una classe di ventisette alunni, soltanto in dieci riescono a raggiungere la sufficienza in tutte le materie.

Non ci sono nemmeno spesso nuovi ragazzi.

Come biasimarli: nessuno verrebbe mai a vivere a Moonberry, disperso tra la neve e i boschi imbiancati nove mesi su dodici.

A meno che quel qualcuno non sia la sottoscritta, che sicuramente discende da una rara specie di orso che ama il freddo e stare in letargo la maggior parte dei mesi dell'anno.

Potrei scrivere questo sul curriculum per il college.

« Devo abbattermi subito o sperare fino all'ultimo?» borbotta Kate, la mia migliore amica, seduta davanti a me.

Siamo amiche da quando siamo nate e non so cosa farei senza di lei.

È come una sorella.

« Io passo per la prima» ridacchio, squotendo il capo.

Ripongo il mio quadernino nello zaino, giusto in tempo per sentire degli scarponi neri sbattere sul il pavimento dell'aula, fino a raggiungere la cattedra.

Alzo lentamente lo sguardo, facendolo scivolare sui jeans blu notte fino alla
t-shirt nera e alla giacca in pelle.

« Mi chiamo Derek Wilde».

Bastano quattro parole pronunciate da una voce profonda e mai sentita per farmi accelerare il battito cardiaco.

Strano.

Quest'effetto me lo fa solo la Nutella.

Alzo lo sguardo, cercando di dare un'origine a una voce tanto cupa e matura.

Mi trovo davanti un ragazzo alto e muscoloso, dai capelli biondo platino e gli occhi azzurri come il cielo primavera.

« Benvenuto, Derek» una ragazza nei primi banchi gli sorride con malizia, giochicchiando coi capelli.

Istintivamente alzo gli occhi al cielo.

Quando rivolgo nuovamente lo sguardo al nuovo ragazzo, mi accorgo di essermi totalmente sbagliata.

I suoi occhi non contengono nulla di limpido e armonioso, sono lastre di ghiaccio dure come marmo ma trasparenti come cristalli.

Ha le più forti bufere dell'Alaska nelle iridi.

C'è profondità, amarezza e un qualcosa che non so spiegarmi.

« Wow» mormoro piano, per non farmi sentire, e cercando di rimanere a galla.

« Cosa avevi detto sulle aspettative?» sussurra Kate « A me quello sembra un gran bel pezzo di manzo» afferma.

« Ehi! Io non intendevo aspettative fisiche. Può anche essere carino ma magari è una gran testa di...» spiego, venendo interrotta proprio dal diretto interessato.

« Signorina Miller?» mi richiama la professoressa.

« Sì?» domando confusa.

« Le va bene che il signor Wilde sia il suo nuovo compagno di banco? Lei è l'unica ad essere sola» ripete.

Sbarro gli occhi, mentre il ragazzo dai capelli biondo platino mi rivolge un sorriso compiaciuto.

« Certo che la signorina Miller è d'accordo» risponde per me.

Ma come diavolo si permette?

Ritiro tutto ciò che ho detto precedentemente.

La professoressa annuisce con noia, facendogli segno di accomodarsi per poter cominciare la lezione.

Mi giro verso il muro, usando i miei lunghi capelli biondi racchiusi in due trecce come barriera.

« Lo sai che sembri una gattina randagia?» gli sento mormorare dopo un po'.

Sbatto un paio di volte le palpebre, attonita da quella frase.

Sta certamente parlando a qualcun'altra.

Gli sembro per caso una gatta?

« Banco ordinato in modo maniacale, libri foderati, post-it promemoria... Una precisione fuori dal comune per una che sembra che non usi una spazzola da secoli. Assomigli decisamente ad un gatto randagio» ridacchia.

« Senti, sto cercando di arrivare sana di mente a Natale, quindi lasciami in pace. Se cerchi qualche ragazza carina spostati in prima fila, se cerchi un pugno invece continua» sbotto irritata.

« Sei sempre così aggressiva, biondina?» sorride.

« Sono molto peggio» mi sfugge.

Si morde il labbro, lasciando crollare il sorriso derisorio di prima e tornando a concentrarsi sulla lezione.

« E fu così che Oscar Wilde...» la professoressa si interrompe al suono dell'ultima campanella della giornata.

Prima di congedarsi, mentre tutti escono dalla classe, la professoressa afferma di volermi parlare, insieme al nuovo arrivato.

Mi sistemo davanti alla sua cattedra e attendo.

« Signorina Miller, lei deve aiutare il suo compagno a rimettersi al pari con gli argomenti. Incontratevi un pomeriggio il prima possibile perché io devo andare avanti con il programma. Sarebbe impossibile per me aiutarlo a ripassare questi primi tre mesi di scuola» si rivolge a me, mentre sistema dei documenti nella borsa.

« Ci vedremo oggi pomeriggio» la rassicura tranquillamente Derek, senza darmi l'opportunità di intervenire.

Salutiamo la professoressa e lo inseguo per i corridoi, cercando di stare al suo passo.

« Non sapevo avessi il diritto di prendere decisioni anche per me» ringhio raggiungendolo.

« Hai qualcosa da fare?» domanda senza voltarsi.

« No... ma questo non ti dà il diritto di...» balbetto.

« Allora è perfetto! Vediamoci oggi pomeriggio alle quattro in punto al parco in centro!» apre l'armadietto accanto al mio.

Fantastico!

Pure vicini d'armadietto.

Sbuffo, sistemando i libri nel mio.

Sainte...

Sainte-A...

27?

« Diamine! Me lo sono dimenticata!» esclamo in ansia.

Kate ormai è già andata a casa con il bus.

Lei è l'unica a conoscere il mio indirizzo.

Ora come faccio?!

« C'è qualche problema?» mi chiede il ragazzo dagli occhi di ghiaccio.

« No».

Sì.

« Levati schizzata» una ragazza mi strattona, sorpassandomi.

Alzo gli occhi al cielo, prendendo dei respiri profondi per non andare là e staccarle una a una quelle extension del cavolo che si ritrova al posto dei capelli.

Apro con foga lo zainetto, sfogliando il quadernino degli appunti e trovando la mia ancora di salvezza.

Sainte-Amelie, 34.

« A dopo» mi saluta il mio compagno di banco, ricevendo in cambio un silenzio irritato.

Esco da scuola e mi incammino verso casa con le cuffiette nelle orecchie, sulle note di "Shape Of You".

Prendo le chiavi da sotto al tappetino d'entrata che recita "Home sweet home" ed entro, trovandomi davanti una scena molto più che divertente.

« Ciao zio Stefan!» scoppio a ridere.

Quest'ultimo si gira preoccupato verso di me, facendo cadere il cappello da chef a terra.

« Stavo mettendo in atto le mie doti culinarie» brontola imbarazzato, slegandosi il grembiulino da cucina.

« Lascialo perdere, Irly. È una causa persa» zia Meg entra in cucina sorridente, facendomi cenno di sedermi a tavola.

« Oggi pomeriggio devo vedermi con un nuovo compagno per aiutarlo a mettersi alla pari con lo studio» irrompo dopo un po'.

« Ma che bel gesto da parte tua!» sorride la zia.

Di certo non per volere mio.

Avrei potuto farmi un bel giro in libreria, piuttosto che studiare con lui.

« Ciao Arya» saluto il Border Collie degli zii.

« Quando pensi di tornare a casa?» domanda lo zio.

« Dipende da quanto ha i neuroni funzionanti» rispondo.

Scuotono simultaneamentela testa, abituati alla mia mancanza di tatto.

« Che c'è? Magari è intelligente! Dico solo che c'è la possibilità che abbia il criceto in sovrappeso e che sia troppo stanco per far girare le rotelle» faccio spallucce, facendoli scoppiare in una fragorosa risata che senza volerlo mi strappa un sorriso.

« Abbiamo un nuovo compagno di classe, che oggi ha potuto aggiungerci solo per le ultime ore di lezioni. Pretendo il massimo rispetto, ovviamente» annuncia la professoressa, mentre attendo con impazienza fuori dall'aula.

Occhi marroni e capelli biondi.

La nipote di Jacob.

n vociare di « Certo» ironici si solleva nella classe, facendomi sbuffare con forza.

« Prego, signor Wilde» la professoressa mi fa cenno di entrare e, con tranquillità mi avvicino alla cattedra.

Passo lo sguardo su tutti i banchi, fino a quando non la vedo, in ultima fila.

Irlanda Miller.

Non ci posso credere.

Me l'hanno descritta come una ragazzina comune a tutte le altre, ma di comune nel modo in cui mi guarda c'è ben poco.

È la missione più attraente che mi abbiano mai dato.

È... diversa da come la immaginavo.

Non c'è nulla di umano in lei.

È la prescelta.

« Mi chiamo Derek Wilde» mi presento.

« Benvenuto, Derek» una ragazza nei primi banchi mi sorride giochicchiando con i capelli, beccandosi un'occhiataccia letale che la zittisce subito.

Non ho voglia di scherzare con questi ragazzini.

« La signorina Miller è l'unica senza compagno di banco e penso che lei vada bene in ultima fila data la sua Altezza. È d'accordo, signorina?» domanda la professoressa.

« Signorina Miller?» la richiama, mentre la diretta interessata alza gli occhi su di lei.

« Sì?» domanda confusa.

« Le va bene che il signor Wilde sia il suo nuovo compagno di banco? Lei è l'unica ad essere sola» ribadisce.

Sbarra gli occhi e la sua reazione mi fa sfuggire un sorrisetto divertito.

« Certo che la signorina Miller è d'accordo» rispondo io.

Non è previsto nella missione farla innervosire, ma devo ben trarne qualche vantaggio anche io.

La professoressa annuisce con noia, facendomi segno di andarmi a sedere per procedere con la spiegazione.

La biondina si gira verso il muro, usando le trecce come confine tra il mio e il suo spazio, ignorandomi deliberatamente.

Sarà divertente.

« Lo sai che sembri una gattina randagia?» mormoro divertito, cercando una sua reazione, che però non arriva.

Non sono uno che molla facilmente.

« Banco ordinato in modo maniacale, libri foderati, post-it promemoria... Una precisione fuori dal comune per una che sembra che non usi una spazzola da secoli. Assomigli decisamente ad un gatto randagio» ridacchio.

« Senti, sto cercando di arrivare sana di mente a Natale, quindi lasciami in pace. Se cerchi qualche ragazza carina spostati in prima fila, se cerchi un pugno invece continua» sbotta irritata.

« Sei sempre così aggressiva, biondina?» sorrido.

« Sono molto peggio» fa una piccola smorfia spazientita.

Il mio sorriso si sgretola con la stessa velocità con cui si è creato, lasciando il posto ad una linea dura.

Smetto di infastidirla e mi volto per seguire la lezione.

Non credevo che avesse davvero questa considerazione di se stessa.

Perché non è il suo mostro a determinarla.

« E così che Oscar Wilde...» la professoressa si interrompe al suono dell'ultima campanella.

« Signorina Miller, lei deve aiutare il suo compagno a rimettersi al pari con gli argomenti. Incontratevi un pomeriggio il prima possibile perché io devo andare avanti con il programma. Sarebbe impossibile per me aiutarlo a ripassare questi primi tre mesi di scuola» si rivolge a lei, mentre sistema dei documenti.

« Ci vedremo oggi pomeriggio» la rassicuro, senza darle la possibilità di ribattere.

Devo cogliere ogni occasione, in modo tale che la missione finisca il prima possibile.

« Non sapevo avessi il diritto di prendere decisioni anche per me» ringhia raggiungendomi.

« Hai qualcosa da fare?» domando senza voltarsi.

« No... ma questo non ti dà il diritto di...» borbotta.

« Allora è perfetto! Vediamoci oggi pomeriggio alle quattro in punto al parco in centro!» apro l'armadietto vicino al suo.

Spiacente, biondina.

Ho studiato tutto nei minimi dettagli.

« Diamine! Me lo sono dimenticata!» esclama ad un tratto.

« C'è qualche problema?» chiedo.

« No».

« Levati schizzata» una ragazza la strattona, sorpassandola.

Vedo nei suoi occhi passare l'istinto omicida, prima di chinarsi a frugare nello zaino.

« A dopo» la saluto vedendola dirigersi fuori da scuola, ma in cambio ottengo solo un silenzio.

Sorrido soddisfatto, dirigendomi verso casa.

« Derek!» mia madre mi accoglie sorridente, porgendomi il pranzo, su cui Christian si è già lanciato.

« Com'è andato il primo giorno? È lei?» domanda.

« Tutto bene, ho trovato il nostro Cavaliere» rispondo.

« Perfetto, non ti resta che continuare col piano» annuisce dolcemente « È la nostra unica ancora di salvezza».

Angolo autrice:

Ehilà! Eccomi con il primo capitolo di questa storia! ✨

Vi piace la nostra protagonista? È come l'avevate immaginata? Vi anticipo che è tutto fuorché una ragazzina indifesa, e lo scoprirete ben presto! 😉

Cosa ne pensate del comportamento di Derek? E del suo pov? Cosa credete che significhi? 💜

Vi aspetto sabato con un nuovo capitolo, perché venerdì non sarò a casa e andrò in un posto sprovvisto di WiFi!

Buona settimana e non dimenticate: nulla è come sembra e tutti hanno un segreto! ✨

Non aggiungo altro, vi lascio così!
Bye☺️

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