the border between us - Chish...

By irrelevantuserrr

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Non cercavo un supporto, né fisico né morale. Avevo sempre puntato all'indipendenza più assoluta, ad uno sta... More

Prologo
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epilogo
Ringraziamenti
The border behind us!

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By irrelevantuserrr

Mi ci volle qualche istante per comprendere a pieno ciò che avevo appena sentito. Avevo creduto che Kuina volesse aiutarmi, che capisse la situazione in cui mi trovavo, ma mi resi conto che molto probabilmente mi ero sbagliata, sottovalutando non solo lei, ma soprattutto la sua amicizia con Chishiya.

Era colpa mia, dopotutto; lei mi aveva avvertita che non avrebbe mai tradito la sua fiducia, quindi dovevo aspettarmi che gli avrebbe raccontato della nostra conversazione. In seguito a queste considerazioni, improvvisamente mi vergognai, mi sentii esposta; avevo detto cose poco carine e mosso vere e proprie insinuazioni sul conto del ragazzo che avevo di fronte, e nonostante in parte ci credessi, sapevo di aver esagerato per estorcere a Kuina la verità, facendo leva sulla sua compassione.

Ma ora lui sapeva tutto, e io non potevo fare finta di non pensare male di lui, quindi colsi la palla al balzo e decisi di affrontare quella conversazione.

-Immaginavo che te ne avrebbe parlato, e mi dispiace davvero se ciò che ho detto ti sembra esagerato. Forse è per questo che mi stai evitando?-

Non mi guardava, ma era attento, vigile, captava ogni mio gesto.

-Non ti evito, non avrei alcun motivo di farlo, e non sono così infantile. Ma, tralasciando i dettagli, ciò che hai detto a Kuina non è esagerato-

Lo guardai perplessa; avevo detto molte cose.

-A cosa ti riferisci esattamente?-

-A questo, a noi due. La situazione che si sta creando non fa bene a nessuno, ci distrae da ciò che è davvero importante-

Stava chiudendo con me? Era possibile che stesse stroncando qualcosa che non era ancora nato?

Rimasi in silenzio, invitandolo a proseguire.

-Non credevo che fossi tanto coinvolta, tanto da indagare sulle ragioni del mio comportamento. Credo che sia mio dovere porre fine a qualunque cosa ci sia al momento tra noi, prima che ti innamori di me-, il suo tono era risoluto, fermo e freddo, come se si fosse improvvisamente trasformato in una persona diversa da quella con cui avevo avuto a che fare fino a quella notte.

Non sapevo come sentirmi o reagire, dopo quelle parole. Il fatto che mi considerasse una stupida ragazzina ossessionata e sul punto di innamorarsi di lui, non solo ferì il mio orgoglio, ma mi fece anche capire che le mie paure erano fondate; a lui non importava davvero di me.

-Non osare trattarmi come se fossi una tua fan, non te lo permetto. Non sono troppo coinvolta, semplicemente i tuoi comportamenti sono insoliti, e si distaccano dall'opinione che la gente ha di te. Pensavi che non mi sarei fatta qualche domanda in proposito?-

-Ti fai troppe domande, fa parte di te. Sei fondamentalmente insicura, e riversi le tue paure sugli altri-

Mi misi esattamente di fronte a lui, in modo che fosse costretto se non altro a guardarmi.

-Non fingere di possedere un quadro completo di come funziona la mia mente, tu non sai nemmeno un decimo di ciò che ne fa parte-

-Ti sbagli, la tua è tutta apparenza. Ti fingi sicura, indipendente, una specie di lupa solitaria che sta bene con sé stessa. Eppure, guarda dove sei finita, a litigare con un ragazzo che nemmeno conosci perché ti stai innamorando di lui. Credi che quell'identità forte che stai cercando di crearti cadrebbe ai piedi del primo ragazzo che le da delle attenzioni e che la fa sentire speciale, diversa dalle altre?-

Ormai ero certa che il ragazzo che avevo baciato la notte precedente aveva ceduto il posto a qualcun altro, qualcuno di freddo, meschino. A colui che corrispondeva alla descrizione di tutta quella gente.

Era come se nulla tra noi fosse successo, come se fossi una stupida che si era fatta abbindolare da un idiota qualsiasi.

-Mi stai dicendo che quando sei stato carino con me, tutte le volte in cui hai dimostrato interesse nei miei confronti, in realtà era tutta solo una farsa?-, sentivo la rabbia crescermi dentro, lentamente.

Chishiya mi guardò dritto negli occhi, socchiudendoli.

-Non sto parlando di finzione, ma del fatto che hai semplicemente creduto a ciò che ti faceva piacere credere. Avevi bisogno di pensare che tutte le mie azioni avessero un significato più profondo, nascosto, quando erano semplici atti di gentilezza-

-Non baci qualcuno per essere gentile-, puntualizzai.

-Sì, se serve per far distrarre l'altra persona dal dolore che la sta divorando. In quel momento ne avevi bisogno, e ho agito di conseguenza-

A quel punto, realizzai una cosa che non avevo ancora razionalizzato.

Da quando mi aveva convinta a seguirlo, forse persino dalla prima volta che mi aveva rivolto la parola, tutto ciò che aveva fatto era stato studiarmi. Studiare le mie mosse, reazioni, debolezze, e ricollegare il tutto alla mia personalità. Si era fatto un'idea molto accurata di come funzionava il mio cervello, del modo che avevo di ragionare, anche se non lo avrei ammesso con lui. In quel momento, mi stava solo dimostrando che avevo ragione, perché ogni gesto che aveva compiuto nei miei confronti era basato su un mio punto debole, sulle mie reazioni. Quando mi aveva vista arrabbiata e aveva capito che non sarei stata disposta ad aiutarlo con il suo piano, aveva usato l'attrazione nei suoi confronti, che mi si poteva leggere negli occhi, contro di me. Ero stata il suo gioco, una specie di esperimento.

-Il tuo scopo era che mi affezionassi a te-, mormorai, ancora finendo di razionalizzare la conclusione alla quale ero giunta. Il suo sguardo si fece curioso, e sorrise come invitandomi a proseguire.

-Ti ho minacciato di smascherare il tuo piano, ti ho tolto la tua solita sicurezza, così hai deciso che farmi sentire legata a te era l'unico modo per assicurarti non solo il mio aiuto, ma anche il mio silenzio. Mi hai studiata, sei stato gentile, comprensivo, quasi appiccicoso a tratti, perché sapevi che non avrei resistito e avevi capito quanto volessi sentirmi speciale per qualcuno. Hai capito tutto questo un po' alla volta, e ti sei sempre comportato di conseguenza-

Ora sul suo volto non era più dominato dalla curiosità, ma dalla fierezza. Era estremamente fiero di sé.

-Ero sicuro che non ci avresti impiegato molto a capirlo. La tua intelligenza è stata la prima cosa che ho notato di te, dopotutto-

Volevo levargli quel sorrisetto dalla faccia, non mi ero mai sentita più tradita, raggirata. Una lacrima sfuggì al mio controllo, mentre il mio cuore si stringeva in una morsa.

-Come ho detto poco fa, non sei sicura di te come vuoi dimostrare, ma soprattutto non vuoi stare sola. L'idea di non essere importante, diversa da tutti gli altri per una specifica persona che sia in grado di amarti in modo profondo, è una delle cose che più ti spaventano, anche se non lo ammetterai mai. Quando ho capito quello, ho anche capito che se volevo assicurarmi di sopravvivere, e quindi ottenere la tua lealtà, non avevo scelta. Era la cosa più sicura per me, nulla di personale-

Non avevo le forze di rispondere, di muovermi. Sapevo che se avessi fatto qualunque cosa, sarei sicuramente scoppiata in lacrime.

Non mi sarei aspettata tanta perfidia, nemmeno da un ragazzo che come lui aveva un'aria sospetta sin dall'inizio. Credevo che avessimo tutti cose ben più importanti a cui pensare, invece di perdere tempo a giocare con i sentimenti altrui. Ma a quanto pare, per lui era tutto uno stupido gioco, e quella sua solita aria divertita lo confermava.

-A questo punto, credo di dover specificare per correttezza che anche Kuina è coinvolta nel mio piano di rubare le carte, quindi nel caso in cui stessi pensando di denunciarmi, sappi che causeresti anche la sua morte. Certo, sempre ammesso che credano alla tua parola e non alla nostra-

-Cosa ti fa pensare che dopo tutto ciò mi importi di lei, o di te?-

-Beh, lei non sapeva nulla di tutto questo, era confusa come te sui miei comportamenti. Non credo che condanneresti a morte una ragazza innocente, soprattutto perché sembrate andare piuttosto d'accordo. Potreste diventare amiche, se vivesse abbastanza, che ne dici?-, sorrise con gli occhi, e a quel punto non fui più in grado di reggere tutta quella assurda situazione.

Arretrai di qualche passo, poi presi a camminare velocemente nella direzione opposta, lasciando uscire silenziosamente le lacrime calde sul mio viso.

Avevo avuto le risposte che tanto cercavo.







**********************************

Rimasi nella mia stanza per tutto il giorno seguente, mandando via Arisu quando passava a chiedermi come mi sentissi.

Stupida, ingenua, raggirabile, disperata e ferita nell'orgoglio, ecco come mi sentivo.

Oltretutto, ora che l'unica distrazione che avevo era crollata, il vuoto per la perdita dei miei amici si amplificò, come avevo previsto, e rimasi in una specie di stato di trance per un po'.

Quando presi il coraggio di uscire, due giorni dopo aver scoperto la verità, mi sentivo terrorizzata. Temevo di incrociarlo, di vedere di nuovo la sua faccia compiaciuta, saccente, consapevole di averla scampata come era solito fare. Non avrei sopportato di vederlo girare come se nulla fosse successo.

Raggiunsi la piscina, dove trovai non solo il mio amico, ma anche la famosa ragazza che aveva detto di volermi presentare. Era molto carina, e sembrava timida almeno quanto lui.

-Y/n-, Arisu mi venne subito incontro, quando mi vide in lontananza.

-Non chiedere, ti prego. Non sono ancora pronta a parlarne-

Lui mi diede retta, anche se la sua faccia gridava "avevo ragione su quel tizio, ho fatto bene ad avvertirti".

-Lei è Usagi-, mi indicò la ragazza, che mi sorrise leggermente. Le porsi la mano, amichevole.

-Piacere di conoscerti. Il mio amico qui dice che gli hai salvato la vita, quindi ti devo un grosso favore. Non avrei sopportato di perdere anche lui-

Loro si lanciarono un'occhiata imbarazzata, e non potei fare a meno di pensare che fossero carini.

-Oh, non ho fatto molto. La determinazione di Arisu nello scoprire la verità in onore dei vostri amici è ciò che davvero lo ha fatto rialzare. Io sono stata solo una piccola spinta-

Sorrisi. Mi piaceva molto quella ragazza, era umile, gentile, riservata. Sentii che saremmo andate d'accordo, se entrambe fossimo sopravvissute abbastanza a lungo per poter fare amicizia.

-Devo andare, ora-, mormorò lui.

-Dove vai scusa? Sono appena uscita dalla mia stanza dopo il mio crollo emotivo, e non posso incontrare Kuina o Chishiya per caso da sola, in questo momento-

La sua faccia si fece preoccupata.

-Sì, beh, allora sarai contenta che io stia andando proprio a parlare con quei due-

-Che cosa?-

-Non ho tempo di spiegarti adesso, ma è importante. Ti terrà compagnia Usagi, non è vero?-

-Certo, nessun problema-, annuì lei, anche se non capiva molto di ciò che stava accadendo.

-Arisu, aspetta! Non puoi fidarti di quei due!-, ma fu inutile.

Aveva già cominciato a correre nella direzione opposta.

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