Ave miei Argivi,
benvenuti ad una nuovissima puntata di Mithology Crack, l'unica rubrica sulla mitologia greca scritta sotto effetto di metanfetamine. Oggi vi andrò a parlare di una delle tante famiglie disfunzionali della mitologia greca, ma che dico, la più disfunzionale di tutte: quella di Agamennone, Clitemnestra e i loro meravigliosi pargoletti. Direi di iniziare subito perché oggi verrà sparso del sangue. Molto sangue.
Tanto tempo fa, in una lontana terra dell'Antica Grecia, viveva Agamennone, alias Mr. Ego, figlio di Atreo, re di Argo e di Micene, alias uno degli eroi più odiati della mitologia greca. Visto che suo fratello, Menelao, era stato così stronzo che la moglie Elena era scappata col toyboy, un certo principe troiano di nome Paride, il nostro Agastupido decise di salpare verso Troia e muovere guerra alla città per riprendersi la cognata.
Brevissima parentesi: ci sta gente che dà della prostituta a Elena, ma sono piuttosto sicura che la maggior parte delle ragazze che leggono questa storia, se si fossero sposate con un bruto del genere, avrebbero fatto lo stesso, me inclusa. Fine parentesi.
Naturalmente, come ci vai a Ilio se non via mare? Quindi il re degli Argivi allestì una flotta immensa, chiamò a rapporto tutti i re delle poleis greche e si preparò a partire. Peccato, però, che non c'era uno straccio di vento e, non avendo ancora ideato i battelli a vapore, dovettero rimandare la partenza. Aspetto oggi, aspetto domani, magari dopodomani finisce la bonaccia, ma niente vento in vista.
Domanda da un milione di dracme: cosa fa l'uomo greco medio quando non sa che cosa fare? Risposta: consulta l'oracolo più vicino, in questo caso quella buon'anima di Calcante.
Agamennone: Oh Calcante, perché non c'è vento?
Calcante: Sviscera qualche animale, fissa qualche uccello. Hai fatto incazzare Artemide.
Agamennone: Ma che ho fatto di male?
Calcante: Ti sei vantato un po' troppo mentre eri a caccia?
Agamennone: Non più del solito.
Calcante: Hai compiuto tutti i sacrifici?
Agamennone: Ovviamente. Ho sacrificato una capra settimana scorsa.
Calcante: Quale capra?
Agamennone: Una capra.
Calcante: Sospira invocando il proprio autocontrollo. Una di quelle nel recinto vicino al porto?
Agamennone: Sì!
Calcante: Quelle nel recinto con il cartello Capre sacre alla dea Artemide?
Agamennone: Sì! Realizza la cazzata che ha fatto. Oh, capisco. Quindi che faccio?
Calcante: Sacrifica tua figlia, Ifigenia.
Allora, qualsiasi persona dotata di cervello non avrebbe fatto una cosa del genere e avrebbe trovato un altro modo per arrivare a Troia e fare bordello, ma Mr. Ego andava di corsa e decise di dar retta all'indovino.
Ora, voi immaginatevi quella povera crista, vestita a festa, convinta di star per sposare quel gran figo di Achille (io avrei iniziato ad avere seri sospetti già da qui, ma la ragazza era molto ingenua, capitela), che scopre di stare per essere sacrificata perché quell'idiotes di suo padre non sa leggere un fottutissimo cartello. Povera piccola.
Qui ci sono, poi, due versioni del mito: la prima dice che Ifigenia venne brutalmente uccisa e il suo sangue macchiò per sempre l'altare di Artemide, la seconda narra che la dea arrivò all'ultimo e la portò in salvo da quel deficiente di Agamennone. Per motivi tecnici e narrativi, prenderemo per buona la storia del sacrificio umano, sorry.
Clitemnestra, la moglie di Mr. Assassino, come ci si può ben immaginare, la prese non male, malissimo, anche perché dovette assistere allo sventramento della figlia. Perché agire pareva molto brutto, no? Comunque, mai fare incazzare una madre, soprattutto se è la sorella dei Dioscuri, altrimenti la sua vendetta sarà terribile.
Prima di tutto, per i dieci anni della guerra di Troia si consolò tra le braccia di un cugino del marito, Egisto (chiamatela stupida, mica sono tutte fesse come Penelope). Poi, tornato il maritino a casetta, gli organizzò un'entrata trionfale con tutti gli onori, compreso tappeto rosso all'ingresso, e un bel bagno caldo per ristorarsi da tutta la fatica della spedizione e del viaggio. "Fatica", lì hanno fatto praticamente tutto Odisseo e Achille, ma son dettagli. Mentre Mr. Ego se ne stava beato nella vasca, Clitemnestra lo pugnalò alle spalle, macchiò di sangue tutto il pavimento e vendicò la morte di Ifigenia.
Voi direte: è finita qui, no?
AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH.
Ma secondo voi i Greci, che amavano i drammi più del pane con le olive, che passavano intere giornate a teatro per assistere alle tragedie, si accontentavano forse di una vendetta così semplice? Assolutamente no!
Infatti, Elettra, l'altra figlia di Agamennone, si spaventò a morte e decise di nascondere il fratellino Oreste, che all'epoca aveva circa dieci anni, tra i pastori, temendo che la madre combinasse qualche altro omicidio premeditato per favorire l'ascesa al trono di Egisto. In tutto questo, nessuno sa che fine abbia fatto Menelao.
Oreste crebbe, divenne un ragazzotto in gamba, stranamente, e decise di tornare a casa e reclamare il suo posto sul trono. Ma prima, manco a chiederlo, si comportò come il greco medio e andò a Delfi per consultare l'Oracolo.
Oreste: Oh Oracolo del divino Apollo, devo vendicare la morte di mio padre?
Pizia: Direi proprio di sì. Paghi in dracme o tramite offerta votiva?
E così Orestuccio tornò a Micene, andò dalla sorella, baci e abbracci e insieme organizzarono un piano epico per uccidere Clitemnestra ed Egisto. Non si sa bene come, ma ci riuscirono e il ragazzo prese il posto di suo padre come re di Argo e Micene: questa è la prova che tra fratelli ci si ammazza, ma se ci si allea si possono compiere gloriosi propositi (chi coglie la citazione ha guadagnato tutto il mio macabro amore).
Fine?
Ma manco per scherzo!
Per chi non lo sapesse, nella mitologia greca esistono delle simpaticissime divinità chiamate Erinni o Eumenidi o, per chi ha letto quella fantastica saga di Percy Jackson, Benevole.
Ora, se delle divinità si chiamano Benevole uno pensa che siano carine e coccolose.
E invece no, sciocchi: le Erinni torturano e inseguono chi ha ucciso i propri parenti. Ah, la mitologia greca, sempre piena di risvolti macabri e sadici!
Comunque, tornando al mito, Oreste, dopo aver vendicato il padre, iniziò ad essere stalkerato dalle nostre Erinni. Per di più, perché quelli non si facevano mancare niente, mezza popolazione lo odiava per aver versato il sangue del suo sangue. Una faccenda da tragedia greca insomma (non a caso ce ne sono molte che parlano di questa famiglia molto pacifica e per niente incline alla violenza).
La situazione era diventata insostenibile: Oreste non mangiava, non beveva, non dormiva e aveva un esaurimento nervoso un giorno sì e l'altro pure, era diventato, in sostanza, il riflesso tragico di un classicista a maggio. Venne accusato di matricidio, mi pare logico, e fu chiamato a processo dall'areopago di Atene, il tribunale istituito per giudicare i delitti di sangue all'interno del genos (non chiedetemi perché ci fosse un tribunale ad hoc per questo, sappiamo tutti che la risposta è piuttosto ovvia e macabra). Tra le spese per il processo, l'avvocato rompipalle e la giuria severissima, momenti non ci perdemmo Orestino per strada, ma alla fine giunse il responso.
Ora, il buonsenso porterebbe a pensare che il re fu dichiarato colpevole e condannato, ma siamo nell'Antica Grecia, la patria della zoofilia, degli incesti e di altre pratiche molto discutibili, quindi il caso andò in stallo perché non si arrivava ad un verdetto approvato dalla maggioranza.
Niente è più stressante di uno stallo giudiziario e le Erinni di certo non sono d'aiuto.
Ma a sistemare tutto, come al solito, arrivò la dea più meravigliosa, più saggia e più tosta dell'Olimpo: Atena.
Atena: Come è possibile che ci sia uno stallo?
Giuria: Mia signora...
Atena: Mia signora niente, dovete trovare una soluzione!
Giuria: Ma i voti contrari sono tanti quanti quelli favorevoli!
Atena: Allora voto pure io, così terminiamo il processo. Oreste, ti ha detto la Pizia di vendicare tuo padre?
Oreste: Sì, mia signora.
Atena: Lo sapevo che qui c'era lo zampino di quel deficiente di mio fratello! Oreste è assolto. La seduta è tolta!
E fu così che le Erinni tornarono a frustare la gente nell'Ade, Oreste riacquisì la salute mentale ed Elettra boh, nessuno sa che fine abbia fatto.
Fine?
Stavolta sì, per fortuna.
Morale della storia: non ammazzate i vostri parenti o le Benevole non saranno molto benevole con voi. Gioco di parole osceno, chiedo scusa.
E questo è tutto per il capitolo di oggi. Fatemi sapere nei commenti chi ha ragione secondo voi in tutto questo casino e se c'è un mito in particolare che volete che io riscriva sotto effetti di acidi.
Ave atque vale