«Nostra benefattrice!» Disse e, con le ginocchia scricchiolanti, si piegò al suolo.
Cosa stava succedendo?
Non potevo ancora dirlo con certezza, ma nella mia mente stava iniziando ad infiltrarsi un fastidioso presentimento...
A quel gesto, tutti i sussurri indistinti dei Rayag si fermarono.
Mi voltai nuovamente verso Gideon al mio fianco, nella speranza che potesse darmi qualche spiegazione in più ma, ancora una volta, l'espressione nei suoi occhi era tanto stupita e confusa quanto la mia.
Tornai a concentrare l'attenzione sulla scena quando vidi Aerin e Thui piegarsi per aiutare la vecchietta a sollevarsi dal suolo.
Era la prima volta che vedevo Aerin così mansueta ed altruista.
La cosa mi preoccupò, molto, ma con mio stupore notai come quello più cupo fosse, in realtà, Thui.
Lo sguardo era spento, il volto apatico, mentre cercava di trattenere un'emozione che i suoi occhi tradivano.
«Ho solo fatto il mio dovere.» Disse Aerin.
Mi agghiacciai a quella frase, mentre un'intuizione raccapricciante iniziava a farsi strada nella mia testa.
«Ti prego, siedi al mio fianco.» Disse la vecchietta, ed Aerin la seguì.
Solo allora i sussurri ripresero e mi accorsi di aver trattenuto il fiato per tutto quel tempo.
Thui, che mal celava del nervosismo, mi rivolse uno sguardo indicandomi di seguirlo.
Fui lieta di scoprire come il posto che mi spettasse fosse lontano da Nai Nai. C'era qualcosa, in quella vecchietta, che mi inquietava.
Solo quando si fu seduto, al mio fianco, l'essere dell'Altro Sole sembrò iniziare a tranquillizzarsi.
«Tieni, assaggia.» Disse poco dopo, depositandomi un grosso pezzo di carne sulla pietra piatta davanti a me, nonostante avessimo le stesse pietanze sui tavoli in roccia.
Accennai un timido sorriso, mentre la guardavo in silenzio.
In quel mio stesso momento di esitazione, riuscii a percepire la voce di Dollarus che, qualche tavolo più in là, scavalcava i sussurri dei membri della Tribù.
«È sicuramente avvelenata!» Lo sentii dire.
«Lo credi anche tu?» Mi chiese a quel punto Thui, che sicuramente aveva sentito le parole di Dollarus.
Percepii una leggera nota di dispiacere nella sua voce.
Scossi la testa.
Quello che era successo poco prima aveva lasciato un peso sul mio stomaco ma, quello che realmente mi opprimeva in quel momento, era un'altra idea malata che mi girava per la testa.
«Non è umana.» Aggiunse poi Thui, dando voce ai miei timori. «Devi credermi.» I suoi occhi si fecero improvvisamente seri.
In quel suo sguardo, a tratti rassicurante, trovai una somiglianza con Rubyo.
Inconsciamente quel dettaglio mi spinse a fidarmi un po' di più.
Stavo quasi per accettare il pasto che, dall'altro lato, la mano di Gideon scivolò nel mio piatto, afferrando la carne e addentandone un pezzo.
Dopo averla deglutita, ne lasciò cadere con violenza la rimanenza.
«Non sta mentendo.» Disse una volta a bocca vuota, ma nel suo sguardo lessi come avrebbe preferito il contrario.
Annuii a Gideon, per poi rivolgermi nuovamente a Thui che, nel mentre, mi stava offrendo un altro pezzo di carne.
«Ti ringrazio.» Disse, cogliendomi alla sprovvista, mentre era ancora concentrato sul cibo che maneggiava.
Con lo sguardo basso mi fu impossibile guardarlo negli occhi eppure, nel profilo del suo volto, riconobbi ugualmente della cerea sincerità.
«Prima, con quella bambina...» Aggiunse. «Grazie.» Ora le sue iridi ambrate avevano preso a fissarmi.
Scossi la testa, accennando un sorriso. «Devo ancora capire quanto io possa fidarmi di voi e di tutta questa situazione.» Ammisi. «Ma ciò non vuol dire che lascerò che siano degli innocenti a rimetterci.»
Thui ricambiò il mio sorriso.
«E tu invece? Perché hai mentit-»
La mano di Thui sulla mia bocca mi impedì di continuare a parlare.
In quello stesso istante, fulminee, le dita di Gideon si legarono attorno al suo polso.
Con la coda degli occhi, vidi, nelle sue iridi, una cieca ira dorata.
Dopo un rapido scambio di sguardi, Thui ritrasse la mano.
«Chiedo scusa. Sono stato avventato.» Disse, della calma sincerità nella sua voce. «L'ho fatto a fin di bene.» I suoi occhi lampeggiarono verso la vecchietta, troppo occupata a conversare con Aerin per far caso al nostro discorso.
Solo quando Thui si assicurò di come la nonna non avesse sentito, riuscì a rilassare i muscoli delle spalle, ma Gideon, dall'altro lato, ebbe la reazione opposta.
«Meglio non farle scoprire la verità.»
Ma quelle parole celavano molto di più del mio essere umana. Dietro a quelle parole, c'era l'intenzione di Thui di mantenere il segreto sulla mia identità di Principessa.
«È un po'... all'antica.» Aggiunse poi, scoprendo un canino in un amaro sorriso.
Lanciai una rapida occhiata alla vecchietta, seduta così lontano da me, e in quel momento realizzai che, dopotutto, la disposizione dei posti non era casuale, così come il luogo in cui si era svolta quella cena.
Da quando Thui era venuto a prenderci negli alloggi, mi ero chiesta più volte perché, nonostante un'immenso albero con spazi adibiti a qualsiasi funzione, stessimo andando altrove a mangiare, e in un posto buio per di più.
Ma, se inizialmente avessi pensato che si sarebbe potuto trattare di una trappola, ora ero convinta del contrario: Thui stava cercando di proteggermi da sua nonna che, quasi cieca, non avrebbe distinto il colore dei miei capelli così al buio.
Ed era sempre per questo stesso motivo per cui, non solo poco prima aveva sgridato la sorellina, ma ora mi aveva zittita.
Da quello scambio di battute tra Aerin e Nai Nai, avevo capito come la vecchietta avesse uno spirito tutt'altro che pacifista, tipico invece di Thui: in un qualche modo, era riuscita a riconoscere Aerin come colei che aveva vendicato tutti gli esseri dell'Altro Sole dopo lo scoppio della Grande Ribellione o meglio, della Grande Vendetta.
Se i Rasseln erano stati dei traditori infedeli, Aerin era stata una patriota, una martire, la loro benefattrice.
Quella consapevolezza fu come una morsa allo stomaco.
«Sai chi sono.» Riformulai la frase. «E sai anche mio padre cosa ha fatto. Perché mi hai salvata?»
Non riuscivo a capacitarmi di come Thui, cresciuto dalla persona che con molta probabilità mi volesse morta, non avesse intenzione di farmi del male.
Vidi l'essere dell'Altro Sole spostare il peso del suo corpo su di un lato, spostando il baricentro sul gomito appoggiato alla coscia.
«Perché la penso come te, Lyra.» Con un rapido spostamento degli occhi, mi indicò la nonna e capii come, nelle sue vicinanze, mi stesse chiedendo il permesso di essere chiamata per nome.
Annuii.
«Non voglio che a rimetterci siano degli innocenti.» Disse, solenne, gli occhi fissi nei miei.
Rimasi colpita da tutta quell'umanità.
«Vogliamo... fare due passi?» Mi chiese poco dopo, ma capii che dietro quella domanda c'era molto di più: stava cercando di allontanarsi da orecchie e occhi indiscreti per parlare liberamente.
Rivolsi uno sguardo a Gideon alle mie spalle che, fino a quel momento, non si era lasciato sfuggire neanche una ruga espressiva.
«Non mi piace la tua espressione.» Mi disse, capendo perfettamente le mie intenzioni.
«Gideon, è importante.»
«Tu lo sei di più.»
Il mio cuore sussultò per un'istante, ma il mio sguardo rimase malinconico. «Gid-»
«Lo so cosa mi hai detto.» Mi interruppe, i suoi occhi scavavano nei miei, in cerca di un momento di esitazione. «Ma non puoi credere che ciò che io provi per te scompaia da un giorno all'altro.»
E questo lo pensavi anche quando mi hai svenduta a Markus? Sarebbe stato ciò che avrei voluto realmente dire, ma non lo feci.
«Vorrei solo che ora tu ti fidassi di me.» Dissi invece, facendo per andarmene, ma Gideon mi afferrò il polso.
«Non è di te che non mi fido.» Lanciò uno sguardo di fuoco a Thui, in piedi alle mie spalle.
Emisi una risata secca. «Ora sembri proprio Rubyo, lo sai?»
Gideon si accigliò, ritirando la mano. «Non paragonarmi a quello zerbino.»
In un altro caso mi sarei arrabbiata per quell'offesa ma, questa volta, era mia intenzione ottenere quella reazione e così, finalmente libera dalla presa di Gideon, mi rivolsi nuovamente verso Thui che, con me alle spalle, iniziò ad incamminarsi nella foresta.