BADLANDS II

By CatsLikeFish

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โžก๏ธ Storia in corso โ–ถ๏ธ Sequel di Badlands ๐Ÿฆ‹๐Ÿฆ‹๐Ÿฆ‹ Questa storia contiene scene esplicite ed il linguaggio non... More

BADLANDS II
When you think of love, do you think of pain?
Innocence died screaming, honey, ask me I should know
Do You really want me dead or alive to torture for my sins?
Do you want my presence or need my help? Who knows where that may lead
How are you all around me when you're not really there
With my feelings on fire, guess I'm a bad liar
Wish you knew that I miss you too much to be mad anymore
You've got a fire inside but your heart's so cold
Use the sleeves on my sweater, Let's have an adventure
And oh we started Two hearts in one home
Dancing through our house with the ghost of you
Would you rescue me? Would you get my back?
What am I now? What if I'm someone I don't want around?
Will you still love me when I'm no longer young and beautiful?
Due parole su Badlands
And my daddy said, "Stay away from Juliet"
Sleep with me here in the silence Come kiss me, silver and gold
We weren't perfect But I've never felt this way for no one
Baby kiss me, before they turn the lights out
'Cause I've done some things that I can't speak
I know you wanna go to heaven, but you're human tonight
I spend her love until she's broken inside
If it's not you, it's not anyone
End
Seconda parte
XXV
XXVI
XXVII
XXVIII
XXX
XXXI
XXXII
XXXIII
XXXIV
XXXV
XXXVI
XXXVII
XXXVIII
XXXIX
XL
XLI
XLII
XLIII
XLIV
XLV
XLVI
XLVII
XLVIII
XLIX
L
LI
LII
LIII
LIV
Epilogo: parte uno
Epilogo: parte due
Epilogo: parte tre

XXIX

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By CatsLikeFish

💕

-Allora?-

Balzo su dal letto quando finalmente Alexander torna in camera sua.

Il suo andamento è ancora indeciso, la ferita sta guarendo ma lo so che gli fa ancora male.

-È fatta, Juliet.-

Sta parlando degli esami.
E io non posso essere più felice di così.
Gli lancio le braccia al collo saltandogli addosso, lui barcolla andando a sbattere con le spalle contro la porta.

- Piano, piccoletta.- mugugna stringendo i denti per sorreggere il mio peso.

-Ah già scusaaa! Ma sono troppo felice per te!!— esclamo tornando con i piedi a terra.

Poi però una cosa attira la mia attenzione.

-Ma tutti quei libri, Alex?-

La sua scrivania sembra di nuovo un campo da battaglia.

-Devo studiare per il test di ammissione.- spiega lui con voce calma.

-Oddio, non finirai mai!!-

Una smorfia di delusione si disegna sul mio volto.

-No, Juliet. Comunque anche tu dovresti prendere il buon esempio e ricominciare.-

- Non iniziare con questa storia. ora devo andare a vestirmi.- taglio corto per non sfiorare l'argomento "Juliet+scuola."

Sto per sfuggirgli ma lui mi afferra dal polso con decisione.

- Non fare la furba. Tu torni a scuola.-

-Sì sì certo. Senti ma il vestito per stasera? Non so dove andiamo, quindi dimmi tu.. elegante o ..-

Lo vedo assottigliare lo sguardo, lo sa che voglio sviare la discussione il più possibile.

- È gia nel tuo armadio.-

La sua affermazione mi disorienta.

-Cosa?-

-Il vestito che indosserai.-

-Mi hai comprato...-

È più che ovvio che mi muoiano le parole in gola.

- Sì. L'ho già mandato in lavanderia. È lavato e stirato. Spero ti vada, ma a giudicare da quanto bene conosco il tuo corpo...-

Fa due passi nella mia direzione senza togliere le mani dalle tasche -...ti andrà alla perfezione.-

-Quando l'hai...-

- Sono andato a ritirarlo dopo la scuola.-

Le sue parole mi provocano un sorriso inaspettato.

-Smetterai mai di stupirmi, Alexander?-

Non faccio altro che lasciargli un bacio a fior di labbra, lui si volta e mi segue con lo sguardo finché non esco dalla sua camera.

Poi corro nella mia stanza.
La curiosità è troppa.
Spalanco la porta del mio armadio: il vestito che mi ha comprato Alexander è perfetto.
È nero. Come piace a me.
All'apparenza ha un taglio lungo, ma in realtà il tessuto di stoffa si ferma sopra vari centimetri sopra al ginocchio, nella parte inferiore è un intreccio di veli.
Stupendo.
Resto in adorazione per una buona mezz'ora, con la testa tra le nuvole a pensare cosa abbinarci, come truccarmi.
Poi mi viene in mente una cosa a cui non avevo pensato.
Ma Alexander pensa sempre a tutto, quindi prendo il telefono per scrivergli.

Esci un attimo

Invio poi esco in corridoio.

Lui apre la porta quanto basta per far uscire la testa, è visibilmente infastidito. Nonché svestito. Una chiazza invisibile di profumo e bagnoschiuma maschile si sparge per il corriodio.

- Dimmi.- dice irritato, scompigliandosi i capelli umidi.

- Hai fatto la doccia?-

- DIMMI.-ripete stavolta con sguardo serrato.

- È bellissimo il vestito.- mormoro con un filo di voce.

- Mi hai fatto uscire di corsa per dirmi questo?-

-No. Cosa diremo stasera? -

Faccio un cenno per indicare i nostri genitori che stanno al piano di sotto a guardare la tv.

- Che andiamo al ballo di fine anno.- taglia corto lui, chiudendosi la porta alle spalle.

Così ci diamo appuntamento alle 8:30 in corridoio.
Ci metto un po' più del solito a prepararmi. Sono agitata.
Come sistemo i capelli?
Rossetto sì o rossetto no?
Devo mettere l'eye-liner o è troppo?
Alla fine decido di lasciare i capelli sciolti e non truccare gli occhi, solo un po' di mascara e rossetto rosso.



Nel momento esatto in cui esco dalla mia camera, Alexander sta aprendo la porta della sua.
Resto senza fiato per qualche istante: la giacca scura gli calza a pennello sulla camicia, non porta la cravatta ma è estremamente elegante.

-Oh...ehm..io...-

Riallaccio immediatamente le parole. Non so perché, ma quando gli sto davanti divento morbida come burro fuso.
Mi va in tilt il cervello.
E lui lo sa.

Mi rivolge un sorrisetto compiaciuto, poi si avvicina per raccogliere la ciocca che mi è caduta davanti al viso.
Le sue dita fredde mi danno i brividi quando si scontrano con la mia guancia calda. Mi mordo il labbro come se con quel gesto potessi assaporare tutto il suo buon profumo. Alexander non emette un suono, continua  a guardarmi con occhi sottili.

- Alex...-

Mi squadra dall'alto, infine parla.

-Non riesco a staccarti gli occhi di dosso, Juliet.-

Lo sento.
Sta letteralmente balzando.
Il mio cuore.

-Ragazzi sono le otto e mezza passate! Ma a che ora è il ballo!?-

Mia madre ci sta chiamando dal piano di sotto.
Con la bocca piena.

Mangia in continuazione.

Scendiamo le scale quando lei ci lancia un'occhiata languida.
-Alexander? Oddio come sei elegante?!-

Ovviamente i complimenti sempre prima a lui.

-Juliet sei bellissima, ma dove l'hai preso quel vestito e...-

Lei sbatte violentemente gli occhi sul mio collo.

-E quella collana?!-

Ora che dico?

Guardo Alexander allarmata.

-Me l'ha....ham ..regalata ahem...-

John sta seduto a tavola e sta fissando Alexander con occhi poco rassicuranti.
Ha già capito tutto.

-Lasciali andare Catherine.- sbuffa scuotendo il capo contrariato.

-Ma...-
Lei sembra confusa.

-Noi usciamo.- taglia corto Alexander, facendomi strada verso l'uscita.

La porta alle nostre spalle si chiude.
Alexander resta con le mani in tasca poi socchiude gli occhi, proprio lì, al buio, sul pianerottolo di casa.
L'aria estiva è umida, appesantita dallo smog, ma non mi è mai sembrata così buona e ricca di libertà.
Non posso fare a meno di guardarlo.
Alexander abbassa il capo, poi solleva gli occhi neri buttandoli rapidamente nei miei.
Non riesco a capacitarmene. Perché il ragazzo che mi sta portando fuori a cena è così perfetto? Perché il destino ha preteso che suo padre dovesse per sposarsi con mia madre?

Non siamo fratelli, è vero.
Ma quanta fantasia devo usare per poter vedere un futuro insieme a lui?
Il futuro che sempre sognato: una casa tutta nostra, un matrimonio, dei figli... Mi chiedo se anche lui ci pensi a queste cose...

(😂)

Saliamo in macchina senza dire una parola.
Sono particolarmente nervosa questa sera.
-Non mi anticipi niente?-domando per allentare la tensione crescente.

-È solo una cena. Non farti strane illusioni, piccoletta.-

-Grazie per il vestito.-

-Grazie a te per essere così bella quando lo indossi.-

Oddio, vorrei baciarlo.

Ma lui tiene lo sguardo concentrato alla guida. Scruto il suo profilo perfetto per qualche istante, sono così emozionata che mi manca il fiato.
Gratto nervosamente con le dita sulla borsa, intanto osservo la sua mano stretta intorno al volante.
L'altra però la tiene sul cambio.
Certo, potrei prendergliela ma...perché non può farlo lui?

Resto indecisa per qualche minuto, finché non decido di fare la mia mossa.

"Al diavolo!"mi dico sollevando lentamente la mano.
Non faccio in tempo ad avvicinarmi però, che lui l'ha già allontanata posando anch'essa intorno al volante.
Fortuna che è buio e che lui non mi ha vista, perché l'imbarazzo che provo è veramente sconfinato.
Stringo la mano, mi si forma un pugno troppo stretto da sciogliere.

Un lungo respiro.

"Con calma, Juliet, con calma."


-Tutto bene, Juliet?—

Quando arriviamo di fronte al nostro ristorante, mi sembra di essere appena approdata ad un casinò.
Gente elegante e macchine di lusso.

-Spero ti piaccia la cucina francese.- dice lui con voce profonda.

"Beh con te pure il McDonald avrebbe il sapore di alta cucina"

Poi mi viene d'istinto: allungo la mano verso la sua, che ciondola lungo il fianco.
Vorrei me la prendesse.
Ma lui non se ne accorge neanche.
Forse dovrei essere più realista.
Alexander non fa queste cose.

Mentre camminiamo l'uno di fianco all'altro, vedo alcuni uomini più grandi posarmi gli occhi addosso, le le donne invece si soffermano sul mio collo, anzi, sulla mia collana.

-E così la piccola Juliet non passa inosservata...- dice Alexander rivolgendomi una lunga occhiata.

"Come mi guardi tu non mi guarda nessuno però."

Lo vedo inumidirsi le labbra per poi indicarmi l'entrata del locale.
- Andiamo.-

Dopo averci scortato al nostro tavolo, il cameriere si congeda dicendo che avrebbe portato subito dell'acqua in bottiglia.

Tovaglie pregiate, lampadari di cristallo, acqua in vetro e candele sul tavolo.
Non sono mai stata in un posto del genere.
Alexander si toglie la giacca poi congiunge le mani sul tavolo.
I miei occhi scendono sul suo orologio.
Questa è la parte più affascinante di Alexander, il lusso. E a me sta bene, ma io voglio la parte più cruda, quella più vera.
Perciò comincio a parlare.

- Sei arrabbiato con me per quella notte?-

Lui sembra aspettarsela questa domanda.

- Hai fatto l'errore più grande che potessi fare trascinando mio padre in quel posto, con quell'uomo. E hai agito d'istinto come al tuo solito,—

Ovviamente Alexander non le manda a dire. Poteva uscirsene con: "Oh no, Juliet. Io ti amo! Figurati se sono arrabbiato con te!"

Invece no, lui deve sempre sbattermi in faccia la realtà, senza mai indorare la pillola.

- Ma... hai agito d'istinto anche quando l'hai colpito.—sussurra sottovoce.
Io resto in silenzio ad ascoltare le sue parole. Le sue labbra magnetiche si riaprono per continuare.
- Non sono arrabbiato con te per quello che hai fatto, sei stata avventata e ti è andata bene. Se lui si fosse accorto di te e ti avesse fatto del male... in quel caso non te lo avrei mai perdonato, Juliet.-

Ci guardiamo negli occhi per qualche attimo.
Non so che dire.
Mi sta mettendo in difficoltà.

—Però forse io dovrei chiederti scusa.- aggiunge tagliando la tensione che si sta creando tra noi.

-Per cosa Alex?-

-Il disastro in cui ti ho trascinata. Non dovevo portarti con me quella sera. Sono stato un incosciente. Ti ho messa in pericolo e...—

-Facciamo così. Non parliamone. Non stasera.- dico allungando una mano sul tavolo, verso di lui.

"E prendimela!"

Lui osserva la mia mano con fare stranito per qualche secondo, poi risponde. Ovviamente non gli passa neanche per l'anticamera del cervello di sfiorarmi.

—Hai ragione. Allora parliamo di una cosa più importante.-

Metto il broncio all'istante.

-Non fare quel musetto, Juliet.-

-So già cosa stai per dire, Alex. Ti ho detto di sì. Mi iscriverò a scuola, ma magari farò le serali...così posso lavorare!-

-Non mi importa se lavori o meno mi importa solo che ti diplomi, in una scuola seria. Hai capito?-

"Che palle!"

Fortuna che l'antipasto mi tiene bella impegnata.
Ci sono ottocento forchette sul tavolo, quale devo usare?
E poi dovrei mangiare delle ostriche con le posate?
Non posso succhiarle e basta?

Provo ad imitare come fa lui, tentando di non imbrattarmi eccessivamente.
Lo guardo portarsi la forchetta alla bocca rosea, poi appoggiare un labbro sull'altro per masticare.
È sexy.
Può esserlo anche mentre mangia?
Evidentemente sì.

Siamo già al primo, Alexander intanto mi racconta degli esami e di come i professori siano stati zelanti con lui. Lui che non è arrivato abbastanza preparato agli scritti...
Io intanto lo guardo con una faccia che dice "Ah, sì certo. Immagino".

Mi chiedo chi gliel'abbia passata tutta questa voglia di perfezione.

Vorrei anche chiedergli se possiamo ordinare del vino, ma immagino che la cena già non sarà economica di per sé, se ci aggiungiamo anche una bottiglia di vino pregiato... a John verrà un infarto quando vedrà gli estratti conti della carta di credito.

- Andiamo fuori.—

Alexander afferra la giacca e si alza in piedi.
Senza farmi troppe domande lo seguo fino ad arrivare ad una portafinestra che da su una grande terrazza.
Il ristorante si trova in collina e da quassù c'è una bellissima vista della città.

Mi abbandono con la schiena contro la parapetto di marmo bianco.
Alexander però mi fa cenno di no con la testa.
-Vieni qui addosso a me, non appoggiarti lì.-

Sorrido. È sempre il solito.
Mi prende entrambi i polsi, poi mi attira al suo petto.

-Toglimi una curiosità. Perché non sei più uscita con Zack?-

Non posso fare a meno di sollevare un sopracciglio.

- Alexander toglimela tu una curiosità: perché non sei più stato a raccogliere la bava che Charlotte lascia dietro quando passi?-

La sua bocca si curva rapidamente in un sorriso subdolo.

-Ma senti che boccuccia cattiva.-

Il tono di Alexander ha qualcosa di malizioso, ma non faccio in tempo a capirne le intenzioni, che lui avvicina il viso al mio.
Però non mi bacia.

-Rispondi Alex...- insisto io -Come mai niente Charlotte, né nessun'altra?-

Lui allora infila entrambe le mani in tasca, lasciandomi la libertà di toccarlo ed appoggiarmi contro il suo petto. La sua camicia è così morbida che sembra seta sotto alle mie dita.

-Neanche il minimo interesse, Juliet. Per nessuna.—

Vengo scossa da un brivido.

-Non tremare. Tieni.- mormora coprendomi le spalle infreddolite con la sua giacca.
I suoi occhi profondi si infittiscono quando si immergono nei miei.

-E tu niente Zack, perché...?-

-Perché ti amo, Alexander.-

-Mhm...-

Lo guardo sollevare il mento e chiudere gli occhi, come se in quella posa potesse assaporare le mie parole.

-Mi piace sentirtelo dire,Juliet.-

-Ma quando lo dici tu è più bello...- azzardo guardando a terra.

Chissà se se lo ricorda.

-Che vuoi dire?- domanda ad un certo punto.

"Oh nooooooooooooo"

Lui però mi sta guardando con quegli occhi così belli che trovo il coraggio di continuare.

-Il mio è più insignificante, beh...si sa che ti amo. Lo sanno tutti.- farfuglio indecisa, lasciando che i miei occhi si perdano nei suoi.

Alexander abbassa la testa con il solo intento di congiungersi alle mie labbra e strapparmi un bacio lento.
La bocca stavolta la schiude appena, la sua lingua è più delicata del solito,come se non volesse distogliere l'attenzione dalle nostre parole con un bacio troppo intenso.

-Non dare mai per scontato il tuo amore, Juliet.-

- Che...che vuoi dire?-

- Che non c'è nulla di insignificante in quello che tu fai per me. E non parlo solo dei gesti. Da quando ti conosco, la mia vita è...diversa. È migliore.-

Sorrido scioccamente.
-Ti hanno solo sparato e stavano quasi per uccidere tuo padre, ma a parte questo, tutto apposto.-

Lui però non sta ridendo.

-Esatto. E se questo è un miglioramento, pensa a quando faceva schifo la mia vita prima di te.-

-Non dire così, Alex. Hai passato un periodo terribile...forse John non è la persona più sensibile del mondo e magari ti sei sentito solo...-

Mi interrompo bruscamente quando una coppia di signori più adulti viene fuori a fumare. Si mettono poco distanti da noi, ma quello che ci stiamo dicendo è troppo intimo, non riesco a continuare.

Alexander abbassa la testa per solleticare il mio orecchio con le sue labbra. -Non provavo più nulla, Juliet. Nulla.-
Lo sussurra così profondamente da darmi i brividi.

E ora? Cosa provi ora?
"Dimmelo, ti prego!!"

- Alex e ora...-
Mi guardo intorno e noto con piacere che la coppia ha percorso la balconata per scendere al piano di sotto.

- Ora voglio il tuo amore, la tua stima, la tua devozione. Voglio che ti fidi ciecamente di me, Juliet.-

Finalmente Alexander distoglie le mani dalle tasche e mi abbraccia. Mi sento al sicuro, perciò glielo dico.

-Non hai mai tradito la mia fiducia, Alex.— faccio una pausa.
Devo calibrarle attentamente le parole con lui.
-Perciò sì, mi fido ciecamente di te. E so di aver fatto tante stupidaggini in passato ma... ma sappi che puoi farlo anche tu. Puoi fidarti di me.-

Alexander non si scompone.
Mi fissa dall'alto, io sono agitata e tremante tra le sue braccia.

-Quella sera sei stata coraggiosa, forse un po' avventata e stupida ma...mi hai salvato la vita. La mia e quella di mio padre.-

C'è un momento in cui stiamo in silenzio, e io lo vivo con l'inconsapevolezza di chi non sa quanto questo attimo sia prezioso.

-E io ti amo per davvero, Juliet.-

Resto a guardarlo per qualche secondo, senza avere le parole da dire.
Mi sento confusa, sollevata, felice.
Uno di quei sogni dal quale non vorresti mai svegliarti.

-Alexander...-

-Shhh, zitta.- mormora spingendo quelle labbra perfette contro le mie.

-Ti sto dicendo di più del semplice "ti amo" che si dicono tutti. Ti sto dicendo che non c'è e non ci sarà mai nessun'altra per me,Juliet.-

Quando mi parla così mi fa tremare le gambe, mi fa sentire lo stomaco pieno e la testa leggera.

-È una promessa importante.- sussurro contro la sua mandibola, prima di accarezzarla con piccoli baci.

-Tu sei importante.- ribatte lui.

Restiamo di nuovo in silenzio.
Come se persino un bacio vero potesse arrivare a sporcare tanta perfezione.

Mi abbandono contro il suo petto, il suo cuore è sempre così calmo.

-Alex...-

- Dimmi Juliet.-

-E Charlotte?È venuta da te quando non c'ero?-

-Si è venuta a studiare due volte.-

-Oh. Ha bagnato tanto la sedia mentre ti guardava studiare o...-

Il suo petto ha un sussulto, sta ridendo.

-Sei sempre la solita insolente. Charlotte è... Charlotte.- risponde enigmatico, come se io potessi capire le sue parole contorte.

-Vorrebbe dire?-

-Che prima che arrivassi tu... Charlotte mi incuriosiva, avevo provato a provocarla ma...è stato noioso.-

Sorrido.
Se c'è una cosa che amo è la sua sincerità.
Avrebbe potuto tagliare corto con un "No Juliet, sta tranquilla. Charlotte non mi è mai piaciuta" e io me la sarei bevuta comunque, invece... Alexander non sembra in grado di mentire.

- E perché è stato noioso?-

- Perché non è te, piccoletta.-

-Io ti ho dato pane per i tuoi denti , eh?-

-Ammetto che con te è sempre più divertente.—

Con la coda dell'occhio vedo i camerieri servire un dessert al cioccolato. -Andiamo che non voglio perdermi il dolce!- lo strattono dal braccio.

-Baciami o non vai proprio da nessuna parte.- asserisce lui.

E finalmente mi regala uno dei suoi baci. Mi sconvolge così tanto che per un attimo non ricordo neanche più dove mi trovo, vorrei solo saltare il dolce e tornare a casa con lui.

🦋

Quando si sbottona la camicia, Alexander sa essere dannatamente lento ed attraente. La lascia aperta a metà poi sfila l'orologio e persino quel gesto diventa motivo della mia curiosità.

Si mette le mani nelle tasche poi prende a guardarmi. Intensamente.

Io sono entrata in camera sua e ho fatto in tempo a togliermi a malapena il cappotto e le scarpe, quando lui a petto nudo e con solo i pantaloni addosso, comincia a parlare.

-Eri elegante oggi, Juliet.-

-Davvero? Voglio dire... il vestito me l'hai regalato tu non è che io ho fatto..-

Mi sta già facendo agitare.

-Non sto parlando del vestito. Sei tu. Non quello che indossi. Il modo in cui cammini, in cui muovi le mani, la maniera in cui porti la testa a lato e sorridi...-

Abbasso gli occhi mentre lo sento avvicinarsi.

-E sicurante quel vestito è perfetto addosso a te.-

"Sei tu! È quando ti sto vicino che mi sento così!" Ma questo non riesco a dirglielo.

-Ma vedi Juliet....-

C'è qualcosa di scuro nella sua voce. È così tetra che sembra arrivare dal profondo.

- ...Vedi, ora non c'è più bisogno di recitare quella parte. Ora voglio che tu sia te stessa. Qui, con me.-

Le sue labbra mi sfiorano. Potrei giurare di aver sentito la sua lingua sfiorare il mio labbro inferiore, ma in realtà è il suo profumo divino a provocarmi questo stato confusionale.
Arrotola un mucchietto di ciocche tra le dita della mano, poi fa una presa salda strattonandomi appena i capelli.

Resto in tensione per qualche istante, finché Alexander non si allontana e io rimango riversa sul muro spettinata e in trepidante attesa.
Mi fa sentire sua anche senza toccarmi.

Poi lo dice.

-Sei pronta, piccola Juliet?—


🖤🖤🖤🖤🖤🖤🖤🖤🖤🖤

Piaciuto il capitolo?

Chiaramente Alessandro e Giulia sono in love 💕
ma ciò non significa che entrambi possano cambiare così, dall'oggi al domani... anzi, tutte le loro differenze emergeranno sempre di più.

E uno dei due inizierà presto a rompere le palle e farsi odiare, ma vi lascio indovinare chi 😂

A presto chicasss!! ricordatevi di mettere stellina ⭐️😇

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