SMILE

By Julia_blaze

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(IN REVISIONE) In un mondo devastato da una terribile Inondazione, la popolazione mondiale si è ridotta ad un... More

Prologo
1 - Abbraccio
2 - Stanza
3 - Crisi (1)
4 - Crisi (2)
5 - Charles
6 - Cartella
7 - Pioggia (1)
8 - Pioggia (2)
9 - Potere (1)
10 - Potere (2)
11 - Memorie
12 - Inondazione
13 - Lucia.
14 - Trovata
15 - Verità
17 - Rivelazioni (1)
18 - Rivelazioni (2)
19 - Odio
20 - Scomparso (1)
21 - Scomparso (2)
22 - Nathan
23 - Parole
24 - Campana
25 - Cuore
26 - Fragile
27 - Ballo
28 - Notte
29 - Fuori
30 - Brillare
31 - Heiji (1)
32 - Heiji (2)
33 - Riconciliazione
34 - Partire
35 - Sometimes I don't wanna be happy
DOMANDE ED ANNUNCI

16 - Controllo

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By Julia_blaze

"Devi concentrarti, devi sentirmi dentro di te"

Lucy guardò Sol, che le stava cercando di spiegare come rintracciarlo tramite il Potere. Erano seduti sul suo letto, ed erano ormai due ore che Lucy cercava di capire in che stanza si trovava il ragazzo tramite il Potere, ma con risultati inesistenti.

Erano passate due settimane da quando la signorina aveva detto al dottor Dickens di lei e Sol, ed anche se lui non l'aveva ancora perdonata per le sue azioni era giunto alla conclusione che doveva assolutamente iniziare ad insegnarle tutto quello che sapeva. I due passavano tutto il tempo che Lucy non impiegava con i CP a stare assieme, volare attorno all'edificio con il Potere di Sol e cercare di allenare quello di Lucy. Sebbene lei fosse molto contenta di questa loro attività, per qualche strana ragione non riusciva proprio a connettersi con il ragazzo.

I due le avevano provate tutte, per entrare in sintonia: avevano dormito assieme, si erano baciati, il ragazzo aveva curato i lividi della signorina, lei aveva frugato nei suoi ricordi, ma niente. Lucy non riusciva a sentirlo, e Sol non riusciva a capire il perché.

Sol si era rivelato una persona estremamente gentile, con un senso dell'umorismo meraviglioso ed un forte carisma. Aveva dimostrato più volte la sua forza (sia fisica che mentale) sorprendendo la signorina con spettacoli come nevicate notturne, aurore boreali nella sua stanza e piogge di stelle cadenti. Lei, di canto suo, si era convinta che quel ragazzo fosse una specie di essere perfetto a cui fare sempre riferimento.

Tutto il resto, in quelle due settimane, era andato avanti in maniera abbastanza monotona: Lucy aveva fatto visita più volte a Nathan ed Amos, ed aveva annunciato che entro una settimana il primo sarebbe stato pronto per essere rilasciato. Man mano che andava avanti, riusciva ad aiutare sempre meglio i CP; stava iniziando a capire come trattarli e di conseguenza ci metteva meno tempo ad individuare il problema e toglierlo.

Chi invece non migliorava affatto era Amos: Lucy cercava di usare meno energia possibile con lui, per disintossicare il suo corpo, ma spesso il ragazzo in assenza di Potere e di francobolli cadeva in crisi e cominciava a farsi del male da solo. La signorina era molto preoccupata per lui, ma in fondo sapeva che era solo questione di tempo: presto, o sarebbe morto o avrebbe iniziato a guarire. Era la doppia faccia del Potere.

Se il dottor Dickens, dopo aver visto in atto il Potere di Sol, si era rassegnato all'idea di lasciarli agire come meglio credevano (a patto che la signorina facesse visita ad almeno un CP al giorno);Charles, aveva iniziato ad essere distaccato e guardare i due con aria diffidente. Era arrabbiato con Lucy, ed aveva paura di Sol. Li vedeva svolazzare nel cortile dell'Istituto, e si riempiva di pensieri sul fatto che era ovvio che la signorina avesse scelto quell'affascinante ragazzo che sapeva volare e controllare gli elementi invece che lui: un ragazzino con gli occhi storti.

Eppure, non poteva fare altro che pensare che quel ragazzo non aveva fatto niente per lei: certo, l'aveva fatta divertire e probabilmente l'aveva ammaliata con dolci lusinghe, ma tranne quello le aveva solo raccontato tante storie. Okay, le curava i lividi, ma la signorina doveva imparare a guarire da sola e quel ragazzo non aiutava.

No, ma chi vogliamo prendere in giro, Charles era solo geloso. La signorina voleva dire molto per lui, ed il fatto che ora passasse i suoi pomeriggi a ridere con quel biondino piuttosto che con lui gli metteva una profondissima tristezza mista ad invidia.

A proposito di quei due, in quel momento Sol e la guaritrice si trovavano seduti sul letto blu della signorina, che cercavano invano di entrare in collegamento.

"Non ci riesco" rispose la signorina, sul punto dell'esasperazione "non ci riesco è come se ci fosse una barriera." Sol si passò la mano tra i capelli, e la prese per mano.

"Seguimi" disse, portandola verso l'uscita dell'appartamento. Lucy, quasi incantata da quel tono di voce così sicuro ed autoritario, lo seguì senza opporre resistenza fin fuori dall'Istituto "hai bisogno di divertirti" le disse il ragazzo, sistemandole con un dito gli occhiali sul naso, ed i due si sollevarono in volo.

Lucy rilasciò un gridolino soffocato, quando il ragazzo iniziò a sfrecciare per i cieli e cavalcare le correnti. Sul suo volto di lui era dipinta un'espressione divertita, di chi stava sfidando il vento, e gli occhi lasciavano trasparire una grande emozione. La signorina rimase ammaliata da quello sguardo così sicuro e potente, e credette davvero di essere tra le braccia di colui che l'avrebbe salvata.

Sol, ad un tratto, la lanciò nel vento, e dopo un istante di terrore la signorina si accorse che l'amico stava modellando le correnti per tenerla in aria. Le labbra della signorina si modellarono in un enorme sorriso, quando Sol la prese dolcemente per una mano ed iniziò a danzare con lei sulle ali del vento. Il sole spuntò tra le nuvole, ad illuminare le danze dei due ragazzi, e Lucy si sentì così sopra le stelle che si dimenticò temporaneamente di tutti i suoi problemi.

Era così bello, così libera tra le lingue d'aria che le scompigliavano i capelli e le accarezzavano il gracile corpo, contornandole le forme. Il corpo del suo partner si muoveva dolcemente vicino a lei, e nulla avrebbe potuto distruggere quel momento.

Dopo un tempo indeterminato, riempito da danze e risate, Sol disse che era meglio tornare e prese per la vita la signorina. Lei si lasciò portare, e se avesse alzato lo sguardo verso l'amico si sarebbe accorta che non era più calmo e sorridente, ma il suo volto era contratto in una strana smorfia. Tuttavia, lo sguardo della signorina era concentrato sul mondo sotto di lei, e non le passò neanche per la mente il fatto che Sol potesse non stare bene.

Atterrarono sul tetto piatto dell'Istituto, poiché richiamati da Charles, che aveva attirato la loro attenzione sventolando un braccio. La signorina, ancora raggiante, lo abbracciò per salutarlo e gli stampò un bacio sulla guancia, mentre Sol si tenette a debita distanza.

"Dove siete stati?" chiese Charles, duramente. Il suo volto ricoperto di lentiggini era contratto in un'espressione arrabbiata, e guardava Lucy.

"Qui intorno" rispose lei, sempre sorridendo "Sol dice che..."

"Lucy smettila" furono le parole che uscirono, severe, dalla bocca di Charles, bloccando il discorso della signorina.

"Ma che ti prende?" chiese lei. Era in mezzo tra i due ragazzi: dava le spalle a Sol, e guardava il rosso con ancora un'accenno di sorriso.

"Smettila di fare così, non dovresti stare con lui e lo sai anche tu. Lui è pericoloso, sento che c'è qualcosa di sbagliato in lui." Lucy fece un verso di scherno, e guardò il ragazzo con aria di sfida.

"Ah si? Tu, tu lo senti?" chiese, sarcastica, e Charles annuì.

"Tu non ti rendi conto, non è lui il tipo di persona che dovresti frequentare, lui ti farà del male" disse il rosso, e la guaritrice sbottò:

"Ah si, e con chi dovrei stare? Con te?" urlò "lui è come me, lui sente quello che sento io, tu chi sei Charles? Non ti rendi conto di cosa voglia dire per me avere una persona come lui?" un tuono scosse il cielo, ed alcune gocce iniziarono a scendere su di loro "Sol, blocca la pioggia" ordinò la signorina, e le gocce cessarono "vedi?" proseguì, rivolta a Charles "lui è potente, e sa controllarsi. La mia unica possibilità è stare con lui, lui mi rende felice, lui è come me. Tu sei un caro amico, ma non sarai mai quello che è lui, mi capisci?" i fremiti di rabbia scuotevano il piccolo corpo della signorina "Smettila di guardarlo come se lui fosse un problema, smettila di guardare me con quello sguardo accusatorio. Tu sei solo un ragazzo, e lui è... Sol ti prego mi sto infradiciando!" sbottò, rivolta dietro di sé.

Stava per riprendere il suo discorso, quando vide il volto di Charles sbiancare mentre guardava qualcuno dietro di lei. Si girò lentamente, e vide Sol ansimare e tremare mentre guardava il pavimento. Aveva gli occhi che facevano paura per quanto sembravano deliranti, le vene delle mani, chiuse in pugni stretti, si erano gonfiate ed i capelli si stavano sollevando come succedeva quando il ragazzo provava forti emozioni.

La pioggia scendeva incessante, ora, sulle loro teste.

La signorina si avvicinò lentamente all'amico, facendo segno a Charles di rimanere indietro:

"Sol, tutto bene?" chiese, con una vocina dolce, senza osare toccarlo.

"Portami via" ansimò il ragazzo, quasi ringhiando, e la signorina lo abbracciò stretto. I loro colpi si alzarono in volo, ed atterrarono in maniera un po' troppo violenta sul suolo davanti all'entrata dell'Istituto. Charles arrivò qualche istante dopo, ansimante, dalle scale esterne, e la signorina indicò l'entrata.

"Io lo porto dentro, tu precedimi e sgombra in passaggio da qui alla mia stanza" ordinò, facendosi passare il braccio di Sol oltre le spalle e cercando a fatica di portarlo dentro.

Il viaggio tra l'ingresso ed il suo appartamento fu tremendamente faticoso: Sol sembrava incapace di camminare, e si appoggiava pesantemente al corpo della signorina. Lei arrancava per i corridoi, cercando di portare il peso dell'amico fino alla sua stanza. Una volta arrivati, Charles rimase sulla porta mentre Sol si appoggiò ansimante ad una parete ed iniziò a camminare per l'appartamento come fosse ubriaco.

"Sol, Sol che ti succede?" chiese la signorina, e lui come risposta alzò la testa a guardare il soffitto, strizzò gli occhi, ed urlò così forte che il suo grido si trasformò in un terremoto e scosse tutto l'edificio.

"Il controllo" disse la signorina, senza fiato "ha perso il controllo!" urlò, per sovrastare la voce del ragazzo, rivolta a Charles.

"Cosa facciamo?" chiese il rosso, e Lucy gli indicò Sol.

"Io rimango con lui" gridò "tu vai nella sala comunicazione: che ci sia almeno un infermiere davanti ad ogni porta dei CP, e che il personale restante si rechi all'ingresso per preparare un'evacuazione ordinata, chiaro?" Charles annuì "avvisa anche Dickens, spiegagli in breve la situazione, annuncia che siamo in stato di emergenza e poi raggiungimi". Charles le si avvicinò in fretta, e le lasciò un bacio sulla guancia prima di correre via. Pochi minuti dopo, la sua voce riempì gli altoparlanti di tutto l'Istituto annunciando le direttive di Lucy.

"Sol, mi senti?" chiese lei al ragazzo, che ancora urlava nella sua stanza scuotendo tutto l'Istituto "dobbiamo andare fuori Sol!" gridò, e lui la guardò con gli occhi iniettati di sangue.

La prese per la vita, e volò urlando per tutti i corridoi schiantandosi contro le pareti, finché non sfondò la porta di vetro con una testata ed atterrò fuori, accartocciandosi al suolo.

Era completamente fuori controllo.

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