Vivere in un sogno

By Roxy-00

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"A volte bisogna stare attenti a ciò che si desidera." ~ Zelja Moose è una ragazza di appena vent'anni con un... More

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Stella Polare
Capitano Jeremia Manto Scuro
Biglietti
Cinematografo

Uno strano risveglio

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By Roxy-00

Non ho mai dormito così tranquillamente, forse se dormissi così tutte le notti sarebbe meglio. Mi eviterei molte cose: le miei occhiaie, le urla di mia madre e il sonno perenne. Ma tutto ciò mi potrebbe via la lettura notturna e di quella non posso proprio farne a meno. Sono sveglia ma non ho ancora riaperto gli occhi, sono così beatamente al caldo e comoda che il solo pensiero di alzarmi mi fa rabbrividire. Elisabeth deve essere già di sotto, non sento passi né spostamenti per la stanza. Non ho nemmeno sentito la sveglia, credo di essere già in ritardo per l'orario concordato ma, hey, è stata lei a non chiamarmi quando ha spento la sveglia. O forse lo ha fatto e io non l'ho sentita? Be', conoscendomi, sarebbe possibile anche questa opzione.

Sento la porta aprirsi, mia cugina deve essere tornata a chiamarmi, o forse è mia madre? Non mi preoccupo più di tanto, non parlano né sembrano avvicinarsi al mio letto. Sento una tenda aprirsi e subito la luce del sole entra nella camera, colpendo il mio viso. Io mi giro di spalle e mi copro con la coperta fin sopra la testa, solo in quel momento mi rendo conto che noi non abbiamo una tenda e la luce del sole della mia finestra non arriva da quella angolazione. Qualcuno si avvicina, è al fianco del letto ma non osa toccarmi.

"Signorina Zelja, dovrebbe svegliarsi. È già tardi e sua madre e sua cugina la aspettano per fare colazione." Signorina Zelja? Di chi è questa voce? Devo star sognando, devo essermi riaddormentata senza rendermene conto. "Signorina? So che è sveglia, non mi faccia rimproverare da sua madre."

Okay, va bene, questo è davvero strano. Da quando abbiamo una cameriera? Non ho mai avuto così paura di aprire gli occhi in vita mia. Nemmeno quando dovevo fare, alle prime ore del mattino, un compito in classe per il quale la sera prima non avevo nemmeno studiato. Apro lentamente gli occhi, la prima cosa che noto sono le pareti e la porta d'entrata della camera: sono di un colore giallo canarino, la porta è marrone ma ha venature dorate che si estendono tutte fino al pomello. Al fianco del mio letto c'è un grazioso comodino color crema con un simbolo strano inciso sopra. Tocco le coperte sentendo il tessuto pregiato che ricopre il mio letto, il mio cuore inizia a battere più velocemente in preda all'ansia e alla paura.

Mi sveglio del tutto e mi metto dritta di colpo, mi scopro con quel gesto. La donna al mio fianco si spaventa leggermente perché la vedo sussultare, porto del tutto la mia attenzione su di lei, la scruto dalla testa ai piedi: il vestito che indossa le cade leggero sui fianci, ma è stretto sul petto e dal collo alto, è molto lungo quasi non le si vede la punta delle scarpe nere. Le maniche sono a prosciutto e strette ai polsi, tutto completamente nero. Sopra al vestito ha un grembiule completamente bianco, lungo almeno fino a quasi le caveglie, è attaccato sia dietro al collo che dietro alla schiena. Ha i capelli marroni raccolti in uno chignon molto alto, a coprire la sua chioma una cuffietta del medesimo colore del grembiule. I suoi occhi azzurri mi scrutano confusa dal mio sguardo persistente su di lei.

"Signorina, si sente bene?"

Non le rispondo. "Questo è un sogno..." sussurro "Questo DEVE essere un sogno!"

Mi alzo dal letto, cammino a piedi nudi per la stanza fino all'enorme finestra che affaccia sulla strada. Tutto ciò sotto lo sguardo ancora interdetto della cameriera. Guardo attraverso i vetri il mondo esterno a quella casa. Donne con vestiti sfarzosi passeggiano per le strade coprendosi dal sole con degli ombrellini, uomini con vestiti eleganti e cappelli camminano per la strada guardando l'orario dai loro orologi tascabili. Carrozze trainate da cavalli percorrono le vie andando chissà dove. Indietreggio di un paio di passi.

"Okay, ora ne sono sicura. Questo È un sogno!"

"I-io andrei a dire a sua madre che... che si è svegliata." Sento del timore e del disagio nella voce della ragazza.

Esce dalla stanza ancor prima che io possa rispondere alla sua frase, non aspetto nemmeno un secondo. Esco dalla stanza subito dopo di lei e mi guardo intorno. Questo posto è davvero enorme e... maestoso. Scuoto la testa, non ho il tempo di perdermi in questi futili dettagli. Corro lungo il corridoio, vedo delle scale che portano di sotto e le percorro di corsa. Quando sono giù vedo di fronte a me l'enorme portone che porta all'uscita di questa strana e bizzarra situazione. Nei sogni bisogna sempre trovare la via d'uscita più plausibile per svegliarsi, bene, quella e una porta, non mi resta che aprirla. Vado verso di essa e la apro, esco fuori dalla casa e corro verso la strada.

Sento qualcuno urlare dall'interno della casa, ma questa voce... volto la mia testa dietro ma non smetto di correre. Quando riporto gli occhi avanti, mi rendo conto di non essere uscita dal sogno. Bensì sono in mezzo a quella strada che avevo visto dalla finestra della mia camera, sento tutti gli occhi su di me. Vedo una donna portarsi una mano alla bocca scandalizzata e impaurita, io mi volto verso sinistra e solo in quel momento mi rendo conto di una carrozza che sta per venirmi addosso. Non riesco a muovermi resto pietrificata senza sapere che fare, sia per tutto ciò che stava accadendo sia per la grande paura. Qualcuno mi tira dal polso, finisco contro un petto e fra le braccia di qualcuno. Non mi muovo per quello che mi sembra un tempo interminabile. Sento le mani passare dal mio polso alle mie spalle, quando vengo allontanata mi decido ad alzare lo sguardo.

"Signorina, si sente bene?"

Questa è già la seconda volta che me lo chiedono oggi, vi sembro una che sta bene?! Mi soffermo sul viso del mio salvatore. È un uomo più grande della mia tenera età, dalla carnagione molto chiara, i suoi capelli sono biondi e i suoi occhi sono verde chiaro. Non un filo di peluria sul suo viso se non per dei lunghi baffi presenti sopra le labbra. Sto per rispondere alla sua domanda quando vengo affiancata da un'altra donna, sento il suo affanno per la corsa fatta. Mi prende subito dal polso e mi allontana dall'uomo incurante del fatto che io non abbia detto nemmeno una parola.

"La perdoni, non so cosa sia successo a mia figlia stamani. Credo abbia avuto un incubo o deve aver visto qualche strano animale che l'ha spaventata."

Sua figlia? Solo a quel punto mi volto verso la donna ed è... davvero mia madre. Solo con un vestito rosso molto elegante e fine, un bel paio di grossi orecchini e una collana al collo, per non parlare del leggero trucco che le ricopre il viso. "Non si preoccupi signora, sono solo felice che la fanciulla non si sia fatta male."

"La ringrazio immensamente." Mia madre fa un leggero inchino tirandomi il polso per farmi fare lo stesso. "Ora, se permette, condurrei mia figlia all'interno. Comprenderà che è vestita in modo indecente e ha già dato abbastanza scandalo."

I miei occhi passano da mia madre a quel ragazzo, il suo sorriso è davvero molto bello. Poi porto gli occhi su di me notando solo in quel momento di essere in una leggera camicia da notte di seta quasi trasparente e completamente scalza. Arrossisco di colpo e non oppongo resistenza quando mia madre mi trascina verso casa, sento lo sguardo del ragazzo ancora su di noi fin quando la porta d'entrata non si chiude del tutto.

"Non ci credo... non ci credo! Che figuraccia!" Sento borbottare, mia madre si volta verso di me. "Cosa ti è saltato in testa?! Volevi dare scandalo? Volevi buttare fango sul degno nome di tuo padre?!" Va avanti e indietro. "Ne parlerà tutto il vicinato, saremmo sommersi dalla vergogna e tu passerai per una disinibita!"

"Mamma io non..." Lei si blocca a quelle mie parole.

"Mamma? Da quando osi darmi del tu?" Mi guarda dritta in viso. "Hai qualcosa che non va, sei sicuramente malata. Devo farti visitare da un medico, non c'è altra soluzione solo lui può dirmi cosa ti prende."

In quel momento un'altra persona si aggiunge alla conversazione. "Zia Kery, non stressatevi. Sono sicura che Zelja abbia avuto le sue buone ragioni per correre in quel modo in mezzo alla strada. Non so quali sian ma le avrà."

La voce di mia cugina mi entra nelle orecchie attirando la mia attenzione su di lei. I suoi capelli castano chiaro le ricadono leggermente sulle spalle, il resto sono raccolti da un ferma capelli ingioiellato. Il vestito che indossa è verde erba, anch'esso molto lungo e con delle tenere maniche a sbuffo. Quel colore risalta fortemente i suoi occhi, la guardo tutta da capo a piedi.

"Elisabeth?"

"Si?" Mi sorride lei.

Non rispondo, più parlo, più faccio e più tutto intorno a me diventa completamente strano. Gli occhi verdi di mia madre si poggiano su di me, mentre i capelli rossi leggermente più scuri dei miei le contornano il viso. "Vedi, Elisabeth? Ho timore che abbia qualcosa di grave."

Mia cugina si avvicina e affianca mia madre. "Non preoccupatevi zia Kery, lasciate che me ne occupi io. Accompagno Zelja in camera e la aiuto a darsi una rinfrescata, un bel bagno caldo le schiarirà sicuramente le idee e la riporterà alla realtà."

"Si, si, occupatene tu." Ci da le spalle. "Io ho urgentemente bisogno di un tè, sento che potrei avere un infarto da un momento all'altro." Si incammina lontana da noi. "Kira, devi farmi un tè. Alla svelta!"

La cameriera che era venuta stamani in camera mia corre subito verso quella che, credo, sia la cucina. Elisabeth con uno sguardo mi sprona a seguirla e io come se fossi un cagnolino la seguo senza ribattere. Lei cammina in un modo così preciso, con schiena e collo molto dritti, credo quasi di sembrare una scimmietta al suo fianco. Non capisco cosa stia succedendo, non capisco dove io mi trovi ma nella mia testa, tutto questo, è sempre un sogno dal quale spero di svegliarmi al più presto.

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