... no anzi non era proprio esattamente un ragazzo come noi anche se aveva un nome qualunque...
Non capita spesso di ricordare con lucidità fotografica episodi di un passato lontano, ma di uno in particolare riesco a ricordare quasi ogni minima sensazione, ogni minimo fotogramma.
Mi ricordo che era un pomeriggio di inizio luglio, afosamente caldo, ed io che ritorno a casa da una pedalata con amici che mi aveva parecchio sfiancato, non ero abituato a spingermi così lontano e poi non è che il mezzo fosse così confortevole come lo sono quelli di oggi... mentre ci salutavamo chiesi <<ehi ma voi dove vedete l'Italia?>> <<ma io a casa ,tu?>> rispose uno di loro , e allora io <<mah, sì anche io">> , se pur avrei voluto e non sapevo poi perché, vedere quella partita in compagnia.
Sfumata quindi ogni possibilità di vedere la partita insieme ci ritirammo nelle nostre afose case ... anche perché sembrava che nessuno morisse dalla voglia di vedere uscire l'Italia da quei Mondiali...
Quindi me ne torno a casa solo soletto, i miei fuori per lavoro ed io mi accomodo pigramente sul mio divano in quel tardo pomeriggio, davanti al mio nuovo televisore a colori dopo averlo sintonizzato sul primo canale dove trasmettevano la partita.. Eh sì, si sapeva anche per un quasi adolescente come me che le possibilità di proseguire il mondiale per l'Italia erano davvero esigue.
Va beh dai che ognuno se la veda a casa sua, tanto per vedere l'Italia uscire ... in effetti pensavo tra me e me, d'altronde anche la mia giovane memoria di allora già rimembrava che l'ultima occasione in cui si era incontrato il Brasile, era stato al mondiale in Argentina 4 anni prima per la finale terzo e quarto posto che avevamo puntualmente perso, in linea con il destino avverso che fino ad allora ci aveva sempre accompagnato alle sfide con i giallo-oro.
Per cui iniziai a guardarla con la stessa velleità di chi non ha niente da perdere, ma anche con l'incoscienza e l'impudenza di chi poteva pensare e invece chissà, chi lo può dire...
D'altronde tutte le partite iniziano sempre sullo 0:0 e le possibilità sono le stesse per tutte e due le squadre contendenti, almeno teoricamente, anche se questo risultato ci avrebbe comunque condannato.
I primi minuti furono interlocutori, fasi spezzettate, in cui il Brasile sembrava irriderci ed il nostro Paolo Rossi stava continuando a fare da semplice comparsa, quasi un fantasma, se non addirittura l'uomo in meno di cui si poteva anche teoricamente fare a meno, a detta dei tanti critici illustri di allora.
Dopo un'occasione avuta, bloccato dal portiere, all'improvviso nella penombra della mia stanza con le tapparelle abbassate per impedire al caldo di entrare, un cross di Cabrini dalla fascia sinistra pennellato con la precisione di un tiratore scelto, incrocia la testa del nostro attaccante nel frattempo spintosi in avanti come non mai fino a quel momento nell'intero Mundial. E Goool... restai incredulo per un po', pensando... va beh è ancora lunga ma intanto un gol, al Brasile, gliel'abbiamo fatto, e l'ha fatto Paolo Rossi, però... che sia la svolta?
La partita dopo il gol cambiò decisamente. L'Italia in fiducia (come si direbbe adesso) palleggiava con grande scioltezza finchè, un passaggio in profondità di un certo Arthur Antunes Coimbra (in arte Zico) per Sócrates Brasileiro Sampaio de Souza Vieira de Oliveira (un certo Socrates) veniva finalizzato inderogabilmente con un tiro non impossibile ma di certo di difficile interpretazione da parte del nostro portiere, Dino Zoff che venne buggerato proprio sul palo del portiere, cosa che ci fece ripiombare per un attimo nello stesso abisso dal quale Pablito ci aveva appena tirato fuori.
Altre fasi interlocutorie in cui però la consapevolezza di poter far male da parte dell'italia era sicuramente maggiore dell'inizio, tant'è che una leggerezza di Júnior Capacete (detto Junior) sulla propria tre quarti, diede proprio a Pablito l'occasione di rubargli il pallone e dopo pochi metri di corsa verso l'area, fulmina con tiro semplice ma imparabile un Valdir Peres forse non così all'altezza di quella grande squadra che da tanti è stata indicata essere, dopo quello di Pelè, il Brasile più forte di tutti i tempi.