Prologo

178 30 18
                                    

La neve cadeva lenta, in ampi fiocchi leggeri come piume. Le siepi sempreverdi e gli scheletri degli alberi aggiungevano almeno cinque candidi centimetri alla loro normale altezza, contro il plumbeo cielo dicembrino.

Il cancello del cimitero era socchiuso, Normalmente una pesante catena avrebbe protetto l'entrata durante le ore del crepuscolo, quando il custode se ne andava a casa, ma la coltre era ormai così spessa e compatta che l'uomo, dopo aver tentato di farsi strada con un paio di calci maldestri, aveva deciso che non ne valeva la pena e il cancello era rimasto così, imprigionato nel ghiaccio. 

"Sei sicura, Ruth?"

La voce di Hazel riverberò in quel candore come uno scampanellio in una scatola d'ovatta. Ruth osservò di sottecchi il fiato caldo uscire dalle sue labbra. Anche dalla sua bocca qualche timida nuvoletta di vapore scappava, ma non con la stessa forza. Niente che le appartenesse sembrava avere la stessa energia di Hazel. 

"Non ho altra scelta" esalò. Il sussurro fu a malapena percepibile. 

"Sì, l'hai". insistette Hazel, i suoi occhi nocciola proprio come il suo nome ben aperti, determinati. "Puoi dimenticare tutto, far finta di niente e continuare a vivere".

"Continuare a vivere" ripeté Ruth, come se quelle parole non avessero alcun senso. Lentamente, alzò le mani. Le sentiva intorpidite, pur essendo ben protette da un pesante paio di muffole bianche. 

Bianche come la pelle di sua madre, come le sue unghie, le sue guance, perfino i suoi capelli. 

Bianche come la neve. Bianche come il cielo.

Bianche come la morte. 

Si tolse piano la muffola sinistra. Sotto, la sua mano aveva il colore del latte. Le sue vene, le sue arterie, i suoi capillari: tutto si notava come se fosse stato di vetro, rosso viola e verde contro quello strato sottile e cristallino. 

Ma non era tutto così. La punta delle sue dita, dell'indice in particolare, era nera. Ruth lo sapeva, Ruth lo vedeva. Ma soprattutto, Ruth lo odorava. Bianco su nero. Nero su bianco.

"No" disse, con la voce tremante, rimettendosi il guanto. "Non posso continuare a vivere. Non c'è alcun modo di continuare a vivere così".

Hazel non disse niente, la osservò solo con profonda tristezza.

Assieme, varcarono la soglia del cimitero.

  

Rotting RuthDove le storie prendono vita. Scoprilo ora