Pietro Maximoff💚

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Trama: carta bianca
Particolarità: nessuna
****

Ti leghi i capelli, per poi iniziare a fare gli addominali che il tuo allenatore ti ha imposto.

Sei stanca morta e manca ancora il combattimento corpo a corpo.

Finisci di fare l'ultimo addominale e poi ti sdrai con la schiena a terra, ansimando dalla fatica e dalla stanchezza.

«Sei stata Y/N? Cos'é, sono forse troppo crudele?» Chiede, ironicamente, il ragazzo. «Dai forza, mettiti su e vai a prendere le fasce.»

Lo trucidi con lo sguardo per la sua prima affermazione e ti metti in piedi, dirigendoti verso la panca dove hai appoggiato la tua roba.

«Sai, non capisco molto spesso perché mi faccia fare sempre così tanto riscaldamento e così poco combattimento.» Dici, mentre ti leghi le fasce intorno alle mani e poi ti volti di nuovo verso di lui, intento ad osservare chissà che cosa nella palestra.

Sembra persino non aver notato il fatto che tu sia pronta.

«Pietro?» Lo chiami, ma lui non risponde.

Gli schiocco due dita davanti agli occhi. «Terra a Pietro, ci ricevete?»

Lo vedi sobbalzare  poi guardarsi attorno smarrito e questo lo fa sembrare parecchio tenero ai tuoi occhi.
Devi ammettere che quell'aria da cucciolo un po' perso ti fa amare il ragazzo davanti a te ancora di più, ricordandoti anche però che non potrai mai stare con lui.

«Bentornato! Dopo ti faremo una festa, mh? Adesso dobbiamo combattere!» Disse lei, smaniosa del combattimento.

Lui annuì, tornando al suo solito essere scherzoso e un po' fastidioso.

Iniziate a combattere, ma non lo vedi del tutto concentrato, tanto che lo riesci a buttare a terra parecchie volte, cosa che riesci a fare raramente.

«Pietro vuoi dirmi che cosa ti assilla?» Lo guardi.

Lui ricambia il tuo sguardo. «Ti ho detto Y/N, non succede nulla.»

Annuisci, tornando a combattere.
Adesso anche tu sei pensierosa, vuoi cercare di capire cos'abbia il ragazzo biondo con cui ti stai allenando.

Sei così disconcentrata, che ti ritrovi a terra con lui addosso, a sorridere soddisfatto.
«Ti sei distratta.»

Sbuffi e volti la testa. Sei in totale imbarazzo, non puoi negarlo.
«Non era valido. Era girata da un'altra parte.» Cerchi di giustificarti.

«Questo è solo-»

Non finisce la frase, perché ora sei tu a ritrovarti su di lui.
«Ti sei distratto.» Dici, imitando le parole che lui stesso ti aveva detto.

Ti fa un linguaccia e tu ridi, mettendoti più sulle sue cosce, che sul suo bacino.

Si rialza appena, rimanendo su con le braccia.

Rimanete a guardarvi negli occhi per qualche secondo, fino a che lui non si mette definitivamente seduto e vi ritrovate a pochi centimetri l'uno dall'altra.

«Hai barato.» Sussurra, mentre avvicina con titubanza una mano al tuo viso.

«Sei stato tu il primo a farlo.» Replichi, con la voce che leggermente ti trema dall'emozione.

Inizia ad avvicinarsi e socchiudi gli occhi, così come lui.
Le vostre labbra stanno per incontrarsi, quando la porta si apre di colpo e voi due vi allontanate, ponendo parecchia distanza tra i vostri corpi.

«Ho interrotto qualcosa?» Chiede Tony, un sorrisetto un po' beffardo sulle labbra e le sopracciglia alzate.

Scuoti la testa, mentre il cuore ti va a mille. «Cosa vuoi?» Chiedi.

«Nulla, venirvi a chiamare. Abbiamo un'emergenza.» Dice, per poi andarsene.

Sia te che Pietro iniziate a camminare.
«Ti va un appuntamento?» Chiede, all'improvviso.

Ti volti verso di lui e sorridi. «Volentieri.»

Ti lascia un veloce bacio all'angolo delle labbra e poi corre via, arrivando nella sala dove anche gli altri sono riuniti.

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