7.I'm so tired

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*ATTENZIONE: questo capitolo riporta storie di violenze fisiche e sessuali, se siete sensibili a questo genere di cose saltate il capitolo e proseguite con il prossimo. Con questo capitolo la mia intenzione non è stata minimamente quella di sminuire la cosa, anzi, ho provato a parlarne nel modo più serio e delicato possibile non addentrandomi nei dettagli. Vi chiedo di leggere attentamente la nota a fine capitolo. Grazie.*

-ora vieni a casa con me e ti pentirai di ciò che hai fatto- inizia a camminare verso la macchina -e per la cronaca non puoi più uscire con questa gente!-

so che non finirà bene.

Difatti non era finita bene, anzi era andata peggio di quanto pensassi. Mi alzo dal pavimento su cui ero accasciata fino a poco fa e mi dirigo in camera mia facendo attenzione a non incontrare nessuno. Chiudo la porta a chiave e inizio a piangere, non riesco a respirare bene, la testa mi esplode. Mio padre si è proprio superato stavolta.

Fin da quando ero piccola e la mamma stava ancora bene era manesco: tornava a casa la sera dopo qualche bicchiere di troppo e un po' di frustrazione dal lavoro, il mix perfetto, e picchiava la mamma. Lei all'inizio non disse niente poiché non voleva far preoccupare nessuno, era una donna forte; ma una sera la sentii piangere ed entrai in camera dei miei genitori trovando davanti agli occhi uno spettacolo raccapricciante. Mia mamma era distesa a terra con il corpo pieno di lividi e tagli mentre mio padre era in piedi accanto a lei con in mano una cintura di cuoio. Avevo solo quattro anni e la mia vita era già stata traumatizzata da quel mostro di mio padre. Io e la mamma abbiamo provato a scappare ma lui ci trovava sempre e le cose peggioravano sempre di più così dopo la terza fuga abbiamo rinunciato. Dopo la nascita di mia sorella la mamma si ammalò molto, io avevo sei anni e dovevo già farmi carico della maggior parte dei lavori domestici e di Maggie poiché non avevamo soldi per pagare una babysitter o una domestica e George, mio padre, stava al lavoro fino la sera. Fu proprio in quel periodo che tutto iniziò. Una sera mio padre tornò a casa da lavoro più tardi del solito, io stavo ancora finendo di ripulire i bicchieri e avevo appena messo a letto Maggie con la mamma dato che ormai papà dormiva sempre sul divano. Entrò in casa e mi venne a salutare in cucina, quando ebbi finito passai dal soggiorno per raggiungere la mia cameretta e lui mi seguì, chiuse la porta a chiave e si avvicinò piano piano come se fossi una preda da catturare. Mi prese con forza e mi immobilizzò sul piccolo letto scomodo, iniziò a toccarmi e in men che non si dica quell'essere spregevole aveva violentato sua figlia di sei anni. Da quel giorno le cose rimasero sempre uguali: lui continuava a farlo e io non potevo fare niente, inizialmente capitava una, massimo due volte, la settimana ma col passare degli anni divennero tre, poi quattro e poi quasi tutti i giorni. Di solito non mi tratteneva per molto, per paura di essere scoperto, ma oggi la tortura è durata più del previsto.

Non ce la faccio più a sopportarlo, voglio che tutto questo smetta ma non posso dire niente o fare niente, devo solo stringere i denti e pregare che quel mostro crepi al più presto. Non posso ribellarmi per non rompere la mia promessa: io non avrei detto niente se lui non avesse toccato mia sorella, MAI.

Mi alzo a fatica dal pavimento ed esco in terrazza, devo riprendermi. Mi appoggio alla ringhiera e mi abbandono con tutto il peso del corpo ad essa. Alzo lo sguardo verso il cielo, ormai è buio e le stelle iniziano a farsi vedere, ho sempre amato le stelle e l'universo: mi trasmette un senso di tranquillità. Le stelle mi ricordano un po' le persone, le persone come me che si sentono perse e sole anche quando sono con gli altri; così le stelle sembrano unite tra loro e invece sono distanti centinai di anni luce una dall'altra. Solo quando una stella trova una costellazione di cui far parte si sentono complete e allo stesso modo solo quando una persona trova il suo gruppo, finalmente, si ritrova.

Molto tempo è ormai passato ma non sono ancora riuscita a riprendermi del tutto, gli occhi sono ancora rossi e la faccia gonfia, il respiro però è tornato normale e le lacrime si sono asciugate sulle mie guance. Qualcuno bussa alla porta, non voglio aprire non voglio parlare con nessuno. -Ray, apri sono io- appena sento quella voce mi alzo di scatto e mi avvicino alla porta non aprendola ancora -che ci fai qui?- -volevo solo vederti e sapere come stai, eravamo tutti preoccupati- mi arrendo e giro la chiave facendo scattare la serratura, mi allontano tornando in terrazza e dico -entra- dando le spalle alla porta. -che ti succede Ray?- la voce di Pope mi riporta alla realtà, mi ero persa ancora una volta nel cielo -niente, che dovrebbe succedere?- -non si risponde ad una domanda con un altra domanda- ridacchia sedendosi sulla panchina -come hai fatto ad entrare?- cli chiedo evitando di girarmi, non voglio che si accorga del mio stato -mi ha aperto Maggie, i tuoi non ci sono- -pf, se ne sono andati e non me lo hanno nemmeno detto, che teste di cazzo- -non mi ha ancora detto cosa ti succede- dice il ragazzo alzandosi e mettendosi in piedi dietro di me -niente!- urlo girandomi verso di lui -ti ho detto che non ho niente!- -so cosa hai detto ma so anche che non è vero... ti conosco Ray- -che ci fai qui Pope?- -ero preoccupato, eravamo tutti preoccupati, soprattutto JJ... è stato lui a dirmi di venire- -e allora perché non è venuto lui dato che è così preoccupato?- rispondo fredda e nervosa, mi dispiace trattare così Pope perché non se lo merita ma sono veramente al limite. -non voleva farsi vedere nelle sue condizioni attuali, sapeva ci saresti rimasta molto male- mi limito ad annuire lievemente -comunque sappiamo entrambi che non stai bene e quando sarai pronta a parlarne sai dove trovarci, sappi solo che non ti fa bene tenere tutto per te- sta per uscire dalla stanza ma lo richiamo in fretta -Pope!- gli corro incontro e lo abbraccio -mi dispiace se sono stata una stronza prima ma sono a pezzi. non ce la faccio più- continua ad accarezzarmi la testa per calmarmi -adesso facciamo così- dice staccandomi dolcemente -adesso ti metti a dormire, ti riposi e domani vieni allo chateau e ne parliamo, adesso non ne saresti in grado, d'accordo?- annuisco, so che ha ragione.

Appena esce dalla mia stanza mi metto sotto le coperte senza nemmeno cambiarmi, non ne ho la forza, e spengo la luce. La porta si apre ed entra la figura esile della mia sorellina che si avvicina al letto e mi chiede -posso dormire qui con te?- -certo, vieni- le sorrido alzando il lenzuolo e facendola accomodare. Mi addormento dopo pochi minuti ripensando a quanto in realtà fossi fortunata ad avere i miei amici al mio fianco.

Ho deciso che domani mi aprirò dopo tutti questi anni, parlerò con loro.

Non posso più tenermi tutto dentro.

-L'abuso è una cosa molto seria e molto spesso le perone che lo subiscono tendono a nasconderlo e a non chiedere aiuto; per questo ci chiedo di denunciare qualsiasi forma di violenza subita su voi stessi o su vostri conoscenti. Se state subendo abusi vi prego di chiedere aiuto e di ricordare che il problema non siete voi; allo stesso modo se conoscete qualcuno che subisce violenze aiutatelo. Lascio qui sotto una lista con i segnali dell'abuso per essere in grado di riconoscere chi ne sta subendo e dei nomi, numeri e siti di associazioni in cui potete trovare supporto in caso di bisogno. Ricordate che il problema non siete voi e vi meritate di stare bene, pensate prima alla vostra vita e alla vostra felicità.-

I SEGNALI DELL'ABUSO

Mostrarsi insolitamente tristeAvere improvvisi cambiamenti nel comportamento e nelle abitudiniLamentare continuamente dolori fisiciAvere disturbi del sonnoAvere un significativo ed improvviso calo del rendimento scolasticoMostrare persistenti comportamenti e interessi sessuali e/o seduttivi inappropriati all'etàAvere timore degli adulti (o di un adulto in particolare)Mettere in atto comportamenti regressiviSviluppare una scarsa autostimaMettere in atto comportamenti autolesionistici

1522: numero anti violenza e stalking// sito web: 1522.eu

Telefono rosa: 06 37518282// sito web: www.telefonorosa.it

-ciao ragazz*, scusate se ho voluto specificare queste cose ma ci tengo veramente moltissimo quindi grazie se avete letto fino a qui; scusatemi inoltre se il capitolo di oggi è leggermente più corto ma ci tenevo a pubblicare comunque qualcosa in questi giorni dato che nei prossimi non sarò in grado di scrivere molto. Spero che il capitolo vi sia piaciuto, se è così fatemelo sapere con una stellina e un commento, a presto <3.-

A single soul// Outer BanksDove le storie prendono vita. Scoprilo ora